Martedì spread alle stelle e Borsa a picco, mercoledì spread giù e Borsa su, oggi e domani chissà. Renato Brunetta, che cosa sta succedendo?
«Ma il premier Monti non aveva detto, qualche giorno fa in Asia, che la crisi dell’eurozona era finita? Mi viene da sorridere.
E resto allibito anche dal fatto che il presidente del Consiglio abbia attribuito il peggioramento dello spread alla Spagna o alla Marcegaglia. Forse è stanco. Un Monti freddo e razionale non avrebbe mai detto queste cose, profondamente sbagliate».
Qual è allora il quadro vero?
«Andiamo con ordine. La nuova bufera colpisce l’Eurozona dal 21 marzo scorso, quando Citigroup esprime preoccupazioni per la Spagna. Si riapre la caccia alla volpe, stavolta la preda è Madrid. Il tutto senza particolari ragioni se non quelle che conosciamo benissimo: debolezza di governance della Ue, impotenza della Bce, reazioni in salsa tedesca troppo limitate e sempre in ritardo. Le vittime vengono designate sulla base di pretesti. È una storia che abbiamo già visto dal 4 ottobre del 2009, cioè dalla scoperta del buco nei conti pubblici della Grecia».
E la speculazione brinda.
«Oltre alla speculazione c’è qualcun altro che ci guadagna: la Germania. L’Europa non si è chiesta quale fosse la sua vera debolezza, che consiste nell’egoismo tedesco, incapace di redistribuire la sua crescita. Nessuno ha riflettuto sul fatto che l’attacco alla Spagna sia giunto negli stessi giorni in cui il governo Rajoy varava una manovra da oltre 27 miliardi? Insomma, la vittima ha sempre torto. Nel frattempo, la Germania piazza bund decennali all’1,64%, un tasso mai visto in precedenza. L’Eurozona finanzia il debito tedesco, a costo zero per Berlino».
Da noi, i tassi aumentano.
«Se fossimo dei farabuttelli di provincia diremmo che è colpa di Monti. Ma siccome siamo persone serie, non diciamo simili bestialità, pur ricordando che venivano pronunciate da tutti qualche mese fa. Allora fu messo in croce Berlusconi, oggi potremmo fare la stessa cosa con Monti, ma non è cosa seria. Però non si dica che è colpa dell’articolo 18 o della Marcegaglia, o della crisi dei partiti, o della corruzione, perchè sono scemenze. La colpa di Monti è di non aver battuto i pugni in Europa, per riequilibrare l’insopportabile vantaggio tedesco in questa fase».
Quindi lo spread...
«Ma che cosa avremmo dovuto fare ancora? Il governo Berlusconi ha approvato manovre per 265 miliardi, abbiamo il pareggio di bilancio nel 2013, Monti dispone di una maggioranza mai vista, fa cose buone e abili e lo spread sale di 100 punti in un lampo? Basta con questo masochismo, mentre i mercati se la ridono».
Si accettano suggerimenti.
«Occorre una duplice operazione. Una in Europa, facendosi capofila di tutti i Paesi che in questa situazione non ci stanno più, cioè tutti tranne la Germania, modificando i termini del fiscal compact e chiedendo a gran voce gli Eurobond. In casa, ci vuole una riduzione straordinaria del debito pubblico, vendendo gioielli di famiglia per 200/300 miliardi. Un’operazione che libererebbe enormi risorse per la crescita, e che neppure noi siamo riusciti a fare per il conservatorismo di Tremonti e della Lega. Se il governo Monti, con la maggioranza e l’appoggio mediatico di cui dispone, non è capace di attaccare il debito, allora mi chiedo perchè esista il governo Monti».
Qual è il giudizio sulla riforma dell’articolo 18?
«O c’è migliore efficienza nella creazione di posti di lavoro, oppure è meglio non far nulla. Il testo del governo è insufficiente. E del resto, non si può fare una riforma con tutte le imprese contro e la sola Cgil a favore».
Arriva l’Imu, probabilmente aumenta l’Iva, e il viceministro Grilli annuncia che le stime della recessione saranno riviste in peggio.
«L’Imu, e le famiglie se ne renderanno conto presto, è insopportabile, e porterà effetti perversi: sarà un boomerang. Quindi bisogna far valere gli aumenti dell’imposta sulla casa per il solo 2012, farli pagare a rate, e ritornare all’esenzione della prima casa dal 2013.
Quanto all’Iva, mi chiedo a quali esiti stia portando la strombazzata spending review. Se anche l’ottimo ministro Giarda alza le mani in segno di resa, non cavano un ragno dal buco. A cosa serve un governo tecnico se non a fare le cose difficili? Se lo spread peggiora, faremo un governo tecnico al quadrato?». (il Giornale)
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