Persino al generale Herbert Kappler, comandante nazista della Gestapo, fu consentito il ricovero all’ospedale militare del Celio - la storia poi ci consegna la sua evasione insieme alla moglie -; non credo che si possa minimamente paragonare il generale Kappler con il generale Contrada”. Parole di Giuseppe Lipera, anzi dell’avv. Giuseppe Lipera, tristemente diventato famoso perché, da legale della difesa, continua a combattere una battaglia per la dignità di Bruno Contrada.
L’avvocato dell’ex agente del SISDE ha scritto una lettera al magistrato di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere e al ministro della Difesa Ignazio La Russa, nella quale chiede la disponibilità immediata e il pronto trasferimento del suo assistito dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere all’Ospedale Militare del Celio a Roma.
La missiva è stata inoltrata “per quanto di eventuale competenza” anche al capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli e “per conoscenza” al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Nella lettera, Lipera spiega come Bruno Contrada, essendo un ex dirigente generale della Polizia goda del rango di generale di divisione o prefetto e, pertanto, debba usufruire della struttura sanitaria del Celio.
Questo, però, non è stato previsto nell’ultimo ricovero di dicembre al quale si è sottoposto l’ex 007 anzi, il magistrato, ha disposto il ricovero al Cardarelli di Napoli. Contrada, durante la degenza di fine 2007, inoltre, è stato ospitato nel reparto detenuti comuni del nosocomio partenopeo, ambiente che - come scrive l’avv. Lipera - ha contrariato giustamente il generale, le cui condizioni di salute sono sempre più critiche e il quale, spontaneamente, dopo pochi giorni ha chiesto di ritornare in carcere.
È questo l’ultimo atto di una vicenda che si protrae ormai da mesi e che, pare, non riesca a trovare alcuna soluzione. Si è parlato di grazia, di differimento della pena, sino alla richiesta di eutanasia presentata dalla sorella dell’ex agente, ma, intrappolati in una perfetta trama kafkiana, che lascia nel dramma insoluto dell’esistenza, con il passare delle settimane la vicenda di Contrada diventa sempre più inascoltata, sia dalle Istituzioni, sia da un’opinione pubblica continuativamente distratta e indifferente.
Intanto il tempo passa, la salute di Contrada si aggrava e la voglia di vivere dell’ex numero tre del SISDE si affievolisce come una candela che non trova più ossigeno e soffoca lentamente. L’ennesimo tentativo del suo legale, dunque, “è l’unica strada percorribile” - spiega Lipera - visto che la magistratura non intende concedere alcun beneficio all’anziano generale”.
Fin ora tutte le istanze proposte dalla difesa sono state rigettate, compresa la richiesta degli arresti domiciliari. A questo punto chiediamo e speriamo che il neoministro Ignazio La Russa sia sensibile e si interessi alla drammatica vicenda di un servitore dello Stato che, dopo anni di processi, nei quali hanno pesato le testimonianze di numerosi pentiti da lui stesso arrestati, si ritrova con una condanna di 10 anni da scontare per concorso esterno in associazione mafiosa.
Dalla diagnosi di dimissione del 29 aprile scorso dell’ospedale civile di Santa Maria Capua Vetere in quadro delle condizioni di Contrada appare allarmante. Il peso corporeo è al di sotto dei 68 chili e la miscela di diverse patologie su un fisico anziano (Contrada ha 77 anni) sono un rischio letale per la sua vita. La cartella clinica parla chiaro. Un elenco senza fine di malattie e, se molte le tralasciamo agli addetti ai lavori, anche per la complessità dei termini medici che ai più può significare poco, alcune sono di facile comprensione e di triste gravità. Contrada soffre di cerebrovasculopatia cronica aterosclerotica; ipertensione arteriosa; broncopneumopatia cronica; ernia iatale. Ha seri problemi alla vista: nell’occhio sinistro pseudoafachiae, in quello destro cataratta parziale senile. Inoltre, soffre di ipertrofia prostatica, depressione, ischemia e ritardo dell’attivazione ventricolare destra. Senza bisogno di dovere attingere ad un pizzico di autocritica certamente risulta noiosa l’ultima parte di questo articolo, ma forse informare dettagliatamente è l’unica cosa rimasta da fare. Speriamo un giorno di potere scrivere solo la parola“fine”al calvario di quest’uomo. (l'Occidentale)
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12 commenti:
LILLO MAIOLINO
LILLO
LILL
L
puf!!
C
R
E
T
I
N
O
Mastella (!) chiese la grazia èper contrada.
Rita Borsellino ha dichiarato:
“Ritengo l’ipotesi della grazia estremamente grave. Contrada è stato condannato per reati commessi tradendo la sua funzione di servitore dello Stato, quello stesso Stato per cui Giovanni, Paolo e tanti altri rappresentati delle istituzioni hanno consapevolmente dato la vita. Comprendo i sentimenti di pietà che si possono avere nei confronti di un uomo nelle condizioni di Contrada, ma la sua vicenda giudiziaria ha sempre lasciato l'alea del dubbio sul fatto che il dirigente del Sisde abbia detto fino in fondo ciò che sapeva sulle complicità di parte delle istituzioni con l'organizzazione mafiosa. Coloro che si accingono a decidere devono sapere che questo dubbio si riaccenderà anche sul loro operato. Uno Stato deve sapere distinguere e ricordare altrimenti il rischio, dirompente per un Paese democratico fondato sulla giustizia, è che domani possa apparire legittima e dovuta anche la grazia ai boss mafiosi. La mia richiesta al Capo dello Stato è da sorella di Paolo ma anche da parlamentare e da cittadina italiana.”
misterblack
MAUROM
MAU
M
ROM
Rita Borsellino non è l'oracolo di Delfi.
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