lunedì 9 dicembre 2013

Se il pm dice in tv che FI è mafiosa. Paolo Granzotto


Nel clima di anarchia costituzionale la Magistratura getta il cuore oltre l'ostacolo dando sfogo al delirio antiberlusconiano.








Interrogato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione In mezz'ora, il procuratore di Catanzaro Sergio Lari così si è espresso: con la nascita di un nuovo partito di centrodestra, la compagine di Angelino Alfano, alla mafia è venuto meno un asse politico di riferimento. Ciò significa che per il procuratore resta, quale asse politico di riferimento mafioso, Forza Italia. Due osservazioni: la prima è che nel sentire della Magistratura è dunque sufficiente lasciare Berlusconi per guadagnarsi i galloni di paladino dell'antimafia. Non servono altre prove, restando nel contempo prova provata di vicinanza alla mafia l'essere berlusconiano (e si presume che ciò valga, per il procuratore, anche in tribunale). La seconda, è che se asse di riferimento delle cosche è il Pdl ora Forza Italia, lo sono di conseguenza i suoi elettori. Il dottor Sergio Lari - questo senza che Lucia Annunziata muovesse labbro o battesse ciglio - ha dunque confidato - da magistrato inquirente, serve ricordare - che milioni d'italiani colludono, più o meno per «concorso esterno», con la Mafia. Accusa e insulto fra i più ignobili e gratuiti. Dovrebbe essere Giorgio Napolitano, presidente del Csm, la persona indicata a severamente riprendere e sanzionare Lari. Non lo farà. Rafforzando la volontà dell'«asse politico» e dei suoi elettori di riformarla, la Magistratura, da cima a fondo.

(il Giornale)

 

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