domenica 20 dicembre 2009

L'integrazione degli islamici. Giovanni Sartori

In tempi brevi la Ca­mera dovrà pronun­ciarsi sulla cittadi­nanza e quindi, an­che, sull’«italianizzazio­ne » di chi, bene o male, si è accasato in casa no­stra. Il problema viene combattuto, di regola, a colpi di ingiurie, in chia­ve di «razzismo». Io dirò, più pacatamente, che chi non gradisce lo straniero che sente estraneo è uno «xenofobo», mentre chi lo gradisce è uno «xenofi­lo ». E che non c’è intrinse­camente niente di male in nessuna delle due rea­zioni.

Chi più avversa l’immi­grazione è da sempre la Lega; ma a suo tempo, nel 2002, anche Fini fir­mò, con Bossi, una legge molto restrittiva. Ora, in­vece, Fini si è trasformato in un acceso sostenitore dell’italianizzazione rapi­da. Chissà perché. Fini è un tattico e il suo dire è «asciutto»: troppo asciut­to per chi vorrebbe capi­re. Ma a parte questa gira­volta, il fronte è da tempo lo stesso. Berlusconi ap­poggia Bossi (per esserne appoggiato in contrac­cambio nelle cose che lo interessano). Invece il fronte «accogliente» è co­stituito dalla Chiesa e dal­la sinistra. La Chiesa deve essere, si sa, misericordio­sa, mentre la xenofilia del­la sinistra è soltanto un «politicamente corretto» che finora è restato male approfondito e spiegato.

Due premesse. Primo, che la questione non è tra bianchi, neri e gialli, non è sul colore della pelle, ma invece sulla «integra­bilità » dell’islamico. Se­condo, che a fini pratici (il da fare ora e qui) non serve leggere il Corano ma imparare dall'espe­rienza. La domanda è allo­ra se la storia ci racconti di casi, dal 630 d.C. in poi, di integrazione degli islamici, o comunque di una loro riuscita incorpo­razione etico-politica (nei valori del sistema politi­co), in società non islami­che. La risposta è sconfor­tante: no.

Il caso esemplare è l’In­dia, dove le armate di Al­lah si affacciarono agli ini­zi del 1500, insediarono l’impero dei Moghul, e per due secoli dominaro­no l’intero Paese. Si avver­ta: gli indiani «indigeni» sono buddisti e quindi pa­ciosi, pacifici; e la maggio­ranza è indù, e cioè poli­teista capace di accoglie­re nel suo pantheon di di­vinità persino un Mao­metto. Eppure quando gli inglesi abbandonarono l’India dovettero inventa­re il Pakistan, per evitare che cinque secoli di coesi­stenza in cagnesco finisse­ro in un mare di sangue. Conosco, s’intende, an­che altri casi e varianti: dalla Indonesia alla Tur­chia. Tutti casi che rivela­no un ritorno a una mag­giore islamizzazione, e non (come si sperava al­meno per la Turchia) l’av­vento di una popolazione musulmana che accetta lo Stato laico.

Veniamo all’Europa. In­ghilterra e Francia si sono impegnate a fondo nel problema, eppure si ritro­vano con una terza gene­razione di giovani islami­ci più infervorati e incatti­viti che mai. Il fatto sor­prende perché cinesi, giapponesi, indiani, si ac­casano senza problemi nell’Occidente pur mante­nendo le loro rispettive identità culturali e religio­se. Ma — ecco la differen­za — l’Islam non è una re­ligione domestica; è inve­ce un invasivo monotei­smo teocratico che dopo un lungo ristagno si è ri­svegliato e si sta vieppiù infiammando. Illudersi di integrarlo «italianizzan­dolo » è un rischio da gi­ganteschi sprovveduti, un rischio da non rischia­re. (Corriere della Sera)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E la prima volta che mi capita di dover dare ragione a Sartori!

maurom ha detto...

Anche a me!

acchiappabufale ha detto...

Antibufala: aggressione a Berlusconi, videoaccuse di messinscena alimentate dai media tradizionali.

Sì, lo so che ho detto che non me ne sarei occupato perché la cosa era troppo patetica per darle notorietà, ma me l'avete chiesto in troppi, ormai la notizia è stata alimentata dal Corriere e da altre testate (complimenti), e probabilmente martedì sarò ospite di un programma televisivo nazionale italiano per parlare della complottomania proprio sulla base di questo e altri episodi recenti.

Per cui mi arrendo, mi turo di nuovo il naso e affronto l'indagine antibufala sulle accuse di messinscena intorno all'aggressione di domenica scorsa a Berlusconi.

Sia chiaro che faccio quest'indagine con estrema riluttanza, perché so che comunque parlarne – anche per sbufalarla – regala dignità a una storiella che proprio non ne ha e che un giornalismo responsabile dovrebbe semplicemente ignorare invece di gonfiarla pur di vendere qualche copia o spot in più. O se proprio ne vuole parlare, dovrebbe fare lo sforzo di accompagnarla con una documentata e dettagliata smentita delle accuse. Invece no. Troppa fatica, vero?

Questa è per ora una bozza d'indagine: chiedo il vostro aiuto per completarla rapidamente, anche perché non riesco a stare a lungo con il naso turato. Se proprio volete che io nuoti nella melma del complottismo, almeno nuotate un po' anche voi con me. Comincio a buttar giù un canovaccio e intanto vi chiedo di rispondere al sondaggio in alto a destra in questo blog, per capire (almeno informalmente) chi ha contribuito maggiormente alla diffusione di queste tesi demenziali.

Vediamo quali sono per esempio le accuse del video citato dal Corriere. A proposito: il Corriere linka una versione del video che sta sui propri server (così ci mette la propria pubblicità) anziché l'originale. Sulla base della descrizione fatta nell'articolo, riuscite a trovare il video originale? E' forse questo, che mi risulta essere il più gettonato, con oltre 439.000 visualizzazioni? E questa è la seconda parte?

E' importante trovare l'originale anche perché il Corriere ne mostra solo tre minuti e 20 secondi, ma dice che è lungo "circa otto minuti" ed è "diviso in due parti". Bella mossa, così il lettore non può fare confronti con il video intero e farsi una propria idea sulla base dei fatti completi anziché dei tagli operati dai media.

Comincio comunque ad esaminare le asserzioni presenti nella versione tagliata del Corriere.

acchiappabufale ha detto...

Nessuna fuoriuscita immediata di sangue

"Osservate il volto del presidente del consiglio: presenta un profondo taglio subito sotto l'occhio sinistro" dice la didascalia. Il video mostra poi l'immagine qui accanto.

"Ma andiamo a rivedere il momento esatto in cui viene colpito al volto.. Notato nulla di strano?" continua il video, mostrano una ripresa dell'impatto. "Non si nota alcuna lesione dopo che la statuetta [sic] ha colpito il volto del premier, eppure un taglio così profondo si sarebbe visto subito dopo l'impatto perché il sangue fuoriesce immediatamente, invece non si vede nulla.."

Forse l'autore dei video ha visto troppi film horror, perché nella realtà, almeno nella mia esperienza personale di collisioni con corpi laceranti e contundenti, il sangue non schizza fuori subito a fontanella in caso di taglio che non interessi un vaso sanguigno primario: ci mette qualche secondo a fuoriuscire. I medici che leggono potranno dire la loro su questa considerazione. Come termine di paragone si potrebbe trovare qualche video di infortunio sportivo, per esempio calcistico.

Il "fazzoletto scuro"


"Altro strano particolare" prosegue il video "cos'è quella sorta di fazzoletto scuro che viene immediatamente messo davanti al volto di Berlusconi?". E prosegue: "Risulta strano che in meno di un secondo abbia avuto subito disponibile qualcosa da mettere davanti alla faccia.. Sembra quasi che fosse stato pronto a compiere quell'azione.." . E ancora: "Ha poi mantenuto il volto coperto per tutto il tempo, finché non è stato portato in macchina.. Successivamente rimane qualche minuto nella macchina finché non esce per farsi vedere dalla gente e dalle telecamere".

Secondo quanto presentato da questo spezzone di Annozero si tratta di un sacchetto di plastica contenente dei documenti datigli in mano pochi istanti prima da un fan: nel video si vede chiaramente la sequenza di gesti che lascia il sacchetto nella mano sinistra di Berlusconi, che è quella che subito dopo il Presidente del Consiglio si porterà istintivamente al viso (qualcuno ha modo di catturare e mandarmi lo streaming dello spezzone per i miei archivi?). Repubblica ne ha un'immagine più nitida in questa fotogalleria:


La pausa prima di allontanarsi

"Come avete visto il premier ha perso parecchio tempo prima di andarsene cosa che, a livello di sucurezza [sic], è totalmente sbagliata perché l'aggressione iniziale poteva anche essere un diversivo per qualcosa di più grosso.. Pensate che se fosse successa la stessa cosa al presidente Obama l'avrebbero lasciato lì a cincischiare per diversi minuti? Assolutamente no! L'avrebbero portato via da quel luogo il più velocemente possibile.. Strano!".

Certo, la sosta è assolutamente criticabile. Ma concludere con quello "strano" significa insinuare che non ci sia stata una fuga precipitosa verso l'ospedale perché tanto la regia occulta sapeva che non ci sarebbe stato un seguito all'aggressione. Mi ricorda tanto le accuse a Bush che se ne rimase impietrito nella scuola elementare la mattina dell'11 settembre. E' facile costruire una tesi di complotto prendendo i pezzetti che servono, togliendoli dal loro contesto, e scartando tutto il resto. Dimenticando, per esempio, che la folla era assiepata davanti all'auto, che quindi non poteva partire, e che l'auto blindata era il luogo più sicuro dove collocare il ferito.

Il video si conclude (almeno nella versione tagliata del Corriere) con la solita ipocrita tiritera già vista in tanti altri complottismi, il classico "ma io sto solo facendo domande, mica accuso": "Con questo video non intendo accusare nessuno di niente.. voglio solo far notare che ci sono alcuni particolari strani e che la questione secondo me non è del tutto chiara". Il video finisce qui. E parte un altro spot del Corriere.

acchiappabufale ha detto...

L'applicatore di sangue finto

Il video scelto dal Corriere non include un'altra asserzione che va per la maggiore nelle accuse dei berluscomplottisti e che invece è presente per esempio in questo video a 2 minuti circa dall'inizio: "Ecco una foto scattata in auto molto sospetta" dice il video "cosa tiene in mano forse un aggeggio che lancia sangue finto?... Notare il sangue sembrerebbe proprio che qualcosa glielo abbia appena schizzato in faccia".

Eh già, perché il modo migliore per applicare del sangue finto sarebbe spararlo in faccia. Anziché usare, per esempio, un tampone. Siamo veramente oltre il ridicolo.

Giusto per chiudere la questione, riusciamo a identificare l'oggetto? Telefonino, torcia, walkie talkie, altro? Ecco una foto alla migliore risoluzione che ho trovato finora: potete ingrandirla cliccandovi sopra.

I commenti qui sotto suggeriscono che l'oggetto sia una torcia, specificamente una Luxeon Nu-Flare Rebel ad alta potenza, consigliata per applicazioni di polizia, come quella mostrata qui e segnalata da questa pagina di Facebook:

E' in vendita su Amazon, che ne mostra questa foto, in cui la somiglianza della parte posteriore all'oggetto visibile nella mano della persona nell'auto blindata è davvero notevole:

Le altre accuse

Ci sono anche altre asserzioni che girano in Rete, come la presunta stranezza della camicia di Berlusconi priva di tracce di sangue o il cambio d'inquadratura di una telecamera proprio al momento dell'attacco o la corsa al San Raffaele anziché a un ospedale più vicino, ma per ora la nausea ha il sopravvento e mi fermo qui.

La cosa che più mi schifa, in tutto questo pasticcio, è che i media tradizionali e i politici stanno accusando Internet di essere la cloaca dove si coagulano l'odio e la stupidità paranoica. Ma sono loro che regalano pubblicità a quella cloaca, invece di tirare lo sciacquone e occuparsi di cose più serie.

da http://attivissimo.blogspot.com/2009/12/berlusconi-aggredito-internettardi.html

Anonimo ha detto...

Sartori, invece che cercare risposte nell'"esperienza" derivata da situazioni storico-sociali del tutto diverse da quelle di oggi in Italia, forse dovrebbe basare i suoi discorsi su dialoghi documentati e sulle opinioni di entrambe le parti in causa. Prima di scrivere un articolo su chi sono e cosa intendono fare i musulmani, cominci a parlarne con uno di essi, con le associazioni che rappresentano le loro comunità a livello nazionale, cominci con l'ascoltare. Forse scoprirà che i musulmani di seconda generazione frequentano già le nostre università, e sono italiani quanto noi. Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentir ragioni.