lunedì 25 agosto 2008

Anm: politicizzati e straparlanti. Davide Giacalone

Giuseppe Cascini, segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, può tranquillamente essere bocciato in diritto, storia e politica. Gli studi, su di lui, sono passati come il pudore per il ridicolo, senza lasciare traccia. Si lamenta di un’ipotesi: “se introduciamo la politica nel Csm ...”. A parte l’ennesima violenza togata alla lingua italiana, come sarebbe a dire: “se”. Il Consiglio Superiore della Magistratura è organo politicizzatissimo, eletto tramite correnti corporative e partitiche. Ma gli sfondoni arrivano appresso.
Dice che ove non si conservi l’unità delle carriere potrebbe intervenire la Corte Europea. Scempiaggine superlativa, giacché in Europa sono ovunque separate. Né rileva il fatto che la Costituzione italiana è invocata in senso opposto, giacché la questione non sarebbe di competenza europea, ed ove lo fosse ciò deporrebbe contro quella lettura, alquanto storta, del nostro dettato costituzionale. Gli studi universitari sono alquanto decaduti, se si può superarli in queste condizioni.
Sostiene il nostro pensatore che se la politica s’impadronisse del Csm si tornerebbe al fascismo, con l’obbedienza al regime. Si è già negata validità alla premessa, ma anche la deduzione è sbagliata: la magistratura italiana, durante il fascismo, dipendeva dalla politica meno di oggi. Per avere giudici fidati si crearono i Tribunali Speciali, mentre il corpaccione dei magistrati, pur iscritto al fascio e ligio ai suoi odiosi rituali, conservò la sua natura e funzione. Oggi, invece, è la politica correntizia che decide delle carriere, dei trasferimenti, dei premi e degli incarichi. Un’orgia politicizzata come non ce ne sono mai state nella nostra storia unitaria.
Infine, la politica. Dato che il diritto non è il suo forte, il buon Cascini ha da ridire sulle prescrizioni di Berlusconi, considerandole mezze condanne. Al sindacalista togato sfugge del tutto la presunzione d’innocenza, contenuta nella Costituzione ed in un paio di trattati internazionali, come gli sfugge un principio che risale ai romani: è l’accusa che deve dimostrare la colpevolezza, non l’accusato la propria innocenza. Se non ci riesce in un dato tempo vuol dire che non ne è capace. Vale in tutto il mondo civile e vale a dimostrare quanto politicizzata sia la funzione del segretario dell’Anm.

1 commento:

Anonimo ha detto...

caro presidente,separi queste benedette carriere, e metta i pm sotto controllo politico,sono incontrollabili, fanno politica, e indagano chi non la pensa come loro,cioe'silvio berlusconi.