sabato 21 marzo 2009

Preservativo culturale. Davide Giacalone

La presunta laicità ha recato una nuova offesa alla ragione. Da laico, me ne dolgo. Benedetto XIV ha sostenuto che i preservativi non sono indispensabili a combattere la diffusione dell’Aids. Sono controproducenti. La seconda cosa, ovviamente, allude alla promiscuità sessuale. Tutta roba detta e ridetta, né in Vaticano hanno mai sostenuto il contrario. Il sesso è lecito, per loro, solo come coronamento dell’amore, santificato dal matrimonio e destinato alla procreazione. Amen. Tale dottrina è legge solo nei Paesi islamici, ci pensino.

Dalle nostre parti vige la laicità: le leggi non considerano reato il peccato ed a ciascuno è consentito manifestare le proprie opinioni. Perché, allora, dei governi si sentono in dovere di criticare le parole, ovvie, del capo della cattolicità?Il giorno appresso Benedetto XVI ha detto che si devono rifiutare violenze e totalitarismi. Mi è sfuggito l’applauso di quei medesimi governi, spesso in affari con regimi violenti e totalitari. E sarebbe niente, perché solitamente tacciono davanti agli stupri della libertà e della dignità perpetrati nel mondo islamico. Non protestano quando s’impedisce alle donne di scoprirsi. Protestano una volta sì e dieci no quando degli omosessuali vengono impiccati o quando una moglie viene lapidata. Se vogliono radere al suolo Israele, si sollecita il dialogo. Il multiculturalismo è divenuto rincoglionimento dei valori, per cui devo rispettare l’inciviltà altrui, ma devo mostrarmi sensibilissimo se dal mondo cristiano arrivano proposte ed idee diverse dalle mie. Senza che, peraltro, l’avversione ai preservativi sia accompagnata da minacce fisiche contro chi persevera ad incappucciarsi.
Sono favorevole ai mezzi anticoncezionali e dei preservativi si suggerisce l’uso anche quando tale ipotesi è esclusa: fra maschi omosessuali. Vivo nel mondo civile, nel quale chi la pensa diversamente può sia esprimersi che far valere le proprie opinioni. Avverto, però, il disagio d’assistere ad uno smottamento culturale, con governanti pronti ad ascoltare un imam, sentendosi strafichi perché accolgono la sua diversità religiosa, e non meno pronti a scandalizzarsi se un prete ripete i precetti nei quali sono cresciuti. Sono gli stessi che si dicono fedeli, a patto di non dovere rispettare alcuno di quei precetti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

sottoscrivo pienamente, per la prima volta.

maurom ha detto...

Se ci facessi capire che anonimo sei...

Anonimo ha detto...

sono quello che sottoscrive pienamente, per la prima volta

maurom ha detto...

Grazie!

Spero che non ti vergogni a sottoscrivere pienamente, caro pienamente sovrascritto.

Anonimo ha detto...

sottoscrivo pienamente