sabato 2 agosto 2008

Del Turco dimenticato. Massimo De Manzoni

Qualcuno si ricorda Ottaviano Del Turco? Sì, l’ex sindacalista che fino a metà luglio faceva il presidente della Regione Abruzzo in quota Partito Democratico: qualcuno se lo ricorda? L’hanno preso e sbattuto in carcere venti giorni fa. È accusato di corruzione e subito i pm e i loro trombettieri hanno fatto capire che le prove erano schiaccianti, salvo poi tenerlo tre giorni in isolamento per evitare... l’inquinamento delle prove.

Noi del Giornale che, ammettiamolo, un po’ di sana diffidenza nei confronti della pubblica accusa ce l’abbiamo nel Dna, abbiamo cercato di andarci a fondo. Tra gli strepiti dei giustizialisti e nel silenzio dei compagni di partito di Del Turco, dal lavoro del nostro Gian Marco Chiocci è emerso più di qualche dubbio sulla solidità dell’inchiesta abruzzese: conti che non tornano, case «comprate con tangenti» che non esistono, intercettatori che intercettano tutto meno che la voce dell’indagato, «pentiti» che fotografano tutto meno il passaggio di denaro. Insomma, niente pistola fumante.

Nemmeno questo basta a dare fiato ai garantisti che, ci assicurano, sono in maggioranza anche nel centrosinistra, ma sono talmente intimiditi dai Di Pietro e dai magistrati che faticano assai a tirare fuori la voce. Poi all’improvviso, quando si sente sotto schiaffo per tutt’altra faccenda (il caso Telecom e i presunti conti segreti), la dirigenza del Pd esala un timido accenno di critica all’inchiesta abruzzese, prima di precipitare di nuovo nel silenzio più totale.

Nel frattempo Del Turco continua a soggiornare in cella e, visto che non lo chiede nessuno, lo facciamo noi: perché? Non è che abbiamo particolari motivi di simpatia nei confronti dell’ex socialista che, tra l’altro, ai tempi dei guai giudiziari di Bettino Craxi fece un po’ come Amato: l’alieno ingrato. Però, siccome la galera «gratis» non ci piace, non riusciamo a farcene una ragione: quali sono i motivi che impongono la custodia in carcere di quest’uomo? Reiterazione del reato? Impossibile, si è dimesso dalla carica. Inquinamento delle prove? Vien da ridere. Pericolo di fuga? Riesce difficile crederlo.
Eppure, a quanto pare l’ex governatore deve marcire in galera. E se poi per caso il processo dimostrerà che è innocente, pazienza: tanto il referendum sulla responsabilità dei magistrati se lo sono scordati tutti. Come Del Turco. (il Giornale)

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