lunedì 9 marzo 2009

Il cemento del no. Mario Giordano

Non vogliono le case, non vogliono il ponte, non vogliono le strade. Temono la «cementificazione», come dice il leader del Pd Franceschini, sguardo da iena dentro occhi da boyscout, che adesso ha scoperto il nuovo look del maglioncino. La cementificazione? Ma quale cementificazione? Da anni l’unico cemento che soffoca questo Paese è quello dei no: no alla Tav, no alle discariche, no alle centrali, no ai rigassificatori. No ai cantieri. No alle riforme. No al cambiamento. La cementificazione che fa davvero paura è quella delle idee, sono gli encefali a presa lenta, le meningi asfaltate. È questo il cemento che ha bloccato l’Italia. È questo il cemento da cui ci dobbiamo salvare.
Avete notato? Il governo non ha fatto in tempo ad annunciare l’esistenza di un piano per la casa e, ancor prima di conoscerlo nei dettagli, è partita la guerra del no. Alte grida. Lamenti. «Una sciagura che impoverisce il Paese», dice l’urbanista di sinistra. «Un delirio», dice l’architetto di sinistra. «Torna la speculazione anni ’60», sbraitano gli ambientalisti. E poi avanti: «deregulation selvaggia» (la deregulation si sa, è sempre selvaggia. O non è); «proposta indecente»; «casa delle libertà abusive»; «affari per i furbetti»; «condono mascherato»; «scempio», «messaggio devastante per il futuro». Naturalmente, per condire l’orrore, si scomodano Francesco Rosi, «Mani sulla città», Alberto Sordi palazzinaro con annessa locandina di film. Manca solo la copertina del manifesto con un grattacielo che spunta dentro il Colosseo, poi il quadro sarebbe completo. E, intanto, benvenuti nella nuova mansarda costruita al posto della Madonnina...

Assurdo? Macché. Le regioni rosse, tanto per dire, hanno già annunciato che non collaboreranno al rilancio dell’edilizia. Lo boicotteranno. E siccome il piano avrà bisogno, per una parte, dell’appoggio delle regioni, significherà che lo bloccheranno. La lezione di Soru in Sardegna, mandato a casa dagli elettori perché, fermando cantieri e turismo, aveva sclerotizzato l’isola e l’aveva condannata alla povertà, evidentemente non è servita. Così è, anche se non vi pare: c’è un’idea per dare lavoro ai disoccupati e slancio all’economia a costo zero. Ma sembra che non importi a nessuno. Perché non si discute nel merito? Perché non si cerca di migliorarla? Perché si cerca di stroncarla? Perché si parte subito lancia in resta parlando di «interessi illegali» e «scena del delitto», come fa il responsabile Ambiente del Pd Ermete Realacci? Siamo d’accordo o no che questo Paese è bloccato da troppi anni di «non fare»? Siamo d’accordo o no che farlo ripartire ora significa anche rispondere alla crisi? E dare lavoro a imprese e operai? Allora perché questa corsa al no per il no, questi toni apocalittici, questa cementificazione del parencefalo? E quanto dobbiamo aspettare perché Franceschini e Realacci si accorgano che queste posizioni assurde e conservatrici ci fanno perdere contatto con il mondo? Vent’anni, come per il nucleare?
Il Paese oggi si sta dividendo in due. Ma la vera divisione non è fra destra e sinistra, popolari o socialisti, laici o cattolici. La vera divisione è fra chi cerca di disegnare il futuro e, dentro la crisi, cerca soluzioni nuove. E chi rimane ancorato a un passato vecchio e indifendibile, e che mai come oggi appare letale. E per dimostrare che quest’ottusità è un cancro devastante che va oltre il limite dell’antiberlusconismo, basta guardare quello che sta succedendo alla Tod's. Il titolare, Diego Della Valle, che è sempre stato coccolato e riverito nei salotti della sinistra, ha deciso per il secondo anno consecutivo di concedere ai dipendenti un bonus di 1400 euro l’anno, 116 euro mensili. Voi capite: in un momento di crisi, mentre tutti pensano a tagliare e magari a mettere in cassa integrazione, c’è un’azienda che non solo non taglia e non mette in cassa integrazione, ma regala 116 euro mensili a ogni dipendente. Risultato? La Cgil protesta. Si oppone. S’indigna. Motivo: «Non siamo stati consultati». Ma vi sembra possibile? Vi sembra possibile che ci sia qualcuno che antepone, così sfacciatamente, l’antica ideologia all’interesse presente degli operai, le stanche liturgie sindacali agli effetti concreti di una buona decisione?
Dalle regioni rosse alla Cgil, da Epifani a Franceschini: quello che si sta rinsaldando è un nuovo e ottuso asse del no. Ma non dovevano essere riformisti? E che cosa si può riformare riducendosi a spuntoni archeologici, a reperti del mesozoico, a distributori di paure e pasdaran del rifiuto assoluto? Per andare verso il futuro l’Italia ha bisogno di fantasia, coraggio, soluzioni innovative. Ha bisogno di liberarsi dei più oscuri retaggi del passato. La gran parte del Paese è pronta. È pronta a lanciarsi. È pronta a trasformarsi. Che non si faccia sviare da quelli che la vogliono cementificare nell’immobilismo: sono i rappresentanti di un mondo destinato a scomparire. L’unica cosa che riescono a cambiare, in effetti, è il look: si mettono il maglioncino. Ma solo per non far vedere che sono rimasti in mutande. (il Giornale)

15 commenti:

Anonimo ha detto...

questo non è giornalismo...

Anonimo ha detto...

è cementismo...

Anonimo ha detto...

e il vecchio dov'è?

Anonimo ha detto...

motivare prego, possibilmente mettendoci qualcosa di tuo e senza copiaincollare.
E' facile mettersi idealmente su di uno scanno e da lì sputare sentenze e sparare giudizi a contenuto informativo zero.

Anonimo ha detto...

"Da anni denunciamo che l'Italia è il primo esportatore mondiale di cemento e il secondo consumatore (il primo è - si pensi per un confronto - la Cina). Lo scempio a cui il popolo italiano sta assistendo quasi completamente ignaro è sotto gli occhi di tutti e le denunce degli ambientalisti restano spesso lettera morta. Le nostre coste e le nostre città assomigliano - sempre più tristemente - alle aree devastate e cementificate del Cairo o di Istanbul (guarda caso i livelli di densità abitativa sono simili). Nell'ottobre 2007 l'Unità ha pubblicato i dati sulla cementificazione in Italia: "i dati Istat elaborati, dai quali risulta che in quindici anni sono stati erosi 3 milioni e 663 mila ettari che, giusto perché ci si possa rendere conto delle dimensioni del problema, corrispondono grosso modo alla superficie del Lazio e dell’Abruzzo assieme".

Siamo il Paese delle seconde e terze case: "I dati inoltre mostrano che su 28 milioni di case, più del 20% (ben 6 milioni) sono seconde e terze case e, secondo il Rapporto stilato dal Comitato, si tratterebbe di speculazione edilizia specialmente in zone turistiche costiere e montane di pregio come le valli toscane, marchigiane ed umbre" (fonte EcoBlog.it) e - appunto - nemmeno le zone della Toscana fino a qualche anno fa rimaste "intatte" sono esenti da speculazioni e colate.

La Lombardia, oltre che desertificata in parte, è ormai una tomba di cemento. Le imprese agricole della regione dichiarano che sono ormai circondate dal cemento. Legambiente dichiara che le nostre coste sono sommerse dal cemento e dalle fogne: "E' questo lo sconfortante panorama dipinto da Mare Monstrum 2008, il dossier che ha denunciato come, nel 2007, intorno al cosiddetto "mattone selvaggio" siano state registrate quasi 4.000 infrazioni. Ma gli ecomostri non sono il solo problema delle coste del Belpaese: sempre nel 2007, gli illeciti sul fronte scarichi e depurazione sono cresciuti del 42 per cento, registrando 1.966 tra denunce o arresti e 737 sequestri effettuati dalle Forze dell'ordine" (fonte VocedItalia.it, giugno 2008).

Son cose che denunciamo da sempre, eppure nulla cambia, la deregolamentazione, la speculazione e l'illegalità sembrano ormai fare parte integrante della nostra cultura - e poi ce la prendiamo con i rom e gli stranieri - e resta solo da domandarci cosa lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti e come possiamo continuare a pretendere - come ha fatto Rutelli in passato - che i turisti stranieri vengano in Italia a visitare le nostre "perle di cemento". Non a caso l'Unesco sta valutando, da qualche anno, la possibilità di escludere molti dei nostri siti più prestigiosi dalla lista dei "patrimoni dell'umanità".


Dal Veneto alla Sicilia, rischiano l´esclusione dalla lista UNESCO<
Il nostro Paese detiene il record di segnalazioni dell´agenzia Onu. Sfruttamento, degrado: un lungo elenco di mancanze. Il responsabile per l´Italia: "Sommersi dalle indicazioni di violazioni"

di Maria Novella De Luca (da Repubblica.it 30/12/2006)

ROMA - «Sapete quale è l´ultima beffa? Case costruite su terreni vincolati, in aree definite patrimonio dell´umanità, e poi vendute con il marchio Unesco come valore aggiunto. Senza vergogna...». Scherza amaro il professor Giovanni Puglisi, presidente della commissione italiana per l´Unesco, riferendosi alle nuove speculazioni edilizie della Val D´Orcia, alla fine di un´estate dove gli allarmi sul degrado dei siti inseriti nelle liste del world heritage, sono diventati una vera e propria emergenza. Dai centri storici snaturati dal turismo di massa come San Gimignano, che ad agosto ha registrato un tale incremento di presenze "mordi e fuggi"da far temere per la sopravvivenza del borgo stesso, alle 42 villette con piscina pronte ad essere edificate a Corniglia, nelle Cinque Terre, in quel fragile lembo di Liguria ancora immune (quasi) dagli sfregi del cemento, l´intera lista italiana dei 41 siti che vantano il marchio di patrimonio dell´umanità gode di cattiva salute. L´ultima notizia, in ordine di tempo, arriva da Matera, dove Legambiente ha denunciato la costruzione di un parcheggio sotto i Sassi, inseriti nella lista Unesco nel 1993, recuperati, restaurati, ora di nuovo in pericolo.

Ma questi sono solo gli ultimi esempi, perché ricorda Giovanni Puglisi, «ci sono luoghi non soltanto a rischio ma che potrebbero essere espulsi dalle liste del patrimonio mondiale, come Lipari, dove tuttora non è risolta l´annosa questione delle cave di pomice, o l´area delle Ville Palladiane, se verrà approvato il progetto di un´autostrada che dovrebbe tagliare in due tutta la zona, e quindi distruggere giardini e paesaggi». E perdere il "marchio" Unesco non è cosa da poco se si pensa che poter scrivere su un depliant che quel borgo, quel castello, quel centro storico, quell´isola fanno parte del world heritage, fa aumentare del 30% i flussi turistici. E invece è proprio a ridosso di quei siti che si concentra la corsa al mattone, si continua a costruire attorno, vicino, a ridosso all´opera d´arte, per riuscire a portare il turismo dei pullman e dei grandi numeri proprio sul luogo, quasi dentro l´area archeologica, incuranti di vincoli e bellezza, come è avvenuto nella Valle dei Templi ad Agrigento. Ma che cosa può fare l´Unesco? Puglisi è realista: «Io sono sommerso da un martellamento costante di segnalazioni di abusi e violazioni, che possono portare anche all´espulsione dalle liste. Eppure questo non sembra essere un deterrente abbastanza forte, perché in realtà si continua a costruire dappertutto, ad ogni condono edilizio c´è un pezzo di Italia che scompare. Attenzione, non è giusto museificare i luoghi artistici e storici, ma so deve fare una tutela vera, a cominciare da un turismo di flussi programmati, quella che io chiamo versione omeopatica del numero chiuso».

In realtà quello che sta succedendo è che si cominciano a vedere gli effetti del condono approvato dal governo Berlusconi, l´edilizia sembra avere un nuovo boom, una valanga di cemento che non risparmia neppure, appunto, i siti patrimonio dell´umanità. Ma l´attacco al Belpaese non è appannaggio soltanto del centrodestra. A Monticchiello è un sindaco Ds a difendere il nuovo insediamento abitativo di 95 villette già in costruzione alle porte del minuscolo borgo di 150 abitanti, affermando che si tratta di case per le giovani coppie del paese, altrimenti costrette ad emigrare. E forse era questo il progetto iniziale, eppure le vendite sul mercato locale sono state pochissime, e le abitazioni vengono invece cedute a stranieri e forestieri anche, come raccontava Giovanni Puglisi, con la segnalazione che si tratta di appartamenti che «sorgono in una zona definita patrimonio dell´umanità». A Corniglia la battaglia sui seimilacinquecento metri quadrati di villaggio turistico che dovrebbe essere costruito su un pezzo di costa a ridosso di una collina franosa, è tutta interna alla sinistra, che difende il progetto, e gli ambientalisti che, in parte, cercano di impedirne l´attuazione.

Sono soltanto alcuni casi. Perché si dovrebbe parlare di Ercolano, del Cilento, della Costiera Amalfitana... «Il marchio dell´Unesco - conclude Puglisi - ha una forte valenza culturale e simbolica, e la commissione può decidere di espellere dalla lista i siti non adeguatamente tutelati, ma sugli abusi devono intervenire le soprintendenze e le procure della Repubblica, e ci vogliono sanzioni forti». Chissà. Per adesso tra le "vestigia" dell´umanità spuntano residence, alberghi, casette a schiera e campi da tennis"

dal sito www.enricomoriconi.it

BUONA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA!

Anonimo ha detto...

"Ma la vera divisione non è fra destra e sinistra, popolari o socialisti, laici o cattolici. La vera divisione è fra chi cerca di disegnare il futuro e, dentro la crisi, cerca soluzioni nuove. E chi rimane ancorato a un passato vecchio e indifendibile, e che mai come oggi appare letale"

disegnare un futuro...di speculazione edilizia selvaggia, come il sacco di Roma degli anni '70...tonnellate e tonnellate di cemento, grazie a questo geniale provvedimento pro-speculatori, dopo il condono edilizio varato in passato dal centrodestra...quanti di voi, recandosi al mare, riescono più a vederlo, occultato da edifici, cabine, palazzi, aborti edilizi che crescono come funghi? andate in Puglia, oppure in Liguria, aprite gli occhi!

Anonimo ha detto...

Visto che si copia-incolla alla grande copio-incollo anch'io dal sito di Camelot: questo è il commento di un Blogger che fa delle sue considerazioni
sul piano edilizia effettuando di suo ragionamenti e giungendo, sempre di suo a conclusioni tutto sommato ragionevoli:
"
Considerazioni di Alfio sul cosiddetto pianoedilizia :

innanzitutto occorre fare una premessa questo piano (se funziona visto e considerato trattasi di materia di competenza delle regioni e comuni quindi ogni decisione deve passare prima per consigli regionali e comunali pertanto i tempi saranno molto lunghi) può funzionare solo in un paese come il nostro che ha una situazione particolare per quanto riguarda il mercato immobiliare.
Vediamo innanzitutto come e dove abitano gli italiani ( questa è una ricerca fatta per una nota azienda che si occupa di barriere architettoniche: www.edilportale.com/barriere-architettoniche/Indagine_Gli_italiani_e_la_casa.doc?@=Stannah):

Gli italiani proprietari di casa sono il 71,4% ( dietro soltanto a Greci e Spagnoli) percentuale altissima paragonata a quella degli altri paesi europei come Francia, Germania, Olanda ecc…che a fatica superano il 40% e dove sono assai più difusi gli affitti.

Inoltre “la maggioranza dei nostri connazionali (60%) vive in condomini, mentre solo una minoranza (il restante 40%) abita in case individuali o monofamiliari” (percentuale anche questa altissima)

“La casa monofamiliare è più diffusa nel Nord Est, e nei centri medio piccoli (47%) – quelli in cui vivono fino a 30.000 abitanti - e sono anche gli anziani – sopra i 64 anni – coloro che più degli altri vivono in case mono-familiari. Oltre a questo, la popolazione della casa individuale si differenzia in maniera ancora più significativa proprio sul piano socio-culturale: più basso è il livello di istruzione, inferiore è la condizione socio-economica, meno diffusa l’attività lavorativa, più si è anziani, più si vive in case mono-familiari.
E i condomini? Molto più diffusi nel Nord Ovest (68%), estremamente più diffuso nei centri medi (66%) e soprattutto in quelli grandi, dove addirittura l’86% della popolazione vive in condomini con più abitazioni. Rispetto agli abitanti in case monofamiliari cambiano anche i profili socio-culturali: il 78% delle persone con livelli di istruzione alta ed il 73% di quelle nelle situazioni socio-economiche superiori vivono in condomini”.

Consideriamo ancora che moltissimi nostri connanzionali abitano in piccoli centri in prossimità delle grandi città, i cosidetti comuni di prima e seconda fascia.

Analizzando le proposte del governo vediamo come l’idea di aumentare del 20 % il Costruito non è tanto campata in aria permetterebbe sopratutto a chi abita in case monofamiliari e nei piccoli centri di aumentare la volumetria, facciamo un esempio pratico una coppia vuole sposarsi e hanno un genitore che abita in un piccolo centro in casa monofamiliare da 120 mq aggiungendo il 20% si possono benissimo recuperare due appartamenti da 72 mq che possono funzionare benissimo per un a coppia di genitori anziani e la giovane coppia, ed è un intervento (viste le statistiche sopracitate) che va a beneficio della classe medio-bassa. Quindi con costi assai più modesti rispetto all’acquisto di una nuova casa si sistemano due famiglie una delle qualli avrebbe dovuto sperare nelle case popolari che invece in questo caso possono essere destinate a chi ne ha più bisogno.

Le proposte di demolizione-ricostruzione del 30-35% a seconda che si tratti di tecniche ecocompatbili oppure no è sempre in linea co le stesse esigenze perchè permette un rinnnovamento del sistema edilizio obsoleto.
Vediamo ora gli aspetti dal punto di vista paesagistico-ambientale, quest’impostazione di utilizzare le aree già antropizzate senza prevvedere nuove zone di espansione che spesso andavano a cadere nei comuni limitrofi, rubando terreni all’agricoltura e creando nuove periferie con noti problemi sociali, ha il vantaggio che porta dei risparmi dal punto di vista dell’illuminazione pubblica, netezza urbana, gestione delle acque, perchè si utilizzano sempre le stesse.

Pertanto ritengo che la trada da seguire sia proprio questa, cioè aumentare le volumetrie delle aree già urbanizzate e mi meraviglio che la sinistra italiana non colga quest’occasione (tra l’altro molti amministratori PD sono daccordo).
"
Faccio notare che sono considerazioni di buon senso raggiunte ragionando con la propria testa e non articoli di giornalisti che fanno demagogia richiamandosi a scempi edilizi e distruzioni di paesaggi. Seguendo il ragionamento di costoro con questi principi in italia nessuno dovrebbe costruire più non dico case o edifici ma neanche uno sgabuzzino! Nessuno nega che esiste questo pericolo ma, come sempre, la responsabilità deve ricadere su chi permette che tali scempi accadono e va ricercata localmente: sindaci, assessori e quant'altro, e questi sono espressione di chi li vota, non conseguenza di leggi sbagliate.
Le leggi ci sono, sono anche troppe, il problema è, come al solito, che vengono violate senza conseguenze.

Anonimo ha detto...

le leggi vengono violate perché le pene previste sono irrisorie, e la magistratura ha le mani legate dalle mille leggi, espedienti, escamotage, cavilli di cui la nostra casta politica corrotta, in primis il centrodestra, ha infarcito le sue leggi-vergogna a tutela dello scemio edilizio.

Anonimo ha detto...

p.s.: domandati come mai quelle pene, previste dalle leggi vergogna scritte dai politici, sono irrisorie e non fungono da deterrente, fra i mille sconti di pena e i CONDONI elargiti a piene mani dai saggi governi di centrodestra (con la sinistra connivente).
Non è difficile. BUONA CEMENTIFICAZIONE E ABUSO EDILIZIO.

Anonimo ha detto...

p.s. 2 : vorrei evidenziare la "perla" di quest'ulteriore provvedimento vergogna per coprire i loschi affari della nostra ignobile casta politica:

LA DEROGA AI PIANI REGOLATORI!
Forza Italia = FORZA FAR WEST!

Anonimo ha detto...

Le pene sicuramente non sono adeguate, ma il deterrente sta nel fatto che non vengono proprio perseguitati, e questo è colpa di enti locali che non vigilano e non fanno il loro lavoro, quante persone sono state incriminate o perseguitate per abusi? Non ci si è proprio arrivati davanti ai magistrati. Poi per quel che riguarda leggi vergogna che legalizzano e permettono abusi non si possono attribuire ad una sola parte, il buon prodino che in due legislature non ha governato neanche 5 anni interi ha fatto ben 3 condoni, per non parlare del vergognoso indulto. Facile esprimersi per slogan urlati, molto meno argomentare a tono senza trascendere.

Anonimo ha detto...

ps. nessuno ha risposto nel merito delle argomentazioni del buon Alfio

Anonimo ha detto...

Le pene sicuramente non sono adeguate, ma il deterrente sta nel fatto che non vengono proprio perseguitati, e questo è colpa di enti locali che non vigilano e non fanno il loro lavoro, quante persone sono state incriminate o perseguitate per abusi?

prova a chiederlo a Visco

Anonimo ha detto...

"quante persone sono state incriminate o perseguitate per abusi?"


e come fai a incriminarle, in base a cosa? suvvia, dall'alto della sua competenza ci illumini...se non sono previste pene adeguate (quindi nessuno ha veramente paura di delinquere,m chiaro, con un bel condono la farà franca, e chi glielo fa fare di non costruirsi il mega villone in un'area archeologica protetta e vincolata?),se di conseguenza questi reati cadono rapidamente in prescrizione, se esistono amministratori o ingegneri o architeti corrotti che non controllano o firmano perizie giurate infedeli e illegali, che cosa dovrebbe fare lei un onesto magistrato o amministratore di ente pubblico che volgia fare il proprio dovere?
lei non sa di cosa parla.

Anonimo ha detto...

mi pare che l'articolo in apertura sia di Mario Giordano, che volete che vi dica, ovvio che i suoi neuroni sono quelli li non ne ha altri. Gli unici argomenti che ha sono quelli del suo padrone Berlusconi, è una casta da mandare a casa e anche in fretta, e pensare che si spaccia per giornalista per uno che dovrebbe informare, indipendentemente dal credo politico,o no. Sig. Brando, pancia piena, soldi in tasca, bella vita, anche ieri sera da Santoro Lei ha fatto pena, avete mandato via Santoro dicendo che è fazioso un comunista e chissà cosa altro ancora, ma Lei Sig. Brando che cosa è?