domenica 5 gennaio 2014

Caffè salato a Torvaianica. Mario Giardini

 



“Cosa ha preso al bar?”
“Niente. Ah, sì, scusi, un caffè.”
“E nient’altro?”
“No, nient’altro.”
“Mi mostri lo scontrino.”
“Non ce l’ho. Ma guardi che me l’hanno offerto.”
“Non c’è nessuno lì dentro. Solo lei, che è appena uscito.”
“Me l’ha offerto il proprietario perché…”
“Non ci interessa. Grazie, con lei abbiamo finito.”

I due finanzieri entrano nel piccolo bar di Torvaianica.

“Lei non ha fatto lo scontrino a quel signore.”
“Quale scontrino?”
“Quello per il caffè”.
“Ma gliel’ho offerto io.”
“Ma doveva batterlo, lo sa?”
“Sì ma vede… quello che è uscito è Beppe, un amico che fa l’idraulico. E che abita qui nella palazzina di fronte. Lo avevo chiamato perché il lavandino perdeva. Ma non c’era niente da riparare, solo una guarnizione lenta. L’ha stretta, non perde più. Non ha voluto niente per un lavoro di un minuto. Non beve e non fuma. Così…gli ho offerto un caffè. Ha accettato il caffè e rifiutato il cornetto. Poi è uscito…l’ho fatto…”

Uno dei due finanzieri prende appunti. Ascolta, mentre si sporge per leggere gli estremi della licenza.

“Ma che fa? Scrive? Cosa scrive? Venite a vedere, questo è il lavandino…”
“Tranquillo. Dobbiamo farlo per legge.”
“Sì. No. Vabbè … ho capito. Ma cosa scrive?”
“I fatti. Scontrino non batutto. Devo fare un verbale.”
“Un verbale?”
“Sì. C’è una multa.”
“Ho offerto un caffè ad un amico che mi ha fatto un favore. E lei mi fa la multa?”
“Sì. Purtroppo non posso fare altro.”

A questo punto il mio amico tace per qualche secondo. Poi mi dice: “ Sai… Giò m’ha raccontato che quei due avevano un sorrisetto stampato in faccia … sembravano divertirsi… gli è venuta voglia di saltare dall’altra parte del bancone e menarli… dice che non sa come ha fatto a trattenersi … pure in galera sarebbe andato …”

“Quando Giò ha chiesto di quanto era la multa, gli hanno risposto…fino a 230 €…invece, ne è arrivata una di 530 … cinquecento trenta euro capisci Mario?…cinquecento trenta euro… per uno scontrino di 80 centesimi…”

Potrei fermarmi qui. Ma conosco tutta la storia, e vale la pena raccontarla. Giò faceva il camionista nella piccola ditta di suo padre, che siede di fronte a me, esponendomi questo fatto miserabile. Ma Giò non voleva fare quel mestiere per tutta la vita, stare al volante per 2 milioni e mezzo di chilometri, come ha fatto il padre da quando compì i diciott’anni. E comunque gli affari, per i piccoli padroncini, già sette anni fa, lentamente scivolavano verso il baratro.

Così, decise di “scendere dal camion”. Padre e figlio vendettero un piccolo appartamento e due camion, piuttosto vecchiotti, per raggranellare i 280 000 euro necessari all’acquisto dell’attività. E’ un piccolo, modesto snack bar, che sta sul lungomare di Torvaianica. All’inizio, aprendo alle 6 del mattino, e chiudendo d’estate a mezzanotte, si tiravano su 3-4000 euro al mese, dopo pagato le tasse, l’affitto, e tutto il resto. Insomma Giò, con l’aiuto del padre, s’era “comprato uno stipendio”, dignitoso e faticoso, con cui campare la famiglia.

Ci lavoravano in cinque, Giò moglie e mamma o sorella saltuariamente, più due dipendenti. Adesso di dipendenti non ce n’è più. Nonostante siano rimasti in due, Giò e la moglie, ormai devono scegliere, a fine mese, se pagare l’affitto o le tasse.

“Solo di “monnezza” sono circa seimila euro all’anno … Giò è in ritardo di 8 mesi con l’affitto … ”.
Supponendo che l’utile lordo su un caffè da ottanta centesimi sia il 30% e che lo stato ne pretenda la metà sotto forma di tasse, 530 euro di multa sono 3500 volte il valore “sottratto” all’erario. Tremilacinquento volte.

E’ il primo giorno di questo 2014 … raccontando, il mio amico si è incupito.

Lo conosco da tanti anni. Gli sono sinceramente affezionato. Mi ricorda mio padre: uomini buoni, onesti, un cuore grande così.

Non c’è rabbia, o impotenza, nel suo sguardo. Solo odio. Tanto odio. Odio per questo mostro che abbiamo contribuito a creare, o che abbiamo lasciato che altri creassero. Un mostro che ha divorato il paese più bello del mondo. Uno stupido e miserabile mostro che sta uccidendo anche sé stesso, poiché non si rende conto che il banchetto è finito da un pezzo..

Mi viene da pensare che se anche uno come il mio amico è in questo stato d’animo, allora non saranno certo i forconi a tramutare quest’odio in azione. Ma i kalashnikov.

(the FrontPage)

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