venerdì 8 gennaio 2010

Vaccinati senza vaccino. Davide Giacalone

Passata la malattia, si tende a dimenticare. Qui, invece, faremmo bene a ricordare, anche perché la malattia non l’abbiamo presa. L’influenza A, in un certo senso, ci ha vaccinati, proprio perché il vaccino non l’ha fatto quasi nessuno. Quel che è successo è molto istruttivo e politicamente rilevante. Insomma, non si può liquidarlo sotto la voce “falso allarme”.

Nell’aprile del 2009, da perfetto ignorante di cose mediche, avvertivo i lettori che i conti non mi tornavano. S’era già levato un coro isterico, partito dagli ospedali messicani, che raccontava di gente morente come mosche spruzzate d’insetticida. Si avvertivano i viaggiatori, si descrivevano i sintomi, si sdottoreggiava sull’origine di quella che neanche era chiamata epidemia, ma direttamente pandemia. Non potendo fare altro, oltre agli scongiuri, mi misi a guardare i numeri. E non trovavo i morti. O, meglio, trovavo un bel po’ di messicani passati all’altro mondo, ma non la differenza rispetto alla normalità. Oh bella, morirà pur qualcuno, in Messico, anche senza l’influenza A! Poi fu lanciata la notizia sensazionale: un caso di contagio è stato trovato a Madrid. E’ finita, il mondo è contaminato, si lesse in tutti gli idiomi. Così, anche ricordando l’influenza delle mucche e quella degli uccelli, e senza neanche volere pensare a quella delle pecore, scrissi quel che mi sembrava di vedere: c’è in giro un’epidemia, consistente nella moda delle epidemie. Aprile 2009.

Ma gli allarmi mondiali non fecero che ululare, e, oramai, era cominciata la corsa al vaccino, senza il quale non si sa se sarebbero bastati i cimiteri. In casi come questi, la cosa migliore che possa capitare è che l’allarme sia infondato. E’ capitato. E’ andata bene. Ma c’è costato troppo. Veniamo, allora, al vaccino.

La prevenzione è cosa utilissima, i vaccini sono importantissimi. Se qualcuno legge, in quel che ho scritto e adesso scrivo, una specie d’avversità ai vaccini, si sbaglia. Ma questo specifico vaccino pone problemi piuttosto grossi, che sarebbe colpevole ignorare. Il primo è d’ordine culturale: tutte (o quasi) le autorità sanitarie, nei vari Paesi, hanno premuto per l’acquisto, ma la gran parte dei medici lo hanno sconsigliato ai propri pazienti e non lo ha praticato a sé. Questa frattura è preoccupante. Oggi ci sono scorte di vaccini da smaltire, soldi sprecati da recuperare, almeno in parte, o regali da fare (è la via scelta dall’Italia), ma i medici che osservano questa scena, siano essi italiani, francesi, inglesi o tedeschi, se la ridono. Noi lo sapevamo, dicono.

Se fosse accaduto solo da noi, o solo in Francia, o in un solo posto, si sarebbe gridato allo scandalo. Essendo accaduto quasi ovunque, che si fa, si grida allo scandalo globale? Posso accettare, da ignorante, l’idea che chi è responsabile della prevenzione, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ai vari ministeri nazionali, ecceda in prudenza. Ma se, poi, a quella prudenza non credono i medici, ovvero quelli che dovrebbero tradurla in pratica, c’è qualche cosa di profondamente guasto.

Il secondo problema è d’ordine economico ed amministrativo. Anche noi ignoranti sappiamo distinguere il vaccino contro la difterite da quello contro l’influenza stagionale, e sappiamo che il primo si prepara con calma, programmando, mentre per il secondo si deve correre, una volta individuato il nuovo ceppo. Altrettanto veloci devono essere le pratiche amministrative, per disporne l’acquisto. Ma se mi si viene a dire che s’è proceduto utilizzando le norme contro il terrorismo, perché l’evento non era prevedibile, allora m’arrabbio. Anzi, mi rendo utile, annunciando, fin da ora, che, con il prossimo autunno-inverno, manco fosse alta moda, ci sarà un nuovo ceppo influenzale. E’ tanto prevedibile, che lo prevedo da ora. Con questo, si badi, non intendo sostenere che chi ha disposto quell’acquisto, utilizzando quello strumento amministrativo, si sia comportato male. Le cose stanno in modo peggiore: in Italia non si riesce a governare la normalità, quindi si deve inventare l’emergenza.

Il terzo aspetto è relativo al contenuto del contratto. Nel mondo si usano gli standard. Posto che siamo tutti umani, e che l’influenza (falsamente) mortale è una anch’essa, perché ciascun Paese stipula contratti separati e diversi? Non è un comportamento razionale, e l’Oms serve, o dovrebbe servire, ad evitare l’irrazionalità, standardizzando.

Tanto più che poi capita di leggere, nel contratto italiano, che gli eventuali effetti negativi, o mortali, del vaccino, sono a carico dello Stato, e non della ditta che accende ceri all’influenza, vendendo le dosi. E siccome la cosa non è razionale, aumenta la diffidenza. Se si legge, in quello statunitense, che il vaccino per i cittadini contiene squalene, ma quello per i politici e i militari no, aumenta la diffidenza. Mi hanno spiegato, gli esperti, che lo squalene non fa male, salvo in rarissimi casi. Ci credo. Ma è la differenza a destare sospetto.

Sicché, siamo vaccinati dal non esserci vaccinati. Al prossimo allarme sarebbe da incoscienti non crederci, e tutti conosciamo la storiella di “al lupo, al lupo”. Ma, al prossimo allarme, specie se fiutabilmente pompato, talché un ignorante ne abbia sentito subito l’afrore, cerchiamo di capire chi è responsabile di cosa. E se non succede nulla, dopo avere speso per prevenirlo, facciamogli cambiare mestiere, o, che è pur sempre un’interessante alternativa, promuoviamolo a portafortuna internazionale.

6 commenti:

Acchiappabufale ha detto...

Di Pietro candida piduisti e poi si scaglia contro la P2

Se esistesse un premio per la paraculaggine, Di Pietro se lo sarebbe aggiudicato già da un pezzo: per indiscussi meriti. D’altra parte, in tale ambito, mostra di essere il politico più talentato.

Ad esempio (Commissione d’inchiesta? Sì, ma anche no).

Si sveglia un giorno, e dichiara di non volere alcuna commissione parlamentare d’inchiesta sul G8 di Genova. Passa un po’ di tempo, cambia il vento, si convince che possa tornargli utile, e allora - come se niente fosse - chiede che ne venga istituita al più presto una.

Ancora (Condoni? No, ma anche sì).

E’ all’opposizione, e impreca contro i condoni fatti dal centrodestra: “Sono immorali”, dice. Poi si va a nuove elezioni, la sua coalizione vince, e lui diventa ministro. E che fa? Come se fosse la cosa più normale al mondo vota tre - 1, 2 e 3 - condoni (di cui uno valevole come amnistia).

Di più (Immunità parlamentare? No, ma anche sì).

Un giorno sì e l’altro pure inveisce contro la Casta, sentenziando: “Se non ci fosse l’immunità parlamentare buona parte dei politici finirebbe al gabbio!”. Poi succede che qualcuno lo citi in giudizio per diffamazione, e lui riesca a spuntarla - e a non essere condannato - proprio grazie alla tanto vituperata immunità (cui avrebbe potuto rinunciare).

Sempre più in alto (Sfiducia contro la Iervolino? Sì, ma anche no).

Bassolino e Iervolino finiscono sotto i riflettori a causa dei ben noti scandali campani. E Tonino che fa? Da buon paraculo, prende le distanze dai due e dichiara: “La battaglia dell’Italia dei valori per il rinnovamento del quadro politico passa attraverso la sfiducia alle giunte Bassolino e Iervolino. Chi non lo farà sarà fuori dal partito”. Poi passa qualche mese, il suo unico consigliere comunale presenta una mozione di sfiducia contro la Iervolino, e il Ducetto di Montenero di Bisaccia - sempre come se niente fosse - proclama: “Deploriamo il comportamento del consigliere comunale che, pur facendo parte dell’Idv, ha sottoscritto insieme al Pdl la mozione di sfiducia nei confronti della Iervolino. Pertanto, o il consigliere ritira la firma o può considerarsi fuori dal partito”.

Ancora più su (Candidare indagati, mafiosi, riciclati e inquisiti? No, ma anche sì).

Un giorno sì e l’altro pure rivendica la “purezza” del proprio movimento politico e lancia strali contro gli altri partiti: “Son pieni di riciclati, indagati, mafiosi, e rinviati a giudizio!”. Ohibò. E l’Italia dei Valori chi accoglie tra le proprie fila? Riciclati, indagati, mafiosi e rinviati a giudizio: parola di MicroMega e del deputato Idv Franco Barbato.

Fino al sole (P2? No, ma anche sì).

E qui arriviamo all’argomento clou. Da tre lustri, Totonno Di Pietro usa contro Silviuccio nostro la storiella della P2: “Ha fatto parte della loggia massonica deviata, è documentato. Dunque, tra le tante cose, è anche un eversore antidemocratico”. Ohibò!

Peccato, però, che Di Pietro non sappia che il processo contro la P2 si sia concluso con tale verdetto:

“La Loggia P2 non cospirò contro le istituzioni dello Stato. Lo ha stabilito la seconda corte d’assise d’appello di Roma che ha confermato la sentenza di assoluzione”. Inoltre: “La sentenza di ieri (…) riduce a una seppur ardita proposta di riforma istituzionale il famoso “Piano di Rinascita democratica” col quale Gelli si proponeva di diventare il “burattinaio” dell’ Italia” (La Repubblica, 28 marzo 1996).

Acchiappabufale ha detto...

Peccato che Di Pietro non sappia (o faccia finta di non sapere) - altresì - che buona parte di coloro che alla P2 aderirono, ne ignorava la natura “deviata”; e vi si iscrisse perché - all’epoca - farlo era molto à la page. A tal punto, che tra i tesserati figuravano anche tante persone di sinistra: come Maurizio Costanzo, ad esempio.

Era una cosa così alla moda e apparentemente “innocua“, aderire alla P2, che finanche il Generale antimafia Carlo Alberto Dalla Chiesa - brutalmente trucidato da Cosa Nostra il 3 settembre 1982 - compilò i moduli contenenti la richiesta d’iscrizione ad essa (iscrizione che, però, non fu mai perfezionata).

Peccato, poi, che Di Pietro non sappia - o faccia finta di non sapere - che in tutte le logge massoniche al mondo, a cominciare da quelle regolari, gli iscritti siano ripartiti in 33 gradi, dal più basso al più alto; e che il Cav., come la più parte di coloro che si iscrissero alla P2 pensando fosse “solo” una cosa da “fighetti“, era un semplice “apprendista muratore“: cioè occupava il grado più basso all’interno della “gerarchia massonica”. Affermare che tramasse con Licio Gelli, dunque, è un po’ come postulare che un usciere della Banca Centrale Europea ne determini la politica monetaria. Né più, né meno.

Detto questo, non si può fare a meno di notare come anche con la vicenda della P2 Di Pietro faccia il paraculo. Il perché, è presto spiegato, grazie ad un breve estratto di un articolo di Marco Zerbino (apparso su MicroMega):

“Casi come quello di Garifo, Proto e Isolabella sono dei bruscolini, se paragonati all’errore madornale che Di Pietro stava per commettere in Liguria nel 2001. Alle elezioni politiche tenutesi quell’anno l’ex magistrato aveva tutta l’intenzione di inserire come capolista a Genova Filippo De jorio, avvocato di estrema destra vicinissimo a Giulio Andreotti il cui nome era stato rinvenuto anni prima negli elenchi degli appartenenti alla P2 (tessera numero 1965, fascicolo 511). De Jorio (…) era stato anche accusato di aver avuto un ruolo di primo piano nel Golpe Borghese del 7 dicembre 1970. A nulla erano valsi gli allarmi lanciati in privato a Di Pietro (…) : dal processo sul fallito putsch militare (…) De Jorio era uscito con un’assoluzione, e tanto bastava all’ex magistrato per candidarlo (…) Tonino aveva risposto con il suo consueto aplomb: “Se non vi va bene, ve ne potete pure andare!”.

Alla fine, complice anche un’intervista rilasciata da Paolo Flores d’Arcais al Secolo XIX (…) Di Pietro avrebbe desistito, congelando la candidatura (…). La disavventura non impediva comunque all’ex simbolo di Mani Pulite, che oggi non perde occasione per tuonare contro la deriva piduista in atto, di candidare cinque anni più tardi alla Camera dei deputati Pino Aleffi, anche lui presente nelle liste di Castiglion Fibocchi” (per la precisione, il nome di Aleffi è presente nel fascicolo 762, nota di camelot).

Esiste un politico più paraculo di lui?

da
http://www.camelotdestraideale.it/2010/01/03/di-pietro-p2/

Acchiappabufale ha detto...

"L’Appello? Scontificio". Travaglio ne approfitta

Ad "Annozero" il giornalista critica le sentenze di secondo grado. Però tace del suo caso: pena ridotta da 8 mesi di carcere a mille euro di multa per aver diffamato Previti. Confermato anche il risarcimento da 20mila euro per l’ex deputato

Chi mente, allora, tra Riccio e Previti? Nessuno dei due. Dalla lettura integrale del verbale del colonnello dei carabinieri al pm Di Matteo, il giudice Di Gioia fa notare come Riccio «richiesto più volte dal pm di precisare se in quella sede fosse presente anche Previti, ha dapprima escluso che Previti fosse presente, chiarendo di non essere in grado di ricordare se lo avesse visto in quella o in altre occasioni ma solo per un attimo, precisando che Previti non aveva comunque partecipato all’incontro o ascoltato la conversazione». Sempre secondo il giudice di primo grado, Marco Travaglio ha messo in bocca a Riccio cose che lo stesso Riccio non ha mai proferito. O meglio, il giornalista ha omesso di riportare per intero la frase di Riccio che spiegava come Previti, a quella riunione, non vi partecipò. Nelle motivazioni della sentenza di primo grado si faceva presente come «l’omissione del contenuto integrale della frase riferita dal Riccio (...) ne ha stravolto il significato, in quanto ha fornito una distorta rappresentazione del fatto riferito dalla fonte, le cui dichiarazioni, lette integralmente, modificano in maniera radicale il tenore della frase (...)». Col risultato di «insinuare sospetti sull’effettivo ruolo svolto nella circostanza da Previti». Il giudice Di Gioia, nelle sue conclusioni, è tranchant: «Il dovere in capo al giornalista di riferire la notizia in termini aderenti alla fonte da cui la stessa è stata attinta è stato, nel caso di specie, palesemente disatteso come dimostrato dalla arbitraria censura della frase virgolettata (...). Le modalità di confezionamento dell’articolo risultano peraltro sintomatiche della sussistenza in capo all’autore di una precisa consapevolezza dell’attitudine offensiva della condotta e della sua concreta idoneità lesiva della reputazione di Previti».

Acchiappabufale ha detto...

Condanna confermata, pena scontata. Rispetto agli otto mesi e 100 euro di multa rifilati in primo grado al giornalista Marco Travaglio (querelato da Cesare Previti), al processo d’appello celebrato ieri a Roma l’«ospite» fisso di Annozero si è visto ridurre la pena a soli mille euro di multa. La terza sezione penale presieduta dal giudice Maisto ha dunque parzialmente riformato la sentenza con una forte rideterminazione della pena, ridotta a multa (che è pur sempre una condanna e presuppone l’accertamento del reato di diffamazione a mezzo stampa). Per Travaglio resta la condanna, anche se l’interessato nel dare notizia alle agenzie di stampa parla di «annullamento» del verdetto di primo grado. Resta pure il risarcimento di 20mila euro dovuto a Previti. E resta la diffamazione, perché «la notizia - come scrisse nelle motivazioni il giudice di primo grado Roberta Di Gioia - così come riportata non risponde a verità».
Lo «sconto» in Corte d’appello per Travaglio arriva a poche ore dalle considerazioni, non certo benevole, dello stesso Travaglio, sugli «scontifici» delle Corti d’appello. Nel corso della trasmissione sui Rai2, subentrando a Santoro che a proposito della bomba di Reggio Calabria ipotizzava una rottura degli equilibri dovuti all’arrivo del nuovo procuratore e alla riorganizzazione degli uffici, Travaglio osservava: «Le Corti d’appello molto spesso sono degli scontifici rispetto ai primi gradi (Santoro annuisce), evidentemente questo procuratore generale carica un po’ più di prima i pg e quindi chiedono pene più alte o conferme alle pene di primo grado». Nemmeno 24 ore dopo a beneficiare dello «scontificio» d’appello è stato proprio lui.

La querelle, e la querela, riguardano l’articolo dell’Espresso del 3 ottobre 2002 incentrato sulle rivelazioni del colonnello dei carabinieri Michele Riccio versus l’ex ministro della Difesa presente (in realtà era assente) a un incontro nello studio dell’avvocato Carlo Taormina, con Marcello Dell’Utri e lo stesso ufficiale che raccolse le confidenze del pentito Luigi Ilardo su presunti accordi tra mafia e Forza Italia. Travaglio riportò le dichiarazioni che Riccio aveva verbalizzato alla Procura di Palermo specificando che una fuga di notizie «quasi certamente di natura istituzionale» sarebbe stata all’origine dell’uccisione del mafioso Ilardo, ormai prossimo a vuotare il sacco. «Solo Riccio può ridargli la voce - scriveva Travaglio sul settimanale - cosa che fa attraverso i suoi appunti (...) senonché nel marzo 2001 viene convocato nello studio del suo avvocato, Carlo Taormina, per una riunione con Dell’Utri e il tenente Canale, entrambi imputati per concorso esterno in mafia». Travaglio aggiunge che «Riccio denuncia subito il fatto in procura. “Si è parlato di dare una mano a Dell’Utri - dice -, io avrei dovuto dire che Ilardo non mi ha mai parlato di Dell’Utri come uomo vicino a Cosa Nostra”. In cambio - continua Travaglio - gli viene promesso un aiuto per rientrare nell’Arma e per ottenere “la rimessione nel mio processo”». Dopodiché, «in quell’occasione, come in altre - chiosa sempre Travaglio riportando le parole di Riccio - presso lo studio dell’avvocato Taormina era presente anche l’onorevole Previti», che invece nega con decisione.

Acchiappabufale ha detto...

Dell articolo di Gian marco chiocci ho invertito le parti e me ne scuso.
sempre su travaglio

TRAVAGLIO MENTE, BORSELLINO DICE LA VERITA

http://www.youtube.com/watch?v=qFGswy75Smk&feature=player_embedded

Le verità sull'intervista a Paolo Borsellino - 1 - by Segugio

http://www.youtube.com/watch?v=Pa4e1QqG0lg&feature=channel

Le verità sull'intervista a Paolo Borsellino - 2 - by Segugio

http://www.youtube.com/watch?v=_XMnjVGXqR8&feature=player_embedded

Sul covo di Totò Riina - Censurati.it prod.

http://www.youtube.com/watch?v=QShAoQH7uZg&feature=channel

G Paolo Vanoli ha detto...

Anche se cio' che scrivo puo'  scioccarvi in modo grave, me ne dispiace, ma e' utile che lo sappiate, perche'... "uomo avvisato...e' mezzo salvato"..... tutto cio' in alcuni Punti di riflessione:

Tutto cio' che si dice da parte degli "enti" preposti alla salute umana, medici allopatici compresi, sui Vaccini (qualsiasi) e' completamente FALSO ! 

1 - I virus ed i batteri NON sono le cause delle "malattie"  e quindi i vaccini disturbano il sistema immunitario di uomini ed animali !
......NON sono assolutamente utili, ma  cosi le case farmaceutiche (Big Pharma) - vedi:http://www.mednat.org/big_farma2.htm - ....creranno le future e VERE Pandemie per la depressione immunitaria (immunodepressione) che questi vaccini attivano....in OGNI soggetto vaccinato...e non in tutti facilmente avvertibili.... con le conseguenze del caso !
vedi anche: 
http://www.mednat.org/vaccini/dannivaccino.htm  

 .....oltre ad  infiammare di piu' + oltre a creare immunodepressione per tutta la vita del soggetto vaccinato, per le gravi sollecitazioni alle quali e' indotto il sistema immunitario, ecc.
vedi: 
http://www.mednat.org/vaccini/immunodepressione_vaccino.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/immunodepressione_vaccino2.htm 

......oltre a creare mutazioni genetiche nei mitocondri, trasmissibili alla prole....
vedi:
http://www.mednat.org/vaccini/mutaz_dai_vaccini.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/mutazioni_genetiche.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/mutaz_genetiche_vaccini.htm 

2 - I virus endogeni, sono SOLO proteine tossiche complesse a DNA autoprodotte dagli scarti delle apoptosi cellulari; nel caso di vaccini a virus, queste proteine complesse a DNA sono molto pericolose anche perche' eterologhe=estranee, oltre ai contaminanti+adiuvanti+tossine che aiutano la destabilizzione delle funzioni di cellule, enzimi, flora batterica, ecc.
NON SONO esseri viventi e neppure volano nell'aria !) quindi NON centrano per nulla ! 


vedi:  http://www.mednat.org/cure_natur/virus.htm 
http://www.mednat.org/germi_teoria.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/vaccini_base.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/vaccini_base2.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/vaccini_base3.htm 
http://www.mednat.org/vaccini/vaccini_base4.htm 

3 - Di fatto le vaccinazioni servono solo ad intossicare con  il contenuto dei vaccini, metalli tossici, prodotti cancerogeni, sostanze tossiche, nanoparticelle comprese, antibiotici, prodotti aintifertilita', ecc.......
vedi: 
http://www.mednat.org/vaccini/contenuto_vaccini.htm 


4 - Ecco come si mantiene e si amplia il mercato dei malati che genera solo "salute" nei fatturati delle multinazionali dei farmaci e vaccini....in miliardi di euri... e milioni di malati immediati o futuri...
E cio' lo si attua con il Terrorismo mediatico, ben applicato nel caso delle varie "influenze" inventate....
vedi: http://www.mednat.org/terrorismo_mediatico.htm 
http://www.mednat.org/malattie_inventate.htm 

5 - E' tutto un vantaggio, NON seguire le "direttive farmacologiche o vaccinatorie" dettate dalle case farmaceutiche, di cui gli enti governativi sono solo dei lacche'...loro rappresentanti, altro che autorita' sanitarie, sono propagatori dell'unica malattia grave umana = l'ignoranza !
vedi:
http://www.mednat.org/ministero_informato.htm 

G. Paolo Vanoli - Giornalista, specializzato in Sanita' -  Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicine - per altri particolari di cio' che ho affermato vedi su: www.mednat.org