lunedì 6 agosto 2007

Carburanti: fatti, non pugnette. Carlo Stagnaro

UPDATE: Bersani promette che "non interverremo sui prezzi". (Vendere come un fioretto quel che non si può comunque fare è una tattica eccezionale). Il segretario confederale della Uil chiede alle compagnie di seguire l'esempio dell'Eni, che ha ridotto di 2 centesimi al litro il prezzo della benzina verde. Un momento, deve essermi sfuggito qualcosa: quando il prezzo scende, i cartelli diventano non solo leciti, ma addirittura da incoraggiare?

D'estate i carburanti costano di più. E' una regola matematica. Non serve essere un indovino per sapere che, qualunque sarà il livello dei prezzi nel 2008, ad agosto 2008 i prezzi cresceranno. E' con questa doverosa premessa che bisogna accogliere la pagliacciata del governo il quale, essendosi svegliato addì 5 agosto, ha convocato le compagnie petrolifere per il 10 di questo mese per farsi spiegare come mai (a) i prezzi di benzina e gasolio aumentano e (b) restano stabilmente più alti della media europea. Il povero Pasquale De Vita dovrà officiare lo stanco rituale del racconto di come funzionano le cose; e sarà abbastanza faticoso, per lui, ripetere per l'ennesima volta le stesse cose a orecchie che non vogliono sentire: repetita frustrant, in questi casi.

La cosa di per sé sarebbe abbastanza noiosa - più polemica balneare, tappabuchi per giornalisti assonnati, che questione reale - se non fosse il perfetto argomento populista che si presta a colpi di sole agostani e confina con ritorni di fiamma dei prezzi controllati o amministrati, obiettivo che può essere raggiunto apertamente (e non accadrà) oppure in maniera cammuffata da moral suasion (che, tradotto in italiano, significa "ricatto"). Della questione ci siamo già occupati (per esempio qui, qui e qui) e, per chi non si fidasse del sottoscritto, è disponibile un recente studio di Nomisma Energia. Il punto fondamentale, però, è che i due terzi del prezzo alla pompa sono costituiti dalla somma di accisa più Iva, cioè da tasse. Che per di più, almeno nel caso del diesel, il governo stesso ha ritoccato, naturalmente verso l'alto, poco tempo fa (alla vigilia degli aumenti estivi), come avevamo denunciato.

L'unica cosa che il governo può e deve fare, quindi, è convocare se stesso per fare una dignitosa marcia indietro, chiedere scusa alle compagnie e ai consumatori, e ridurre le tasse. L'abbiamo chiesto noi, lo ha rilanciato Stefano Saglia, speriamo che anche dalle parti del centrosinistra (se non sono troppo occupati ad indurre la morte in culla del partito democratico) qualcuno abbia un sussulto, se non di dignità, almeno di buonsenso.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

e come non ricordare l'aumento delle accise sulla benzina di Silviuzzo &C. per pagare gli aumenti dei ferrotramvieri?

parolai e falsiliberisti di tutto il mondo unitevi!!!!

maurom ha detto...

Se non altro Berlusconi ha giustificato l'aumento...
Questo governo se la prende con i petrolieri e non riduce le accise.

Anonimo ha detto...

quello dei petrolieri si chiama cartello ed è una distorsione del mercato contrario a tutti i principi liberisti....fa bene lo stato ad intervenire e a creare il terreno per la libera concorrenza....
Silviuzzo che fa tanto il figo riempendosi di parole come liberismo e libero mercato poteva dimostrarlo in 5 anni con privatizzazioni e liberalizzazioni
ma si sa il populista cavalier bugiardoni non si smentisce mai...