martedì 10 marzo 2009

" Il global warming è lo strumento del potere". il Foglio

“Global warming: è mai stata una vera crisi?” non è il titolo di uno sproloquio negazionista a proposito del riscaldamento globale ma la domanda seria che si stanno ponendo a New York i partecipanti alla conferenza sul clima organizzata dall’Heartland Institute. In settecento hanno assistito all’incontro di apertura di ieri sera, presieduto dal presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, che ha arringato la folla con argomenti che svelano il fenomeno del global warming nella sua natura profonda di strumento di potere. Klaus ha parlato a lungo degli scienziati benpensanti che praticano l’arte dell’allarmismo: “Non sono interessati alla temperatura – ha spiegato il presidente ceco – all’anidride carbonica, a mettere in concorrenza ipotesi scientifiche e a tentare di testarle, nemmeno interessa loro della libertà o del mercato. Sono interessati solo agli affari, al profitto ottenuto con l’aiuto dei politici”.

Il presidente di turno dell’Unione Europea ha messo sotto torchio la retorica algorizzante che vende apocalissi climatiche un tanto al chilo e ha criticato l’impostazione creativa e antiscientifica del problema climatico. Gli allarmisti “non sono in grado di spiegare perché la temperature globale è cresciuta fra il 1918 e il 1940, è decresciuta fra il 1940 e il 1976, è cresciuta di nuovo fra il 1976 e il 1998 ed è scesa dal 1998 ad oggi; tutto questo indipendentemente dalle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera”. E ha concluso con logica ferrea: “E’ evidente che gli ambientalisti non vogliono cambiare il clima. Vogliono cambiare il nostro comportamento, vogliono controllarci e manipolarci”. Per via della sua posizione di guardiano solitario contro gli attacchi del climatologo collettivo, Klaus ha paragonato, con punte d’amarezza e compiacimento, la battaglia per la verità sul clima alla “frustrazione che sentivo nell’era comunista”.

I lavori del convegno sul riscaldamento globale proseguiranno fino a martedì 10 marzo e fra gli ottanta relatori spiccano il fisico ed ex astronauta Jack Schmitt; il meteorologo di fama mondiale William Gray e Fred Singer, fisico dell’atmosfera. Tutti scienziati che per una elementare questione di metodo non se la sentono di accettare senza filtro i postulati della corrente di maggioranza. Niente a che vedere con la schiera di lobbisti prezzolati e volgari adoratori del dio petrolio di cui parlano molti giornali perbene, primo fra tutti l’inglese The Guardian.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

"L'ASSALTO ALLA DEMOCRAZIA - FINAL CUT

di Ferdinando Imposimato [ 06/03/2009]



Il taglio drastico alle intercettazioni. L'attacco portato a magistrati e investigatori da quegli stessi personaggi oggetti delle loro indagini, e che che oggi siedono su alte poltrone istituzionali. Infine l'assalto a Costituzione e democrazia.



Il disegno neofascista della maggioranza di governo sta andando avanti a pieno ritmo senza ostacoli: nessuno si accorge che le nuove leggi su giustizia e stampa sono incostituzionali e rappresentano un duro colpo alla democrazia. Il loro scopo recondito e' quello di ridurre i controlli di legalita' e la capacita' investigativa della magistratura. E quello di evitare il controllo delle indagini su questioni scottanti da parte della pubblica opinione. La gente - distratta dalla vicenda Englaro, che ci distoglie dalla gravissima crisi in atto - non deve sapere nulla dei rapporti tra mafia e politica, ne' della corruzione che coinvolge il presidente del Consiglio nel processo che ha visto la condanna dell'avvocato britannico David Mills.
L'attacco alla residua liberta' di stampa e' in pieno sviluppo con la connivenza dei maggiori organi d'informazione, i quali fingono che tutto sia normale. Eppure persino il Sole 24 ore, quotidiano di Confindustria, parla di «censura della informazione», dopo la previsione della reclusione dei giornalisti per la pubblicazione di notizie non pertinenti alle indagini.

COLPOe#8200;SUe#8200;COLPO
Il primo passo dell'offensiva fu la legge sulle Pay Tv, che tendeva a penalizzare Sky. Silvio Berlusconi, in palese conflitto di interessi, essendo presidente del Consiglio e proprietario di Mediaset, tutelo' se stesso e non il diritto collettivo ad una informazione libera e senza costi eccessivi. E diede il primo colpo alla liberta' d'informazione di milioni di cittadini, oggi garantita praticamente solo da Sky, imponendo una tassa a carico dei piu' poveri, che non potranno essere piu' informati sui loro diritti e sul malaffare dilagante.
Il secondo colpo lo ha inflitto con la legge sulle intercettazioni, prevedendo limiti temporali anche per delitti gravi come omicidi e sequestri, con un serio pericolo per la sicurezza e la civile convivenza. Eppure l'esperienza dovrebbe insegnare qualcosa. Negli anni settanta riuscimmo a debellare i sequestri di persona proprio grazie alle intercettazioni telefoniche, mediante le quali fu possibile colpire gruppi criminali internazionali affluiti a Roma da ogni parte del mondo; e riuscimmo a liberare ben dieci ostaggi neutralizzando delinquenti pericolosi che avevano diramazioni in ogni parte d'Italia. Prevenimmo inoltre alcuni sequestri di persona gia' sul punto di essere eseguiti: tra le vittime designate c'erano la figlia di Maria Sole Agnelli, che era pedinata da mesi, ed il figlio dell'allora presidente della Lazio Lenzini. Individuammo alcune prigioni in cui erano detenuti da mesi bambini di 10 anni. Mai saremmo stati in grado di scoprire gli autori dei sequestri e le prigioni, per via dell'omerta' e del terrore che impedisce di trovare testimoni in grado di dare notizie. Lo stesso accadde per il traffico internazionale di eroina, debellato grazie ad intercettazioni protrattesi per mesi e anni. Nessuna indagine tradizionale avrebbe portato alla scoperta di associazioni transnazionali impegnate nei traffici di esseri umani che spesso hanno avuto risvolti corruttivi nelle ambasciate e nel ceto politico.
Ancora. La pubblica opinione non sa che e' stata varata una legge di riforma del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, che viene privato dei poteri di governo dei magistrati contabili in favore del presidente, passato al servizio del premier, in vista della imminente pensione. E di questo colpo di mano che anticipa l'attacco al Csm nessuno, tranne Antonio Di Pietro, si e' accorto. E dove sono tutti i soloni al servizio di D'Alema, Veltroni e compagnia cantando? Una volta ottenuta la poltrona in parlamento, sono scomparsi!
In questi scenari devastanti, la pubblica opinione e' assente poiche' non correttamente informata del pericolo per la propria sicurezza e della minaccia per la democrazia. I cittadini sono ignari di cio' che accadra' per il deficit di informazione e di giustizia. D'ora in poi sara' ben difficile, per non dire impossibile, che i singoli cittadini riescano ad avvalersi in modo consapevole dei propri diritti politici.

TUTTIe#8200;Ie#8200;TRUCCHI
Per complicare le cose e' stato escogitato un altro espediente. Che riguarda la vanificazione delle intercettazioni con diversi sotterfugi. Prima della nuova legge il pubblico ministero chiedeva al giudice per le indagini preliminari (il gip) l'autorizzazione ad intercettare su determinate persone tutte le utenze (casa, cellulari), quindi il gip valutava ed autorizzava l'intercettazione, che poteva durare quindici o venti giorni al massimo; se necessario, poi, lo stesso gip vagliava ulteriori circostanze e, sussistendo gli elementi, concedeva la proroga. Poteva concederne di diverso tipo: se un'indagine dura sei mesi era assurdo che le intercettazioni non potessero durare altrettanto, anche perche' molto spesso i reati si protraggono nel tempo. Non c'e' nessun criminale che si dia un termine ultimo per un reato. Puo' essere che la progettazione di una strage vada avanti per mesi, che un sequestro di persona continui anche per anni. Si puo' mettere per iscritto la durata di una intercettazione? No, perche' i criminali non mettono per iscritto la durata del loro reato.
L'intercettazione, insomma, deve durare almeno quanto dura il reato e magari di piu', visto che ci sono persone che parlano del reato molto tempo dopo averlo commesso.
Da oggi non bastera' un gip: per poter disporre intercettazioni ed eventuale proroga ci vorra' un collegio di tre giudici. Certo, se avessimo cinquantamila giudici, si potrebbe fare. Ma ne abbiamo diecimila, e ci sono molti tribunali - ottanta, quelli piccoli - con meno di venti magistrati. E qui sorgono altri gravi problemi: se un magistrato e' giudice per le indagini preliminari, non puo' contemporaneamente fare anche il gup, cioe' il giudice per l'udienza preliminare, per il rinvio a giudizio o per i riti abbreviati. Poi ci sono i giudici del riesame, che sono tre e decidono su arresti, sequestri, perquisizioni. E ancora, ci sono i giudici che portano avanti i processi in composizione collegiale. Se esistono trenta magistrati in tutto un tribunale, e' evidente che cresceranno fino alla paralisi le catene delle incompatibilita'. «Non puo' decidere sulle intercettazioni di Tizio chi lo ha gia' arrestato». «Non si puo' pronunciare sul sequestro delle carte chi ha gia' deciso sulle intercettazioni». «Non puo' giudicare in aula se era il gip».
Ma il ministro della Giustizia anziche' occuparsi del funzionamento dei tribunali, vara riforme per ostacolare le indagini e cambiare le carriere dei giudici, attaccare i magistrati e lasciare le cose come stanno sulle circoscrizioni giudiziarie, risalenti a 180 anni fa. Con la vergogna di una citta' come Caserta senza tribunale. E di piccoli centri come Sant'Angelo dei Lombardi e Barcellona Pozzo di Gotto sedi di tribunale.
Il ministro Angelino Alfano dovrebbe far funzionare la giustizia: dare le stampanti, la carta, le fotocopiatrici, le volanti alla polizia giudiziaria, gli uffici, le sedie, mettere i puntelli dove crolla il tribunale. E dovrebbe dare i soldi per le intercettazioni. Il bilancio del ministero e' positivo, sia per spese di giustizia che gravano sui cittadini e sia per le grandi quantita' di beni confiscati alla criminalita' organizzata: si tratta di miliardi di euro provenienti dalla mafia e dalla camorra.
Un ministro indipendente, autenticamente impegnato nel risanamento, rivoluzionerebbe la geografia dei tribunali italiani, prenderebbe quelli piccoli, li cancellerebbe e li accorperebbe almeno nei capoluoghi di provincia, per evitare di avere microtribunali dove i giudici dovrebbero fare tutto e invece non possono fare niente perche' risultano incompatibili. Speriamo che nessuno faccia emendamenti migliorativi, perche' peggio e' questa legge, piu' abbiamo speranze che venga incenerita dalla Corte Costituzionale.
spie e microspie
Altra anomalia. Le intercettazioni ambientali d'ora in poi potranno essere disposte solo se si ha il fondato sospetto che si stiano commettendo dei reati. Una pura assurdita': come fai a sapere prima se in un certo luogo si commettono reati? L'importante e' invece poter seguire un individuo sospetto che frequenta certi luoghi dove parla al telefono o con degli amici. Un capo mafia a casa sua non strangola la gente, a casa sua magari riceve qualcuno e insieme a lui parla di appalti da truccare o negozi da taglieggiare. Pensate a quante volte viene messa la microspia dentro l'auto di un tizio: mica quello commette delitti dentro la macchina! C'e' la speranza che parli con qualcuno. E riveli notizie utili alle indagini.
In un'autoscuola di Palermo furono scoperti uomini di Bernardo Provenzano che facevano gli istruttori di guida e si chiudevano dentro le auto per parlare di cose riservate, senza sapere che dentro c'erano le “cimici”. In auto non commettevano reati, ma parlavano di come dovevano sostenere alle elezioni Marcello Dell'Utri, candidato alle europee nel 1999. Bene, d'ora in poi se non si ha un elemento concreto che in un certo posto sta per svolgersi un crimine, non si potra' piu' piazzare una microspia.
Ma la cosa piu' grave di questa legge riguarda le condizioni per disporre le intercettazioni. Quali sono i requisiti, quali sono i limiti? Oggi il gip le dispone su richiesta del pubblico ministero soltanto se ci sono elementi che fanno ritenere quella misura indispensabile per il proseguimento delle indagini. Da domani occorreranno fin da subito “gravi indizi di colpevolezza” a carico della persona da intercettare. Vuol dire che devi gia' avere prove contro di lui. In un'indagine di omicidio o sequestro di persona, devi insomma gia' conoscere il colpevole; e puoi intercettare soltanto lui. Ma l'intercettazione e' sempre servita per scoprire il colpevole! Ora non piu': prima devi scoprire il colpevole, poi puoi fare l'intercettazione. E se hai scoperto il colpevole lo arresti, non lo intercetti!

RUTELLIe#8200;INe#8200;CONFLITTO
La demonizzazione di Gioacchino Genchi, consulente di Luigi De Magistris, non ha senso. Genchi e' stato convocato dal Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti guidato da Francesco Rutelli, uno che avrebbe almeno due motivi per non presiedere - o almeno per astenersi in questo periodo dal presiedere - il Copasir: era in contatto telefonico con Antonio Saladino, principale indagato di Why Not, e a Napoli risultano suoi contatti attraverso il rutelliano Renzo Lusetti con Alfredo Romeo, l'imprenditore che sta in carcere per gli appalti della Global Service.
Placidamente Rutelli, invece, giorni fa ha interrogato come capo del Copasir De Magistris e Genchi. De Magistris ha indagato su Saladino scoprendo fra l'altro i rapporti telefonici con Rutelli. Ma De Magistris e' anche lo stesso giudice oggi in forze al tribunale del riesame di Napoli che ha confermato gli arresti per Romeo, scrivendo quello che risulta nell'indagine: Romeo aveva rapporti, ancora tutti da chiarire, con Francesco Rutelli.
Tutti i giornali avevano raccontato di questi rapporti fra Romeo, la Margherita, Lusetti e anche un incontro con Rutelli. Non dimentichiamo che Romeo, pur essendo gia' stato arrestato e condannato in primo e secondo grado per corruzione negli anni Novanta, finanziava la Margherita ed Europa, il giornale della Margherita. Rutelli aveva accettato, o forse non l'avevano informato, il che sarebbe molto grave, che il suo partito prendesse soldi da uno che era noto come un corruttore di politici, gia' nella Prima Repubblica. Dopo che Rutelli e gli altri del Copasir hanno torchiato De Magistris e Genchi a proposito dell'archivio dei tabulati telefonici, i giornali invece di segnalare il grave conflitto di interessi hanno scritto che erano emersi fatti gravissimi...
Il vero problema e' che se non si puo' piu' intercettare nessuno (a meno non si sia gia' scoperto che e' colpevole), noi cittadini saremo molto piu' esposti ai crimini. Ed alla corruzione. Anzi, quando i criminali sapranno che la nuova legge e' questa, commetteranno molti piu' delitti perche' non avranno piu' nemmeno quel po' di paura che hanno oggi di essere presi.

STUPRI, SEMAFOROe#8200;VERDE
Questo e' quello che succedera'. Pensate al caso degli stupri nel Lazio negli ultimi giorni: hanno scoperto molti dei violentatori intercettando le comunicazioni telefoniche e incrociando i tabulati, esattamente quello che fa Genchi. Se il gip, per intercettare i presunti stupratori, avesse dovuto aspettare che il pm gli desse la prova o il grave indizio di colpevolezza a carico di quei soggetti, non sarebbero stati sotto intercettazioni e sorpresi. In piena liberta', avrebbero gia' colpito altre ragazze.
Come non sospettare che decine di parlamentari della maggioranza, essendo stati condannati, siano diventati nemici acerrimi dei magistrati e rifiutino il controllo di legalita', seguiti a ruota da quelli della fasulla opposizione, anche essi accusati di gravi crimini? Il problema e' che esiste un accordo trasversale per neutralizzare le intercettazioni. E delegittimare i magistrati.

LEe#8200;LEGGIe#8200;CRIMONOGENE
L'attacco alla legalita' va avanti anche in materia finanziaria. Dopo che le banche ne hanno combinato di tutti i colori truffando impunemente milioni di ignari cittadini, in violazione della legge penale e della Costituzione, che impone alla Repubblica di tutelare il risparmio; dopo la vergogna delle scalate bancarie che ha visto coinvolti centro destra e centro sinistra in un assalto banditesco ai risparmiatori, la risposta di questo Governo e' una legge che permette di depredare i cittadini. E come sempre l'opposizione tace. Parliamo di un provvedimento destinato a provocare migliaia di esecuzioni forzate contro i piu' deboli ed indifesi, che saranno privati delle loro case.
Il 28 gennaio scorso e' stato infatti ridotto per legge a soli 5.000 euro il limite (precedentemente fissato a 8.000) per l'attivazione delle procedure di esproprio immobiliare a carico di coloro che sono in debito col fisco. La norma, denominata “Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria”, porta un titolo menzognero e demagogico: si da' in pratica la possibilita' agli agenti riscossori di espropriare gli immobili per un importo piu' basso di prima. Bastera' un debito di 5000 euro per esseri privati di un bene primario come la casa. E si dimentica che il diritto alla casa e' inviolabile e come tale va tutelato assai piu' delle banche usuraie e truffatrici.
E che dicono i giornali e le tv, impegnati a narcotizzare la pubblica opinione con i reality e i festival, su questa ennesima vergogna? Nulla. Tacciono e, cosi' facendo, assentono"

Anonimo ha detto...

buuuuuuummm!

Anonimo ha detto...

prrrrrr!
bevi, è Zabov!!

Anonimo ha detto...

prrrrrr!
bevi, è Zabov!!

Anonimo ha detto...

"Signor Presidente, le intercettazioni telefoniche, come noto, sono uno strumento per cercare la prova dei reati. In realtà, in questo provvedimento vi sono disposizioni che non hanno nulla a che vedere con le intercettazioni e che sono state introdotte, evidentemente, per fini diversi da quelli delle intercettazioni.
Ebbene, nell'insieme delle disposizioni che sono state presentate, noi dell'Italia dei Valori abbiamo evidenziato ben dodici questioni di legittimità costituzionale. Non so se in dieci minuti avrò il tempo di illustrarle tutte e dodici, ma ovviamente ci riportiamo al testo scritto anche perché, di fronte al silenzio - oserei dire al menefreghismo - di una parte di questo Parlamento, ci penserà la Corte costituzionale, appena sarà interessata dalle singole procure e dai singoli tribunali, a ripristinare un minimo di legalità costituzionale rispetto a questo disegno di legge pluri-incostituzionale che stiamo - che state - varando.
Allora dovete sapere che, proprio perché è così incostituzionale, questa legge finirà ancora di più per bloccare il lavoro della polizia e della magistratura per combattere la criminalità perché molti processi, soprattutto i più gravi e i più delicati, si bloccheranno nelle aule giudiziarie per aspettare che la Corte costituzionale si pronunci su una miriade di questioni di incostituzionalità che si ritrovano.
La prima delle quali non riguarda le intercettazioni, ma è gravissima ed è contenuta nell'articolo 1, comma 2, del disegno di legge n. 1415-A, nella parte in cui prevede che il magistrato, se risulta iscritto nel registro degli indagati, deve essere sostituito.
È una norma assurda che viola il principio generale del giudice naturale, viola il principio generale per cui nessun giudice può essere rimosso nella trattazione del processo (articolo 25 della Costituzione), viola l'articolo 107 della Costituzione nella parte in cui prevede che i magistrati, pubblici ministeri compresi, siano inamovibili, viola l'articolo 112 della Costituzione nella parte in cui prevede che il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale, non potendo esserne distratto da altri soggetti, viola l'articolo 27 della Costituzione che fa discendere conseguenze dalla iscrizione (come atto dovuto) nel registro degli indagati anche dei tempi per indagare, viola l'articolo 111 della Costituzione.
Ma detto ancor più semplicemente, l'articolo che prevede che basta denunciare un magistrato perché il magistrato non debba più svolgere l'indagine garantisce l'impunità a qualsiasi imputato il quale, ogni volta che vede che un magistrato indaga su di lui, basta che lo denunci anche se dice una stupidaggine atroce e, siccome deve essere iscritto nel registro notizie di reato il nome del magistrato, questo fascicolo deve passare ad altro magistrato di altro tribunale e così via fino a quando arriva la prescrizione, fino a quando arriva l'impunità o fino a quando arriva un magistrato che si riesce a comprare.
Questa è un'assurdità che non ha alcuno spazio in uno Stato di diritto: oltre che incostituzionale è immorale, come è immorale il fatto che non ne volete prendere conoscenza e cognizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Allora che resti agli atti che la Corte costituzionale farà giustizia di tutto questo, ma intanto voi per un certo periodo di tempo avrete bloccato una serie di processi contro gravi fatti di criminalità.
Riteniamo poi incostituzionale anche l'articolo 1, comma 2, lettera b), e l'articolo 3, comma 1, nella parte in cui prevede il «buio tombale» rispetto alla possibilità di far sapere all'opinione pubblica e ai cittadini che cosa sta succedendo, di quali fatti è accusato qualcuno, specie se è un pubblico ufficiale, un politico, una persona che usa poteri pubblici, denaro pubblico, istituzioni pubbliche.
È irragionevole che, rispetto a tutto questo, non si debba far sapere più nulla. Ho saputo che adesso il Governo vuole modificare il testo prevedendo che, invece, i giornalisti possono pubblicare gli atti per riassunto. È un'assurdità e un'ipocrisia atroce: chi ha detto che la pubblicazione per riassunto è meno invasiva della pubblicazione per intero e chi ha detto che, pubblicando per riassunto, si capisce meglio ciò che è accaduto veramente? L'unico modo per sapere esattamente come stanno i fatti è lasciare al giornalista la responsabilità di scrivere esattamente una riga o dieci righe per raccontare il fatto, assumendosene la responsabilità, ma non obbligare al riassunto. Il riassunto di settecento pagine deve essere settanta pagine, sette righe o settecento? Dipende da che cosa vi è scritto; dipende da che cosa si deve dire. Può darsi che il riassunto debba essere ancora più lungo del testo integrale perché lo devo spiegare ancora meglio. Pertanto, è un nonsenso! Io non faccio il giornalista, ma una proposta del genere farebbe ridere o piangere qualsiasi giornalista.
Così come riteniamo non solo del tutto irragionevole ma tale da violare l'articolo 21 della Costituzione, vale a dire il diritto a informare, a informarsi e ad essere informato, la previsione di questa norma che vuole evitare di far conoscere ai cittadini ciò che accade. Ecco perché noi riteniamo che sulle questioni di legittimità costituzionale in esame debba almeno valere il detto secondo il quale «noi ve lo avevamo detto, ve lo avevamo detto»! Infatti la Corte Costituzionale, la Corte di giustizia delle Comunità europee faranno giustizia di questo altro scempio della legalità e della corretta informazione.
Ed ancora, che cosa dire di un'altra questione di legittimità costituzionale che riteniamo davvero assurda così per come voi volete formulare la disposizione? Per poter intercettare sono necessari i gravi indizi di colpevolezza, ma se l'intercettazione è uno strumento per cercare la prova dei reati, voi volete che la prova ci sia già! È irragionevole e, quindi, viola anche l'articolo 3 della Costituzione l'idea che intanto si può intercettare in quanto vi sia una prova di colpevolezza; infatti, a quel punto, non ve ne sarà più bisogno, anzi non si dovrebbe neanche più disporre l'intercettazione, dal momento che quest'ultima è proprio finalizzata a trovare una prova che in quel caso è già stata trovata. Lo so, lo so: avete detto che ci avete ripensato e che adesso vorreste indicare una modifica, prevedendo non più «gravi indizi di colpevolezza» ma «evidenti indizi di colpevolezza». Anche questa è ipocrisia e anche questo, se permettete, è indice di ignoranza perché - lasciatemelo dire - non capisco l'italiano, non so parlare l'italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... ma sono andato a leggere il dizionario Devoto-Oli e il De Mauro e vi leggo che cosa dicono il De Mauro e il Devoto-Oli su questi due termini: «grave» secondo questi dizionari significa preoccupante, serio, mentre «evidente» vuol dire che non ha bisogno di dimostrazione, certo, indubbio. Questo ci insegna chi conosce la lingua italiana.
Dunque, voi volete dire che non prevedete più i gravi indizi di colpevolezza, ma gli evidenti indizi di colpevolezza; cioè non vi basta neanche qualcosa per cui c'è una grave prova in corso, ma deve essere proprio evidente, proprio sicuro, deve essere una prova che non ha bisogno di dimostrazione, che è certa, indubbia! Soltanto in questo caso si possono disporre le intercettazioni e volete farci passare questa modifica come migliorativa per venire incontro alle osservazioni che vi abbiamo fatto in ordine ai gravi indizi di colpevolezza? Parlando di evidenti indizi di colpevolezza - ve le lo dice persino uno che non capisce l'italiano - state dicendo una «minchiata» italiana!
Stabilito questo e andando oltre, riteniamo che vi siano altre gravi questioni di costituzionalità ancora presenti in questa norma. Riteniamo che affermare che debba essere irrogata una sospensione per tre mesi nei confronti del giornalista che pubblichi qualcosa che si ritiene non avrebbe dovuto pubblicare, prima ancora di accertare se è vero o non è vero che ha sbagliato, viola il principio della non colpevolezza fino a prova contraria.
L'altra questione che vogliamo farvi presente è anche questa idea che le intercettazioni tra presenti possano avvenire solo quando si sta commettendo il reato. Ma che è ragionevolezza è questa?
Che senso ha dovere intercettare soltanto quando si sa che lì si sta commettendo il reato tra presenti e non anche quando si sta spartendo il bottino o quando si sta organizzando la rapina? Questa è un'altra questione irragionevole.
Insieme a tali questioni, vi sono altre sette questioni di costituzionalità che abbiamo messo per iscritto, che i tempi ristretti che ci avete dato ci impediscono di poter sviluppare, ma che svilupperemo durante la fase di merito, richiamando anche la questione costituzionale, sin d'ora ribadendo che, varando il provvedimento in esame, state facendo un abuso di funzione"

Antonio di Pietro

maurom ha detto...

Almeno scegliete il post giusto per postare gli articoli e i discorsi dei vostri beniamini...

Anonimo ha detto...

Mauro, sei simpatico. un autentico e tollerante liberale. continua così. Detto senza ironia.

Anonimo ha detto...

almeno devi ammettere che maurom ci fa postare quello che vogliamo senza censure,

prova a farlo sugli altri siti dei dipendenti berlusconiani

casa delle libertà (di fare quello che gli pare)

Anonimo ha detto...

sì, è vero. per questo dico che è un genuino liberale e lo apprezzo.