domenica 14 giugno 2009

L'opposizione balneare. Mario Giordano

«Unica via giusta andare via lontano, lontano, lontano, magari a Cormano». Forse la vecchia canzone di Fabio Concato ronza in testa al premier sussiDario Franceschini in questi giorni amari in cui chiunque passi sotto la sede del partito viene preso in considerazione come suo possibile successore. L’umore non dev’essere quello dei giorni migliori. E non è un caso se ieri l’Unità, in versione ricostituente del buonumore, provava a strillare in prima pagina un «viaggio nel Pd che vince». Due pagine dense di box, titoletti, numeri, casi, esempi, per dire che, alla fine, è andata davvero bene. È vero: si è perso tutto il Nord, si è perso anche il Sud, al centro cade Piacenza, vacillano Prato, Ferrara, Parma, Rimini, e pure Bologna e Firenze, in Marche e Umbria c’è stato il sorpasso da parte del Pdl. Però, compagni, non demoralizziamoci troppo: in fondo abbiamo preso Cormano.
Ecco, appunto: unica via giusta, andare via lontano, magari a Cormano. La nuova linea dei Democratici la traccia Concato. Non è nemmeno difficile seguirla: a Cormano c’è pure l’uscita della tangenziale. Facile da trovare. Dal punto di vista del paesaggio non sarà un gran che, un po’ metropolitano, come dire?, tutta traffico e distintivo. Però a Cormano c’è villa Manzoni da visitare: un letterato come Franceschini saprà apprezzare. Al cimitero del paese sono sepolti anche i famigliari del grande Alessandro. E poi come diceva quella tiritera del XVII secolo? «Se Cinisell l’è bell, a Corman l’è pien de stell». Ecco, appunto, piena di stelle. Il posto giusto per Franceschini: magari riesce a trovarne una che gli porti un po’ di fortuna.
Finora ne ha avuta poca. Ieri per esempio era atteso al convegno dei giovani di Confindustria a Santa Margherita. Non si è presentato. Nessuna motivazione ufficiale. Ma come? Per mesi dici che vuoi confrontarti con i problemi reali del Paese, che vuoi discutere di economia e di crisi, e poi ti invitano a confrontarti sui problemi reali, a parlare di economia e di crisi e tu dai forfait? Il pacco alla Gheddafi è risultato ancor più evidente quando, poche ore dopo il mancato incontro a Santa Margherita, Franceschini è apparso a Roma, in una conferenza stampa convocata in tutta fretta, per riaccendere i fuochi della polemica personale con il premier. In questo breve passaggio orario, infatti, c’è tutta la strategia del segretario pro tempore del Pd: sui problemi reali tace perché non ha nulla da dire. Fugge, scappa, evita il confronto con gli imprenditori. Poi compare a Roma. Con un’unica ossessiva idea: attaccare Berlusconi.
Povero leggenDario. L’ex democristiano della corrente letteraria ormai s’è trasformato in questo: una macchietta dell’antiberlusconismo fuori tempo massimo, un Pancho Pardi al sapor di salama, un dipietrista senza nemmeno la forza d’urto di Di Pietro. Tonino, se non altro, marcia come se fosse sempre su un trattore, a Franceschini non hanno ancora dato nemmeno il triciclo. Il risultato s’è visto: nelle prime ore di confusione post elettorale ha cercato di convincere tutti che perdendo 7 punti percentuali rispetto alle politiche 2008 aveva ottenuto una vittoria. Ma ora sul suo tavolo piovono i numeri reali, e non si può più bluffare. Se si confrontano i voti reali si ottengono numeri impressionanti: fra le politiche 2008 e le europee 2009 il Pd ne ha persi il 33,6 per cento in Lombardia, il 47,1 in Trentino, il 75,6 in Valle d’Aosta, il 32,5 nel Veneto, il 33,1 in Piemonte, oltre il 40 per cento in Abruzzo e Molise, il 27,5 in Toscana e il 23,5 in Emilia, il 30,6 in Umbria, il 38,8 nel Lazio, il 33,4 in Campania e il 42,1 in Sicilia. Se si confrontano i voti delle province è peggio ancora: -42,4 per cento a Milano, -44,1 a Torino, -49,9 a Napoli, -40,5 a Venezia. E il tracollo non ha risparmiato le regioni rosse: -46,3 per cento a Piacenza, -37,1 a Rimini, -40,5 a Grosseto, -31,7 a Firenze, -26,7 a Bologna, -37,1 a Rimini, -30,3 a Prato, -36,9 a Pistoia. Però, ecco, come dice l’Unità, ci si può consolare: s’è vinto a Cormano.
Per carità, ci si consola con poco. Ma la verità è che, abbassato il polverone che avevano sollevato ad arte, gli esponenti non possono più fingere. Soprattutto, non possono fingere con loro stessi. Hanno preso una solenne batosta. E l’agitazione con cui Franceschini cerca di accendere e cavalcare nuove polemiche, dimostra proprio la sua debolezza. L’insuccesso, si sa, dà alla testa. «Cerca di passare come vittima», commentava ieri qualcuno. Ma vittima di chi, se non di se stesso e del suo partito?
Lo spettacolo che dà il Pd in queste ore, in effetti, è divertente, anche se un po’ imbarazzante. Il segretario che aveva assunto l’incarico chiedendo una sospensione delle lotte intestine è travolto dalle lotte intestine. Aveva chiesto per cortesia una tregua almeno fino ai ballottaggi. Ma la tregua non ha resistito nemmeno un minuto. Parla Bersani, sussurra D’Alema, s’impunta Letta. Escono fuori candidature come brufoli sul volto di un adolescente: Realacci, Binetti, Adinolfi, il medico esperto di eutanasia prof. Ignazio Marino (perfetto per un partito in coma), e naturalmente la Debora Serracchiani del Friuli, astro nascente eppur già un po’ cadente, passata in pochi giorni dall’emarginazione sul web al sogno di succedere a Berlinguer. È così facile diventare aspiranti segretari che pare ci sia la gara fra i garzoni dei bar attorno alla sede del Pd: hai visto mai che portando su un caffè dici la parola giusta e ti trovi in lizza? Franceschini, poveretto, urla e strepita contro Berlusconi solo per nascondere la sua delusione. Il suo fallimento. E la malinconia per il fatto che è appena arrivato e già i suoi lo stanno invitando a preparare le valigie con una certa urgenza. C’era una volta il governo balneare, ora abbiamo l’opposizione balneare. In scadenza, come uno yogurt. Il destino per il leggenDario è mestamente segnato. Unica via, come diceva Concato, andare lontano, lontano, lontano. Magari a Cormano. (il Giornale)

37 commenti:

Anonimo ha detto...

di Peter Gomez
(Giornalista)




da Voglioscendere


I piduisti amici del boss mafioso Vittorio Mangano e di altri noti criminali ce l’hanno fatta.

Tra ieri e oggi, nel silenzio complice di buona parte della stampa italiana, è stata abolita la libertà di parola.

D’ora in poi, salvo ripensamenti del Senato, sarà impossibile raccontare sulla base di atti giudiziari i fatti e i misfatti delle classi dirigenti.

Chi lo farà rischierà di finire in prigione da 6 mesi a tre anni, di essere sospeso dall’ordine dei giornalisti e, soprattutto, dal suo giornale, visto che gli editori andranno incontro a multe salatissime, fino a un massimo di 465.000 euro.

Il plurimputato e pluriprescritto Silvio Berlusconi per raggiungere il risultato è stato costretto a ricorrere al voto di fiducia.

Le nuove norme contenute nel disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche sono infatti talmente indecenti da risultare indigeste persino a un pezzo importante della sua maggioranza.

Da una parte, s’interviene sul diritto-dovere d’informare con disposizioni grossolane e illiberali stabilendo, per esempio, che le lettere di rettifica vadano pubblicate integralmente (anche dai blog) senza possibilità di replica.

Insomma, se un domani Tizio scriverà a un giornale per negare di essere stato arrestato, la sua missiva dovrà finire in pagina, in ogni caso e senza commenti, pur se inviata dal carcere di San Vittore.

Dall’altra, per la gioia di delinquenti di ogni risma e colore, si rendono di fatto impossibili le intercettazioni.

Gli ascolti saranno infatti autorizzati, con una procedura farraginosa e lentissima, solo in presenza di «evidenti indizi di colpevolezza».

Cioè quando ormai si è sicuri che l’intercettato è colpevole.

E in ogni caso non potranno durare più di due mesi.

Inoltre le microspie potranno essere piazzate solo nei luoghi in cui si è certi che vengano commessi dei reati: detto in altre parole, è finita l’epoca in cui le cimici nascoste nelle auto e nei salotti dei mafiosi ci raccontavano i rapporti tra Cosa Nostra e la politica.

Che Berlusconi e un parlamento formato da nominati e non da eletti dal popolo, in cui sono presenti 19 pregiudicati e una novantina tra indagati e miracolati dalla prescrizione e dall’amnistia, approvi sia pure tra qualche mal di pancia leggi del genere non sorprende.

A sorprendere sono invece le reazioni (fin qui pressoché assenti) di quasi tutti i direttori dei quotidiani e dei comitati di redazione dei telegiornali (dai direttori dei tg, infatti, non ci si può aspettare più nulla).

Quello che sta accadendo in parlamento dovrebbe essere la prima notizia del giorno.

E invece a tenere banco è la visita di Gheddafi e le polemiche intorno alla sua figura di dittatore.

Così a furia di parlare di Libia nessuno si accorge di come il vero suk sia ormai qui, a Roma, tra Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi.

E di come, tra poco, nessuno potrà più raccontarlo.

Claudio ha detto...

Mio caro Gomez, potresti aver ragione ad essere così disfattista se i governi precedenti degli ultimi trent'anni si fossero comportati in maniera diversa da questo verso la mafia, ma non mi risulta. Inoltre parliamo di libertà di stampa persa perchè, a tuo dire, non si potrà criticare come oggi l'operato della casta. Per me questa è una cazzata, perchè non è mai successo in Italia e mai succederà. Ma qualcuno si è mai chiesto dove finisce la libertà di stampa quando qualcuno, politico o giornalista, si è permesso di criticare la magistratura facendo nomi e cognomi e dando fatti: hanno sempre dovuto risarcire i poveri magistrati che, guaeda un po', hanno sempre ragione e quando hanno torto non è per colpa loro (leggi la recente motivazione che ritiene non punibile il magistrato che dopo 18 mesi non ha scitto le motivazioni della sentenza e 21 mafiosi sono stati rimessi in libertà. C'entra il governo di centrodestra anche in questi casi??)

maurom ha detto...

Finché Gomez e il suo compagno di merende Travaglio potranno scrivere quello che vogliono, stupidaggini comprese, la libertà di stampa non morrà.

N.B. Berlusconi è diventato plurimputato e pluriprescritto.
Allora era mafioso, corruttore, pedofilo e spergiuro solo a giudizio di certa stampa, visto che non è mai stato condannato?

P.S. Se è un disegno di legge vuol dire che non è ancora una legge.
O no?

Anonimo ha detto...

«Sì, puntano a far fuori Silvio È Draghi il loro candidato»

di Roberto Scafuri. Roma.

Presidente emerito Francesco Cossiga, un «progetto eversivo» vuole sostituire Berlusconi con un «non eletto dal popolo». Sospetti?
«Certezze».
Un Dini del 2009.
«Un governatore della banca d’Italia».
Mario Draghi?
«Chi altri? Il cavallo su cui ha sempre puntato Pierfurby Casini, nel caso di parità elettorale... Ma Silvio ancora una volta ha ribaltato pronostici e avversari».
Già, il Pdl ha retto. Anzi, con le amministrative la vittoria è stata più che netta.
«Aspettiamo i ballottaggi per avere il quadro completo».
Ma altri nomi di «non eletti» spendibili per un progetto del genere ci sono, secondo lei?
«Non ne vedo altri, e mi pare che i rapporti tra il ministro del Tesoro e il Governatore siano tornati sufficientemente tempestosi... Nel passato in lizza c’è stato Mario Monti, ma non mi sembrano i tempi».
Affidare l’Italia a «non eletto», dopo aver distrutto psicologicamente e mediaticamente l’«eletto». Il trauma già vissuto da Berlusconi nel ’94.
«Sì, fu un grosso trauma quando Bossi abbandonò la coalizione e, soprattutto, Scalfaro si rimangiò la promessa delle elezioni...».
Talmente scottato che gli è rimasta la sindrome?
«Possibile».
Esagerato parlare di complotto?
«Ma no... Gridare al lupo al lupo ogni tanto è una tattica di salvaguardia legittima. La difesa non è mai troppa».
Ma chi sono i mandanti dell’attacco? Anche lei pensa a Murdoch?
«Penso che Murdoch c’entri, eccome...».
Soltanto per vendicarsi dell’Iva al 20 per cento, come chiedeva l’Europa? Il movente sembra un po’ debole.
«Murdoch è ancora incavolato come una belva, ma non per l’Iva, che deve aver digerito... Anche se fu virulenta, la campagna lanciata contro il governo».
Sembrava essere diventato il vate della sinistra, il difensore dei deboli...
«Certo! Ma oggi lui ha il dente avvelenato per la questione del digitale terrestre, che moltiplica il numero di canali, e soprattutto perché Rai e Mediaset si vogliono sfilare dalla piattaforma Sky e metterne su una propria, gratuita... Questioni serie, una montagna di denaro».

Anonimo ha detto...

Quindi non è sbagliato il parallelo con i poteri forti del ’94...
«No, anche se ora non ci sono più in gioco gli Agnelli... E poi De Benedetti c’è sempre».
Un nemico che sembrava però essere diventato più amico...
«Anche lui è molto arrabbiato con il governo, e per di più con il figlio che ha separato le attività finanziarie da quelle editoriali, e con Repubblica ed Espresso che non vanno proprio a gonfie vele...».
E il governo che c’entra?
«Hanno fatto le fusioni bancarie, e lui è rimasto fuori. Hanno sistemato, se così si può dire, la questione Telecom, e lui fuori. Hanno fatto la Cai-Alitalia, e lui...».
Fuori.
«Poi gli è andata male pure l’operazione con la società immobiliare...».
Insomma, sono passati davanti tanti piattini prelibati...
«E lui dice: “ma a me non spetta niente”?».
E per questo ispirerebbe la ruvidezza di «Repubblica», che risulta così indigesta al premier?
«In quel caso c’entra anche un altro fattore: non la cattiveria, direi, ma la durezza di cervice di Eziuccio Mauro. E di D’Avanzo, con le sue ricostruzioni di gossip così lunghe ma anche tanto povere di fatti».
A Berlusconi non può essere imputato nulla?
«Gli avevo consigliato di non parlare di queste vicende... Lui invece è andato a Porta a Porta».
Non si può dire che la controffensiva mediatica non abbia avuto un certo successo. Tornando ai poteri forti, può darsi che il Vaticano non abbia gradito tutto questo clamore attorno a fatti così privati e delicati?
«Ai vertici non prevale un atteggiamento moralistico, anche se riconoscono che tali vicende abbiano creato danno nella fascia degli elettori cattolici, specie delle regioni meridionali. La crescita dell’astensionismo l’ha dimostrato...».
Pensa che tra i beneficiari del «progetto eversivo» ci potesse essere anche il presidente della Camera?
«Assolutamente no. Lui cerca di farsi una sua piattaforma personale... Ha visto che scatto d’orgoglio dei vecchi tempi, con l’affare Gheddafi?».
Forse sarebbe stato meglio evitare del tutto.
«Nella prassi parlamentare i presidenti parlano e straparlano, ma devono evitare di entrare nella sfera diplomatica. Meglio non ricevere personalità di rango così più elevato dal proprio... Anch’io ricevetti in Parlamento il principe di Galles, ma in quanto primo dei lords, che equivale a essere, per così dire, il primo dei senatori del Regno Unito».
Prima, con Gheddafi, c’era stato l’incidente del discorso in Senato...
«Un altro piccolo pasticcio, salvato in corner».
Ma in sala Zuccari Gheddafi l’ha vista e abbracciata con affetto.
«In italiano m’ha detto: “Mio caro amico Cossiga...”. Quando c’era ancora l’embargo, sono stato il primo a essere ricevuto nella tenda del deserto, e lì ho capito che comprende l’italiano...».
E da cosa l’ha capito?
«Ho raccontato una barzelletta, e ha riso ancora prima che il traduttore gliela traducesse...».
Però... ha visto che amazzoni si porta dietro il Rais?
«Lasci stare, più belle le veline».

Anonimo ha detto...

Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa,
ecco perché lo vogliono far fuori"

Il presidente emerito parla a tutto campo: "Berlusconi è un istintivo, un ingenuo. Non dovrebbe replicare alle accuse e invece s'è inventato piccole balle. All'America non piacciono la sua sintonia con Putin e con la Libia"

di Andrea Cangini


ROMA, 30 maggio 2009 - PRESIDENTE Cossiga, solo lei può svelare l’arcano: c’è un complotto per disarcionare Berlusconi o no?
«Un po’ sì, un po’ no».

Risposta ambigua.
«Caro mio, a essere ambigua è la realtà! E gli arcana imperii non vanno mai svelati del tutto. L’ho anche detto a Berlusconi...».

Cos’ha detto a Berlusconi?
«Diverse cose. La prima, fondamentale, è di tacere».

In che senso?
«Tacere, non replicare alle accuse per non aizzare nuovi attacchi».

Berlusconi, invece...
«Berlusconi è un istintivo, non s’è tenuto. Bastava dicesse ‘io mi occupo di politica e non di gossip’, invece è andato a Porta a Porta, ha gridato al complotto, s’è inventato una serie di piccole balle...».

E i media ne hanno approfittato.
«Ovviamente, più elementi dai più elementi troveranno».

E’ la regola del giornalismo d’inchiesta.
«Ma quale giornalismo? Ma quale inchiesta?».

Quella di Repubblica, no?
«Sarebbe meglio parlare dell’editore di Repubblica, De Benedetti».

Anonimo ha detto...

Perché?
«Come perché? De Benedetti, come tutti gli imprenditori, punta a far quattrini, e con Berlusconi è rimasto fuori dalle fusioni bancarie, dall’affare Alitalia, dalla ricostruzione dell’Aquila e pare non intenda infilarlo neanche nella holding di Telecom in via di costituzione».


De Benedetti, dunque...
«S’è incazzato e, secondo me, grazie a una gola profonda nell’entourage del premier ha messo su lo ‘scoop’ sulla festa di Casoria».


Era prevedibile?
«Largamente. Ma Berlusconi non ha capito che un presidente del Consiglio deve aspettarsi che ogni dettaglio della sua vita privata venga passato al microscopio».


C’è chi parla di «delirio di onnipotenza».
«Posto che quando uno comincia come cantante sulle navi da crociera e poi entra nella lista degli uomini più ricchi del mondo un certo senso di onnipotenza ci può anche stare...».


Posto ciò?
«La verità è che Berlusconi è un giocherellone; se lo invitano a una festa a Casoria, lui ci va».


E ora, che dovrebbe fare?
«Tre cose: far avere la cittadinanza italiana allo ‘svizzero’ De Benedetti, farlo entrare nell’affare Telecom, affidare a una società presieduta dal direttore di Repubblica, Ezio Mauro, una parte della ricostruzione dell’Aquila».


Potrebbe non bastare, c’è chi sospetta che l’intrigo abbia ormai dimensioni internazionali.
«La questione è seria, ma di un’operazione del genere sarebbero capaci solo pochi Stati. Vediamo: la Francia non può essere stata perché ha bisogno dell’Italia per contrapporsi agli Stati Uniti; la Federazione russa neanche, perché Putin ha un eccellente rapporto con Berlusconi; Israele non ne avrebbe interesse, e comunque non fa operazioni di disinformazione ma solo omicidi mirati...».

Dunque, non resta che...
«Non resta che l’America. E’ infatti noto che Obama non ama l’Italia e non mi meraviglierei che disertasse pure il G8».

Non amare l’Italia le pare un motivo sufficiente?
«Se ha ragioni concrete, sì. La principale riguarda l’evidente asse politico che lega Berlusconi a Putin e l’accordo miliardario appena sottoscritto dall’Eni con Gazprom per la costruzione di un colossale gasdotto che approvvigionerà l’Italia e l’Europa».

Iniziativa che intacca gli interessi americani?
«Sì, perché rafforza Putin e penalizza fortemente il gasdotto che passa per l’Ucraina, sul quale gli Stati Uniti hanno una sorta di egemonia di fatto».

Altre ragioni di inimicizia?
«Ci sono, e sono sempre legate alla politica estera ed energetica. Ne dico due: Berlusconi è amico di Gheddafi ed ha firmato un trattato in base al quale l’Italia non concederà le proprie basi militari in caso di attacco alla Libia; l’Italia, a differenza degli Stati Uniti, è interessata a mantenere buoni rapporti con l’Iran».

Insomma, abbiamo individuato il burattinaio.
«Ma nooo, affatto. L’avremmo individuato se non fosse che Obama è un noto pacifista e se non avesse ordinato agli agenti della Cia di sospendere l’attività di intelligence per dedicarsi unicamente al gioco del golf e del baseball».

Capito. Secondo lei, ora, cosa dovrebbe fare Berlusconi?
«Stare calmo, dare per scontato che l’affare Noemi non gli toglierà voti e semmai gliene procurerà di nuovi e dimettersi subito dopo le europee per stravincere le elezioni anticipate. Capisco, teme che le Camere non verrebbero sciolte e l’incarico sia dato a Fini, ma sbaglia: Fini ha ormai dalla sua solo il ministro Ronchi».

alvaro ha detto...

Mamma mia quanta spazzatura!!!!
Se voi destri ascoltate ancora quel vecchio rincoglionito di Cossiga siete veramente messi male.

Parliamo di cose serie.

Prodi è caduto perché berlusconi ha pagato con promesse di potere Dini e Mastella e questi hanno votato contro il loro mandato facendo cadere un governo legittimamente eletto (berlusconi l'avrebbe definita eversione se non fosse stato lui ad organizzarla).

Oggi chi sarebbero i deputati Pidiellini in grado di cambiare casacca e far fuori il loro padrone?
Secondo queste stronzate De Benedetti starebbe organizzando un golpe, ma ripeto chi, nel polo, è disposto a votare contro berlusconi?
Cercare e pubblicare i nomi di queste persone pronte a votare per Draghi mi sembra ben più interessante che sentire gli sproloqui di un vecchio sclerotico.

Fuori i nomi.

Anonimo ha detto...

Spazzatura un cazzo!!!

Certi giochi li hanno gia fatti nel ribaltone del 94 e non sarebbe la prima volta di un governatore della banca d italia al governo ,vedi governi Ciampi e Dini.
Per non parlare del governo d alema e poi amato , eletti da nessuno.
Del resto ci hanno gia provato alla caduta del governo prodi , ma poi non se ne fece niente , ma adessso ci stanno riprovando, vedi le ultime dichiarazioni di d alema su possibili "scosse", tipiche di un gangster della chicago degli anni 20.

Ma come si fa a stare dalla parte di questi mascalzoni?????????????



VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

D'Alema, pronti in caso di scosse
Bonaiuti: sinistra rispetti voto, D'Alema ha un colpo di caldo

(ANSA) - ROMA, 14 GIU -

L'opposizione sia pronta in caso di 'scosse', afferma D'Alema (Pd). 'Ha preso un colpo di caldo' replica il sottosegretario Paolo Bonaiuti.'La vicenda italiana porta' avere delle scosse -osserva D'Alema- dei momenti di conflitto il che richiede una opposizione in grado di assumersi le sue responsabilita' nella pienezza delle sue funzioni e spero che saremo presto in grado di farlo'.'La sinistra - dice Bonaiuti- non vuole forse rispettare il voto democratico liberamente espresso dagli elettori?'

alvaro ha detto...

Mi vuoi rispondere?

Dimmi i nomi dei deputati del PDL pronti a far cadere il governo berlusconi?

O pensi che lo faccia cadere la lega del fido bossi?

Se non ci cono questi nomi vuol dire che stiamo parlando del nulla, di spazzatura!

Anonimo ha detto...

DICE Berlusconi a Santa Margherita Ligure: «Su quattro calunnie messe in fila - veline, minorenni, Mills e voli di Stato - è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l' immagine all' estero dell' Italia».

Il significato di calunnia è «diceria o imputazione, coscientemente falsa e diretta ad offendere l' integrità o la reputazione altrui» ( Devoto e Oli ).

Per comprendere meglio quali siano, per il premier, le «dicerie o imputazioni coscientemente false» raccolte contro la sua reputazione bisogna leggere il Corriere della sera di ieri. SEGUE A PAGINA 6 NEL colloquio il Cavaliere spiega quali sono le q u a t t r o m e n z o g n e , strumenti del fantasioso «progetto eversivo». Qui si vuole verificare, con qualche fatto utile e ostinato, se la lamentazione del Cavaliere ha fondamento e chi alla fine mente, se Berlusconi o chi oppone dei rilievi alla "verità" del capo del governo. 1«Hanno iniziato scrivendo che c' erano "veline" nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano "veline" e sono state tutte elette». (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9) I ricordi del Cavaliere truccano quel che è accaduto e banalizzano una questione che, fin dall' inizio, è stata esclusivamente politica, per di più sollevata nel suo campo. Sono i quotidiani della destra, e quindi da lui controllati direttamente o indirettamente influenzati, a dar conto dell' affollamento delle "veline" nelle liste europee del Popolo della Libertà.

Anonimo ha detto...

Comincia il Giornale della famiglia Berlusconi, il 31 marzo. Ma è il 22 aprile, con il titolo «Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore» - sommario, «Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl» - che Libero rivela i nomi del cast in partenza per Strasburgo: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonorae Imma De Vivo e «una misteriosa signorina» lituana, Giada Martirosianaite. Contro queste candidature muove la fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. Il pensatoio, diretto dal professor Alessandro Campi, denuncia l' «impoverimento della qualità democratica del paese» e, con un' analisi della politologa Silvia Ventura, avverte che «l' uso strumentale del corpo femminile (...) denota uno scarso rispetto (...) per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima» (www. ffwebmagazine. it).

Anonimo ha detto...

Queste scelte sono censurate, infine, anche da Veronica Lario che le definisce «ciarpame senza pudore del potere» ( Ansa, 29 aprile). Il "fuoco amico" consiglierà Berlusconi a gettare la spugna, nella notte del 29 aprile. In una telefonata da Varsavia alle 22,30 in viva voce con i tre coordinatori del Pdl, La Russa, Bondi e Verdini, il premier dice: «E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi. Sostituitele». Molte "veline", in interviste pubbliche, diranno della loro amarezza per l' esclusione. 2«Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come se fossi una persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di compleanno, e per me - che vivo tra la gente - è una cosa normale». (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9 ). Non c' è un grano di "normalità" nei rapporti tra il Cavaliere e i Letizia.

Anonimo ha detto...

Dopo 31 giorni, è ancora oscuro (e senza risposta) come sia nato il legame tra Berlusconi e la famiglia di Noemi. L' ultima versione ascoltata è contraddittoria come le precedenti. Elio Letizia sostiene di aver presentato la figlia al capo del governo in un luogo privato, nel suo studio a Palazzo Grazioli, alla vigilia del Natale del 2001. Berlusconi, nello stesso giorno, ha ricordato di averla conosciuta in un luogo pubblico, «a una sfilata». Ma la "diceria" che il capo del governo denuncia è di «andare con minorenni». E' stata Veronica Lario per prima a svelare che il marito «frequenta minorenni» ( Repubblica, 3 maggio). La circostanza è stata confermata dall' ex-fidanzato di Noemi (Gino Flaminio) che colloca il primo contatto telefonico tra il capo del governo e la ragazza nell' autunno del 2008. Le parole di Gino costringono Berlusconi- contrariamentea quanto fino a quel momento aveva detto («Ho visto sempre Noemi alla presenza dei genitori») - ad ammettere di aver avuto Noemi ospite a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009, accompagnata da un' amica (Roberta O.) e senza i genitori. Nel gennaio del 2009, Noemi come Roberta, era minorenne. Dunque, è corretto sostenere che Berlusconi frequenti minorenni. 3«Nel frattempo si sono scatenati sul "caso Mills", un avvocato che non conosco di persona» (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9) Negli atti del processo contro David Mills (teste corrotto, condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere) e Silvio Berlusconi (corruttore, ma immune per legge ad personam ), sono dimostrati con documenti autografi, per ammissione dell' imputato, con le parole di testimoni indipendenti, gli incontri del Cavaliere con l' avvocato inglese che gli ha progettato e amministrato l' arcipelago delle società off-shore All Iberian, il «gruppo B di Fininvest very secret ».

Anonimo ha detto...

Un documento scovato a Londra dà conto di un incontro al Garrick Club di Garrick Street (discutono delle società estere e Berlusconi autorizza Mills a trattenere 2 milioni e mezzo di sterline parcheggiati sul conto dell' Horizon Limited). Un altro documento sequestrato a Mills fa riferimento a una «telefonata dell' altra notte con Berlusconi». Mills, interrogato, ammette di aver parlato con il Cavaliere la notte del 23 novembre 1995. Ancora Mills, il 13 aprile 2007, conferma di aver incontrato Berlusconi ad Arcore. L' avvocato «descrive anche la villa» ( dalla sentenza del tribunale di Milano ).

Anonimo ha detto...

Due soci di Mills nello studio Withers, ascoltati da una corte inglese, così rispondono alla domanda: «C' è stata mai una riunione tra Mills e Berlusconi?». Jeremy LeM. Scott dice: «So che c' è stato un incontro per mettersi d' accordo sul dividendo». A Virginia Rylatt «torna in mente che lui Mills era ritornato dal signor Berlusconi». E' una menzogna, forse la più spudorata, che il capo del governo non abbia mai conosciuto David Mills. 4«Infine hanno montato un caso sui voli di Stato che uso solo per esigenze di servizio» (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9 ).In una fotografia scattata dal fotografo Antonello Zappadu si vede lo stornellatore del Cavaliere, Mariano Apicella, scendere da un aereo di Stato. Dietro di lui, una ballerina di flamenco. Il fotoreporter sostiene che l' immagine è stata scattata il 24 maggio 2008.In quel giorno era ancora in vigore un decreto del governo Prodi che limitava l' uso degli aerei di Stato «esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale».Si può sostenere che Apicella e la ballerina facevano parte di una «missione istituzionale»? E' quanto dovrà accertare il Tribunale dei ministri sollecitato dalla Procura di Roma a verificare, per il capo del governo, l' ipotesi di abuso d' ufficio. Infatti soltanto due mesi dopo, il 25 luglio 2008, il presidente del consiglio ha cambiato le regole per i "voli di Stato" prevedendo «l' imbarco di personale estraneo alla delegazione», ma «accreditato su indicazione dell' Autorità in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini anche di carattere internazionale». Il caso sui "voli di Stato", che è poi un' inchiesta giudiziaria dovrà accertare se musici, ballerine, giovani ospiti del presidente viaggiano in sua compagnia (con quale rango?) o addirittura in autonomia, nel qual caso l' abuso d' ufficio può essere evidente. Quindi, quattro «calunnie» o quattro menzogne presidenziali? Si può concludere che Berlusconi, a Santa Margherita Ligure, ancora una volta ha precipitato coscientemente la vita pubblica nella menzogna nella presunzione di abolire l' idea stessa di verità. GIUSEPPE D' AVANZO

Anonimo ha detto...

LEGGETE PURE 4 menzogne in una frase...

Anonimo ha detto...

Certi giochi li hanno gia fatti nel ribaltone del 94 e non sarebbe la prima volta di un governatore della banca d italia al governo ,vedi governi Ciampi e Dini.



ringrazia Bossi per il ribaltone del 94
e INFORMATI EMERITA IGNORANTE

Anonimo ha detto...

EMERITO
scusssss

Anonimo ha detto...

OH NO, SILVIO!
from bbc news
WILL ITALIAN PM AVOID OFFENDING ANYONE ON US VISIT?

http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/8097988.stm

che statista alle cotiche...

alvaro ha detto...

Quindi pensi che Bossi farà cadere il governo?

Quindi dietro al complotto delle quattro menzogne c'è lui?

Hahahahahahahahahahaha!!!!!!!!

...spazzatura, nelle cose dette da berlusconi e nel tuo cervello

Anonimo ha detto...

Non avendo capacità divinatorie non conosco i nomi di possibili traditori, non penso la lega sia la stessa del 94,
però non sono da sottovalutare le parole di Cossiga, che è sempre ben informato ,
e di d alema , uno che se ne intende , che ha parlato di scosse.
é evidente che ci troviamo di fronte a mestatori del torbido e a professionisti dell inganno, con tanti precedenti alle spalle e, per quanto riguarda il 94, leggi il racconto Stefania Craxi oggi su "Il Giornale".

Rispondoi Tu:
Ma come si fa a stare dalla parte di questi mascalzoni?????????????

VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

Il ricordo: "Così colpirono anche mio padre"


Le parole del presidente Berlusconi al Convegno dei giovani industriali hanno suscitato indignate quanto ipocrite reazioni. La stampa nazionale, chiamata in causa a proposito del tentativo di eversione, ha negato invocando la libertà di stampa, ma ignorando che un giornalista incapace di distinguere fra verità e pettegolezzo non dovrebbe nemmeno esercitare la professione.

Ma è davvero inesistente il tentativo di eversione? La storia ci aiuta a capire, e la storia italiana dice che ogni volta che sulla scena si affaccia un leader capace di far funzionare la macchina dello Stato, togliendo potere alle lobbies, i tentativi di eversione si fanno avanti.

Vorrei invitare Paolo Franchi, che sul Corriere della Sera fa una specie di discorso di Antonio riconoscendo le ragioni di Berlusconi ma solo per rovesciargliele addosso, a ricordare - lui che quegli anni li ha vissuti - le molte e strette analogie con la storia di Bettino Craxi, contro il quale l’eversione c’è stata, tanto da costringerlo all’esilio ed alla morte precoce.

Stesso attacco concentrico stampa-magistratura (basti pensare a come è stata scritta ed a come è stata presentata dai giornali la sentenza Mills, come se Berlusconi, e non l’avvocato inglese, fosse stato condannato). L’anonimato dei poteri forti - ignoti ieri, ignoti oggi - che con i loro giornali menano le danze. La copertura politica all’eversione del Partito comunista ieri, del Partito democratico oggi. La violenta diffamazione personale, Craxi ladrone di tesori occulti, Berlusconi pedofilo, corruttore avido di beni pubblici.

Le uniche differenze stanno nel fatto che capofila contro Craxi era il Corriere della Sera, con La Stampa e La Repubblica al seguito, e oggi è stata invece La Repubblica a dirigere l’orchestra; l’altra differenza di gran peso, il diverso comportamento dei due presidenti della Repubblica, con Scalfaro parte attiva nella distruzione della Prima Repubblica (Napolitano non è Scalfaro). Saltiamo appena due o tre anni e andiamo al primo governo Berlusconi del ’94: che cos’è, se non un tentativo di eversione, l’avviso di garanzia portato al presidente del Consiglio a Napoli mentre presiedeva una conferenza internazionale contro la criminalità? Un avviso di garanzia pubblicato con titoli di scatola sulla prima pagina del solito Corriere della Sera ventiquattro ore prima di essere notificato al diretto interessato. Un avviso di garanzia per un reato dichiarato inesistente dalla stessa magistratura, naturalmente anni dopo.

E, continuando con gli interrogativi, che nome si dovrebbe dare alla garanzia data dal presidente Scalfaro a Bossi di non sciogliere le Camere consentendo così di compiere a man salva il ribaltone che avrebbe posto termine al governo Berlusconi? La triste verità è che il golpismo delle Brigate Rosse, anche se ha riempito le cronache di vittime innocenti, è un gioco da bambini rispetto al golpismo strisciante eternamente annidato sotto la politica italiana.

Silvio Berlusconi è un gran combattente; ha stravinto le elezioni e consolidato il potere del suo governo. Ma nessuno può illudersi di aver vinto per sempre un male che affonda le radici nella storia recente e passata del'Italia.

di Stefania Craxi

Anonimo ha detto...

Stefania Craxi
figlia di un ladro pluricondannato perchè rubava nelle tasche degli Italiani

quando un articolo del figlio di Riina?

Anonimo ha detto...

"Craxi ladrone di tesori occulti"

Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato:

a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai;
a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese


Per tutti gli altri processi in cui era imputato (alcuni dei quali in secondo od in terzo grado di giudizio), è stata pronunciata estinzione a causa del suo decesso.

Le condanne e i vari processi hanno dimostrato che Craxi teneva in Svizzera diversi conti correnti segreti affidati a prestanomi, dove depositava il denaro che aveva ricevuto sotto forma di tangente dai principali gruppi industriali italiani. Secondo la testimonianza di Maurizio Raggio, che era fuggito in Messico durante la bufera di Mani pulite, Craxi aveva accumulato un tesoro di cinquanta miliardi di lire. Tale denaro fu poi impiegato, tra le altre cose, per l'acquisto di appartamenti in diverse città, tra cui Barcellona, New York, Milano, per l'acquisto di un aereo privato, di una televisione privata affidata all'amante Ania Peroni, di un hotel a Roma, un villino in Costa Azzurra per il figlio Bobo.


continua così Stefaniaaaaaa

Anonimo ha detto...

altra boiata "Berlusconi pedofilo"

la verità è che Veronica Lario è stata la prima a dire mio marito «frequenta minorenni» ( Repubblica, 3 maggio).

Riprovaci ancora Stefaniaaaaa

maurom ha detto...

Craxi suscita sempre il riflesso pavloviano dei giustizialisti che sanno a memoria le sentenze.

Chissà se possono scagliare la prima pietra?

maurom ha detto...

Neanche a farlo apposta ho postato, sul mio blog per i circoli della libertà, un articolo del cognato di Craxi.

Se ne sconsiglia la lettura agli assetati di giustizia.

Anonimo ha detto...

Si ricorda all'autore di questo blog che l'uso della parola giustizialismo è inopportuna giacchè si parla di un pluricondannato

Ricordiamo che le sentenze sono atti supportate da fatti e prove e non certo da opinioni come si vorrebbe far credere

ricordo al buon Maurom che il sig Pillitteri nonchè cognato di Craxi è stato condannato a 4 anni e 6 mesi in via definitiva per il reato di ricettazione insieme all'altro ex sindaco Carlo Tognoli ossia riceveva le mazzette da Mario Chiesa “in una busta nascosta in un giornale”.

ecco perchè se la prende tanto con i giudici, forse perchè la mazzetta non è riuscita a consegnarla anche a loro, o solo a Squillante?

il servo è un ladro mentre il padrone è solo cleptomane?

Anonimo ha detto...

Bravo Maurom.
Il ricordo di Bettino e della sua meravigliosa figlia continua a far male.
A meno che non si voglia essere in malafede o anche peggio, dovrebbe esser chiaro quali interessi c erano dietro manipulite , e a proposito di agnelli vorrei ricordare la sua frase che più o meno faceva cosi : "nulla di meglio della sinistra se voglio difendere i miei interessi di destra " .

ps
Qualche tempo fa sono usciti degli articoli interessanti su Libero e su la stampa che avevano previsto queste cose.Te li posso segnalare?



VIVACOSSIGA

maurom ha detto...

Certamente, VIVACOSSIGA.
Puoi postarli nei commenti.

Anonimo ha detto...

LADRI DI STATO VI SIETE INGOZZATI CON I SOLDI DEGLI ITALIANI...
PORCI PARASSITI DI DESTRA E SINISTRA SAPETE PRENDERVELA SOLO CON I MAGISTRATI

Anonimo ha detto...

Gli articoli , senza dimenticare quelli di stefania craxi e le 2 interviste a cossiga sono questi :

OBAMA COME GIUDA di Alessandro Sallusti

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=M3KON

SE IL CAVALIERE SFIDA GLI YANKEE COME MATTEI di RENATO BESANA http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=37161474

Il premier e la sindrome dell’«anatra zoppa»: disegno contro di me
http://www.corriere.it/politica/09_maggio_22/premier_verderami_c811f6c6-46a1-11de-a4e0-00144f02aabc.shtml

L OMBRA DEL COMPLOTTO di Lucia annunziata

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6003&ID_sezione=29&sezione=

COSI NELLE STANZE DEL OTERE S AVANZA L OMBRA DEL COMPLOTTO

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=354668

MONTA L INTRIGO DI OBAMA CONTRO SILVIO
http://www.libero-news.it/blogs/view/546

A questi vorrei aggiungere un catreggio dell estate scorsa tra geronimo e cossica :

Caro Geronimo , su moro ti dico che ..
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=284052

Cossiga, l olp e altri misteri
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=283876

Anonimo ha detto...

Ps
Avevo gia tentato di suggerirvi questi articoli , ma mi son trovato letteralmente aggredito da commenti di persone che hanno tutto l interesse ad avvelenare i pozzi e a non far comprendere la situazione , e invischiato in polemiche cui avrei fatto a meno, come dimostra quest ultimo delle 11,35.
Non ho ben capito se si tratta di persone in malafede , diciamo dei "finti ingenui" con tutto l interesse a intorbidare le acque , evidentemente al soldo di certi poteri oppure ,questo sarebbe ben più grave,con degli "ingenui veri e propri" che non hanno ben capito la situazione,con queste persone letteralmente avvelenate non so bene se esista rimedio o medicina.
Comunque sarà meglio vigilare , e cercare di afferrare ogni spiraglio di queste intricate vicende, del resto abbiamo a che fare con gente poco raccomandabile dedita a maneggi , intrighi o inganni.

Un abbraccio, VIVACOSSIGA

Anonimo ha detto...

La lettura degli house organ berlusconiani è sempre molto affascinante. Ma lo sarà sempre più, col progredire della sindrome da Bagaglino che porterà presto Al Tappone a presentarsi a un summit internazionale con un pitale in testa, un camicino modello Gheddafi e uno spazzolone in mano per proclamarsi imperatore delle galassie. Appena spara una cazzata, i dipendenti accorrono per esibire le prove della medesima.

Il Giornale titolava: «I segreti del piano eversivo anti-Berlusconi», indicando i quattro nemici che tramano per sostituirlo con «un non eletto». Per la precisione: «veline, Mills, minorenni e voli di Stato». Nella fretta il capocomico Giordano ha dimenticato Veronica e Kakà, ma già i suddetti Quattro bastano a mettere in seria discussione la legge Basaglia. Infatti le veline, le minorenni, Mills e i voli di Stato sono roba di Al Tappone. Resta da individuare il «non eletto» che dovrebbe sostituirlo . Cossiga, con la proverbiale lucidità, lo indica in Mario Draghi .

Nei prossimi giorni, forse già alla Casa Bianca o al G8, il premier denuncerà un complotto dei venusiani ai suoi danni. Il Giornale, Panorama, Tg4, Tg5, Tg1, Tg2, Studio Aperto e Chi intervisteranno stuoli di extraterrestri per confermarlo. Il bello di questi Pulitzer arcoriani è che non temono di perdere la faccia: l’hanno già persa da tempo. Clemente J.Mimun dà del «bugiardo» a Santoro per aver detto ad Annozero che il Tg5 non aveva trasmesso l’intervento di Grillo al Senato. E, per «ristabilire la verità», mostra un servizio che dimostrerebbe il contrario: in realtà nel servizio c’è solo la voce del cronista che racconta con parole sue quel che avrebbe detto Grillo, di cui non si sente neppure un monosillabo. Quindi Santoro ha detto il vero e Mimun, mentre «ristabiliva la verità», mentiva. Del resto sulla “verità” formato Mediaset circolano su YouTube alcuni fuorionda illuminanti. Meraviglioso quello della serata elettorale, in cui Gioacchino Bonsignore del Tg5 chiede a un collega i risultati del Pdl alle politiche 2008 per confrontarli con quelli delle Europee, ma precisa che «è solo una curiosità, mica lo diciamo». Sennò si capisce che il padrone ha perso tre punti. Strepitoso Luigi Galluzzo di Studio Aperto, che studia a memoria una balla da raccontare ai poveretti che lo guardano: «Escono le motivazioni del processo Mills in cui Berlusconi fu assolto». Purtroppo Berlusconi non fu nemmeno processato, per Lodo ricevuto. Ma, si sa, Mediaset è lì per «ristabilire la verità».

Ps. Un mese fa, con la scusa della par condicio, Daria Bignardi tagliò l’intervista a Vauro e a Beatrice Borromeo, ma giurò di trasmetterla nell’ultima puntata dell’Era glaciale: infatti, nell’ultima puntata, ha intervistato il giornalista Calabresi, il cantante Morgan, il velista Malingri e lo scrittore Lolli. Vergogniamoci per lei.

Sono Sublime ma non subliminale ha detto...

come si fa a prendere seriamente mario giordano?

mario giordano il giornalista delle tette e dei culi che si scandalizza delle prostitute....bella questa destra.