domenica 3 maggio 2009

Ma che ci fa l'intellettuale al bar di Tonino? Michele Brambilla

Dove sono finiti gli intellettuali di sinistra? Nelle liste che il Pd ha appena presentato per le elezioni europee non c’è neppure l’ombra della formidabile armata di penna e di pensiero che per decenni era stata una delle due anime (l’altra era la classe operaia, essa pure in buona parte emigrata verso altri partiti) del Partito comunista. Non c’era praticamente uomo di cultura, un tempo, che non fosse comunista. Pavese, Moravia, Calvino, Vittorini, Asor Rosa, Argan, Eco, la Ginzburg. Non è che tutti fossero organici. Parecchi, semplicemente, fiancheggiavano. Però, stavano tutti da quella parte lì. Chi non stava da quella parte lì, non era un intellettuale.

Oggi, nelle liste del Pd, l’unico sarebbe il giornalista David Sassoli, ammesso che si possa definire intellettuale un giornalista, cosa di cui dubitiamo fortemente, appartenendo noi stessi alla categoria (dei giornalisti, s’intende: non degli intellettuali). Coloro che in qualche modo hanno il diritto di fregiarsi del titolo di «uomini di cultura» hanno scelto l’Aventino, oppure sono finiti con Di Pietro. Nell’Italia dei Valori sono ufficialmente candidati Gianni Vattimo, Nicola Tranfaglia, Giorgio Pressburger. E anche chi non si candida ma, appunto, fiancheggia, sta con Tonino: dal milieu di MicroMega a quello di Annozero.

E qui sta uno dei più insondabili misteri dei nostri giorni. Che cosa ci può trovare, un intellettuale ex di sinistra, in un uomo come Di Pietro? Non è che vogliamo denigrare il leader dei Valori: ciascuno è libero di pensare che possa dare un suo utile contributo all’Italia. Non sono in discussione le posizioni politiche, ma le affinità elettive. L’intellettuale (di sinistra, ripetiamo: ma è superfluo sottolinearlo) è sempre stato un animale da salotto e da Capalbio: buone maniere, sfoggio di cultura, citazioni erudite. Longanesi diceva che quella è gente che crede di essere di sinistra perché mangia il pesce con il coltello.

Gente che ha tutto un suo vocabolario, se deve dire che il dopo-crisi è già cominciato dice che «come dicono i francesi, l’après-crise a commancée»; oppure gente che si racconta in terrazza «amo fatto er corteo», essendo Roma, molto più che Milano o Torino, il suo habitat naturale. Come si troveranno costoro alla masseria, oppure al bar di Tonino, è cosa che ci sfugge. Il bon ton, per quel mondo, è molto più di una forma: è una sostanza. Così come ci sfugge che cosa possano trovare, sul piano delle idee, in un uomo che non ha altra idea se non quella di rivendicare per sé una patente di immacolata onestà, e per gli altri di impunita disonestà.

Vedremo quanto durerà questo inedito fidanzamento. A occhio, ci pare che certi discorsi Di Pietro non li capisca. Anche l’intellettuale, diceva sempre Longanesi, non capisce: ma non capisce con grande autorità e competenza. (il Giornale)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

...se questo pettegolezzo e ciarpame è per voi discussione politica, ossia discussione sul bene comune, siamo messi assai male...gli intellettuali stanno dalla parte dell'Idv perché capiscono anche troppo bene, e in ogni caso non possono votare per la Premiata ditta PDL e PD meno L, un nome, un solo partito, una garanzia di malgoverno e sperpero di denaro pubblico...domandatevi perchè coloro che usano il cervello (ahimé, una rara minoranza, ormai, grazie al bombardamento mediatico ventennale dell'idiotatelecrazia, il sabotaggio della scuola pubblica che sta portando questa preziosa razza all'estinzione...)non staranno mai dalla vostra parte...non è difficile capirlo.

Anonimo ha detto...

Segnatevi queste due frasi: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni… perché la ragazza minorenne la conosceva prima che compisse 18 anni: magari fosse sua figlia…”. “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile”. Le ha pronunciate la moglie, da ieri ex, del nostro presidente del Consiglio, e le hanno raccolte la Repubblica e La Stampa. Memorizzatele perché non le sentirete mai citare in nessun tg o programma delle tv di regime. Lasciamo perdere quelle della ditta, dove chi dovrebbe informare è stipendiato dal tizio che va con le minorenni e non sta bene.

Vediamo il “servizio pubblico”: i tg dell’ora di pranzo, i primi in onda dopo lo scoop dei due quotidiani. Tg2 (sempre così prodigo di gossip,anche sull’ultima starlette): 5 secondi da studio, meno che per il divorzio di Mel Gibson. Tg1: 15 secondi da studio, affidati all’affranta Susanna Petruni, che occulta le frasi-bomba di Veronica e riesce persino a chiudere con una vecchia frase del premier (ieri insolitamente taciturno): “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra”. Tg3: breve servizio di 50 secondi, nemmeno un cenno alle minorenni e all’uomo malato, ordinaria amministrazione e chiusura con l’avvocato Ghedini (tornato sulla breccia dopo mesi di quarantena, causa lodo Alfano) che suona il silenzio su “un fatto privato”. Ma il fatto privato è il divorzio, così come le eventuali scappatelle dell’attempato Cavaliere di Hardcore, nonno settantatreenne di tre (prossimamente quattro) nipotini. Sono invece fatti pubblici, pubblicissimi, le dichiarazioni della persona che conosce meglio di tutti il nostro premier, e che lo definisce “uomo che frequenta le minorenni” e lo paragona a “una persona che non sta bene”. Febbre suina, par di capire.

Ora, immaginiamo le stesse frasi in bocca alla signora Obama, o Zapatero, o Brown, e i commenti delle tv e dei giornali di tutto il mondo. Non nel gossip: nelle pagine politiche. Non per nulla l’Italia è di nuovo “semilibera” nella classifica di Freedom House. Quel che accadrà nelle prossime settimane è prevedibilissimo. I siti del Pdl e i fogli d’ordini del regime han già servito l’antipasto: “Il Giornale” con un attacco alzo zero alla “First Lady in sonno” che “danneggia il premier e il governo” diventando “nemica della maggioranza degl’italiani”; “Libero” (una testata, un ossimoro) con tre foto di Veronica giovane a seno nudo. Prossimamente su questi schermi, qualche vecchio filmino osè, magari allegato a uno degli house organ del Sultano. Insomma la massacreranno, com’è accaduto in questi 15 anni a chiunque si sia messo di traverso sulla strada del padrone d’Italia: dai pm di Mani Pulite alla Ariosto, da Montanelli a Biagi, da Santoro a Luttazzi, a tutti gli altri epurati. I servi e i killer stanno già oliando le mitragliatrici.

maurom ha detto...

E' vietato frequentare minorenni da parte di chi potrebbe essere loro nonno?
Se si vuole dirla tutta bisogna avere le prove di frequentazioni che attengono alla sfera sessuale.

Berlusconi non sta bene?
Quale serebbe la sua malattia?
Avanti, coraggio, chi sa parli.

Anonimo ha detto...

le pèarole le ha pronunciate la moglie come da virgolettato...
hai fatto un'altra gaffe come tuo solito caro Maurom...mi ricordi qualcuno

maurom ha detto...

Infatti è la signora Veronica che dovrebbe spiegarsi meglio.

Coda di paglia?

Anonimo ha detto...

ma che fai prendi per il culo?

prima chiedi
"Berlusconi non sta bene?
Quale serebbe la sua malattia?
Avanti, coraggio, chi sa parli."

e poi

"Infatti è la signora Veronica che dovrebbe spiegarsi meglio."

allora chiarisciti prima le idee e poi poni le corrette domande ai diretti interessati

ve l'avevo detto che il gaffeur mi ricordava qualcuno...

Anonimo ha detto...

a me sembra che la signora Veronica sia stata chiarissima...tutti possono leggere le dichiarazioni rilasciate alla Stampa sui costumi del premier, relativamente ai quali persino l'Avvenire si è espresso in maniera critica. Mi sembra che le critiche della signora Veronica, siano espresse in lingua italiana e perfettamente comprensibili per chiunque, a meno che non voglia sentire.