sabato 19 dicembre 2009

Più Valium per tutti. Peppino Caldarola

La sorpresa dell’anno è stata Gianfranco Fini. L’acidulo segretario di An non solo si è buttato un po’ a sinistra, ma si è messo a fare lo spiritoso. Secondo la mitica Velina Rossa di Pasquale Laurito, esemplare unico di giornalismo corrosivo, il presidente della Camera avrebbe mandato un flacone di Valium come regalo di Natale a Vittorio Feltri. Se Massimo Tartaglia avesse preso esempio da lui non saremmo precipitati in questo casino. Probabilmente il direttore del Giornale non prenderà le gocce di tranquillante. Forse gli sono venuti in mente i versi di una canzone di Vasco Rossi: «10 gocce di valium / per dormire meglio / 10 gocce di valium / per dormire sul serio / 100 gocce di valium / per non sentire più niente / cancellare la mente / e domani mattina / non svegliarsi neanche». È per questo che il direttore del Giornale appare più affezionato a calmanti tradizionali da usare con parsimonia, infatti ha suggerito a Fini «di non esagerare con il lambrusco».

Il gesto del presidente della Camera, tuttavia, rischia di diventare una moda. Mandare psicofarmaci come dono di Natale può risolvere l’annoso problema dei regali.

Dieci gocce a quello, una compressa appena sveglio a quell’altro, uno sciroppo al terzo e ci si toglie dall’imbarazzo di girare per negozi. L’unico problema è trovare un medico e un farmacista compiacenti oppure, in qualche caso, essere costretti ad ordinare direttamente al produttore una confezione magnum.

Ne avrebbe bisogno ad esempio il mio amico Fabrizio Cicchitto. Sono anni che gli rompono i maroni su questa storia dell’affiliazione giovanile alla P2. Lo vedete che sta sempre in guardia perché sa che il cretino di turno gli rimprovererà prima o poi l’iscrizione alla Loggia. Persino Luca Telese, un tempo prima firma del Giornale, oggi fa lo spiritoso sul Fatto con la biografia del capogruppo Pdl. Cicchitto, come faceva da ragazzo quando si buttava all’assalto dei fascisti e si faceva regolarmente menare, non sopporta più di essere definito un uomo di destra. Lui, che non è mai stato craxiano ma che da Craxi è stato tirato fuori dall’ombra, vede complotti ad ogni angolo di strada. Gli fa più paura il comunismo da quando non c’è più che negli anni d’oro del Pci. Mistero glorioso. Anche a lui un sedativo non farebbe male.

Valium o uno sciroppo per la gola, con divieto assoluto di ingurgitare contemporaneamente bevande alcoliche, lo darei anche a Daniele Capezzone. Il portavoce dei falchi del Pdl, volando alto sui cieli freddi della politica, strepita contro il mondo che non ha scoperto, come lui ha fatto tardivamente, le virtù del Cavaliere. Si sa che i convertiti sono visionari, ci mettono in guardia dal Diavolo e ci illustrano i miracoli dei Santi. Capezzone, che è persona intelligente con un buon uso della sintassi, spesso esagera e si lancia in battaglie improbabili, tutte ad uso e consumo delle agenzie di stampa, che non trovano proseliti neppure fra i più accesi fautori del premier. Da quando in tv appare più spesso Giorgio Straquadanio, altro acceso sostenitore del premier, il suo malumore è accresciuto. Serve una dose da cavallo.

Una tisana di finocchio, con poche gocce di valeriana, la darei invece a Marco Travaglio. Il suo cattivo umore e la risatina isterica sono sicuramente frutto di cattiva digestione. Se capite il suo problema proverete molta comprensione per lui. Sono vent'anni che è costretto a fare le fusa per la categoria più noiosa e spocchiosa che esista sulla faccia della terra, i magistrati. Deve per di più mandare a memoria migliaia di pagine al giorno di sentenze sgrammaticate e deve fingere di essere amico di Michele Santoro e di Furio Colombo, le etoile della danza giustizialista. Sono anni che solo lui tira su le copie e l’audience e figura invece sempre come l’invitato di lusso invece che come il benefattore. È chiaro che gli viene il mal di stomaco.

Andrebbe sedato anche Alfonso Signorini, detto da Dagospia “Alfonsina la pazza”. Il direttore di Chi impazza su tutte le reti tv e da quando ha gestito lo scandalo Marrazzo crede di avere in mano non solo il destino di Belen e Fabrizio Corona, un altro da calmare con dosi gigantesche, ma anche quello della repubblica. Il gossip è diventata materia di notismo politico e chi meglio di lui può introdursi nelle camere da letto? Il troppo sesso non fa male alla vista, come ci dicevano da piccoli, tuttavia suscita un’ipertrofia dell’ego, anche senza Viagra, in questo caso del tutto inutile.

Il Pd pugliese, e Massimo D’Alema, una confezione magnum di Valium la manderebbero volentieri a Nichi Vendola. Il governatore pugliese è uno sfascia-famiglie. Come don Rodrigo cerca di impedire il matrimonio fra Renzo-Pd e Lucia-Udc. I suoi “bravi” sono un migliaio di supporter che lo seguono dappertutto e che intasano internet di messaggi che lo santificano. Se fosse più grasso sembrerebbe Chavez. È la prima volta nella storia della sinistra che un leader rischia di mandare all’aria una campagna elettorale e l’intero schieramento amico perché è sicuro di avere gli dei dalla sua parte. Calmarlo sarà un’impresa impossibile.

Regalerei un unguento per il lato B a Piero Sansonetti. Il mio caro amico gira sempre in bicicletta ed è diventato l’ospite prediletto di tante trasmissioni televisive. Lo vedono correre con la sua bicicletta scassata in lungo e in largo fra via Teulada, Saxa Rubra e la sede di Mediaset, con il sole e con la pioggia. Temo che se continua così soffrirà prima o poi di quella fastidiosa foruncolosi che patiscono tutti i campioni delle due ruote.

Una buona confezione di psicofarmaci la darei anche a Giorgio Merlo, deputato Pd, e a Pancho Pardi, senatore Idv. Li sento molto vicini. Sono stato un parlamentare facondo. Non c’era giorno che non avessi un parere da regalare a una agenzia di stampa o a un quotidiano. In verità non ho mai chiamato un collega, mi chiamavano loro. Tuttavia di rado stavo zitto. Merlo e Pardi mi hanno superato. Anche la domenica mattina, alla prim’ora, troverete una loro frase, un insulto, una polemica sulla “qualunque”. Qualche goccia di un farmaco esilarante e passa subito. Una buona risata calma anche il protagonismo eccessivo.

A Di Pietro non darei nulla. È incurabile. In verità gli psichiatri affrontano anche le ossessioni più tenaci, ma credo che questo caso umano sia al di sopra anche della scienza. Si può provare con Milingo. Sennò pazienza, tenetevelo.

A Walter e Massimo manderei una tisana dell’amore. Questi due vecchi ragazzi ci hanno rovinato la vita. Prima d’amore e d’accordo, addirittura si erano fatti fotografare insieme in piazza San Pietro con prole in attesa di un discorso del papa, poi hanno preso a menarsi come due maniscalchi. Chi si è messo in mezzo le ha prese da tutti e due, chi ha provato a tifare ora per l’uno ora per l’altro è stato triturato dai portaborse, chi ha sperato che si togliessero dalle balle li ha visti miracolosamente riuniti il tempo di far fuori l’importuno. Suggerisco l’erba degli Angeli, detta “angelica” ovvero Angelica archangelica ombrellifera che dovrebbe riaccendere il desiderio. Se non si riappacificano adesso che hanno raggiunto la mezza età rischiano di apparire patetici.

Una dose massiccia di sedativi la darei ad Antonio Cassano che più si avvicinano i mondiali, da cui sarà escluso, e più rischia di dare i numeri. È in buona compagnia. Prima di lui hanno patito Rivera, Baggio e Zola. La “lippite” è una brutta malattia da cui possono guarire tutti, tranne la Nazionale e la Juventus. José Mourinho, invece, può ritirare piante officinali gratis direttamente da Harrods a Londra dove potremmo rispedirlo con un biglietto di sola andata e vaffanculo compreso.

Al Cavaliere un lecca-lecca con la statuina del Duomo di pan di zucchero e camomilla. Quest’anno gliene sono capitate talmente tante che pover’uomo ha bisogno di addolcirsi la bocca. Se penso che lunedì mattina scorsa appena sveglio e dolorante si è trovato di fronte Ignazio La Russa non posso non provare un intimo sentimento di compassione.

A Gianni Pennacchi un pensiero affettuoso. In mezzo a tanta gente livorosa a cui consigliamo psicofarmaci e tisane, si sentirà la sua mancanza, siamo stati privati delle sue battute sferzanti e del suo sorriso. Lui forse il Valium l’avrebbe mandato a tutti noi. (il Riformista)

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