«Fui definita fascista e questo, come si sa, è il modo migliore per eliminare per sempre un autore». Come ha ragione Susanna Tamaro, lo ricordo oggi che si consegna il deprecato premio Acqui storia. Gli autori classificati come fascisti o simili cessano di esistere agli occhi censori della Mafia di stampo culturale.
Una volta emessa la scomunica accadono due effetti: chi è di sinistra si adegua all’anatema e procede a isolare e cancellare il Reprobo Difforme, chi è moderato cerchiobottista non concorda, ma temendo l’accusa di collaborazionismo, si accoda e finge che l’autore maledetto non esista. Certificata così la scomparsa, quell’autore-come dice la Tamaro - è «eliminato per sempre».
Oggi ha una possibilità di redimersi: deve dichiararsi antiberlusconiano. Così viene sospesa la pena e rientra tra i viventi. Ma chi per una vita non si è accodato alla retorica sinistrese e antifascista pensate che possa accodarsi per opportunismo al coro antiberlusconiano?
E così, pur non essendo berlusconiano ma conservatore, cattolico tradizionale o di destra, l’autore incassa una duplice squalifica.
Ha speso una vita a scrivere cose scomode e scorrette? Ora si becca pure l’infamia di farsi etichettare come servo. Cosa resta da fare a quell’autore? Rinnegare tutto o rinnegarsi lui.
Mentre lui viene «eliminato per sempre », la Consorteria protesta per la libertà in pericolo a causa del «bavaglio alle intercettazioni ».
Si mettono a tacere le idee, ma non le mignotte... Tappano la bocca al dissenso, l’aprono alla dissenteria. (il Giornale)
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