Primissima mattina. Uno si alza, prende il caffè, apre il giornale e legge: la dottoressa Ilda Boccassini ha parlato ieri davanti a 400 studenti dell’Università Statale di Milano, dicendo loro questo: “Io non avrei mai dato credito a chi collabora a distanza di 17 anni, come Ciancimino junior”. E aggiungendo che, secondo lei, il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo è sempre stato inattendibile. Bon. Passi a un altro giornale. Qui è Travaglio che parla: “Quando Stefania Ariosto , nell’estate del 1995, prima alla Finanza e poi alla Procura, raccontò la corruzione al palazzo di Giustizia di Roma, cui aveva assistito negli anni ’80, la Boccassini si guardò bene dal mandarla via. Anche se raccontava vicende accadute dieci anni prima o più”. Riassumiamo. La Boccassini, sintetizzo volgarmente, ha più o meno detto: Ingroia dev’essere scemo. Travaglio le ha risposto: se lui è scemo oggi, allora anche tu nel 1995. Ecco. E come può sentirsi, uno che di prima mattina deve dar ragione a tutti e due? © - FOGLIO QUOTIDIANO
di Andrea Marcenaro
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