venerdì 27 aprile 2012

Sinistra sovrumana. Gianni Pardo

C’è un bel detto latino che espone un’ovvietà: naturae non imperatur nisi parendo, non si comanda alla natura che obbedendole. E questo è chiaro: se si vuole che una pianta non muoia, bisogna innaffiarla come essa richiede. Chi tentasse di convincerla con belle parole a fare a meno dell’acqua otterrebbe solo che secchi.

Sul principio “naturale” si è tutti d’accordo ma in realtà esso vale pure per il comportamento umano. Anche l’uomo ha una natura che è vano contraddire. Chi crede di poterlo convincere ad operare a favore della collettività come opera a favore di sé stesso, per dirne una, non ottiene nulla: ci sono settant’anni di miseria del socialismo reale che lo dimostrano. Del resto anche da noi l’impiegato di Stato è meno volenteroso dell’impiegato privato e l’impiegato privato a sua volta è meno diligente e volenteroso del “padrone”. Questi infatti opera per sé stesso e non bada né ad orari né al meritato riposo. Il detto latino va dunque completato: “et naturae humanae non imperatur nisi parendo”, anche alla natura umana si comanda solo obbedendole.

In Italia abbiamo avuto un eccellente esempio di questa verità. Tutti hanno bisogno di una casa in cui vivere e dunque o la ottengono dallo Stato, o la prendono in locazione, o la comprano. La casa popolare è veramente l’ideale: nessuna spesa di acquisto e un canone quasi simbolico. Purtroppo ha un difetto: non è disponibile. Se il canone è simbolico, le spese di costruzione non lo sono. E infatti non se ne vedono di nuove da anni. Per giunta, visto che l’assegnazione era sostanzialmente politica, quelle case non sempre andavano a chi aveva più bisogno: c’erano i raccomandati e a volte persino inamovibili squatters. E infine si è commesso un errore: si è cercato di rendere quelle abitazioni gradevoli. Quasi come quelle che la gente sogna di comprare. E questo ha avuto come conseguenza che chi è riuscito ad entrare in una casa popolare non ne è più uscito. Ne ha fatto una proprietà per sé e per i propri figli, spesso tralasciando persino di pagare il canone. Viceversa in Francia le HLM sono topaie piccolissime, dai tetti bassi, magari senza ascensore, in cui abitano persone che sognano di potersene andare. L’occupazione delle HLM non è eterna perché l’amministrazione ha tenuto conto della natura umana.

Mancando la casa popolare, chi cerca un’abitazione deve ricorrere alla “second best solution”, la migliore soluzione dopo la prima: la locazione. Purtroppo il suo canone non è simbolico. Infatti, ammettendo che un appartamento valga duecentoquarantamila euro (non è un castello), e ammettendo che il proprietario voglia ricavarne un quattro per cento annuo lordo, più un due per cento per compensare l’inflazione, il canone sarà di 1.200 €. Ma è spesso tutto ciò che il possibile inquilino guadagna in un mese! E se si parla di una modestissima casetta da 120.000 €, si va ancora a 600 € mensili, mezza paga. Ecco perché, intorno al 1978, dei politici di buon cuore si dissero: “I proprietari di case sono persone che vivono di rendita. Vogliono guadagnare denaro senza far niente e approfittando di persone bisognose. Imporremo un canone più favorevole all’inquilino”. E così nacque la legge dell’equo canone.

Questa riforma andava contro la natura umana e non poteva che essere un disastro. Prima nacque il mercato nero delle locazioni; poi, col miglioramento della repressione, tutti i proprietari capirono che avere case per locarle era antieconomico e cercarono di venderle. Naturalmente le tenevano sfitte fino al momento in cui avrebbero trovato un compratore e lo Stato considerò questo immorale: come, tenere le case sfitte mentre tanta gente non ha un tetto? Dunque aumentò le imposte sulle case vuote e i proprietari furono invogliati a vendere ancor più di prima.

Lo Stato ha ucciso il mercato delle locazioni. Oggi infatti i cittadini che vivono in casa propria sono circa l’80%. Tutti ricchi? No: tutte persone che, se hanno voluto un tetto sulla testa, la casa hanno dovuto comprarsela. Magari strangolandosi con un mutuo che li avrebbe perseguitati per decenni. E chi non ha un lavoro stabile, chi non guadagna abbastanza per contrarre un mutuo? Niente casa. Lo Stato italiano ha voluto imporre la beneficenza a spese altrui ed ha ovviamente fallito.

Questa è una lezione indimenticabile che purtroppo sarà dimenticata. Ci saranno sempre politici, soprattutto di sinistra, convinti che si possa convincere il basilico non innaffiato a prosperare solo perché esso serve alla massaia per fare la salsa di pomodoro. (il legno storto)

4 commenti:

ZEUS ha detto...

Conosco una persona, di modeste condizioni, che lavorando per tutta la vita, evitando di sprecare i propri risparmi con donne, scommesse alle corse, alberghi di lusso, vacanze da vip, è riuscito ad avere un appartamento come prima abitazione, ed a comprare in più una modesta casa di due vani, che già da qualche anno ha dato in affitto, ammobiliata, a vari inquilini.
Penso che questo signore, ormai anziano, risparmiatore, che con i propri risparmi ed una piccola eredità dei genitori è riuscito a metter su questo piccolo capitale, non sia un criminale, nemico del popolo, avido di guadagni, sfruttatore del povero inquilino ... e chi più ne ha più ne metta.
Fra l'altro ha raggiunto una ragguardevole età (80 circa), età in cui una persona ha pure bisogno di fare qualche spesa in più perché le energie non sono più quelle di una volta.
Dopo che il sig. Monti ha effettuato la Marcia su Roma, giungendo al potere grazie alla allarmante "chiamata" del Capo dello Stato (novello Emanuele 3°), si è insediato a Palazzo Venezia, pardon ... volevo dire a Palazzo Chigi ed ha incominciato a legiferare, disponendo, come un despota assoluto, che gli Italiani doveveno subito mettersi in riga. Eia eia alalà.
"Cambierò le abitudini degli Italiani!!!" Eia eia alalà!
In fila per tre, March!!!
E le abitudini le cambia certamente! Gli Italiani non erano ancora abituati a morire di fame e a girare per strada in mutande (magari qualche bella signora rifarebbe gli occhi!). Ora sì!
Il mio conoscente mi ha fatto due conti (della serva) mostrandomi come, già prima dell'avvento del Regime, non c'era tanto grasso che colava!
Con 2000,00 € di pensione netta (già tassata complessivamente al 35/40 %) non c'è da perdersi certamente in crapule e in vacanze da vip.
Ma l'appartamento, direte voi, frutta?
Bene 500,00 € mensili (non sempre perché gli inquilini vanno e vengono: rimangono i periodi sfitti).
Da questi 500 euro detraiamo l'irpef (che si paga col 730) che a questo punto sale quasi al 45 % = 225. Rimangono 275 €.
Togliamo le spese di condominio spettanti al proprietario: 100 € ? (senza calcolare i periodi di "vacanza" affitto), rimangono 175 €.
E pensare che qualcuno pensa sempre che un proprietario di casa sia un ... metteteci la parolaccia che volete.
E adesso poveruomo? E' evidente che i 175 € , lauti proventi dello strozzinaggio padronale non bastano più. Si intacca la pensione.
Poi arriva l'Imu. e così parte una bella fetta di pensione che va a finire nelle fauci del Molock statale.
Il poveretto ieri piangeva. Dopo essersi sfogato disse "bisognerà che mi decida a vendere la seconda casa!".
Certo, ma chi gliela compra? Dovra abbassare il prezzo e con il ricavato, osserva giustamente, per qualche anno ci pagherò le tasse, sempre che con qualche strattagemma non si venga a colpire anche quel modesto capitale di contanti versato in banca.
Intanto quelle tasse, strappate violentemente ad un poveraccio (una vera rapina), contribuiranno a mantenere nell'opulenza i detentori di pensioni d'oro e tutti i membri delle varie CASTE che dopo un lungo bighellonaggio invernale, andranno a godersi il frutto delle loro fatiche nei lussuosi Yocht, nelle località amene e negli alberghi a 5 stelle. Poveretti! saranno così occupati a divertirsi che si dimenticheranno pure di mandarci una cartolina ricordo!

Anonimo ha detto...

Errore
Yocht leggi
Yacht

zEUS ha detto...

Chiedo scusa ma ho fatto un conto sbagliato.
Le spese mensili del proprietario si aggirano, in questo caso sui 25 €.
Pertanto rimangono al pr. 250 €
Fino a questo momento. Ma non cambia gran che.
Consideriamo che ogni anno il rinnovo obbligatorio del contratto (altra mangiatoria) comporta circa 35 € di tassa . Poi non ho contato quelle che fino ad oggi si chiamavano addizionali comunali.

Anonimo ha detto...

Ho visto questo blog solo adesso, ma devo dire che è una vergogna, sviate l'informazione in maniera plateale e non voglio scoprirne i motivi perchè tanto non vi leggerò mai più.
Al di là del ridicolo articolo di Pardo, del resto come tutti gli altri scritti da lui, quello che mi fa schifo sono i commenti, chiaramente pilotati, perchè se non lo fossero ci sarebbe una giusta risposta a chiarire l'errore.
Vengo al punto:
mi si dice che il "poveruomo" riceve 2000 euro di pensione netta...non oso immaginare quanto basso fosse il suo stipendio, allora! 2000 euro per UNA pensione mi pare una bella cifra, quando una famiglia di 3 persone a volte deve sopravvivere solo con 1200 euro, ma "non c'è da perdersi certamente in crapule e in vacanze da vip"!
Ah, già, poi ci sono i 500 euro di affitto al mese che, con un'aliquota del 38% (eh si, perchè quella del 45% non esiste, e quelle del 43% e del 41% sono applicabili sui redditi più alti) si riducono a 310 euro, meno le spese arriviamo a 285...che unite alla pensione fanno ben 2285 euro, poveruomo! Ah già, le aliquote comunali...ed aggiungiamo anche le regionali...che se la pensione è netta vanno applicate in sintesi solo all'affitto: applicando le massime, scopriamo che il nostro "poveruomo" dovrà pagare altri 14 dico QUATTORDICI euro, trovandosi in tasca a fine mese miseri 2270 euro di reddito netto! Un operaio quanto guadagna? Ed un impiegato? E magari loro non sono così fortunati da avere una casa tutta loro? Ma veramente siete così ipocriti da scrivere certe cose, o credete che tutti siano ignoranti?