mercoledì 13 maggio 2009

Le colpe dell'Onu. Davide Giacalone

L’Onu ha grandi responsabilità, o, quanto meno, è colmo d’incapaci che aiutano il mercato degli schiavi ad essere fiorente. Visto che, al commissariato che si occupa dei rifugiati (Unhcr), non riescono a star zitti, è utile rinfrescare loro la memoria. E dato che non sono in grado, diciamogli anche che cosa dovrebbero fare. Il lettore scusi la pedanteria, ma questi ciarlieri e strapagati perditempo hanno stufato.
Cosa sia un “rifugiato” è stabilito dal primo articolo della convenzione relativa, firmata a Ginevra nel 1951. Può chiedere rifugio chi scappa da persecuzioni che abbiano ad oggetto la fede religiosa, la razza, la cittadinanza, l’appartenenza ad un determinato gruppo sociale o le opinioni politiche. Dato che non è ragionevole scappare da un Paese che l’Onu considera affidabile, sotto il profilo dei diritti umani e dell’assistenza ai rifugiati stessi, il punto E del sesto comma chiarisce: “La presente Convenzione non è applicabile alle persone che secondo il parere delle autorità competenti del loro Stato di domicilio hanno tutti i diritti e gli obblighi di cittadini di detto Stato”. E, per evitare equivoci, poco dopo stabilisce che non è applicabile nemmeno alle persone che “hanno commesso un crimine grave di diritto comune fuori dal paese ospitante prima di essere ammesse come rifugiati”.
E veniamo alle cose pratiche: noi italiani saremmo degli incivili perché riaccompagniamo in Libia, dopo averli soccorsi, i barconi di migranti, fra i quali potrebbero esserci dei presunti rifugiati. Questa è la tesi dell’ex presidente dell’internazionale socialista, oggi a capo dell’Unhcr. La Libia, ci dice questo signore, non ha firmato la convenzione di Ginevra (grazie, lo abbiamo scritto noi per primi). Ebbene, abbia la cortesia di prendere una cartina geografica. Difficile credere che i migranti arrivino in Libia via mare, visto che da lì salpano per venire da noi. Arrivano via terra. Quello che segue è l’elenco dei Paesi confinanti, e quella fra parentesi è la data, per ciascuno, dell’entrata in vigore della convenzione: Algeria (16 agosto 1992); Ciad (17 novembre 1981); Egitto (20 agosto 1981); Nigeria (21 gennaio 1968); Sudan (23 maggio 1974); e Tunisia (20 maggio 1956). Detto in modo diverso: ammesso e non concesso che il Paese di partenza non abbia aderito alla convenzione, per arrivare in Libia questa gente è, per forza, passata da un altro Paese, dove la convenzione è vigente. Perché non hanno chiesto lì, di essere rifugiati? Avrebbero fatto meno strada e corso meno pericoli.
L’Onu, anziché dedicarsi alla propaganda politica ed all’elaborazione di stupidaggini, potrebbe rendersi utile, perché visto che dall’Africa arrivano in tanti, sperando d’essere assistiti e rifugiati, la cosa più sensata è prenderli nel primo Paese convenzionato, anziché sottoporli al taglieggiamento dei criminali ed al rischio d’annegare. Quindi, scollino le chiappe dal lussuoso palazzo ginevrino, ed anziché regatare sul lago Lemanno si barcamenino in loco, rendendosi utili. Aprano dei begli uffici, o li rendano operativi, in uno od in tutti i Paesi elencati sopra, registrino le richieste, ne valutino la fondatezza ed assegnino delle destinazioni. Noi italiani prendiamo quelli che ci spettano, gli altri si rifugiano altrove.
Che fanno, invece, questi burocrati mondiali? Ci dicono: no, prima ve li prendete e poi esaminiamo. Naturale, a quel punto, che vengano tutti da noi, anche perché in Germania, in Francia, in Gran Bretagna ed in Grecia (per citare alcuni) l’immigrazione clandestina è un reato, mentre in Spagna no, ma provvedono sparando alle frontiere. Noi, invece, li soccorriamo, li facciamo sbarcare, e poi ci mettiamo mesi per capire chi sono, da dove veramente vengono e se hanno diritto all’asilo. I rifugiandi li mettiamo in albergo, come capita al Cara (centro assistenza richiedenti asilo) di Arcinazzo, vicino Frosinone, gestito dall’arciconfraternita del Santissimo Sacramento e di San Trifone, dove la località turistica li fa villeggiare e li cura, a spese della collettività. Il sindaco dice anche che è un affare, visto che ci lavorano una quarantina di persone, mentre il proprietario dell’albergo non crede alle sue tasche, così trasformando un’economia sana in economia assistita, con la scusa dell’assistenza. Un capolavoro. In Svizzera, dove gli straparlanti commissari alloggiano, una roba simile non la permettono neanche se gli dichiari guerra.La solare evidenza è un’altra: quei disperati sui barconi non sono perseguitati, sono morti di fame che, legittimamente, cercano una vita migliore. Solo che l’ignavia dell’Onu li consegna ai mercanti d’esseri umani e l’arroganza dell’Unhcr pretende di rifilarceli tutti perché siamo i più vicini via mare, i più esposti e quelli che non considerano reato la clandestinità. C’è un limite, e questi signori lo hanno superato.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

si cita l'Unione Europea solo quando fa comodo
13.05|20:04incercadiveritàPerchè si cita solo l'opinione del singolo rappresentante del Consiglio d'Europa (che, oltretutto, è un mero organo consultivo), ed invece non si parla del fatto che la Commissione Europea (che ha ben altra importanza) ha giudicato legittimo il comportamento dell'Italia in materia di immigrazione? Recentemente è stata adottata un direttiva, la 2008/115, che prevede la predisposizione di centri di detenzione per i soggetti la cui identità deve essere accertata e la cui posizione giuridica deve essere determinata, per un massimo di 6 mesi, estendibili in caso di determinate circostanze. Addirittura è prevista la detenzione nei centri detentivi ordinari (normali carceri!), purchè separati dai detenuti ordinari... E' del tutto evidente quindi che la riforma normativa sui CPT è perfettamente in linea con la direttiva europea...anzi è da considerarsi più blanda! Continuo poi a ripetere che in nessun Paese del mondo si ha accesso ai servizi dello Stato sociale (sanità, scuola, etc.) se non si è in regola. Entrate illegalmente in un altro Paese e chiedete di accedere agli ospedali, di iscrivere i vostri figli a scuola, viaggiare senza pagare sui mezzi pubblici, e vedete come sarete accolti...

Anonimo ha detto...

Il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg insiste, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano spagnolo ‘El Mundo’, nelle accuse all’Italia per i respingimenti dei migranti clandestini raccolti nelle acque internazionali del Mediterraneo, che, sottolinea, non permettono di chiedere l’asilo a chi ne avrebbe diritto.

GIUSTO!
Che questo sig. Ham ... mandi nel meditrraneo le sue navi, raccolga tutti i clandestini, li accolga in casa sua, faccia tutto quello che l'italia, secondo lui, omette di fare.
si sbrighi!

Anonimo ha detto...

Ora lo dice anche Enrico Mentana, nel
suo libro “Passionaccia”: il gruppo Mediaset
«sembra un comitato elettorale,
dove tutti ormai la pensano allo stesso
modo e del resto sono stati messi al loro posto proprio
per questo». Lo disse, anzi lo scrisse via mail
nell’aprile 2008 a Fedele Confalonieri, dopo una
fantozziana cena aziendale all’indomani della vittoria
del padrone: «C’era tutta la prima linea dell’informazione
(Mediaset, ndr), ma non ho sentito
parlare di giornalismo neanche per un minuto.
Sembrava una cena di Thanksgiving... di ringraziamento
elettorale... Era scontato complimentarsi a
vicenda... per la “missione compiuta”». «Dopo aver
irriso -prosegue Mentana - per oltre undecennio, e
con molte ragioni, le accuse di chi dipinge Mediaset
come una dépendance di Forza Italia, avevo assistito
auna scena che avrebbe fatto esultare i teorici
del conflitto d’interessi». Più avanti il fondatore
del Tg5 spiega che la sua cacciata dal gruppo è dovuta
non al caso Englaro, ma all’aver invitato Di
Pietro nonostante il veto di Confalonieri. In attesa
che una qualche Authority competente sui conflitti
d’interessi si faccia raccontare da Mentana il comitato
elettorale chiamato Mediaset, si spera che
d’ora in poi nessuna persona sana di mente osi più
menarla con la favola che «comunque Mediaset ha
Costanzo e le Iene». O con la baggianata che «Di
Pietro fa il gioco di Berlusconi». Altrimenti Mentana,
dopo quell’intervista, l’avrebbero promosso,
non cacciato.Maforse Di Pietro fa il gioco di Berlusconi
e Berlusconi non lo sa.❖

Anonimo ha detto...

MENTANA è (e l'ha dichiarato lui) di sx.
Che altro vuoi aspettarti? Non dal momento dell'invito a di pietro, ma sempre, si è comportato da uomo di sx, nei telegiornali di mediaset.
Assunzione assicrata presso la redazione di Rai3.

Anonimo ha detto...

La CEI , Famiglia cristiana ,con annessi e connessi,hanno una loro casa :" Città del Vaticano" piuttosto immune dall'invasione del pattume straniero ;però si indispettiscono se gli abitanti di un'altra casa -l'Italia- vogliono salvaguardare se stessi e soprattutto i propri figli ai quali sarebbe (sarà) inevitabilmente scaricato l'onere del mantenimento di questi perlopiù delinquenti , fannulloni che anzichè rimboccarsi le maniche nei loro Paesi ( come facero a suo tempo i nostri nonni ed i nostri padri, NON DIMENTICHIAMOLI I LORO SACRIFICI ) preferisconi creare un altro loro Stato nel nostro Stato. Ma che accidenti la festeggiamo a fare la Festa della Liberazione? Per consegnare la nostra terra , casa nostra , alla feccia del mondo ?