mercoledì 2 maggio 2012
1 maggio 2012. Andrea Marcenaro
Pare che ce l’abbia fatta, Cheng Guangcheng. Che sia riuscito a fuggire tra mille pericoli dalla sua abitazione nel nordest della Cina, dove lo tenevano in arresto illegalmente, e che abbia raggiunto Pechino per rifugiarsi nell’ambasciata americana. Tra l’altro è cieco, il dissidente Cheng, e raccontano che sia caduto più volte nel corso della fuga, dovendo perfino scavalcare un muro. Ce l’ha fatta, comunque, e questo rende felici. E un po’ felici rende anche la notizia che le organizzazioni pacifiste italiane, per una volta senza riserve e pregiudizi, stiano applaudendo gli americani per aver accolto Cheng a casa loro, subito e senza tentennamenti, affrontando tensioni col regime e seccature che molti altri paesi si sono e si sarebbero risparmiati. Insomma, fa piacere vedere gli Agnoletto, i popoli viola, quelli arcobaleno e le solite meritorie onlus, manifestare finalmente sotto l’ambasciata a stelle e strisce lanciando fiori invece che invettive. Poi, certo, che discorsi, farebbe ancora più piacere se fosse vero. © - FOGLIO QUOTIDIANO
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