lunedì 12 maggio 2008

In "difesa" di Travaglio. Davide Giacalone

Non me lo merito, non c’è ragionevolezza nel fatto che avverta il bisogno di difendere Marco Travaglio. Il suo giustizialismo fascistoide, il suo pettegolezzo giudiziario, mi hanno sempre dato l’orticaria. Come tutti i giustizialisti, se ne frega della giustizia. Non si cura del fatto che è ben oltre la bancarotta, non si batte perché i tribunali funzionino, non avverte il dramma degli innocenti. A lui interessa solo lo spettacolo delle accuse. Con il materiale prodotto dalle procure ha riempito articoli e libri, facendosi portavoce d’ogni ipotesi di reato ha costruito il suo successo televisivo. Grazie alla debolezza morale e culturale della sinistra è divenuto uno dei pifferai che l’ha condotta nel baratro dell’anti politica, praticata con la spocchia cieca di una dissennata e mal supposta superiorità.
Però, però … petrolinianamente parlando, la colpa non è mica solo sua. Lui non ha avuto orrore di sé, certo, ed è stato disonesto quanto basta per non prendere atto di tutte le volte che ha avuto torto, ma chi gli stava accanto, o piuttosto dietro, l’ha osannato nella speranza che servisse a vincere una partita che non si sentiva in grado di giocare politicamente. Le piazze contro il diritto non le ha mosse lui, che s’è gettato nell’orgia forcaiola per perduto amore di sé. E quando, oggi, dice che raccontare certe storie non può essere giusto se la sinistra le acclama e sbagliato se la sinistra s’è accorta che è meglio parlare d’altro, ha ragione. Così come ha ragione quando sostiene che il compito di chi scrive senza essersi preventivamente arruolato è proprio quello di toccare temi che altri giudicano scomodi, o sconvenienti.
Non lo leggo spesso, per ragioni igieniche, ma mi piace che scriva. Uno così deve anche parlare, ma è bene lo faccia avendo contraddittori all’altezza, senza conduttori incapaci o complici che lo millantano come fonte di verità. Se avesse maggiore concorrenza nella competenza potrebbe trarne il giovamento di passare da velinaro a capace tratteggiatore della realtà. Se sapesse prendere atto che le ipotesi d’accusa sono solo carta straccia, ove non accompagnate da sentenze definitive, farebbe il suo ingresso nella civiltà del diritto. E se fosse coraggioso, così come se fosse bravo, scoprirebbe che si possono descrivere scandali enormi pur non facendo ricorso alle categorie penali, che competono ad altri. Rifletta su quel che è capitato a me, dopo il lavoro fatto su Telecom, e lo paragoni con quel che capita a lui, facendo il copista di procura. Magari, in un sussulto di dignità, gli si raddrizza la schiena.
Il guaio della letteratura che ha coltivato è d’essere saccente e falsante. Ma questo non significa non ci siano storie e connessioni che meritano d’essere scandagliate e raccontate. Metto nel conto, naturalmente, le due obiezioni che qualcuno mi muoverà: a. di Travaglio è meglio non parlare, gli si fa solo pubblicità; b. se c’è un modo per farlo tacere, tanto di guadagnato. La penso diversamente, perché la nostra scuola del diritto, il nostro garantismo nella libertà, non tollera nessuna eccezione. Mai.

37 commenti:

Anonimo ha detto...

GIANO BIFRONTE
LA SINISTRA

Avevano incominciato col dire "gettiamo a mare le polemiche e pensiamo ai programmi, ai bisogni della nazione, ai provvedimenti urgenti: basta l'antiberlusconismo programmatico!"

E infatti

hanno puntato il cannone di due trasmissioni composte da assaltatori e kamikaze come ANNO ZERO e CHE TEMPO FA
Come gli addestratori di un canile per cani da combattimento SANTORO e FAZIO(SO) hanno avventato contro gli avversari valanghe di accuse tramite il loro bravo mastino. TRAVAGLIO.
Alla faccia della pacificazione.
Il contenuto è polemica da mercato o da lavanderia.

Anonimo ha detto...

giacalone,io non ti leggo per lòo stesso motivo per cui tu non leggi travaglio.fai venire l'herpes ai tuoi lettori.

Anonimo ha detto...

mauro , scusa una domanda... ma le affermazioni di Travaglio da Fazio sono vere o false?
è tutto qua che si gioca la disputa?

è vero cio ha detto ? se si, allor anon vedo lo scandalo, abbiamo diritto o no a conoscere la verita? abbiamo diritto a conoscere chi ci governa?

se non è vero, come mai il PAIS 15 giorni fa ha fatto questa dichiarazione?


“Il suo nome (Schifani ndr) è stato associato dalla stampa italiana con la criminalità organizzata siciliana, dato che negli anni ottanta fu socio in una compagnia nella quale figuravano Nino Mandalà, boss del clan mafioso di Villabate, e Benny d’Agostino, imprenditore legato allo storico dirigente di Cosa Nostra, Michele Greco”.

MI sai rispondere ?

misterblack

Anonimo ha detto...

...misterblack...

vi brucia la sconfitta, eh!?!

Anonimo ha detto...

...misterblack...

L'on. Schifani ha già, giustamente, sporto querela a Travaglio, la "portinara" della sx.
Si vedrà in giudizio, non su questo post, qual è la verità.
Travaglio, più che a fare ilgiornalista, lo vedo meglio ai lavatoi pubblici a "ciacolar" con le lavandaie.
Ciao, MB

Anonimo ha detto...

Si daccordo vi rode.. ma non mi avete risposto , certamente perche non avete risposte:

la domanda è

"le affermazioni di Travaglio corrispondono al Vero oppure no?"

se cio che ha detto è vero, non vedo il problema, la TV serve per informare e un giornalista deve farlo.

se cio ' che ha detto è falso sorge un altro problema: dal momneto che le affermazioni fatte da Travaglio compaiono su un paio di libri gia da tempo pubblicati, perhce nessuno ne aveva parlato gia da prima?

e poi, come è possibile che anche in Spagna, il Pais, aveva fatto affermazioni di quel tipo e nessuno si è indignato ??

misterblack

maurom ha detto...

Per quello che mi risulta i contatti ci sono stati, ma molto prima che i personaggi citati venissero indagati per mafia.
Per conoscere meglio Travaglio rimando alla lettura del mio post:
http://blogpericircolidellaliberta.blogspot.com/2008/05/il-megafono-delle-procure-filippo-facci.html

Anonimo ha detto...

Per quello che mi risulta i contatti ci sono stati, ma molto prima che i personaggi citati venissero indagati per mafia.


bhe . ma se è cosi allora Marco non ha detto nulla di sbagliato...

perche tutto questo casino? non si puo dire la verita' ?

misterblack

Anonimo ha detto...

Stimatissimo MisterBlack
E' un vero piacere scambiare con te idee, impressioni e opinioni su cose, fatti e verità.
Vedi, sig.Black, il problema della verità a partire, diciamo, da Talete in poi, ha fatto arrovellare fior di filosofi, pensatori, letterati.
Quello che vedo, che mi sta davanti agli occhi è vero? Sembra una cosa banale, ma ancora nessuno l'ha risolta. Dietro le apparenze c'è il mistero. La cosa in sè, disse Kant.
E ancora. Se prendiamo ad eseempio i processi, specie quelli indiziari, quante volte la verità stabilita da una sentenza viene stravolta da qualche fatto imprevisto che riapre il caso e mette tutto in discussione?
I relativisti addirittura giungono ad affermare che esistono tante verità, quante sono le opinioni. Un bel casino!
Ma lasciando questo campo di indagine e rimanendo dentro le cosiddette polemiche terra terra, la VERITA' è come l'elastico delle mutande delle signore.
Quando la signora non ha voglia l'elastico stringe, è corto, non lascia passare niente; quando la signora ha voglia l'elastico si fa dolce e docile, addirittura servizievole. Basta saperlo gestire.
Ora le verità di Travaglio sono proprio come le mutande delle signore (naturalmente do la preferenza alle signore). L'abilità (se così vogliamo definire la sua professionalità, molto discutibile) di questo illustre e poco simpatico signore consiste tutta nel manovrare la verità come il succitato elastico: se lo tiri da una parte vedi una certa cosa; se lo tiri da un'altra vedi un diverso, diciamo, panorama. Tutto si svolge nei dintorni di quello che coprono e discoprono. Tutto sta nel saperlo valorizzare.
Ma perlomeno le cose che le mutande coprono alle signore sono in genere cose appetibili. Quelle che mostra Travaglio sono disgustose.
In sostanza tira da tutte le parti l'elastico per dare enfasi e credibilità a cose che non sanno di niente, che non hanno nessun interesse, con il solo scopo di denigrare ad ogni costo qualcuno. E' la scoperta dell'acqua calda, ma Lui, il grande mistificatore vuol farla apparire come la scoperta dell'America.
Vedi sig. Black, ad un marito geloso riferirono che la moglie aveva avuto frequenti relazioni di amicizia con un tipo noto come un gran playBoy. Andò su tutte le furie, fino a che non si venne a sapere che era tutto vero, ma che risaliva unicamente ai tempi in cui frequentavano la 3^ elementare. E chi poteva negare che era la VERITA'?
ciao ciao

Anonimo ha detto...

Travolto da critiche provenienti da ogni parte, Fabio Fazio (conduttore della trasmissione incriminata) ha presentato le proprie scuse e in particolare ha espresso il proprio disappunto per attacchi formulati in assenza di contraddittorio. Ma c'è da chiedersi se non sia necessario prendere atto, e una volta e per tutte, del fallimento della televisione di Stato.
Cominciamo dalla questione più evocata: l'assenza di contraddittorio. Anche se può apparire ragionevole e convincente, è che chiaro che l'argomento ha i suoi limiti. Se in un programma televisivo qualcuno accusasse un personaggio pubblico di essere un pedofilo, questi non potrebbe sentirsi veramente tutelato dalla possibilità di essere presente in studio a difendersi. Nella logica della comunicazione, dover contrastare accuse tanto dure significa già, nella quasi totalità dei casi, uscire perdenti e infangati.
Questo significa che nessuno può mai esprimere critiche? Non è così. In una società libera, l'informazione deve muoversi a proprio piacere, pur nell'ovvio rispetto delle norme di legge poste a tutela dei singoli. Ma in una società pluralista, un programma militante come è quello di Fazio (che sposa toto corde ogni tesi variamente ecologista e no-global) non dovrebbe essere finanziato dai contribuenti. Il presidente Schifani non può pretendere di essere esentato da critiche anche dure, ma ha diritto che ciò non avvenga utilizzando i suoi soldi e quelli dei suoi sostenitori.
Una società liberale è una società in cui la verità emerge da un aspro dibattito: il quale non avviene per forza di cose in ogni singolo programma (può succedere, ma non è necessario), ma invece scaturisce dal confronto di tesi, inchieste e opinioni formulate da media privati e quindi indipendenti, liberi di essere faziosi oppure no.
Dietro la "questione Travaglio", allora, c'è la necessità di sottrarre la prima impresa televisiva al controllo dei partiti (che nominano il consiglio di amministrazione) e del consiglio di vigilanza (che emerge egualmente attraverso un processo politico). Vecchia persistenza di un'informazione di regime ed espressione del peggior statalismo, la Rai andrebbe al più presto privatizzata all'interno di un più generale processo di apertura del mercato televisivo, volto anche a superare i limiti ereditati dalla legge Mammì (che fissava a 12 il numero delle televisioni nazionali) e a dare più spazio alle nuove tecnologie.
Se all'edicola possiamo acquistare due giornali privatamente controllati come "Il Manifesto" e il "Libero" (che esprimono posizioni tra loro agli antipodi), e questo non suscita problemi di alcun genere, perché non dovremmo accettare tutto ciò pure nel caso del mercato televisivo?
da Il Tempo

Anonimo ha detto...

Il succo del tuo discorso delle mutande non fa una piega..

il fatto, quello terra-terra descritto da Travaglio resta comunque Vero.
Questo non significa che sia un reato.. mi spiego. Io potrei giocae a calcio con il figlio di Toto Riina (magari senza conoscere il padre) e non per questo essere un mafioso, potrei conoscere persone che si drogano e/o si sono drogate ma, ma questo non dimostra che io sia un tossico ... e cosi via.. ma allora la questione dov' è ?

secondo me centri TU bene il problema quando affermi: "Quelle (le cose) che mostra Travaglio sono disgustose. "

sono daccordo in pieno : è disgustoso sapere che una carica dello stato abbia avuto certe amicizie.

Quando il marito venne a sapere che le frequentazioni risalivano agli anni delle elementari che fece? lascio perdere, non sporse mica querela..
ciao ciao

misterblack

Anonimo ha detto...

all ultimo anonimo che dice:

"Una società liberale è una società in cui la verità emerge da un aspro dibattito"

"In una società libera, l'informazione deve muoversi a proprio piacere"

e poi conclude dicendo :
"la Rai andrebbe al più presto privatizzata"

non credi che un mezzo di comunicazione importante come la TV in mano a un singolo o un ristretto gruppo di singoli castri il concetto di liberta'?

se toto riina avesse avuto una televisione avremmo mai saputo dell esistenza della mafia?

in altri stati questo puo essere anche vincente ma noi siamo in Italia.. se Prodi avesse avuto 6 televisioni cosa sarebbe successo?

Parli di Fazio ma di Vespa?
l' insetto servo del potere berlusconiano che fa NON-informazione, ha mandato in onda puntate sul grande fratello e sulla dieta mediterranea quando Dellutri e Previti sono stati condannati...

A Porta a Porta dedicata al delitto di Perugia la dottoressa Graziottin psicologa e sessuologa di chiara fama ha detto che "Internet e' l'anticamera della prostituzione giovanile". Vespa ha sorriso condiscendente.

misterblack

maurom ha detto...

Misterblack è granitico.
Tempo perso cercare di farlo ragionare...

Anonimo ha detto...

Il ragionamento è una cosa, le opinioni sono altro.

ad esempio a me travaglio sta simpatico e a te no.

posso dire che la mela è un frutto e questo è un fatto che corrisponde a realtà sulla quale non si puo discutere.

ma se affermo che la mela è il frutto piu buono del mondo allora esprimo un opinione personale, contestabile e soggettiva.

se schifani ha fatto merenda con tizio e poi tizio si è scoperto che era mafioso e qualcuno lo dice non c'è nessuna discussione da fare.
è un fatto.

se poi il fatto rende schifani meno galantuomo e meno allora qua se ne puo discutere..

travaglio, per tornare all argomento centrale, ha raccontato cose successe sul pianeta terra, non in uo dei suoi sogni ( o incubi) come dovrebbe fare ogni giornalista.

se non è vero, allora pagherà i suoi conti con la giustizia.

mi resta sempre un dubbio pero e ancora non vedo risposte:

per quale motivo nessuno ha fatto tanto scalpore quando cio che è stato affermato da travaglio ( a maggior ragione se sono calunnie) è stato scritto in un libro pubblicato poco tempo fa?

ragionamento logico:

se A + B = C

e B + D = C

quale è la risposta giusta ?

A = D
A <> D
A + D = 1

:-)

misterblack

Anonimo ha detto...

...non credi che un mezzo di comunicazione importante come la TV in mano a un singolo o un ristretto gruppo di singoli castri il concetto di liberta'?...

La RAI deve rimanere un servizio pubblico. Ma un servizio pubblico. Quando il servizio pubblico si mette contro una parte a favore dell'altra è un servizio pubblico che non fa più servizio pubblico: fa servizio di parte. Siccome il servizio pubblico viene pagato dal pubblico per fare servizio pubblico, non è giusto che il servizio pubblico si metta a disposizione di una parte.
Coclusione: La RAI deve divenire quello che non è mai stata. Un servizio pubblico a disposizione del pubblico per l'informazione del pubblico che paga. E il pubblico che paga è un pubblico pluralista che non tollera che il pubblico venga asservito al privato.
MORALE DELLA QUESTIONE
Anche se Travaglio dicesse la più limpida delle verità (cosa da mettere alquanto in dubbio), non dovrebbe, per farlo, servirsi di un servizio pubblico. Perché? Perché il fine che persegue Travaglio (e mettiamoci dentro anche Santoro, Fazio(so) e &) NON E' LA VERITA' IN SE STESSA, LA VERITA' PER LA VERITA', MA E' UNA VERITA' TENDENZIOSA E MANIPOLATA A FINI DI PARTE.
E allora non è più verità.
Sale di nuovo al naso il profumo erotico e seducente delle mutande della signora.
ciao ciao
PS
Esempio calzante (vero o falso?)
Rai3, tg3, radio3 ... sono esclusivamente al servizio di una parte politica. Non è più servizio pubblico.

Anonimo ha detto...

La norma (n° 140/03) riguardava la non procedibilità e la sospensione dei processi in corso per le cinque più alte cariche dello Stato. All'art. 1 prevedeva che "Non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione fino alla cessazione delle medesime, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale"

misterblack

Anonimo ha detto...

a MB
Un fatto è certo. La cosa che vi brucia, e qui Travaglio non ci può fare niente (sono anni che ci prova, ma, ahimé, fa sempre un buco nell'acqua: vedi campagna elettorale 2001), è quella che l'ELETTORATO, malgrado le vostre chiacchiere, le vostre calunnie, le vostre mezze verità, i vostri libriccini ad usum elezioni (utili a plagiare gli sprovveduti), malgrado accuse, malgrado atti di processi archiviati , mangiati dai topi e buttati in pasto al pubblico circense, e malgrado tutti gli altri "escamotages" da prestigiatori e illusionisti
NON HA ABBOCCATO!!!
E questo potrebbe servire a voi, almeno per cambiare tattica. L'elettorato vuole programmi seri e non giochi di prestigio, o pettegolezzi da lavandaie.

Anonimo ha detto...

Quando il servizio pubblico si mette contro una parte a favore dell'altra è un servizio pubblico che non fa più servizio pubblico: fa servizio di parte

approvo

Anche se Travaglio dicesse la più limpida delle verità (cosa da mettere alquanto in dubbio), non dovrebbe, per farlo, servirsi di un servizio pubblico.

Non approvo assolutamente:

io sono parte del pubblico che paga il servizio pubblico è ho il sacrosanto diritto (vorrei quasi dire DOVERE) di conoscere chi mi governa e chi è alla opposizione perche sono personaggi PUBBLICI , proprio come lo è (dovrebbe) essere la TV.

morale :

Io sono parte del pubblico che paga un servizio pubblico che mi deve informare di un personaggio pubblico.

se il tuo ragionamento è vero allora dovremmo vedere in TV solo fiction ?

non ci dovrebbero essere piu documentari, inchieste , interviste, ... , perche mettono a nudo la verita? un bel mondo di lobotomizzati grandefratellodipendenti.. La tv è uno dei mezzi di informazione è quindi faccia informazione.


ti ricordi clinton ?

Anonimo ha detto...

... una settimana dall’entrata in carica del nuovo governo sono già tre i capitoli aperti sull’informazione. Primo, l’AnnoZero di Michele Santoro, che ad ogni puntata saluta i telespettatori come se fosse l’ultima e che dopo quella dedicata al V-Day2, in cui Beppe Grillo ha attaccato il Capo dello Stato e l'oncologo Veronesi, rischia grosso. Poi, Fabio Fazio e il suo Che tempo che fa, colpevole di aver ospitato le verità di Marco Travaglio sulle frequentazioni mafiose del presidente del Senato Schifani. E ora, ci mancava il Tg3, che a partire dalla prossima stagione potrebbe vedere ridotti, e di molto, i suoi spazi nel palinsesto....

da l'Unità

Torna il fascismo?
Niente affatto. Si tratta solo che una volta per tutte CHIUNQUE deve capire che un servizio pubblico non può stare a disposizione esclusivamente di una parte politica. Punto.
La "verità" tendenziosa E' propaganda politica.
Il dialogo politico, appunto dialogo, non ammette il MONOLOGO che costantemente è rivolto contro una parte, senza contraddittorio e senza ritegno (vedi le offese rivolte al Presidente della Repubblica -lo dico anche se non provengo dalle sue radici ideologiche- ed al benemerito oncologo Veronesi).
Certe cose le può scrivere l'Unità nel suo giornale, sotto la responsabilità del suo direttore, ma non possono essere diffuse tramite televisione pubblica pagata da tutti. Perché anche Rai3, e pure lo spazio dedicato a Santoro (compresi i miliardi che gli vengono corrisposti) sono pagati da tutti.

Anonimo ha detto...

... Misterblack è granitico.
Tempo perso cercare di farlo ragionare...

E' vero, ma non sono granitici i lettori che passano da questo sito. Pertanto una pluralità di opinioni non fa mai male ...

Anonimo ha detto...

Una breve considerazione su Vespa.
Ogni volta che assisto alla sua trasmissione, vedo partecipare una pluralità di opinioni e di opinionisti. Di tutti i partiti, di tutte le idee.
Cosa che non mi risulta quando mi sintonizzo su ANNO ZERO su CHE TEMPO FA e sulla pomeridiana trasmissione di CORRADO AUGIAS.
I critici non sanno dove attaccarsi, tanto che rimproverano a Vespa il NON AVER MESSO IN ONDA ...
e qui siamo al paradosso. Facciamo i confronti!
PS
Se avessero vinto le elezioni quelli di una certa parte, presto saremmo veramente arrivati alla sterilizzazione di tutte le TV, alla cancellazione delle reti mediaset (vedi Gentiloni) e ad una Rai tutta in mano alla parte "giusta".

Anonimo ha detto...

Ancora guai per il gip di Milano Clementina Forleo. Dopo la proposta della Prima Commissione di trasferirla dal capoluogo lombardo, sulla quale dovrà pronunciarsi il plenum, ora per la seconda volta finisce sotto inchiesta disciplinare. Ad avviarla, ancora il procuratore generale della Cassazione Mario Delli Priscoli.

L'inchiesta, a quanto si apprende, riguarderebbe la vicenda relativa alla fissazione dell'udienza preliminare a carico di Farida Bentiwaa, presunta favoreggiatrice di terroristi islamici, oggetto di contrasti all'interno della Procura di Milano.

E questo ancora una volta sta a dimostrare che i "mostri sacri" di una certa parte "democratica" non si toccano.
I mali dell'Italia: informazione e giustizia a senso unico.

Anonimo ha detto...

...se il tuo ragionamento è vero allora dovremmo vedere in TV solo fiction ?...

NO!!!!!
Non hai capito niente!
Come fare a spiegarti che in un servizio pubblico NON CI DEVE ESSERE PARTIGIANERIA? VERITA' MANOVRATE E MANIPOLATE A SCOPO POLITICO DI UNA PARTE?
Certo a voi fa comodo così! Ma gli altri?
Vorrei vedere cosa direste di una TV pubblica SCHIERATA TUTTA CONTRO DI VOI, con "Verità" manipolate contro di voi, con commenti malevoli contro di voi.
Succederebbe un "quarantotto".

Anonimo ha detto...

Travolto da critiche provenienti da ogni parte, Fabio Fazio (conduttore della trasmissione incriminata) ha presentato le proprie scuse e in particolare ha espresso il proprio disappunto per attacchi formulati in assenza di contraddittorio. Ma c'è da chiedersi se non sia necessario prendere atto, e una volta e per tutte, del fallimento della televisione di Stato.
Cominciamo dalla questione più evocata: l'assenza di contraddittorio. Anche se può apparire ragionevole e convincente, è che chiaro che l'argomento ha i suoi limiti. Se in un programma televisivo qualcuno accusasse un personaggio pubblico di essere un pedofilo, questi non potrebbe sentirsi veramente tutelato dalla possibilità di essere presente in studio a difendersi. Nella logica della comunicazione, dover contrastare accuse tanto dure significa già, nella quasi totalità dei casi, uscire perdenti e infangati.
Questo significa che nessuno può mai esprimere critiche? Non è così. In una società libera, l'informazione deve muoversi a proprio piacere, pur nell'ovvio rispetto delle norme di legge poste a tutela dei singoli. Ma in una società pluralista, un programma militante come è quello di Fazio (che sposa toto corde ogni tesi variamente ecologista e no-global) non dovrebbe essere finanziato dai contribuenti. Il presidente Schifani non può pretendere di essere esentato da critiche anche dure, ma ha diritto che ciò non avvenga utilizzando i suoi soldi e quelli dei suoi sostenitori.
Una società liberale è una società in cui la verità emerge da un aspro dibattito: il quale non avviene per forza di cose in ogni singolo programma (può succedere, ma non è necessario), ma invece scaturisce dal confronto di tesi, inchieste e opinioni formulate da media privati e quindi indipendenti, liberi di essere faziosi oppure no.
Dietro la "questione Travaglio", allora, c'è la necessità di sottrarre la prima impresa televisiva al controllo dei partiti (che nominano il consiglio di amministrazione) e del consiglio di vigilanza (che emerge egualmente attraverso un processo politico). Vecchia persistenza di un'informazione di regime ed espressione del peggior statalismo, la Rai andrebbe al più presto privatizzata all'interno di un più generale processo di apertura del mercato televisivo, volto anche a superare i limiti ereditati dalla legge Mammì (che fissava a 12 il numero delle televisioni nazionali) e a dare più spazio alle nuove tecnologie.
Se all'edicola possiamo acquistare due giornali privatamente controllati come "Il Manifesto" e il "Libero" (che esprimono posizioni tra loro agli antipodi), e questo non suscita problemi di alcun genere, perché non dovremmo accettare tutto ciò pure nel caso del mercato televisivo?
da Il Tempo

Anonimo ha detto...

Le prime due vicende, quelle di Fazio e Santoro, sono da mercoledì sotto la lente d´ingrandimento dell´Autorità garante per le Telecomunicazioni: con 6 voti a favore (tra cui quello del presidente Calabrò) e tre contrari, infatti, l´Agcom ha deciso di aprire un´istruttoria nei confronti della Rai. La tv pubblica avrà ora un mese di tempo per presentare le sue controdeduzioni e dimostrare così di non aver violato né «i diritti fondamentali della persona» né «i compiti del servizio pubblico».

Ma intanto si apre un´altra vertenza. È quella del comitato di redazione del Tg3 preoccupato perché il Cda Rai pare intenzionato a cancellare dal palinsesto «gli spazi di informazione del Tg3 nella seconda serata». Dunque, sembrerebbe, via pure Primo Piano. I giornalisti del Tg3 incontreranno l´azienda mercoledì 21 maggio e ribadiranno «la netta opposizione a qualsiasi compressione o spostamento di spazi editoriali della testata». E se andrà male, hanno già annunciato tre giorni di sciopero.
da l'Unità

COMMENTO
In un servizio pubblico, pagato da tutti, i "commenti" non debbono essere a senso unico. Punto.
La redazione del Tg3 se ne faccia una ragione, ... e ragioni.
Si comprino una emittente, se la paghino e poi, sotto la responsabilità del direttore, dicano tutto quello che vogliono.
E questa è libertà.
Adesso, nella Rai, Rai3 in testa, si vede mera sopraffazione da parte di una fazione politica contro quella avversaria.

Anonimo ha detto...

ma non possono essere diffuse tramite televisione pubblica pagata da tutti..

è proprio qua il grosso errore di fondo secondo me:
proprio perche paate da tutti, quindi anche da quella parte di Italiani che oggi sono in minoranza, vanno 'diffuse'.

per rispondere all anonimo delle 16.24 che parla di pettegolezzi chiacchiere ecc ecc.. Il fatto che le elezioni le abbia vinte una parte politica non dimostra nulla.

quello che vi manca è la capacità di portare a termine un ragionamento Logico che parta da fatti concreti, reali, constatabili e produca come risultato una conclusione logica. mischiate nei vostri ragionamenti fatti e opinioni personali, idee e convinzioni con fatti e cose successe... il fatto che abbia vinto berlusca non dimostra che è innocente.

anzi .. magari proprio perche l itaGliano medio , lobotomizzato da una Tv spazzature che non ammette che un giornalista serio conduca inchieste scomode, grandefratellotetteculieveline , incapace di pensare con il proprio cervello si butta da una parte..

il fatto che travaglio vi sta antipatico non dimostra che abbia torto.

il fatto che FI abbia moltissimi voti , non dimostra che sia il migliore partito.

il fatto che Berlusconi sia una persona simpatica (per alcuni) non dimostra che sia anche un bene per litalia (tranne quella di alcuni )

baci e abbracci

p.s. una domanda:

come vedreste una legge che rende impossibile sottoporre a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica le 5 piu alte cariche dello stato?

vi sembra giusto ? liberale?

misterblack

Anonimo ha detto...

caro misterblack, esprimo un mio giudizio e gradirei una tua risposta

Secondo me perdi tempo, i tuoi ragionamenti se pur illuminanti e lucidi sono inutili.

oggi la gente non distingue + ciò che è lecito dall'illecito, ciò che è eticamente giusto da quello che non lo è, i valori sono spazzatura, il dio denaro è la risposta per tutto
non c'è + religione , non c'è + niente in cui credere,non ci sono i pilastri di una volta (famiglia, patria, religione, amicizia)
la gente non vota per esempio il partito X perchè non presenta candidati onesti ma perchè toglie le tasse o promette cose migliori di un altro, cioè perchè l'elettore si fa 4 conti in tasca e decide qual'è la cosa migliore per il suo tornaconto...
anche i lavoratori ex comunisti votano destra o lega...come te lo spieghi?
la realtà anche se amara è questa che ci piaccia o no:
gli idoli dei giovani sono le veline e i calciatori, i partecipanti del "grande fratello", di "amici", di "uomini e donne"
il bullismo nelle scuole la violenza nelle strade penso sia frutto di una degenerazione dei costumi, di una educazione familiare inesistente
mancanza di tempo per soffermarsi sui problemi mancanza di volontà di capire se quello che si fa sia giusto o sbagliato...
per parlar chiaro: il futuro sarà sempre più fatto di ignoranza e opportunismo!!!

il dio DENARO...tutto qui...

Anonimo ha detto...

11 aprile 2006: Romano Prodi vince le elezioni politiche. Marco Travaglio chiude la rubrica con cui ha fustigato il governo Berlusconi, l'appuntamento quotidiano che l'ha reso famoso, Bananas, e apre una nuova rubrica: da allora Uliwood Party fa pelo e contropelo al governo di centrosinistra.

"Uliwood Party" fa la radiografia del primo anno del governo Prodi.

Ci racconta l'Italia in cui viviamo, con tutte le sue storture e le sue contraddizioni.

gli insulti al presidente della repubblica:

5 maggio 2006. «Tangentopoli. I silenzi di Napolitano sugli anni di Mani pulite. Nel suo libro “Una transizione incompiuta?”, il capo dello Stato si dimentica di raccontare la storia dei finanziamenti illeciti al Pci». (“Libero”)

10 maggio 2006. «Non riconosciamo Napoletano presidente della Repubblica: se dovessero andare in porto le verifiche sui 70 parlamentari sub judice per le irregolarità del voto, tutto può saltare». (Roberto Calderoli)

16 maggio 2006. «Sette anni di Purgatorio. Retorica, noia e finti applausi: il comunista Napolitano si insedia al Quirinale». (Vittorio Feltri)

16 maggio 2006. «L’ira di Berlusconi: è quasi un colpo di Stato». (“Il Giornale” sull’elezione di Napolitano al Quirinale)

17 maggio 2006. «Che errore applaudire Napolitano». (“Il Giornale”)

17 maggio 2006. «Il presidente ha fatto un discorso di parte. I nostri elettori non gli avrebbero mai battuto le mani». (Daniela Santanchè)

28 maggio 2006. «Quei rimborsi spese del compagno Napolitano. Gli sprechi di denaro pubblico intascati dal presidente». (“Libero”)

31 agosto 2006. «Anche Sogno aspetta scuse da Napolitano». (Giancarlo Lehner, “Libero”)
1 settembre 2006. «Caro Napolitano, e su Pol Pot niente scuse?». (Gennaro Sangiuliano, “Libero”)

3 settembre 2006. «Caso Ungheria. Napolitano & C. sollecitarono la repressione». (Francesco Forte, “Libero”)

26 settembre 2006. «Napoletano a Budapest. Lacrime di coccodrillo. Il pentimento del presidente, coma da tradizione Pci, è ipocrita». (Gianfranco Morra, “Libero”)

2 gennaio 2007. «Ecco il buonismo in salsa ex Pci». (Mattias Maniero, sulla lettera del presidente della Repubblica per il nuovo anno, “Libero”)

10 maggio 2007. «Tre cose che Napolitano non ha fatto (e non farà)». (Marcello Veneziani, “Libero”)

23 maggio 2007. «È già finito l’interventismo attivo del capo dello Stato? Davvero al Colle non si ha nulla di dire su un uomo di governo che pretende nomine ed epurazioni dal comandante della Finanza? Il silenzio di Napolitano, se persiste, non fa che accrescere la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». (Francesco Storace sul caso Visco-Speciale)

18 luglio 2007. «La sinistra ha messo le mani su tutte le istituzioni, visto che hanno la presidenza della Repubblica, del Senato, della Camera, 11 giudici contro quattro nella Corte costituzionale, il Csm». (Silvio Berlusconi)

25 luglio 2007. «La prima stecca di Napolitano». (Massimo Teodori sui richiami del presidente al giudice Clementina Forleo, “Il Giornale”)

25 luglio 2007. «Napolitano & C. garantisti a metà». (Francesco Cossiga, “Libero”)


ce ne sono altri...
misterblack

Anonimo ha detto...

ce ne sono altri...
misterblack

Perfetto! E' come sostengo da sempre! Ognuno, nel proprio giornale (e sottoilineo PROPRIO) scrivi, dice, parla, straparla, racconta le sue avvenure amorose o le sue se..e mentali, tira me ..a, lancia improperi, rivolge accuse, ... insomma dice e fa il c...o che crede. Tranne a rispondere nelle sedi opportune.
Ma attraverso la TV pubblica NO!
Per il semplice fatto che è di tutti e che ogni notizia "notizia" può essere manipolata.
PUNTO E BASTA.

Anonimo ha detto...

come vedreste una legge che rende impossibile sottoporre a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l’assunzione della carica le 5 piu alte cariche dello stato?

vi sembra giusto ? liberale?

misterblack


Tu sai meglio di me che la legge sull'immunità parlamentare è nata, storicamente, contro la possibilità di nuocere con qualche strattagemma ai rappresentanti del popolo in quanto tali.
Detta immunità è, oggi, in parte discutibile. Ma le leggi non le faccio io.
Ben venga una normativa che regoli con più limitazioni questa "benedetta" immunità, in modo che gli "intoccabili" possano essere "toccati" almeno dalla legge, se se ne ravvedono gli estremi di una certa gravità.
La materia però è delicata in quanto riguarda i rappresentanti di parti politiche che potrebbero venire perseguiti, con un pretesto, attraverso processi inscenati per motivi non di giustizia ma di parte.

Anonimo ha detto...

Ma le leggi non le faccio io.


infatti non le fai ne te ne io.. quella di cui parlo lha fatta schifani per far si che berlusca ne godesse in modo da non subire alcuni processi..

a proposto di Tv libere e private.. date un occhiata al sito di grillo di oggi :

www.beppegrillo.it

secondo voi ne parleranno su mediaset? secondo me no e secondo me nememno sulla rai

pagare e zitti..
misterblack

Anonimo ha detto...

Ecco quanto ci costano gli zingari
Un milione e duecentomila euro spesi dalla vecchia amministrazione comunale per gli scuolabus dei bambini rom, che a scuola neanche ci vanno.

E invece, sono finiti i soldi per i pulmini dei disabili, o forse non ci sono neanche mai stati, visto che le tariffe per i rimborsi ad un'associazione senza fini di lucro come l'Alm - che assiste spastici e ragazzi completamenti paralizzati - sono fermi alle vecchie 17 mila lire, 8 euro e 78 centesimi, neanche 9 euro per l'esattezza.
Quanto ci costano 'sti nomadi a Roma? Nel 2006 il Comune di Roma e lo Stato hanno speso quasi 27 milioni (26 milioni e 646 mila e spicci). Mentre il Comune, da solo, di milioni di euro ne ha spesi quasi 20 per la gestione di 27 campi nomadi autorizzati (adesso invece sono 22) e l'assistenza a 5.527 nomadi, si legge nel dossier, che ha lo stesso titolo della domanda che si pongono i romani («Quanto costano i nomadi ai romani?») realizzato dal consigliere Pdl, Fabrizio Santori, che l'ex capogruppo di An in XVI Municipio ha presentato a ridosso delle elezioni.
Fatti i conti, ognuno di quegli oltre cinquemila nomadi, conteggiati e assistiti nel 2006, ogni mese, ci sono costati 425 euro: l'equivalente di una pensione sociale minima, o di una pensione di invalidità, o di un'indennità di disoccupazione. E ancora, l'equivalente di quanto scuce una famiglia per il costo medio di un asilo nido. Mentre con quello che si è speso ogni mese per mantenere due nomadi in un campo attrezzato, ovvero 850 euro, si sarebbero potute coprire le spese di affitto di un appartamento. «E dietro l'affitto per un appartamento di piccole dimensioni c'è una famiglia che lavora e produce cercando di risparmiare per acquistare una casa, mica dei perdigiorno» commenta i dati Santori.
Ma c'è di più. «Con il contributo di 19 milioni e 380 mila euro e spicci, sarebbe stato possibile costruire oltre 100 appartamenti per giovani sposi o per le numerose famiglie romane in attesa, da decenni nella graduatoria comunale per un alloggio popolare» ...

Anonimo ha detto...

ANTORO, TRAVAGLIO, GRILLO
tutta gente che per me può dire tutto quello che vuole. Io non li degno di uno sguardo.
Dico soltanto che le loro cazz.te non vengano a sbattercele in faccia sulla Tv pagata da tutti.
OK?
OK!

Anonimo ha detto...

ANTORO - leggi SANTORO

Anonimo ha detto...

all anonimo che mi chiede:

caro misterblack, esprimo un mio giudizio e gradirei una tua risposta

il tuo commento esprime esattamente cio che penso io.. lo si capisce benissimo dallo sterile commento dell anonimo delle 18.22 che dice "ANTORO, TRAVAGLIO, GRILLO
tutta gente che per me può dire tutto quello che vuole. Io non li degno di uno sguardo."

è questa la socetà.. queste 2 misere righe senza contenuto, da cui traspare la totale mancanza di sinapsi attive è il succo sbiadito e esanime di una generazione sterile, svuotata e monca della capacita di ragionamento.. la fine del mondo è vicina ?? :-)

misterblack

Anonimo ha detto...

La sx di MBlack non è capace di fare un programma serio. La scorsa legislatura hanno messo sullacarta 300 pag. circa di programma (o 200non ricordo) senza attuare NIENTE.
Sx becera e inconcludente.
Data l'inconcludenza ricorrono alla demonizzazione dell'avversario.
SBAGLIATO!
Con me non attacca. A me non piace la vostra linea politica!
Ragion per cui, anche se fossero vere tutte le vostre sparate sugli avversari, io guardo solo la linea politica che mi aggrada
e
IL VOTO A VOI NON LO DARO' MAI.
E coì si è comportato l'elettorato.
Imparate.

Anonimo ha detto...

Sinistra becera e chiacchirona (calunniatrice)
MA FRA IL DIRE E IL FARE C'E' DI MEZZO IL MARE

Fuksas lo snob ha una casa abusiva a Pantelleria
di Luigi Mascheroni

Alla procura di Marsala aperto un fascicolo per illeciti edilizi. Il Comune: demolire. Il giudice contesta terrazze, verande, strade e piscine. La replica: "Al massimo è irregolare qualche muretto"

L’estate scorsa, quando a Milano si scatenò una violenta polemica sulle periferie-piovre e gli eco-mostri, Massimiliano Fuksas, l’architetto che - come dice lui - va sempre fiero della Fiera e di qualche altro centinaio di costruzioni e progetti da Shangai ad Amiens, sentenziò disgustato che era ora di porsi il problema dell’abusivismo e dell’illegalità. «In questi casi cosa si fa? Si deve abbattere tutto e ricostruire. Quando uno ha il tumore al pancreas, l’agopuntura non serve. Bisogna asportare subito il cancro con altri strumenti».

Una dichiarazione che riletta oggi - mentre sulla testa del celebre taliansky architekt di origine lituana, nascita romana, passaporto italiano, residenza parigina e cultura mitteleuropea è caduta la trave di un’accusa di abuso edilizio - assume i contorni asimmetrici del contrappasso. O del paradosso, essendo per stessa ammissione del Maestro compito e obiettivo dell’architettura «ritrovare la propria dimensione popolare, coinvolgendo la maggior parte delle persone nell’esistenza e nella vita degli edifici». Quest’estate, architetto Fuksas, veniamo tutti in vacanza a Pantelleria nel suo mega-dammuso abusivo. E magari nella vita del suo edificio coinvolgiamo anche un bel po’ di amici e parenti.

Uomo che ha fatto delle idee forti la sua forza e architetto che ha fatto della ricerca di forme libere la sua libertà, Fuksas - paradosso di un intellettuale dell’ultrasinistra estimatore di Nicolas Sarkozy e dello champagne Gosset millesimato - ha sempre amato molto poco le idee e la libertà degli altri. Riguardo alle idee, in una recente puntata di Annozero, intervenendo sulle ragioni della vittoria della destra berlusconiana ha additato come ragione fondamentale l’ignoranza degli italiani: facendo in questo modo della cultura, e della sua in particolare, un’arma micidiale di spocchiosa e presunta superiorità morale invece che uno strumento pacifico di comprensione dell’altro. E riguardo alla libertà, dopo aver predicato in illo tempore (5 luglio 2007) che «l’egoismo dei singoli è terribile: è ovvio che davanti a casa mia vorrei un parco, ma non posso difendere solo il mio piccolo interesse. O ricostruiamo un senso di comunità e civiltà, o affoghiamo nella demagogia», proprio davanti alla principesca casa di famiglia, in una delle zone più belle dell’isola di Pantelleria, si è fatto costruire da suo architetto preferito - la moglie Doriana Mandrelli - due piscine da 60 e 30 metri quadrati con relativo locale tecnico, quattro terrazze per quasi 150 metri quadrati, una veranda per altri 50 metri quadrati, per poi unire alcuni dammusi e rendere i fabbricati «residenziali senza le prescritte autorizzazioni, concessioni e nullaosta della sovrintendenza», come sostengono gli inquirenti e come ha scoperto l’ottimo collega Gianluigi Nuzzi, il quale sul nuovo numero di Panorama fa luce sul procedimento penale per abusi edilizi aperto dalla Procura della Repubblica di Marsala per il villaggio intestato all’immobiliare Santa Maria (amministrata da Doriana Mandrelli, moglie dell’architetto Massimiliano Fuksas) dopo che a ottobre i vigili di Pantelleria avevano stilato un verbale denunciando opere abusive e il Comune aveva notificato l’ingiunzione di demolizione. La Procura contesta fabbricati, terrazze, verande, strade interne, piscine e vasche interrate, tutto illegalmente. Fuksas, convinto che l’arte possa rendere possibile i sogni e le parole possano smentire i fatti, ha dichiarato: «Al massimo di irregolare ci sarà qualche muretto, non ci sono grandi problemi». Detto con la stessa spocchiosa eleganza con la quale - il giorno dell’inaugurazione della sua Fiera -, disse che non voleva stringere la mano a Silvio Berlusconi, perché gli faceva schifo. L’esprit de finesse di uno spirito geometrico.

Per un maître à penser anticonsumista ed esistenzialista più rosso che fucsias che ha passato metà della vita ad appianare le ingiustizie e l’altra metà a innalzarsi a giudice - dando, lui, emigrato di lusso a Parigi, dei mentecatti ai leghisti che protestano contro l’immigrazione clandestina, o dell’ignorante a Berlusconi per aver confuso Cicerone con Cesare, lui che è scivolato su una citazione delle Vite di Plutarco - be’, non c’è male. Non c’è male davvero.

Realizzatore di «acclaimed projects all over the world», urbanista e architetto tra i più prestigiosi del globo, «Commandeur de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République Française», politicamente così a sinistra che nel Sessantotto durante i disordini di Valle Giulia arrivò ad accusare in pubblico Oreste Scalzone (Oreste Scalzone!) di «posizioni conservatrici» e quarant’anni dopo Fausto Bertinotti (Fausto Bertinotti!) di «militarismo strisciante», Massimiliano Fuksas ha regalato all’architettura il suo contributo teorico più prezioso quando, da direttore della Biennale internazionale di architettura di Venezia, anni 1998-2000, diede ai suoi colleghi di tutto il mondo una grande lezione sul tema «Less Aesthetics, More Ethics».
Meno estetica, più etica. Quella che tutti - gli abitanti di Pantelleria, i turisti di passaggio davanti al suo bel villaggio e noi che invece, purtroppo, andremo in vacanza ancora una volta a Noli - pretenderebbero da un grandissimo architetto che il mondo ci invidierà anche, ma di cui l’Italia, da un po’ di tempo, si è rotta i dammusi.
da Il Giornale