venerdì 20 maggio 2011

Patacche e pataccari. il Foglio

Il Foglio si sta occupando senza sosta di pentiti pataccari e stampa pataccara: uno scandalo di stato manovrato da Massimo Ciancimino, figlio del boss Vito Ciancimino, che ha tenuto in pugno le istituzioni per tre anni con la complicità di alcuna stampa e alcuni pm. Tutto è nato il 21 aprile 2011, con l’arresto di Ciancimino Jr. e il crollo delle inchieste di Palermo sulla trattativa stato-mafia.

La polizia scientifica ha accertato che il documento che Ciancimino Jr. aveva consegnato alla procura palermitana a sostegno delle accuse al cosiddetto “quarto livello” dei funzionari collusi con la mafia è un falso, e che il nome dell’ex capo della polizia, Gianni De Gennaro, era stato inserito con una specie di copia e incolla. Così, la procura ha dovuto ordinare il fermo di quello che aveva considerato il principale testimone della presunta trattativa tra mafia e stato.

In quella occasione abbiamo parlato della caduta di un idolo, abbattuto dallo stesso magistrato che lo aveva portato sugli altari, Antonio Ingroia. Abbiamo raccontato inoltre come giornali e televisioni hanno bevuto e gonfiato le patacche rifilate dal giovane Ciancimino ai pm guidati da Antonio Ingroia.

Poi, il 28 aprile scorso, l’ufficio di presidenza del Csm ha aperto un’indagine sull’arresto di Ciancimino jr, disposto dai pm palermitani Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, nell'elusione e nelle divagazioni del circo mediatico-giudiziario. Ma con l’inchiesta del Csm si apre uno scandalo di stato. L’indagine sulla gestione di Ciancimino Jr. dovrà appurare molte cose, non solo i contrasti tra procure. Abbiamo parlato del partito dei pm come Antistato, della vicenda dei candelotti trovati nel giardino di Ciancimino e della possibilità, da parte del ministero della Giustizia, di mandare gli ispettori a Palermo.

Il 10 maggio scorso Ciancimino ha testimoniato nell'udienza del processo intentato contro il generale dei carabinieri Mario Mori, mentre oggi si è consumata al Csm l'audizione del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. Eppure sembra ancora che ai pm di Palermo non vada di fare chiarezza sul caso Ciancimino Jr.
Nel frattempo Giovanni Brusca si riscalda ai bordi del campo: è pronto a subentrare al povero Massimo Ciancimino. (il Foglio)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravi continuate così, articoli su minchiate mentre i problemi reali aspettano risposte... il lavoro, i consumi, i salari,le TASSE!!!
Poi mascherano la sfiducia degli Italiani delle ultime elezioni.Ha vinto Silvio vero?
Siete peggio di Studio Aperto