martedì 3 settembre 2013

La nuova Forza Italia e il ruolo dell'Opinione. Arturo Diaconale

03 settembre 2013
La decisione di Silvio Berlusconi di sottoscrivere tutti i referendum radicali costituisce una indicazione estremamente significativa sull'ispirazione di fondo della prossima rinascita di Forza Italia. La stessa motivazione data dal Cavaliere alla scelta di firmare anche i referendum non condivisi, cioè la volontà di sottoporre comunque agli italiani il giudizio su questioni contrastate, conferma che la cultura a cui dovrà necessariamente rifarsi il nuovo soggetto politico destinato a sostituire il vecchio Pdl dovrà essere quella liberale, riformatrice ed innovatrice della Forza Italia delle origini.

Naturalmente, proprio perché il nuovo partito non dovrà avere una vocazione minoritaria ma puntare a rappresentare il maggior numero degli italiani ( l'obbiettivo di ogni forza politica di vocazione governativa è sempre quello di conquistare la maggioranza dei voti), l'ispirazione liberale, riformatrice ed innovatrice dovrà necessariamente convivere con quella solidale espressa dal mondo cattolico affrancato dalla sudditanza intellettuale al post-marxismo. Ed insieme i portatori dei valori della libertà, dell'innovazione riformatrice e della solidarietà dovranno indirizzare le loro istanze verso l'obbiettivo unificatore del rilancio dell'identità e della sovranita nazionale intese come presupposti indispensabili per la realizzazione dell'unità politica dell'Europa.

Il percorso ideale indicato da Berlusconi è dunque segnato. Rimane quello pratico. Che per essere portato avanti in maniera positiva deve necessariamente prendere atto della necessità che la struttura ed il vertice del nuovo partito siano rappresentativi non solo di falchi e colombe, di governativisti ed antigovernativisti per collocazione contingente, di ciellini inquadrati, di post-democristiani più o meno organizzati e di post-laici come sempre sparpagliati e votati all'individualismo e, naturalmente, di gente senza identità ma di salda vocazione al potere per il potere. Il nuovo partito, in altri termini, non potrà rappresentare solo gli interessi dei gruppi più o meno organizzati ma dovrà necessariamente essere rappresentativo dei valori che vorrà portare avanti.

Il problema, ovviamente, non è di quote. Tanto meno di rappresentatività di correnti. Il problema è di idee, che debbono essere espresse da personaggi sicuramente portatori delle idee stesse ed in grado di rappresentarle adeguatamente. In un partito tradizionale la selezione del gruppo dirigente passa attraverso lo scontro tra le fazioni. In un partito carismatico il naturale confronto-scontro tra i gruppi viene mediato e regolato dal leader carismativo a cui tutti fanno riferimento.

Il compito di formare una nuova squadra per la nuova Forza Italia spetta dunque a Silvio Berlusconi. Che, però, ha bisogno anche di sapere se accanto ai collaboratori della vecchia guardia divisa nelle diverse categorie sopra indicate esiste anche gente nuova capace di allargare la rappresentatività del partito nella società italiana. L'Opinione e la sua Comunità s'impegnano ad organizzare i laici, i liberali, i riformatori insieme con i riformisti del volontariato solidale! (l'Opinione)

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