lunedì 9 giugno 2008

Il mondo ritrovato. Livio Caputo

«Lo conosco, mi fido di lui, mi piace. È uno dei leader mondiali davvero interessanti», ha detto Bush al Tg1 di Berlusconi alla vigilia del suo arrivo in Italia. A sinistra qualcuno ha subito strillato che un elogio dell'odiato George W., ormai giunto a fine mandato, non vale niente, anzi dovrebbe essere addirittura considerato una specie di bacio della morte. Ma, con un po' di sconcerto di quella stampa internazionale da sempre ostile, che ha già rimesso il premier nel mirino, Bush è soltanto una delle voci in quello che sta diventando un coro. L'incontro tra Berlusconi e Sarkozy è stato un grande successo, tanto da far nascere l'ipotesi di un abbastanza inedito asse Roma-Parigi all'interno della Ue. Zapatero si è affrettato a venire a Canossa dopo gli stupidi attacchi di alcuni suoi ministri sul tema dell'immigrazione. Angela Merkel è ancora un poco sulle sue, perché si oppone all'ingresso dell'Italia nel cosiddetto gruppo 5+1 che tratta con l'Iran, ma è probabile che, visto l'entusiastico sì di Francia e America, presto si unirà al gruppo. Se a questo aggiungiamo il buon feeling (qualcuno dice fin troppo buono...) con la Russia di Putin e Medvedev, il nuovo rapporto con l'Egitto sanzionato dall'incontro con Mubarak e i rinnovati legami con Israele, bisogna concluderne che in meno di un mese Berlusconi, che secondo i suoi avversari avrebbe trasformato l'Italia in una specie di paria, le ha invece dato nuovo peso e nuovo prestigio dopo gli sbandamenti del governo delle sinistre: un nuovo peso che la visita di Bush (che in due anni non aveva mai ricevuto il professore) contribuirà a certificare.
Il bello è che non c'è neppure voluto molto, visto che il presidente del Consiglio non ha ancora avuto il tempo di compiere un solo viaggio all'estero. È bastato rimuovere i caveat che impedivano al nostro contingente in Afghanistan di cooperare in pieno con gli alleati, facendone una forza di serie B; è bastato prendere le distanze dai movimenti terroristici islamici, Hamas e Hezbollah, verso cui D'Alema era un po' troppo condiscendente; è bastato assumere una posizione più dura nei confronti dei piani nucleari di Teheran. Ma, a rilanciare il ruolo dell'Italia, ha contribuito anche la sensazione che a Roma c'è di nuovo un governo pronto a prendere di petto i problemi e capace di prendere decisioni epocali, come il ritorno all'energia nucleare. Insomma, nella partita a poker che è la politica internazionale, abbiamo di nuovo delle fiches da mettere nel piatto: cerchiamo di giocarcele bene, tenendo conto dei grandi cambiamenti che si preparano. (il Giornale)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosa vuole fare Berlusconi, secondo quanto lui ha annunciato Lui ha detto: “divieto assoluto di intercettazioni, salvo per i reati di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di criminalità organizzata e di terrorismo”. Per chi le fa, cioè per i giudici che le dispongono al di fuori di questi reati – ammesso che ce ne siano ancora, ovviamente – e per gli agenti che poi le realizzano assieme ai gestori telefonici che prestano il loro supporto: cinque anni di galera. Questa la pena massima prevista. Per i giornalisti che le pubblicano, cinque anni di galera anche a loro.

È interessante il fatto che lui annunci tutto questo proprio mentre a Napoli e dintorni lui va predicando che con lui ritorna lo Stato, arriva il pugno di ferro, arriva la tolleranza zero, arriva la certezza della pena.
È un altro cunicolo enorme scavato sotto le carceri e sotto i tribunali per farci passare naturalmente le solite pantegane grandi così, ma da quello stesso cunicolo passeranno anche topolini medi e piccoli, che sono poi quelli che vanno ad accrescere l’emergenza sicurezza, la percezione di insicurezza...

Facciamo degli esempi. Per l’omicidio, ad esempio, non è più possibile intercettare, se ha un senso quello che ha detto Berlusconi. Perché l’omicidio non è né mafia, né ‘ndrangheta, né camorra, o meglio, ci sono anche omicidi che non fanno parte di quelle organizzazioni. Per l’omicidio semplice - cioè io ammazzo un tizio non essendo un camorrista, un mafioso, un ‘ndranghetista e nemmeno un terrorista – non mi possono intercettare

Rapine in banca.
Mettiamo che per fortuna una telecamera abbia ripreso di sguincio uno dei rapinatori e che gli inquirenti illuminando bene le immagini riescano a intuire chi potrebbe essere fra le loro vecchie conoscenze, spulciando tra le foto segnaletiche. Bene, per trovare la prova che è veramente lui gli mettono il telefono sotto controllo, vedono se parla di bottino. Se ne parla con altri complici, arrestano anche i complici e si riesce a sgominare la banda. Non si potrà più fare. La rapina, se non è fatta da mafiosi, camorristi o terroristi, sarà impossibile, o quasi, da punire...

Prendiamo il molestatore che telefona, con telefonate oscene, alla ragazza. Tipico caso: la ragazza fa denuncia, mettono il telefono sotto controllo, risalgono al molestatore e il molestatore viene preso. Non si può più fare...

ed inoltre: ricerca dei latitanti ( se non sono mafiosi) reati finanziar (falsi in bilancio )

scalate bancarie (Banca Nazionale del Lavoro, le cooperative rosse e l’Unipol di Consorte)

Antonio Fazio, che continuerebbe a essere governatore della Banca d’Italia non sospettato di niente.

La truffa di Milano di Poggi Longostrevi che faceva le ricette facili a spese della Regione, con i rimborsi gonfiati ecc. 150 medici condannati grazie alle intercettazioni.

Niente. Non avremo più nulla di tutto questo.

A Torino, l’amministratore delle Molinette arrestato grazie alle intercettazioni perché pigliava le tangenti in ufficio su ogni fornitura, Luigi Odasso, anche lui sarebbe ancora al suo posto.

Pensiamo al Lazio, grazie alle intercettazioni hanno trovato i riscontri alle denunce di Lady ASL, quella che ha raccontato il grande scandalo della sanità, che poi è responsabile del grande buco della sanità del Lazio, che per fortuna si è tamponato grazie all’intervento della magistratura, non avremmo saputo quasi niente.
... altri mille...
misterblack

Anonimo ha detto...

Prima di parlare di nuclare, se avete le palle, guardate questo video (non adatto a chi non ha lo stomaco forte)

http://it.youtube.com/user/hausjellp

Anonimo ha detto...

PACIFISTI DOUBLE FACE
di Mario Cervi

Finalmente, ieri pomeriggio, si sono svegliati a Roma gli appassionati del corteo di protesta contro le ingiustizie del mondo, i nemici delle dittature, gli amici degli oppressi, gli apostoli della libertà, i firmatari d’ogni possibile appello antifascista. Temevamo fossero evaporati, non avendone notato la presenza e nemmeno l’irruenza nei giorni scorsi, quando pure erano sembrate imperdibili le occasioni per dare sfogo ai loro slanci virtuosi.
La Città Eterna aveva dovuto ospitare, per una assemblea della Fao, alcuni tra i peggiori e più inquietanti attori della scena internazionale. S’era esibito, nel suo risaputo e minaccioso copione, l’iraniano Ahmadinejad: al quale piacerebbe tanto che Israele fosse cancellata - possibilmente in forma cruenta - dalla carta geografica. Nella speranza di veder realizzato questo suo sogno, Ahmadinejad allestisce ordigni atomici. Potrebbero riuscirgli utili. I romani hanno anche avuto il dubbio privilegio di vedere da vicino quel brutto ceffo che risponde al nome di Robert Mugabe: oppressore e affamatore del suo popolo. Si sono fatti vedere altri tipi poco raccomandabili, il Terzo mondo ne ha un serbatoio pressoché inesauribile. Ma la Roma del «no pasaràn» e del «go home» è rimasta tranquilla, zitta, serena di fronte alla presenza di questi forsennati che dovunque si trovino annunciano sfracelli. I descamisados delle rivoluzioncelle italiche erano tutti impegnati in assalti alle code alla vaccinara anziché ai palazzi del dispotismo.
Ma avevamo dubitato a torto. I nipotini dei «partigiani della pace», che vedevano in Giuseppe Stalin la personificazione della mitezza, si sono riavuti dalla catalessi non appena il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha messo piede a Roma. Subito in piazza, allora. A urlare contro questo potente e prepotente che anziché farsi nominare Capo dello Stato a vita - come è buona consuetudine altrove - tra qualche mese se ne andrà dalla Casa Bianca. Il raduno anti-Bush aveva connotazioni malinconiche: con i trombati dell’estrema sinistra nelle ultime elezioni politiche, con sindacalisti in disarmo, con i soliti dervisci impazziti dei centri sociali. Non sono in particolare sintonia con la politica di Bush, e ammetto che democraticamente lo si contesti. A patto che lo si faccia dopo aver riconosciuto - se si è onesti - che è alla testa d’una vera democrazia, e che governa nella libertà. Sa invece di malafede e di ipocrisia lontano un miglio il comportamento di chi tace al passaggio di tiranni tracotanti e si sente oltraggiato perché il presidente d’un grande Paese alleato è a Roma. Oltraggiati siamo noi, di fronte a questa doppiezza.

da Il Giornale

Anonimo ha detto...

Dal forum dell'Unità
L'umore degli elettori del PD
Caccia aperta a Walter

I DOLORI DEL GIOVANE WALTER


Veltroni ai dissidenti: «Congresso solo se ci si divide»

Il segretario Veltroni non ci gira intorno: si va a congresso solo se si vuol tornare indietro. Messaggio chiaro agli ex margheritini che gli stanno dando filo da torcere sulla collocazione del Pd nel Parlamento europeo. E ai socialisti di tutta Europa Veltroni chiede apertura e innovazione, a cominciare dal tema della sicurezza.

Il Partito Democratico, la democrazia interna la deve avere nel proprio DNA e la Democrazia dà ragione alla MAGGIORANZA, non siamo a MEDIOBANCA di cucciana memoria ove i voti si pesavano. Veltroni sei stato nominato x costruire COSTRUISCI e BASTA:=
(11/06/08 - 18.22) mario


dopo la fusione Margherita-D,S. è stato sempre uno strappo e un ricucire.Mi meraviglio che Walter Veltroni non abbia compreso che i D.Lcome sentono un fetore di rosso sono peggiori di Berlusconi aveva sempre in bocca "comunisti".Con questi è la stessa cos...
(11/06/08 - 18.17) Lutes


Ma si sperava veramente che i Rutelliani (voltagabbana) accettasero di NON essere piu' prime donne. Ce l'hanno nel DNA vogliono essere sempre al centro (anche politico) dell'attenzione DINI se ne e' andato in anticipo e' stato il precursore.
(11/06/08 - 18.12) OMERO TERRIN


Nominiamo DI PIETRO leader del PD, e che faccia piazza pulita!!!
(11/06/08 - 17.46) MC


Solo cinque parole: Torniamo indietro, che e' meglio!
(11/06/08 - 17.25) Paolo

......

segretario Veltroni non ci gira intorno: si va a congresso solo se si vuol tornare indietro. Messaggio chiaro agli ex margheritini che gli stanno dando filo da torcere sulla collocazione del Pd nel Parlamento europeo. E ai socialisti di tutta Europa Veltroni chiede apertura e innovazione, a cominciare dal tema della sicurezza.

Ha ragione Schulz: il problema è del Pd, non del Pse. I candidati alle primarie del 2007 dovevano esporsi chiaramente sulla questione, invece di temporeggiare: il voto degli elettori democratici avrebbe dato forza alla decisione del vincitore.
(11/06/08 - 1.32) Riccardo Patrian


Il partito PD-meno elle è nato per far fuori Prodi e riportare Berlusconi al potere. Obiettivo raggiunto in pieno. La sua opposizione ombra è in realtà l'appoggio ombra di Veltroni-D'alema-Fassino-Finocchiaro. L'unico che guadagnerà voti è DI PIETRO.
(11/06/08 - 1.17) pamela


Spero con grandissima passione, sincerità e anche sofferenza che i piani alti del PD ascoltino questo grido di dolore del suo popolo...non può la SINISTRA (o centroSINISTRA per non offendere nessuno!) perdere il suo unico partito moderato..
(11/06/08 - 0.32) Matteo


Ma si sa in Italia che vuol dire far parte dei democristiani o dei liberali? Anche se il PD non è più sinistra, schierarsi lì significa che l'Italia rinuncia ad un'altra Europa e conferma il cammino neoliberale deleterio ovunque e per tutti
(11/06/08 - 0.26) mauri dalla germania


Lo scoso aprile in campania ho votato e sostenuto il pd a prescindere dalle candidature imposte, mi sono turato ilnaso in tutti sensi,non solo per i rifiuti.Il prossimo anno starò attento:follini e rutelli possono fare a meno alle europee del mio voto.
(11/06/08 - 0.25) lorenzo

Anonimo ha detto...

Il caso del matrimonio annullato a Lille perché la sposa non era vergine, ha riportato alla luce un fenomeno che l'ordine professionale dei ginecologi osserva da tempo: "Ci chiedono certificati di verginità e riparazioni di imene. Non è un fenomeno massiccio, ma non si era mai visto prima: l'integralismo progredisce", dice il professor Jacques Lansac. E non sono donne con il velo a chiederlo, ma ragazze che hanno avuto una vita come quella delle loro coetanee di origine europea e che all'approssimarsi del matrimonio ricadono nelle tradizioni, nei ricatti delle famiglie, nell'assurdità di un uomo che vuole essere "l'unico".

DA REPUBBLICA

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e