venerdì 30 dicembre 2005

mercoledì 28 dicembre 2005

Sono di centrodestra

Forse non è deontologicamente corretto per un blogger, ma ripropongo un mio post del 2 novembre.Ovviamente non ho cambiato idea e mi piacerebbe leggere nuovi commenti.

Continua la discussione sul perché ci sono tante persone "normali" di sinistra. Il tenore dei commenti è stato sostanzialmente garbato e non posso che rallegrarmene.Cerco di spiegarmi ancora meglio, visto che i miei interlocutori mi danno opportunità di confronto.Ho detto e ribadisco che per essere di sinistra non occorre fare delle scelte: in Italia si è di sinistra per definizione, per nascita, per cromosomi.La cultura, l'informazione, l'arte, la storia, il cinema, il teatro, la scuola non sono forse quasi esclusivamente in mano alla sinistra?La destra è stata ghettizzata per decenni!Essere di destra o centrodestra significava emarginazione!E' vero o non è vero?Se abbiamo l'onestà intellettuale di ammettere che la sinistra è stata dominante e determinante nel quadro politico italiano dal dopoguerra in avanti, non si può negare a chi non si sente di sinistra il diritto di identificarsi nella Casa delle Libertà.Come ho detto, la preferenza per il centrodestra è frutto di una scelta o meglio di una rinuncia, della sconfessione della sinistra. Non c'è odio per chi la pensa diversamente: sono stato come tanti un elettore di centrosinistra, ho messo in discussione verità scontate, certezze intoccabili, principi scolpiti nella roccia e......ho cambiato schieramento politico.Più di ogni altra cosa mi ha disgustato la disinformazione praticata dalla sinistra, tanto subdola quanto efficace. Ognuno è libero di ascoltare, leggere, credere, dire quello che crede, ma deve essere veramente libero da qualsiasi condizionamento nella scelta di quello che ascolta, legge, crede, dice. Rispetto le scelte di campo e spero che siano scelte consapevoli, rispetto anche coloro che non vogliono mettere in discussione le loro idee per paura di dover cambiare, ma esigo il rispetto delle mie preferenze.E' profondamente sbagliato considerare chi non è di sinistra un traditore o un minorato condizionato da Berlusconi: la presunta superiorità della sinistra è solo negazione dell'autocritica.Su questi presupposti spero che il dibattito trovi altre adesioni

Sì, le Br erano manovrate dal Kgb. Paolo Guzzanti

Seguendo le tracce di Carlos, la commissione Mitrokhin è giunta a una conclusione scioccante: i nostri terroristi compivano azioni chieste dai servizi segreti russi

Le Brigate rosse erano o no un braccio armato del Kgb? Si può dire oggi che la risposta è un sì definitivo. Altro che serial killer idealisti: il loro gruppo di comando faceva parte di una struttura operativa guidata dai servizi sovietici che affidavano la pianificazione del terrorismo alla Stasi tedesca cui spettava il compito di smistare le richieste ad agenzie di fiducia: dai Lupi grigi turchi alla banda di Ilich Ramirez Sanchez, più noto come Carlos, detta Separat nella Germania comunista, la Raf tedesca, Action directe francese e le Brigate rosse italiane.
La questione è stata affrontata nella Commissione parlamentare Mitrokhin con una missione al Palazzo di giustizia a Parigi un anno fa e poi a Budapest.Ed è stato proprio dai documenti ungheresi, già noti alla magistratura italiana, che la verità è emersa nel modo più scioccante: le Br facevano parte del sistema operativo del Kgb, compivano azioni richieste dal Kgb e rispondevano al Kgb attraverso una ferrea catena di comando.
La verità è emersa seguendo le tracce di Carlos che sconta l’ergastolo in Francia ma che è tuttora molto attivo in depistaggi: costui, fra gli anni Settanta e Ottanta, guidava una agenzia paramilitare con basi nell’Iraq di Saddam Hussein, nella Repubblica popolare dello Yemen del Sud con la più importante base navale sovietica, a Bucarest, Varsavia e infine a Budapest, dove però era a mala pena tollerato per i gravi problemi di ordine pubblico che i suoi guerriglieri provocavano nelle strade della capitale. Ma era comunque a lui che venivano commissionati i più importanti attentati e omicidi, insomma le «covert operations» più sporche.
Sono dunque gli anni del rapimento di Aldo Moro, della strage di Ustica, della strage di Bologna, dell’attentato al treno del Natale 1984 e dell’ondata terroristica delle Brigate rosse e in genere del terrorismo e dell’eversione. Se l’inchiesta ventennale del leggendario giudice istruttore francese Jean-Louis Bruguière è indispensabile per comprendere lo scenario internazionale del terrorismo guidato dall’Unione Sovietica, i documenti più espliciti per quel che ci riguarda vengono invece dall’Ungheria, la cenerentola del Patto di Varsavia: a Budapest, Carlos aveva i suoi covi più riforniti di armi, documenti, munizioni e denaro e da qui partiva in missione lasciando tutti i suoi materiali a disposizione degli agenti ungheresi, che in sua assenza perquisivano e fotocopiavano per redigere rapporti destinati ai superiori russi e tedeschi orientali circa le mosse del terrorista.È stato frugando fra le carte di Carlos gestito dalla Stasi e dal Kgb che sono saltate fuori centinaia di pagine sulle Brigate rosse come parte integrante di un sistema eversivo diretto dall’estero.
È una storia che a tratti sfiora il grottesco: quando, nel 1977, i sovietici annunciarono agli ungheresi che Carlos stava per istallarsi a casa loro, gli ungheresi per precauzione dettero ordine di pedinarlo con una macchina del ministero degli Interni. Ma Carlos, che si sentiva più a casa sua degli ungheresi, scaricò il caricatore della sua pistola contro l’auto mettendo in fuga gli agenti disarmati e terrorizzati che furono immediatamente rimessi in riga dai russi: niente pedinamenti, niente misure attive, ma soltanto intercettazioni e perquisizioni, con l’obbligo di consegnare subito a loro tutto il materiale raccolto. Una piccola parte di quei materiali è rimasta nelle mani degli ungheresi i quali, caduto il regime, l’hanno messa a disposizione della procura di Roma e della Commissione parlamentare sul Dossier Mitrokhin.
Si tratta di più di mille pagine con la vera storia di una sezione operativa del Kgb che agiva usando le Brigate rosse. I nomi ricorrenti sono talvolta noti, come quelli di Valerio Morucci e Antonio Savasta, talvolta meno noti, come quello di Alessandro Girardi, o storpiati come quello di «Curzio», che secondo gli ungheresi doveva essere Renato Curcio.
A questo punto lo stesso delitto Moro assume una definizione molto più grave di quella che fu prefabbricata dallo stesso Kgb con l’operazione di disinformazione detta Shpora, attraverso la quale si è fatto credere che Moro fu eliminato dagli americani per ordine di Henry Kissinger che non voleva il compromesso storico, quando è dimostrato, sia dalle interviste di Kissinger che da un recente libro di Maurizio Molinari sui documenti della Cia in Italia, che è vero il contrario: gli Usa volevano aiutare il Pci a sganciarsi dall’Unione Sovietica e Moro era l’uomo sul quale puntavano per questo risultato. Ci sembra che la recente storia del nostro Paese debba essere riveduta.

I DS e le Coop. Fine di un'era. Sergio Romano

http://www.ilpungolo.com/site/leggi.asp?IDS=10&NWS=NWS3553

Caso Consorte: riflessioni sul collateralismo

La concretezza che porta alla vittoria. Turi Vasile

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=53144

Le ragioni del voto a Berlusconi

martedì 27 dicembre 2005

Indecisi a causa dell'indecisionismo. Marco Taradash

http://riformatori.blogspot.com/2005/12/indecisi-causa-dellindecisionismo.html

Qualche consiglio per la prossima campagna elettorale

2005 in cifre, belle e brutte. il Foglio

Ci sono numeri strombazzati (l’inflazione) e dati sottaciuti (il nuovo pil)

Ci sono numeri strombazzati e dati sottotaciuti. A fine anno si scopre, ad esempio, che le famiglie hanno dovuto subire rincari del 5,1 per cento (cifre di un dipartimento del Tesoro) nel settore dei prezzi liberalizzati. Si dice che l’Italia sia in declino, ma poi si constata che gli italiani consumano di più. L’Istat, inoltre, ha proceduto a una revisione del prodotto nazionale, il pil, fra il 1992 e il 2000, che ha comportato un suo aumento del 2 per cento. In parte ciò è dovuto al calcolo dei servizi finanziari delle famiglie, prima ignorati, che – secondo i criteri statistici europei – vanno considerati. In parte l’aumento dipende anche da una migliore valutazione della dinamica delle costruzioni, che ha portato a rilevarne un tasso di crescita molto maggiore di quello precedente, con effetti particolarmente notevoli per il volume di investimenti.

Queste rettifiche, riferite soltanto a pochi settori, e soltanto fino al 2000, confermano quanto più volte scritto dal Foglio sulla sottostima del nostro pil. Esse sono state passate sotto silenzio dalla grande stampa, forse perché si è pensato che la loro modesta entità non cambi sostanzialmente il quadro dell’economia italiana. Ma ciò è errato. Infatti, se – come sembra logico assumere – questa rivalutazione si ripercuoterà anche sul pil del 2005 e del 2006 per un 2 per cento (e vi sono buone ragioni per ritenere che la rettifica farà emergere un’altra quota di aumento del pil delle costruzioni), la prima conseguenza sarà che il rapporto debito/pil nel 2006 non sarà del 107,4 per cento, come stima il nostro governo, ma del 105,3. E nell’ipotesi che la rettifica del quinquennio 2001-2005, che sarà comunicata a marzo, comporti un altro 1-2 per cento di incremento del pil, il rapporto debito/pil scenderebbe ulteriormente al 104,3-103,3. Molto vicino a quella quota 100 che il governo uscente, con una politica di maggior contenimento della crescita disordinata della spesa corrente e con maggiori privatizzazioni, avrebbe potuto presentare agli elettori.
Anche il peso della pressione fiscale è destinato a mutare, con la rettifica del 2 per cento. Nel 2006, secondo le stime del documento previsionale e programmatico, doveva essere il 40,3 per cento, contro il 41,3 per cento del 2005. Ma considerando la rettifica del pil nel 2006 risulterebbe del 39,5 per cento. Si realizzerebbe così uno dei principali obiettivi del programma per questa legislatura, quello di portare la pressione fiscale verso il 39 per cento.

Caro Saddam, resistono tutti. Massimiliano Parente

http://www.ildomenicale.it/langonia.asp

La resistenza irachena e quella dei repubblichini di Salò sono paragonabili?

Siamo alla fame. Di caviale. Filippo Facci

Capito la crisi? Il consumo di caviale è calato dell'1 per cento e quello di ostriche del 2,5 per cento: è bastato perché alcuni titolassero «Consumi in calo» dopo la ferale notizia che persino il salmone affumicato ha avuto un decremento dell'11 per cento. E quanto può resistere, un Paese, in queste condizioni? La spesa per il pranzo di Natale in compenso è aumentata (+3,7) e così pure l'acquisto di prodotti made in Italy, ma non fatevi ingannare: è chiaro che gli italiani stanno folleggiando prima dell'inedia definitiva e come già fecero prima dell'anno Mille.

La spesa per i regali si è rivelata inoltre più oculata grazie all'intento di «ridurre gli errori e ottimizzare la spesa con acquisti utili», gli italiani insomma hanno speso meno, hanno speso meglio e hanno frequentato più mercati e mercatini. Terrificante. Ma allora diciamolo, forti del nostro retroterra nichilistico: non possiamo che augurarci che tutto acceleri e vada sempre peggio, che l'Apocalisse finale non ci lasci agonizzare, che gli italiani giungano al prossimo Natale con privazioni ancora più umilianti e definitive, che possano calare gli acquisti dei pini da supermercato, dei panettoni da nove chili farciti con besciamella, che ci siano solo settanta chilometri di luminarie anziché ottanta, che cali di un altro punto percentuale l'acquisto di caviale Beluga a vantaggio del volgare Sevruga. Meglio ardere che spegnersi lentamente.

Verso la certezza dell'imposta: pregi della Finanziaria 2006. Francesco Galietti

http://www.ragionpolitica.it/testo.4258.html

Attenzione a non confondere il concordato con il condono

giovedì 22 dicembre 2005

Caro Babbo Natale, vorrei un Paese.... Paola Locci

http://www.ilpungolo.com/site/leggi.asp?IDS=8&NWS=NWS3536

Un lettera, piena di richieste di buon senso, che sottoscriviamo integralmente

Libertà in rialzo. Christian Rocca

http://www.ilfoglio.it/uploads/camillo/fh2006.html

Il 2005 è stato uno degli anni migliori da quando Freedom House, nel 1972, ha cominciato a valutare la libertà nel mondo

Il tempo dei maramaldi etici. Arturo Diaconale

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=289&id=6191&aa=2005

Tira una brutta aria quando si scatena la violenza etica della sinistra

Il gioco del piattino di Prodi dal quale uscì il nome di Gradoli servì a coprire un informatore. Claudia Passa

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=52170&START=0

Un esposto di quaranta parlamentari della CdL denuncia il Professore

Sanzioni ai disoccupati che rifiutano il posto

Il ministro Maroni annuncia: «Niente sussidio a chi dice no a un’offerta di lavoro»

«Emanerò a breve una circolare per fissare sanzioni per i lavoratori in mobilità che rifiutano offerte di lavoro. Potranno decidere di rifiutarle, ma perderanno il sussidio di disoccupazione».
Ad annunciare l'arrivo del provvedimento è lo stesso ministro del Welfare, Roberto Maroni, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno del ministero del Welfare.
Maroni sottolinea che si tratta di uno strumento diffuso in Europa per diminuire l'intervento pubblico dove non serve.

mercoledì 21 dicembre 2005

Governare l'opinione. Christian Rocca

http://www.ilfoglio.it/uploads/camillo/goveopinione.html

Comunicare con la gente fa bene ai sondaggi

Più entusiamo per l'Iraq. Magna Carta

http://www.magna-carta.it/editoriali/2005_12_20_55321,01.asp

Non è forse un grande messaggio di democrazia l' alta affluenza al voto in Iraq?

Scrivi un messaggio "politico"

Chi lo desidera, nello spazio riservato ai commenti, può lasciare un messaggio, una proposta, iniziare un dibattito, fare una critica o una valutazione su temi di carattere politico. Grazie

venerdì 16 dicembre 2005

Crolla il muro di gomma. Paolo Guzzanti

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=50348&START=0

Quanti sanno che l'aereo precipitato a Ustica esplose per una bomba a bordo?

giovedì 15 dicembre 2005

Chi ha detto che il Cav. non sa fare politica?

La legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza è passata.
Poche settimane fa nessuno avrebbe scommesso su un cambio del Mattarellum, invece si andrà al voto con la nuova norma elettorale.
Si potrà votare il partito preferito perché si presenteranno separati, ma in una coalizione. Sapremo, quindi, sin da subito da quale parte e con quale leader staremo.
Non si potrà votare il candidato, le liste sono bloccate. Sarà merito o demerito dei partiti la scelta delle persone da candidare: il nostro voto premierà i programmi, l'ideologia, le proposte e le cose fatte.
Dunque avremo la possibilità di dare più o meno peso al nostro partito nell'ambito dello schieramento ed anche il piccolo partito avrà voce se supererà la soglia di sbarramento.
Non credo che sia un peggioramento della vecchia legge, al contrario.
Gli eletti rappresenteranno in modo proporzionale i voti e non ci saranno regali ai partiti minori come è avvenuto alle ultime elezioni.
Guiderà il Paese chi avrà più voti e questo mi sembra un principio molto democratico.
Il merito va ascritto ad un signore che viene considerato un impolitico, imprenditore prestato alla politica, sbeffeggiato per le sue esternazioni poco corrette. Credo si debba rivedere il giudizio su Silvio Berlusconi politico: si sta dimostrando un grande.

Tav, la Sinistra a scartamento ridotto. Giuseppe Pennisi

http://www.clubeconomia.it/articoli/articolo.php?id=393

Prodi non può evitare di prendere posizione, visto che non è estraneo al progetto

Al Direttore. il Foglio

Al direttore - Fausto Bertinotti in Cina è riuscito di nuovo a spiazzarci sostenendo una tesi davvero formidabile: i problemi e l’assenza di diritti fondamentali per i cinesi non dipenderebbero dai decenni di un regime comunista di quel paese, ma dal fatto che non vi sarebbe abbastanza comunismo. A parte che, alla luce di queste dichiarazioni, sarebbe logico aspettarsi anche l’indicazione di almeno un paese in cui il comunismo sia riuscito a garantire il rispetto dei diritti umani, comunque la questione merita di essere vista da vicino.
Infatti, pochi giorni fa, di fronte alla notizia dell’uccisione da parte delle autorità cinesi di decine di contadini nella provincia di Dongzhou, Bertinotti ha dichiarato che il mancato rispetto dei diritti umani in Cina, “non dipende dal tipo di regime, ma dalla dipendenza dal mercato capitalistico”, arrivando fino a elaborare un’analogia sostanziale tra la repressione compiuta dalla polizia cinese e quella della polizia italiana contro le manifestazioni anti Tav e contro il G8 di Genova. Ieri, invece, durante la visita guidata, e strettamente controllata, in Tibet, ha dichiarato che “non vede repressioni religiose in Cina”.
Ora, solo per limitarci alle notizie degli ultimi giorni, 29 pastori protestanti delle chiese non riconosciute sono stati arrestati nella provincia di Henan durante un incontro dove si parlava dell’epidemia di Aids che ha colpito quella regione, e 5 monaci buddisti sono stati arrestati nel monastero Drepung di Lhasa per il loro sostegno al Dalai Lama. Più in generale, il controllo sulle attività religiose in Cina è ferreo e l’adesione all’ideologia del regime è condizione indispensabile per la nomina di esponenti religiosi. Su un punto però Bertinotti ha ragione, quando afferma che le gerarchie cattoliche sono interessate a dialogare con il governo cinese.
Il Vaticano, infatti, nonostante nella Chiesa vi sia chi batte per la piena libertà religiosa, ha scelto in Cina e Vietnam una linea di collaborazione con i governi che mira ad instaurare rapporti diplomatici ufficiali, anche se in cambio di restrizioni alla libertà di culto. Per le due Chiese italiane, quella comunista e quella cattolica, diciamo noi radicali, la libertà non è mai al primo posto.
Matteo Mecacci, via Internet

Risposta del Direttore
Bertinotti è tanto delizioso quando sussurra comunismo domestico ammorbidito dal realismo nei nostri salotti nazionali, compresa qualche buona idea, quanto surreale a contatto con il comunismo vero. Quel comunismo vero, anche se in conto capitale come in Cina, dovremmo evitarcelo, e lui dovrebbe evitarlo. Quanto al Vaticano, caro il mio radicale, cerchi di non interferire e rispetti il Concordato.

mercoledì 14 dicembre 2005

Il costo della fiacchezza. Giuliano Ferrara

L’invincibilità del Cav. di nuovo messa a dura prova: ecco perché

Berlusconi è in una congiuntura politica inaudita, e non riesce a tirarsene fuori ormai da mesi e mesi, sicché ora c’è la girandola dei manifesti di propaganda murale, ora la spirale delle candidature improbabili a sindaco di qui e di là, ora la giostra delle supposizioni nel suo stato maggiore, compresa quella che perda, e infine questa storia dell’attacco a tre punte che non si capisce bene in quale porta finisca per tirare. Risparmiamo ulteriori consigli, tutti quelli che potevamo dare li abbiamo già dati nel lontano e recente passato, inutilmente, su queste colonne. Di qui alle elezioni ci limiteremo a tifare per lui senza illusioni, perché è più simpatico e libero dei suoi sfidanti, punto. Ma qualche segnalazione è dovuta, a lui stesso e ai lettori. In qualunque edicola di Parigi il Cav. può procurarsi l’ultimo numero di due settimanali, “Le Point” e “Marianne”.
Nel primo troverà l’intervista a Nicolas Sarkozy di cui abbiamo riferito sabato scorso. Idee chiare, forti, di rottura del modello sociale francese, con un appello alla storia e all’identità repubblicana combinato con spirito di innovazione politica e quella grande determinazione, quella volizione, quel decisionismo che stimola e affascina un pezzo importante dell’influente intelligenza francese (i neoreazionari, così li bolla l’establishment della gauche) e conquista nei sondaggi una decisa maggioranza di consensi (nell’ultimo di domenica sui candidati della destra all’Eliseo Chirac è all’uno per cento, il suo delfino e primo ministro de Villepin al 19 per cento, Sarko vola verso il 40 per cento).
Nell’altro settimanale il Cav. troverà una intervista di Romano Prodi che loda il destro montante Sarkozy e come al solito irride a lui. Il decisionismo nei momenti di crisi s’impone anche agli avversari, mentre la fiacchezza attira inimicizie crescenti perfino tra gli alleati, e apre un vuoto difficile da colmare. In Francia l’ultimo esempio sono state le banlieues in fiamme, e Sarko se l’è giocata con la parola “racaille” e molti arresti e lo stato di emergenza.
Ma Prodi non gli dice che è un fascista e un reazionario, lo blandisce. In Italia l’ultimo esempio, in tema di sovranità dello stato, è la Tav in Val di Susa. E qui Prodi spara invece a zero sulla polizia che sgombra l’assedio ai cantieri voluti anche dal suo governo e dai suoi governi locali ed europei (Roma, Torino, Bruxelles), si propone come solutore del problema, incassa la moratoria elettorale, con la collaborazione incredibile dei magistrati d’assalto, e pesta sull’avversario inerme. Cose diverse la Francia e l’Italia, ovvio; cose diverse le banlieues e la Tav, ovvio, ma accomunate da un elemento: è in gioco la sovranità della decisione politica, chi ne è titolare ha l’alternativa secca di farla rispettare (decisionismo) oppure no (fiacchezza). Il costo della fiacchezza, da Scanzano Jonico alla Repubblica di Chianocco, è semplice: nessuno ti rispetta più.

Andrea's version. il Foglio

Qui gatta ci cova. Va bene che il sondaggio commissionato sull’Iraq dalla Bbc sembra dar ragione al torbido George Bush più che al trasparente Vittorio Zucconi. Va bene che l’Oxford Research International, l’istituto incaricato, ha titoli e prestigio non così inferiori a quelli della Swg. Va bene che, nonostante gli scoop di Rai News, il 71 per cento degli iracheni risponda sulla sua condizione di vita definendola “molto buona” (21,9 per cento) e “piuttosto buona” (48,7). E che il 65 per cento preveda un miglioramento nell’anno prossimo, o addirittura un “grande miglioramento”. E’ possibile infatti che il popolo iracheno non segua ora per ora Rai News e non si renda del tutto conto. Passi. E passi anche che il suddetto popolo non desideri un governo di religiosi, solo il 5,2 per cento; o di militari, 1,7; o di tecnici (3,1 per cento), pur se immaginiamo come quest’ultima notizia possa provocare un dolore lancinante ad Andrea Manzella. Ma gatta ci deve covare, se Repubblica non ha scritto una riga sul sondaggio. Vuoi vedere che Bonini & D’Avanzo hanno convinto il povero Mauro che trattasi di un falso del terribile Pollari?

Dall'abbraccio al braccio. Giordano Bruno Guerri

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=49854

Chi teme che un saluto fascista possa significare un ritorno al passato?

America e Cina la doppia morale per i giustiziati. Cristiano Gatti

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=49908

I condannati a morte in Cina non contano come quelli americani...

martedì 13 dicembre 2005

Ecco un saggio di frasi fatte, aria fritta ed ecologismo un tanto al chilo

Il testo della Mozione finale dell'Assemblea della Rete Meridionale Nuovo Municipio/No Ponte tenutasi a Reggio Calabria il 10 dicembre 2005.
NO TAV - NO PONTE
Per un futuro sostenibile e di giustizia, per la sovranità degli abitanti nei luoghi della nostra vita.
La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val Susa riguarda tutti noi ed in particolare quanti in questi anni si oppongono alla realizzazione di inutili quanto dannose grandi opere, dalla Tav al Ponte sullo Stretto di Messina.
La rivolta pacifica degli abitanti e dei sindaci della Val Susa pone al centro del dibattito politico la questione della democrazia e della giustizia nel nostro paese.
Da una parte la nonviolenza scelta dai valsusini per difendere la loro valle e il loro futuro; dall'altra parte la violenza del potere che vuole via libera per realizzare loschi affari. I valsusini vengono accusati dal governo nazionale e regionale, e persino da gran parte dei partiti di opposizione, di essere egoisti, di fare una lotta localista, di opporsi al progresso solo per salvare la loro pace paesana. Chi spinge per aprire il cantiere dell'alta velocità, parla invece di
sviluppo, di occasioni economiche, di modernità.
Quello che si definisce un interesse particolare - sia esso delle comunità della Val Susa o di quelle dell'area dello Stretto - è invece espressione della sovranità delle popolazioni che vivono il loro territorio, reclamano la legittimità di decidere il proprio futuro e quello dei propri figli.
Non è certo casuale che su questo terreno numerose realtà, non solo di lotta ma anche istituzionali, del Nord e del Sud d'Italia si trovino concordi, esprimendo concretamente un federalismo solidale, che è l'opposto della devolution leghista e del centralismo statalista. Nella lotta dei valsusini è l'affermazione di un interesse generale che si coniuga con un principio di giustizia sociale.
Il metodo nonviolento degli abitanti della Valsusa prefigura già il fine della decrescita e del rispetto del patrimonio naturale. Nel mezzo violento delle forze militari e nella ostinazione della lobby pro-Tav, invece, c'è già il fine della devastazione ambientale e di uno sviluppo dissennato.
Dire no alle grandi opere devastatrici e progettare un futuro di sostenibilità ambientale e di giustizia sociale significa oggi resistere alle aggressioni che l'attuale governo perpetra con violenza nei confronti del territorio e chiedere alla Unione, che prepara il futuro governo, non soltanto di annullare la legge "obiettivo", ma di ridiscutere con le popolazioni interessate l'intera programmazione infrastrutturale, il piano dei trasporti, il piano energetico,
l'assetto complessivo del territorio.
Non accettiamo che avvengano scambi e contrattazioni del tipo "se non
facciamo il ponte, facciamo però la TAV ed il Mose; se non facciamo il nucleare, facciamo però le centrali a carbone".
All'indomani dell'insediamento del nuovo governo dovranno partire i nuovi piani territoriali, energetici e dei trasporti sostenibili discussi con gli abitanti coinvolti secondo un principio di democrazia partecipativa. Sin quando decisioni condivise non siano prese la scelta più saggia dovrà essere la moratoria di lavori, interventi e progetti.
Ciò che oggi avviene in Val di Susa è un fatto che riguarda tutta la nazione, perchè è in gioco il modello di sviluppo che si vuole perseguire. La lotta della Val di Susa è la stessa lotta contro il Ponte di Messina, contro gli inceneritori, contro le centrali nucleari; è lo stesso impegno di chi vuole rallentare, di chi ha iniziato a dare retta ai segnali di crisi del pianeta, di chi propone un futuro sobrio, di chi fa i conti con le risorse limitate e pensa che tutti gli uomini abbiano diritto a godere di ciò che la terra offre.
La nostra solidarietà agli abitanti ed ai sindaci della Val Susa si concretizza nell'impegno ad estendere e rafforzare sin da ora la lotta contro il progetto del Ponte sullo Stretto in vista di una grande manifestazione da tenersi a Messina il 22 gennaio 2006.
NO PONTE - NO TAV
COORDINAMENTO NO PONTE - RETE MERIDIONALE DEL NUOVO MUNICIPIO
Reggio Calabria, 10 dicembre 2005.

Disoccupati tedeschi lavorano in Sicilia come raccoglitori di arance. Gaetano Saglimbeni

http://www.ilpungolo.com/site/leggi.asp?IDS=10&NWS=NWS3522

Ben 3000 le richieste arrivate dalla Baviera ad un agrumicoltore di Palagonia

L'Europa gioca alla pace. Marco Taradash

http://riformatori.blogspot.com/2005/12/leuropa-gioca-alla-pace.html

Il viaggio in Europa di Condoleeza Rice e le ipocrisie dell'informazione

lunedì 12 dicembre 2005

Agli ultra-65enni il "prestito vitalizio ipotecario". Pietro Fracassi

http://www.popolis.it/Dettaglio.asp?EPID=109!109!0!0!44461!

Chi ha più di sessantacinque anni e possiede un appartamento potrà usufruire di prestiti con rimborso integrale alla scadenza, se il provvedimento sarà confermato dalla Camera

Questo (nuovo?) colonialismo ecofanatico. Francesco Natale

http://www.ragionpolitica.it/testo.4213.html

Non si può continuare a cavalcare l' ambientalismo a tutti i costi

La Margherita e la rivalutazione di Berlusconi: una storia infinita nella sinistra. Raffaele Iannuzzi

http://www.ragionpolitica.it/testo.4199.html

Anche la sinistra deve ammettere la superiorità politica del Cav.

La fotografia del Censis: un'Italia in ripresa. Vincenzo Merlo

http://www.ragionpolitica.it/testo.4202.html

Il rapporto dell'istituto di ricerca smentisce i giudizi catastrofici della sinistra e De Benedetti in particolare

mercoledì 7 dicembre 2005

L'intervista- Magdi Allam: " Basta con i complessi terzomondisti se vogliamo battere il terrorismo islamico" Paolo Della Sala

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=276&id=5831&aa=2005

Una lucida ed esauriente analisi del mondo islamico

Quale premio per quale coraggio? Sandra Giovanna Giacomazzi

Se viene in Italia Oriana Fallaci potrebbe essere arrestata per incitamento all’odio mentre i terroristi che reclutavano kamikaze sono stati assolti perché il fatto non era reato in quanto essi non sono terroristi ma guerriglieri. La settimana scorsa a New York, la sua città adottiva, hanno consegnato alla Fallaci l’Annie Taylor Award per “onorare l’eroismo e il valore” dell’autrice “simbolo della resistenza contro il fascismo islamico”.
Questa settimana a Firenze, la sua città nativa, il premio Mezzaluna d’Oro sarà consegnato a Clementina Forleo, “per aver confermato il coraggio dei funzionari fedeli alla legge ed alla giustizia”. L’“eroismo” della Fallaci lotta contro il fanatismo e una fatwa, il “coraggio” della Forleo contro la decenza e il senso comune.

La castroenterite. Davide Giacalone

http://www.davidegiacalone.it/index.php/costume/la_castroenterite

Il lavoro rende liberi: è scritto all' ingresso dei campi di lavoro di Castro a Cuba

martedì 6 dicembre 2005

Per una "giustizia giusta": dal giustizialismo giacobino al garantismo liberale. Mario Secomandi

http://www.ragionpolitica.it/testo.4184.html

Una lucida analisi dei condizionamenti della giustizia in Italia e una disamina della nuova riforma

Come Berlusconi ti rilancia il sindacato. Bruno Costi

http://www.clubeconomia.it/articoli/articolo.php?id=391

Il federalismo sposta in "periferia" le scelte di spesa

La critica sgangherata di un giornale on line canadese. Marco Cavallotti

http://83.103.59.45/legnostorto/statiche/
"Grandi comunicatori e grandi giornalisti"

Legno Storto segnala un pezzo delirante nei confronti di Berlusconi, pubblicato da un giornale canadese on line in lingua francese.
Propongo di "bombardare" il sito con proteste e richiesta di scuse.
Facciamo vedere che gli elettori di centrodestra non sono né fessi né matti a votare Berlusconi.
Qui sotto l'articolo incriminato:
http://www.ledevoir.com/2005/12/05/96924.html

L'odio verso il premier è l'unico collante di coalizione. Ferruccio Formentini

Ci avevano narrato la favoletta che a spingere il popolo cattocomunista a votare in massa alle primarie per Romano Prodi era stata l’incontenibile voglia di “unione” e la sperticata fiducia nei confronti dell’ex boiardo democristiano. Balle! Il sondaggio apparso su “la Repubblica” venerdì scorso conferma che è proprio tutto il contrario. Alla domanda “per mandare un segnale d’unità” ha risposto positivamente solo il 9,1 per cento. Appena l’1,9 si è messo in fila, senza quelli di FI attorno, per “farsi sentire da una classe dirigente sorda”. E “per sostenere particolarmente un candidato” si è scomodato solo il 14,9 per cento. Invece ben il 26,1 per cento dei votanti si è precipitato ad infilare nell’urna “un segnale contro il governo Berlusconi”. Insomma l’unico collante dell’Unione è quello di sempre: l’avversione verso quel babau del Cavaliere. Un po’ poco per governare.

Un bilancio del welfare dopo cinque anni di governo. Intervista a Grazia Sestini di Elviro Di Meo

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=275&id=5813&aa=2005

Il sottosegretario alle Politiche Sociali traccia un bilancio a fine legislatura

L' ombra della gioiosa macchina da guerra. Arturo Diaconale

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=274&id=5732&aa=2005

La sinistra non riesce ad aumentare i consensi perché i delusi del centrodestra si astengono

La verità di Cossiga? Ininfluente. Gianluigi Da Rold

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=274&id=5734&aa=2005

C'è ancora qualcuno che crede alle sedute spiritiche e che vorrebbe fare il Presidente del Consiglio...

lunedì 5 dicembre 2005

Finkielkraut: il nuovo comunismo si fa chiamare "anti-razzismo". Stefano Magni

http://www.ragionpolitica.it/testo.4181.html

Un' interessante lettura della rivolta nelle banlieues da parte dell' intellettuale controcorrente francese.

L'odio dell'avversario è nel DNA dei comunisti, oggi come ieri. Vincenzo Merlo

http://www.ragionpolitica.it/testo.4171.html

I comunisti si sono sempre ritenuti superiori: Togliatti non era forse il Migliore?

Operazione verità. Aurora Franceschelli

http://www.ragionpolitica.it/testo.4185.html

Quello che si deve sapere del governo Berlusconi

venerdì 2 dicembre 2005

Caro blogger ti scrivo...

La nostra carta vincente è l'informazione!
Cari blogger approfitto di questo post per lanciare la mia proposta: lavoriamo tutti su poche notizie e/o ognuno si specializzi su un argomento.Faccio una doverosa premessa. Sono entrato nel mondo dei blogs a settembre, sono poco pratico di computer, non ho molto tempo da dedicare alla lettura, desidero diffondere notizie e non mi interessa dire sempre l'ultima parola. Navigo in rete, trovo notizie interessanti per la nostra causa, le pubblico e spero che qualcuno le legga. Ogni tanto, quando me la sento, scrivo qualcosa di mio. Punto.Girando per i blogs ho trovato spesso pagine illegibili(nel senso che sono scritte su fondo blu notte)tanta voglia di parlarsi addosso, polemiche sterili tirate all'infinito, chiacchiere tra amici a livello di chat o sms, ma poca sostanza. E adesso per favore non offendetevi perché c'è qualcuno anche permalosetto.
Cosa propongo in sostanza.
Il web ci offre il mondo intero( molti di voi conoscono l'inglese e quindi potrebbero tradurci pezzi interessanti)scaviamo e scoviamo fatti, notizie, situazioni interessanti e rendiamole pubbliche. Ognuno pubblica quello che crede, magari specializzandosi su un paio di argomenti; i coordinatori decideranno quali notizie quel giorno saranno meritevoli di larga diffusione e verranno riportate su Blogs4CdL.Ognuno di noi potrà, a questo punto, pubblicare sul proprio blog la raccolta di Blogs4CdL.Se poi avessimo un filo diretto con i politici, non sarebbe impossibile fare scoop o diffondere precisazioni o smentite.In questo modo le stesse informazioni vengono moltiplicate per il numero dei blogs e diventano una buona forza d'urto sui media.Ho scritto troppo. Vi saluto e auguro buon lavoro a tutti. Ciao MM
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giovedì 1 dicembre 2005

Guzzanti: via Gradoli, Prodi sapeva. Lui: querelo. Virginia Piccolillo

http://rassegna.governo.it/Testi/011205/1201I1445.PDF

Le rivelazioni del presidente della commissione Mitrokhin e la seduta spiritica dalla quale scaturì il nome Gradoli

Simonia elettorale, candidature a prezzo fisso. il Riformista

«Sessantamila euro per potersi candidare nei Ds? E un operaio come fa? A questo punto prendo atto che i Ds sono ufficialmente un ex partito operaio e lancio un appello: lavoratori di tutta Italia, candidatevi nell’Udeur, che è gratis». A Clemente Mastella ha fatto un certo effetto venire a sapere che Ugo Sposetti, tesoriere dei Ds, dà ragione almeno su un punto a Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, e ritiene cioè giusto che i candidati della Quercia alle prossime politiche paghino per essere messi in lista, visto che col nuovo sistema elettorale, basato sulle liste bloccate, chi è in cima all’elenco si trova eletto in Parlamento senza nemmeno bisogno di muovere un dito in campagna elettorale. Le cifre chieste agli aspiranti parlamentari da Ds e Forza Italia (Berlusconi ha fissato il prezzo del seggio a 75 mila euro) sono insomma concepite alla stregua di un rimborso, un po’ come la percentuale fissa del proprio stipendio che tanti deputati e senatori versano mensilmente al partito.

Se Cossutta dà ragione a Berlusconi. Paolo Armaroli

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=46576

Ma il comunismo non era morto?