sabato 16 gennaio 2010
Ennesimo fascicolo contro il Cavaliere. Giorgio De Neri
Le pratiche a tutela del Csm, aperte a causa di dichiarazioni di Silvio Berlusconi contro singoli magistrati o contro tutta la magistratura associata, sono ormai a cifre da record. In questo anno e mezzo di governo siamo ormai a quota cinque, a partire dalla prima che riguardava il processo Mills, su sette aperte in tutto. L’ultima risale allo scorso 8 settembre per battute contro le procure di Milano e Palermo dove erano già in incubazione da mesi le rivelazioni di Spatuzza. Lo scorso dicembre anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano aveva avvertito il plenum che forse era il caso di darsi una calmata ma gli interessati hanno fatto orecchie da mercante. Così adesso l’ultimo “casus belli”, a ben vedere, salta fuori per una semplice battuta, magari di cattivo gusto, quella con cui, illustrando mercoledì il fantomatico piano carceri di Ionta, il Cav si era lasciato sfuggire che “certi pm sono peggio di Tartaglia”. Tartaglia ovviamente è il presunto psicolabile che a momenti lo accoppava tirandogli in faccia una statuetta in miniatura raffigurante il Duomo di Milano poco prima dello scorso Natale durante uno dei tanti bagni di folla cari al premier. Giorgio Napolitano aveva invano invitato il Consiglio Superiore della Magistratura a mantenere “serenità ed equilibrio” nell’analisi delle pratiche a tutela di magistrati oggetto di accuse da parte di Silvio Berlusconi. L’auspicio del presidente della Repubblica era contenuto in una lettera che il consigliere del presidente della Repubblica per gli affari dell’amministrazione della Giustizia Loris D’Ambrosio aveva inviato al vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Napolitano aveva ribadito “l’esigenza di fare un uso responsabile e prudente dell’istituto delle pratiche a tutela dei magistrati, che ora, in seguito a una modifica regolamentare, è stato ancorato a stringenti e rigorosi presupposti”. Invece alla prima nuova occasione, e altre di certo non mancheranno visto il caratterino del Cav, rieccoli piombare pavlovianamente nel riflesso di difesa corporativa, che ieri ha scandalizzato molti membri della maggioranza, tra essi il portavoce Daniele Capezzone, il ministro dei beni Culturali Sandro Bondi e il vice capogruppo al Senato Gaetano Quagliariello, che non hanno perso l’occasione per dettare alle agenzie dichiarazioni di fuoco sull’ingerenza delle toghe nella politica. Diversa invece, e ovviamente, è stata la valutazione data dall’opposizione, che nel caso del Pd appoggia i giudici non per convinzione ma solo per marcare la differenza rispetto al Pdl. Mentre in quello dell’Idv, e segnatamente del suo esponente e portavoce ufficiale del movimento Leoluca Orlando, l’adesione ai concetti espressi dal Csm si fa più convinta. Anche nei toni: “Le continue aggressioni di Berlusconi ai magistrati sono un atto di terrorismo istituzionale”. Ipse dixit e quindi Amen. (l'Opinione)
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