Ce l’aspettavamo, la consueta lezioncina di buona diplomazia sull’Iran. E’ puntualmente arrivata, per la firma dell’ottimo Lucio Caracciolo, sulla Repubblica di ieri. Il suo ragionamento è il seguente: bisogna parlare anche con il Diavolo, lo fanno tutti, compresi gli israeliani, prima o poi lo faranno anche gli americani (Obama), e noi per fare i filo-israeliani e i filo-americani resteremo col cerino in mano. Rifiutando «di ricevere il presidente iraniano, il governo italiano sembra escludere l’utilità di negoziare col Diavolo». E siccome non sembra essere nemmeno favorevole all’attacco armato all’Iran, allora che politica fa l’Italia? «Il punto è - conclude Caracciolo - ci serve oggi discutere con gli iraniani, e in particolare con il loro presidente? La risposta è sì». Perché così non sparano addosso ai nostri soldati in Libano.
Sembra ragionevole, no? Soprattutto per un paese come l’Italia che tenta disperatamente di entrare nel gruppo 5+1, proprio per poter trattare con Teheran. E infatti la tesi sarebbe ragionevole se non si fondasse su una premessa del tutto falsa. La premessa falsa del ragionamento di Caracciolo è che Ahmadinejad non viene oggi a Roma per «dialogare», «discutere», «trattare» o «negoziare» (sono i quattro termini alternativamente utilizzati dall’editorialista di Repubblica). Viene per farsi vedere dal suo popolo mentre stringe la mano dei potenti del mondo, e rafforzare così la sua posizione. Viene per dare qualche pacca sulle spalle, e tornarsene poi a casa a costruire reattori nucleari e a impiccare omosessuali. Venisse per trattare a nome del suo popolo e del suo paese, certo che bisognerebbe trattare. Ma non viene per trattare. Se volesse, tratterebbe con l’Aeia sul programma atomico; oppure non avrebbe ripetuto che vuole distruggere Israele alla vigilia della sua visita a Roma. Per caso, quando Prodi gli strinse la mano all’Onu, dopo Ahmadinejad trattò? No, non trattò. Se ne tornò a casa più forte di prima.
La premessa della lezioncina di buona diplomazia è dunque completamente falsa. Qui non si tratta di trattare, dialogare, discutere o dibattere. Qui si tratta di dire a un pericoloso tiranno che se vuole trattare deve prima cambiare, o andarsene. Alle trattative non si va in ginocchio, altrimenti sono finite prima di cominciare. Ciò che succede oggi a Roma, e di cui siamo felici, è che per una volta l’Italia non si è messa in ginocchio.Chi martella sui princìpi, dice Caracciolo, maschera l’assenza di una politica. Ma chi martella sulla politica, maschera l’assenza di princìpi. (il Riformista)
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2 commenti:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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