tag:blogger.com,1999:blog-16463176.post2867462427338662088..comments2023-12-07T12:12:49.222+01:00Comments on centrodestra: Quello che lo scrittore non dice sulla ’ndrangheta e la sinistra. Pier Francesco Borgiamauromhttp://www.blogger.com/profile/03124153074550711514noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-61267743215530102512010-11-20T12:32:09.778+01:002010-11-20T12:32:09.778+01:00Esiste una moltitudine di Mafie.
Eliminandone una ...Esiste una moltitudine di Mafie.<br />Eliminandone una rimangono tutte le altre. Una di queste è lo Stato di polizia che succhia il sangue dei cittadini.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-10606516504246139302010-11-19T18:43:45.284+01:002010-11-19T18:43:45.284+01:00Saviano , niente da dichiarare????Saviano , niente da dichiarare????fuoco amiconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-1249755077511336452010-11-19T18:43:10.009+01:002010-11-19T18:43:10.009+01:00Giovedì prossimo i pm di Palermo ascolteranno pro...Giovedì prossimo i pm di Palermo ascolteranno proprio Nicolò Amato che a giugno ’93 è protagonista di un altro episodio controverso, da allineare alle anomalie di quel periodo oscuro: viene improvvisamente rimosso dalla direzione del Dap e torna alla sua professione di avvocato. Curioso: assume proprio la difesa di Vito Ciancimino. Tante suggestioni, anche contraddittorie, che precedono la svolta «umanitaria » di Conso. E dunque il regalo del governo Ciampi a Cosa Nostra sul 41 bis. Il no al carcere duro per paura delle bombe. Uno sfregio profondo alle istituzioni e un segnale di resa che, solo a ripensarci, fa venire i brividi.fuoco amiconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-69806058804992816772010-11-19T18:42:51.922+01:002010-11-19T18:42:51.922+01:00Il presidente dell’Antimafia Giuseppe Pisanu prova...Il presidente dell’Antimafia Giuseppe Pisanu prova a mettere infila le date: fra il 27 e il 28 luglio avvengono le esplosioni diRomaeMilano.Il1˚novembre ’ 93 scade un altro blocco di provvedimenti 41 bis, ma nel frattempo Cosa Nostra tace. Imprevedibilmente, tre giorni dopo quella scadenza, il 4 e il 6 novembre, il ministro di Grazia e Giustizia non proroga il 41 bis a 140 detenuti. Se ne può desumere che la trattativa-ricatto abbia prodotto i suoi effetti fra il 29 luglio e il 6 novembre? Domanda inquietante cui Pisanu dà una prima risposta,nient’affatto tranquillizzante: «È comunque plausibile ritenere che l’organizzazione mafiosa avesse interpretato quella revoca come un cedimento o una concessione dello Stato per i colpi subiti».<br /><br />Insomma, alla trattativa avviata nel ’92, secondo la magistratura palermitana, dal tandem Mori- Ciancimino si devono forse affiancare altri incroci fra pezzi delle istituzioni e frange criminali. E la scelta di Conso pare il punto d’arrivo di un percorso compiuto da diversi soggetti .<br /><br /><br />Ovvio, in questa situazione, porsi la solita domanda: ma se un’ammissione del genere,così devastante, l’avesse fatta Berlusconi o uno dei suoi ministri, che cosa sarebbe accaduto? Ora,battaglioni di scrittori e polemisti sarebbero all’opera, nel tentativo di far quadrare il cerchio e poter finalmente dimostrare antichi teoremi, da sempre insegnati anche se privi di riscontri. Invece, lo stesso Angelino Alfano alla fine dell’anno scorso consegnava alla stampa i numeri da guerra del 41 bis: «Ho disposto 168 provvedimenti in 580 giorni. I detenuti al 41 bis hanno raggiunto quota 645».fuoco amiconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-11139647199586371832010-11-19T18:41:55.069+01:002010-11-19T18:41:55.069+01:00Da dove gli arrivavano queste certezze?Siamo nell’...Da dove gli arrivavano queste certezze?Siamo nell’epoca dei governi Amato e Ciampi, siamo nella stagione degli esecutivi tecnici, puri e immacolati per definizione. Tanto che molti vorrebbero riproporre un esecutivo tecnico anche ora, per uccidere dolcemente il berlusconismo. Eppure qualcosa non quadra e ora proprio Conso ci dice che certi retropensieri avevano un fondamento. C’era un canale di comunicazione fra i boss e lo Stato?<br /><br />Attenzione: in un appunto del 6 marzo ’93 l’allora direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Nicolò Amato consiglia a Conso, fresco guardasigilli, il dietrofront sul carcere duro per i mafiosi. Naturalmente le ragioni di questo passo indietro sono da cercare nel garantismo di Amato che, in una lettera a Claudio Martelli, specifica: «Non vi è dubbio che la legge chiaramente configura il ricorso a questi decreti come uno strumento eccezionale e temporaneo, appunto emergenziale». Però lo stesso Nicolò Amato ci fa sapere che questa linea soft era stata discussa il 12 febbraio ’93 in un comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Di più: al Viminale, nel corso di quella riunione, si sarebbe discusso senza tanti spagnolismi della possibilità di eliminare il carcere duro, scoperto e rilanciato invece dal «colluso» Andreotti. Insomma, un dato pare a questo punto pacifico: non è vero che lo Stato abbia sempre seguito, dopo la morte di Falcone, la strada della fermezza. No, non è così, e la marcia indietro passò proprio da uomini venerati come icone nazionali e considerati al di sopra delle beghe meschine della politica.fuoco amiconoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-16463176.post-49306844530952961752010-11-19T18:41:30.363+01:002010-11-19T18:41:30.363+01:00La trattativa dello stato con la mafia? sta a vede...La trattativa dello stato con la mafia? sta a vedere che la fece il governo Ciampi<br />di Stefano Zurlo<br /><br />La notizia è una profanazione al tempio del politicamente corretto: lo Stato si tirò indietro e non prorogò il 41 bis per 140 mafiosi. Correva il novembre ’93, il presidente del Consiglio era il tecnico Carlo Azeglio Ciampi e Guardasigilli era Giovanni Conso,l’insigne giurista di matrice cattolica già presidente della Consulta. Nei giorni scorsi, davanti alla Commissione antimafia, Conso è stato netto su un punto: «Non firmai per evitare altre stragi». Un’ammissione clamorosa che Conso ha provato a circoscrivere: «Fu una mia personale iniziativa». Inutile aggiungere che la postilla non convince. Davvero, il ministro della Giustizia prese una decisione di quella portata in totale solitudine?<br /><br />Certo, fa riflettere che proprio il lodatissimo governo Ciampi, il governo tecnico, il Governo per eccellenza secondo molti commentatori, abbia aperto una falla così importante nella lotta a Cosa Nostra. Naturale pensare maliziosamente, ma neanche poi troppo: forse quella revoca inaspettata fu un segmento della mitica trattativa fra lo Stato e Cosa Nostra al centro di una complessa indagine della Procura di Palermo. Il contesto è quello terribile di quei mesi: la morte di Falcone e Borsellino nell’estate del ’92,poi le bombe alle chiese e ai monumenti del luglio ’93. All’inizio di novembre Conso decide di non rinnovare i decreti per 140 mafiosi. Una scelta temeraria che fa tornare a galla antichi e nuovi sospetti. Come mai Bernardo Provenzano già all’inizio del ’ 93 rassicurava i picciotti che il carcere duro sarebbe stato revocato?fuoco amiconoreply@blogger.com