lunedì 18 luglio 2011

L'Altra Italia. Davide Giacalone

Liberale sarà lei! Oh direttore. E non s’azzardi oltre a inserirmi nella pattuglia di quanti a quella cultura si richiamano. Per essere più convincente farò alcuni esempi, pregandola di arrivare fino in fondo, talché mi sia possibile dirle dove passa il confine fra l’Italia che, da tempo, s’esibisce sul palcoscenico della politica e quella che pensa la politica sia una cosa seria.

La manovra economica del governo e l’atteggiamento accondiscendente dell’opposizione, a ciò indotta dall’orientamento politico del Quirinale, dimostrano, ancora una volta, che l’Italia si muove quando è pressata da vincoli esterni. Come lo scolaro somaro, insomma, che non studia per interesse o passione, ma a seguito degli scapaccioni che riceve. Il vincolo esterno, questa volta, è rappresentato da un presunto attacco speculativo contro l’Italia. In realtà si tratta del fatto che l’euro, la moneta che abbiamo in tasca, ha squilibri strutturali e la sola idea che possa essere nelle mani di cittadini che pagano tassi d’interesse, sul debito del loro Paese, distanti fino a dieci punti fra di loro è un assurdo. Ma tant’è: basta che altrove si dica che le colpe sono nostre che tacchete, in casa il governo procede a fare l’unica cosa che sanno fare i disperati: tassare. Si sarebbe potuto, e si potrebbe, invece, fare tante cose utili e rivoluzionarie, capaci di aprire un futuro rigoglioso. Esempi.

1. Anziché parlare di tagli alle pensioni, praticandoli con insensato sadismo, si potrebbe ragionare di riforme serie. Con la manovra governativa si dovrà attendere il 2030 per avere la parificazione dell’età pensionabile di donne e uomini, e il 2050 perché si ritirino dal lavoro a 70 anni. Nel frattempo le impiegate pubbliche parificano alla svelta l’età con i colleghi maschi, perché a ciò ci costringe una (giusta) sentenza europea. Si poteva fare in tempi identici, così smorzando un dibattito che rischia di durare tra i 15 ei 35 anni. Che alla sola idea mi sento male.

2. Sempre in tema di pensioni, si dovrebbe cancellare la reversibilità, ovvero la pensione lasciata in eredità ai vedovi. Non per colpire le belle slave che sposano i nostri vecchietti, rinvigorendo in loro l’amore per la famiglia, ma per prendere atto che la società è cambiata, le famiglie non sono quelle di una volta e le donne non c’è proprio motivo di considerarle minorate. Lo so, la sola idea fa impazzire sindacati e sinistra, ma si potrebbe ricordare loro chi introdusse le pensioni di reversibilità: Benito Mussolini. In cambio si deve dare ai lavoratori minore pressione contributiva, di modo che abbiano risparmi da potere investire, se lo vogliono, in pensioni integrative per sé e per i propri familiari. Della serie: sono persone adulte, capaci di decidere.

3. Si parla tanto di privatizzazioni, ma noi amanti del mercato c’insospettiamo. Abbiamo già vissuto la stagione delle privatizzazioni fatte malissimo, utili solo a trasferire ricchezza pubblica in poche tasche private. Si deve vendere non ciò che produce utili, o, almeno, non per prima cosa, ma quel che produce guasti. E senza acquirenti protetti. Esempio: si venda la Rai, territorio di lottizzazioni e sprechi, in modo da rendere più forte la concorrenza a Mediaset. Perché mi guarda così, direttore? E’ stato lei a darmi del liberale, così impara. Si vende quel che crea mercato e aumenta la competizione, non quello che consente rendite a privati profittatori.

4. Oltre a privatizzare si deve esternalizzare. La gran parte della spesa pubblica potrebbe essere compressa se fosse amministrata da chi deve trarne profitto, anziché clientele e quella roba che chiamano “pace sociale” e in realtà è dilapidazione infruttuosa. Se prendete interi settori di spesa (il personale scolastico, o quello sanitario) e dite a un gestore privato: ti do il 95% di quel che ho speso l’anno scorso e voglio maggiore efficienza, quello corre. Anzi, corrono in tanti.

5. A scuola si scateni il merito, con gran tripudio per i ragazzi. Si prendano gli insegnanti che dettano le soluzioni ai test Invalsi e li si licenzi, in tronco. Si abolisca il valore legale del titolo di studio. Si adottino i libri digitali e si doti ciascuno studente di un computer. Ci costa meno della baracca che teniamo in piedi.

6. Con il debito pubblico che abbiamo non possiamo permetterci di veder crescere il pil solo all’1%. Quando va bene. Non sto a farla palloccolosa, ma è matematica. Come si fa a crescere di più senza drogare il mercato con spesa pubblica aggiuntiva? Liberalizzando e facendo trionfare la meritocrazia, nel mercato, negli studi, negli orari e nelle professioni.

7. Deburocratizzare è impossibile se non capovolgiamo il paradigma: non è lo stato che deve assicurare che sono onesto e non avveleno i clienti, sono io che garantisco, poi, se mi trovano a sgarrare, mi fanno chiudere. Qui, invece, con la smania dei controlli, fioriscono solo le mazzette.

Si è stufato, direttore? Potrei continuare per ore. Sa quali sono le due italie? Una è quella di Machiavelli, che crede esistano idee per le quali vale la pena combattere, l’altra è quella di Guicciardini, che crede valga la pena sbattersi solo per il proprio “particulare”. I cavoli propri. Tutti hanno sentito nominare il primo, ma la stragrande maggioranza è seguace del secondo. Compreso il mondo politico che vedo alla ribalta.

Sicché, direttore, lo ammetto: lei ha ragione. Siamo pochi, isolati, non contiamo un piffero. Però siamo contenti, perché a noi piace l’Altra Italia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"...ma io invece in questi giorni ho studiato tutte le carte, ho lavorato per il bene degli italiani: mi piacerebbe tanto dare loro quello che ho promesso, un alleggerimento della pressione fiscale, ma il momento è difficile e adesso non è possibile".
PAROLE DI UN BUGIARDO
NON TI VOTERO' PIU' E' L'ULTIMA VOLTA CHE MI PRENDI PER IL DERETANO

Anonimo ha detto...

Caro direttore, due anni fà, un anno fà, dicevi che la crisi non cèra, la sinistra era catostrofista,invece eccola quà la manovra più alta della storia d'italia. Per entrare in europa la manovra era stata di molto inferiore. Parli di privatizzare, come le assicurazioni che fanno cartello. come la benzina ,ed i petrolieri fanno cartello. Ti ricordi quanto era il debito pubblico quando eravate al governo con il pentapartito? L'avete raddoppiato, con le scelte politiche fatte. Oggi dici che gli i lavoratori devono pagare di più con pensioni integrative. Cosi tutte le assicurazioni fanno cassa. In America ed Inghilterra, alcuni fondi pensioni sono fallite. Chi garantirà i lavoratori? Perchè non si tagliano le spese militari, le province, e le 20000 società controllate dalpubblico?

Anonimo ha detto...

L' "Homo Berlusconianis", ovvero il cittadino che in questi ultimi 15 anni è stato fedelissimo elettore di Silvio Berlusconi, detto anche "Il Cavaliere", è in crisi. Tutto ciò in cui ha creduto fermamente viene messo in dubbio dagli ultimi eventi: la crisi che era poca roba ma in realtà ancora oggi è presente (e noi ne siamo usciti peggio di quasi tutti) e più forte che mai, una politica tutta incentrata sulla riforma della giustizia (immunità, processo breve, processo lungo) con all'interno sempre un decreto a favore del premier, scandali sessuali escortiani vari etc etc.

A tutto questo, l'Homo Berlusconianis ha reagito in modi differenti, che tutti voi potete vedere su internet, sui giornali o fra i vostri amici.

Vi riporto quella che è la mia esperienza di queste ultime settimana in cui ho osservato i molteplici comportamenti di vari Homines Berlusconianes. Li ho raggruppati in 4 gruppi differenti.

Un primo gruppo, quello forse più evoluto, ha aperto gli occhi e ha abbandonato il premier padrone cavaliere. Non è detto che sia diventato un "Homo Vendolaris" (adepto del poeta Gaio Nichi Vendola, governatore della Puglia), piuttosto rimarrà senza fisso padrone, vagando per le varie casate italiche, dagli "Homines Magistrati" di Di Pietro agli "Homines Viagrati" che ce l'hanno sempre duro (all'insaputa delle mogli però, visto che loro negano la cosa).

Un secondo gruppo, quello degli increduli, che è in pratica sparito. Questi cittadini si fanno vedere poco, non parlano mai di politica, non linkano mai su Facebook articoli di politica e di economia, evitano le discussioni con chi invece si occupa di quelle cose (come me).

Un terzo gruppo, quello dei "Con il padrone fino alla morte", che invece è peggiorato. Se già prima erano in basso, ora stanno sbucando dall'altra parte. Questi accennano a discorsi pseudo politici, arrampicandosi sugli specchi. Ci perdi tempo 5 min, poi capisci che non capiscono e quindi lasci perdere.

L'ultimo gruppo, il quarto, è il più divertente. Loro vedono comunisti ovunque. Se Guareschi fosse vivo, avrebbe sostituito Peppone e compagni con questo tipo di Homines.
Questi non parlano di politica, leggono solo giornali di regime (con giornalisti di regime) e passano le loro giornate su Facebook, blogs, forum a dare del comunista, socialista, somaro, ignorante, venduto a chiunque non sia d'accordo con Berlusconi ( o chi per esso).

Beppe ha detto...

accidenti anonimo, sei capitato per caso o hai scelto con cognizione di causa di auto invitarti sul presente blog? In quale gruppo collocheresti Giacalone...per me un po nel 4° anche un po nel primo però...un orfano cerca sempre una nuova collocazione, alla malaparata ( sappiamo quanto è facile cambiare casacca e mantenere la stessa faccia di bronzo con disinvoltura). Non voglio dire che per forza Giacalone sia interessato in questo, come si fa a dire..bisogna aspettare il cambio di cavaliere, poi si vedrà, no?