sabato 11 febbraio 2012

La visita di Mario Monti in America è una "bolla" mediatica tutta italiana. Edoardo Ferrazzani

Le “bolle” speculative nell’economia sono dolorosissime. Come sottovalutarne gli effetti. Da tempo però non si vedeva una mini bolla ‘mediatica’. Quella che sta avendo luogo in Italia per la visita di Mario Monti negli Stati Uniti è una di quelle. Aperture quasi epiche su ‘Repubblica’ e ‘Corriere’, col sapore da onore ritrovato e verginità ricostruita, dopo l’onta vissuta durante regno berlusconiano.

Copertina del Time magazine, con un grigissimo Monti (mai un sorriso sig. Presidente, surtout pas). Sulle ragioni per cui i media italiani si esercitino con tanta baldanza sul ‘viaggio in America’ del presidente del consiglio non eletto, Mario Monti, non occorre tornare. Dopo il disarcionamento del presidente Berlusconi, tutto luccica. Sulla Repubblica, Federico Rampini fa una cronaca editoriale i cui toni parlano da soli.

Per il rigido neo-investito Marco Polo di Repubblica, da anni ormai di ritorno in esilio in America, l’incontro tra Barack Obama e Mario Monti segnerebbe un cambiamento significativo, “… un’allusione delicata all'uscita di scena di Silvio Berlusconi con cui l'Amministrazione democratica ebbe un rapporto a dir poco diffidente. Con Monti il cambiamento di tono è immediato. Finalmente il dialogo è tra simili. Molto simili davvero”.

A cosa faccia riferimento il (probabile) prossimo direttore de ‘La Repubblica’ non è molto chiaro. Cosa dovrebbe unire i due uomini? Uniformità di pensiero politico? Barack Obama in Europa sarebbe considerato un incrocio politico tra Gerhard Schroeder e Louis Zapatero, anti-flessibilità, anti-religione, pro-sindacati, pro-spesa pubblica e pro tutto quello che la crisi del modello di spesa pubblica europea sta attualmente ridimensionando. In particolare in materia di lavoro, Mario Monti pare stia portando (finalmente) l’Italia nella direzione opposta, dopo decenni di barricate ideologiche. Di similitudini poche.

Quanto al Corriere della Sera, sul sito internet del quotidiano di Via Solferino ci si compiaceva che in pochi mesi, il Time magazine avesse offerto due copertine a italiani, una a Berlusconi in occasione della sua dipartita, e l’altra adesso con Monti. Non sorprende che il settimanale della rete progressista della Time Warner giochi sull’estero. Time Magazine è infatti uno di quei settimanali statunitensi alla Newsweek e Life che stanno lentamente sparendo dal panorama editoriale USA. Quanto agli Stati Uniti, è lecito affermare che oltre-atlantico vi sia lo stesso entusiasmo? Non parrebbe proprio. Tutt’altro. Il presidente Monti (e dispiace sempre un po’, non fosse altro per amor di Patria), sui giornali americani c’è a mala pena arrivato.

Bastava andarsi a leggere le prime pagine (e anche quello all’interno), cartacee e non, dei maggiori giornali nazionali statunitensi delle città di Washington DC e New York. L’unico noto quotidiano che ne ha dato notizia, a pagina 13, è stato ieri il ‘Washington Post’. Titolo: “Monti manda indietro la palla sul debito”. Paginata unica e grafici sul debito italiano, con proiezioni di crescita, del debito, oltre al 125% per i prossimi tre anni. Una cronaca dei vari buoni propositi, su crescita economica e riduzione del debito, che il premier italiano è andato a promuovere a Washington DC.

Pare anche che Barack Obama abbia chiesto informazioni su Angela Merkel, il cancelliere tedesco le cui scelte di politica economica e fiscale europea non piacciono un granché ai neo-keynesiani della Casa Bianca. Appare chiaro che – piaggeria dei media italiani a parte nei confronti dell’attuale premier – in Italia non si voglia raccontare la realtà.

Negli Stati Uniti, salvo per qualche progressista radicale della rete televisiva MSNBC e per la minoranza pro-spesa pubblica che pure ha forza mediatica oltre-Atlantico, l’Europa non esiste più politicamente. Per i Repubblicani, l’Europa è diventata l’esempio negativo, il cammino da non seguire, soprattutto in materia fiscale e di governance (i tecnocrati a ragione sono profondamente biasimati nel GOP).

Per gli americani, o almeno una parte di essi, rimangono simbolicamente forti i legami storico-religiosi del passato, e per certi versi quelli finanziari e bancari di oggi. Gli interessi comuni però sono, e saranno, sempre meno. Come abbiamo già raccontato su l’Occidentale, gli Stati Uniti guardano al Pacifico ormai. L’Europa è diventata al massimo un mercato dove piazzare i prodotti made in Usa. In questo senso, la visita di Mario Monti negli Usa non cambia di molto lo scenario purtroppo. (l'Occidentale)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

come vi rode cari leccaculo del nano
come vi rode monti che è una bellezza,
l'unica verità è che il nanobugiardo non c'è più
E VOI ROSICATE!!!!!!

Anonimo ha detto...

li vostro b. si è dovuto dimettere perchè incapace di governare, anche se aveva i numeri in parlamento(con i voti di fiducia, perchè chi non votava non prendeva l'obulo.)Ricordati che eravamo la barzelletta di tutti. In Europa non lo filava nessuno anzi l'ho evitavano. Ferrazzani avanti cosi, prenoti un posto in parlamento, come il sig. giacalone faceva durante i governi del centrosinistra in quota PRI. I risultati si sono visti. Infine pagato dal b.

Anonimo ha detto...

Grazie Monti per averci restituito dignità a livello internazionale.
Grazie Berlusconi di essersi tolto dai maroni.

Michele Santini