giovedì 19 marzo 2009

Quei vasi comunicanti. Piero Ostellino

Un altro magistrato, Luigi De Magistris, ha deciso di entrare in politica, presentandosi nelle liste di un altro magistrato entrato in politica, Antonio Di Pietro. De Magistris ha dichiarato che la sua scelta è «irreversibile ». Ma il vicepresidente del Csm Mancino aveva già esortato i magistrati che fanno il loro ingresso in politica a «non tornare alla toga». Negli ultimi anni ci sono stati infatti troppi episodi di andirivieni tra magistratura e politica: da Pierluigi Onorato, tornato in Cassazione dopo anni di vita parlamentare, a Giuseppe Ayala; da Salvatore Senese in lizza per il posto di Procuratore generale della Cassazione dopo un’intensa attività politica, ad Adriano Sansa, che ha ripreso la sua attività di magistrato a Genova dopo essere stato sindaco di questa città.

Un sistema di vasi comunicanti tra magistratura e politica che allarma Mancino, comprensibilmente preoccupato dell’immagine «di parte» che questo giro vorticoso di andata a ritorno produce. E avrebbe scandalizzato Montesquieu, per il quale il potere giudiziario doveva essere «invisibile e nullo», in quanto i giudici altro non avrebbero dovuto essere «se non la bocca che pronuncia le parole della legge». E avrebbe indotto Benjamin Constant a invocare un «potere neutro», che intervenisse per rimettere in riga i tre poteri dello Stato legislativo, esecutivo e giudiziario, entrati, da tempo, in conflitto fra loro. Ma questa commistione fra politica e magistratura — che ha trasformato la seconda in supplenza della prima, secondo il togliattiano «viaggio attraverso le istituzioni», versione repubblicana della gramsciana «conquista delle casematte» della società civile e dello Stato — viene da lontano. Sta in una rilettura deformata e illiberale del secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione: «E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese».

Da questo generico principio programmatico —che dice troppo o troppo poco, o forse non dice proprio nulla, secondo quanto don Sturzo aveva scritto, ai tempi della Costituente, di certi articoli della Costituzione—in alcuni settori della magistratura si è fatta largo la legittimazione di una «funzione creativa e progressista » del Diritto; che non si ripromette, come dovrebbe, di applicare la legge, ma di «fare giustizia »; di raddrizzare «il legno storto dell'umanità». Non deve essere il diritto — per dirla con Kant —che si piega alla politica, bensì la politica al diritto. Mentre i magistrati che scelgono un partito sembra che vogliano fare della politica una prosecuzione con altri mezzi del loro diritto «creativo e progressista». Ma ci sono «emeriti» costituzionalisti che hanno detto che, dal 1948—vittoria elettorale della Dc sul Fronte popolare — l'Italia ha smesso di essere quella scritta nella Costituzione. E ce ne sono altri che hanno sostenuto che il principio di legalità è espressione del dominio borghese. Italia, Patria del Rovescio; non del Diritto. (Corriere della Sera)

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Del fervorino del vicepresidente del Csm Nicola Mancino si sentiva proprio la mancanza. La legittima candidatura di De Magistris apre l’ennesimo dibattito:
il giudice che ammette di essere divenuto di parte,non fosse altro perché si è schierato con una forza
politica, è giusto che poi rientri? Ho sempre sostenuto
di no.

Madavvero? Chestrano. Mancino poteva ricordarsene quando stava nella Dc, che candidava e promuoveva ministro Claudio Vitalone, che negli anni pari faceva il giudice e in quelli dispari il politico, sempre dalla parte di Andreotti. Ma se lo
scorda.

Poteva ricordarsene un anno fa, quando a sostenere l’accusa al Csm contro De Magistris per farlo cacciare da Catanzaro la Cassazione designò il Pg Vito D’Ambrosio, per 10 anni presidente della Regione Marche col centrosinistra e poi rientrato in
magistratura.

Mancino avrebbe potuto associarsi
alla nostra voce solitaria per denunciare l’inopportunità
della designazione di quel Pg di parte, visto cheDe Magistris stava indagando su alcuni ex compagni
di coalizione di D’Ambrosio.

Invece tacque.

Così come tacque quando Letizia Vacca, membro laico del Csm, anticipò alla stampa la cacciata di De Magistris e della Forleo prima ancora che il Csm li
processasse.

Mancino ha ritrovato la favella giusto quando un pm che non potrà mai più fare il pm anche grazie a Mancino, ha deciso di cambiare mestiere.

Peccato, perché sull’incompatibilità fra De
Magistris e questa politica, ha ragione Mancino: negli
altri paesi i diritti civili li tolgono ai delinquenti,
in Italia vogliono levarli ai magistrati

Anonimo ha detto...

"Ad essere coerenti con ciò che Lei ha scritto, nessuno – che non sia solo un “servo del potere” – dovrebbe candidarsi al Parlamento Europeo.

Se l’unica speranza fosse quella di finire come Lei prospetta, quelle candidature dovrebbero accettarle solo i peggiori.

Credo, invece, che debba essere – almeno astrattamente – possibile ipotizzare che una persona animata da buone intenzioni e dotata di buone qualità possa andare lì a dare il suo utile contributo.

La seconda cosa che voglio dire è che a me pare che il “che fare” debba essere trattato con riferimento a ciascuno.

La scelta se candidarsi o no non si presenta negli stessi termini per Luigi De Magistris, per Lei, per me, per mio fratello, per il mio vicino di casa, per Clementina Forleo, per Bruno Vespa, eccetera.

Ognuno di noi ha una sua storia, sue qualità, sue aspirazioni, sue disponibilità/indisponibilità. Eccetera.

La terza cosa è che non bisogna mai presumere che le cose stiano come noi supponiamo quando non abbiamo elementi di giudizio per supporre.

Fra i tanti temi da Lei trattati gliene segnalo, in proposito, due.

Il primo relativo all’azione di risarcimento danni nei confronti dell’avvocato incaricato da Luigi De Magistris di patrocinare il suo ricorso in Cassazione.

Lei dà per scontato che quell’azione non sia stata promossa.

Sappia – la prego di credermi - che le cose non stanno come Lei le prospetta.

Comprenderà anche che si tratta di vicende molto delicate e non si può (a volte non si deve) raccontare sempre tutto a tutti.

In ogni caso, comunque stiano le cose, non dia per scontato nulla di ciò che (non per sua colpa, ma per il normale corso delle cose) non conosce.

Il secondo tema è quello del contributo al dr Apicella per lo stipendio perduto.

Sappia che un gruppo di noi ha promosso una sottoscrizione collettiva per questo. Abbiamo lanciato l’idea di creare un fondo di solidarietà finanziato da quote offerte da tanti di noi.

Questa iniziativa è ancora “pendente” e ha raccolto diverse adesioni, anche se non ha avuto gli esiti che io auspicavo. Ma le ragioni sono varie e complesse (tanto per dirgliene una, il dr Apicella ha chiesto la revoca della misura cautelare inflittagli e sta ancora valutando, ovviamente, cosa fare nel caso di rigetto di questa istanza).

Insomma, anche questa cosa è, nei fatti, diversa da come Lei la prospetta (la prego di credere che non dico questo come “rimprovero” a Lei, ma solo come “notizia” della diversità di fatti dalla Sua prospettazione).

Lei, poi, mi chiede se mi sono “chiesto cosa abbia portato il neocandidato a mutare idea in circa due mesi”.

Le rispondo che non ho avuto bisogno di chiedermelo, perché lo so.

Luigi ha voluto condividere la fatica della sua decisione di accettare o meno l’offerta di quella candidatura con un piccolo numero di suoi amici. E io sono stato fra questi.

Dunque, so cosa ci siamo detti (io con Luigi, Luigi con ciascuno degli altri, noi “altri” fra di noi) per decidere se incoraggiare o scoraggiare Luigi a fare una scelta che a lui appariva difficile.

Tutti lo abbiamo incoraggiato ad accettare la candidatura.

Alcuni prospettando alcune preoccupazioni, altri dicendosi certi che fosse assolutamente e incontrovertibilmente la cosa “giusta” da fare.

Ovviamente, io non so se sia o no la cosa “giusta”, non foss’altro perché, come ho detto, credo che non ci sia un modo di saperlo oggettivamente.

Sappia che ciò che ha fatto cambiare idea a Luigi e a noi suoi amici è ciò che è accaduto in questi ultimi mesi.

Fino a qualche mese fa noi si credeva che Luigi potesse essere “utile” in magistratura.

Oggi questa appare rimasta solo una pia illusione.

E’ ovvio che non si parla qui del lavoro “materiale” che Luigi avrebbe potuto fare come giudice, ma del ruolo ulteriore che lui ha avuto e poteva ancora avere per ciò che la sua storia ha significato per tutti.

In questi ultimi mesi la “magistratura” ha dimostrato alcune cose decisamente dolorose.

Fra le altre:

1. di non meritare una persona come Luigi;

2. di non avere alcuna intenzione di migliorarsi;

3. di essere decisamente “peggiorata”;

4. di essersi decisamente omologata al degrado del Paese;

5. di essere decisamente pronta a fare cose che solo poco tempo fa sarebbero apparse impensabili.

In questo quadro, è parso ad alcuni di noi che, per la “buona causa” (che Lei opportunamente individua, fra l’altro, nella tutela dei diritti costituzionali), Luigi potesse essere più “utile” altrove che in magistratura.

E’ ovvio che non si può sapere se ciò sia vero o no e che ciascuna delle due opzioni presenta vantaggi e svantaggi (per la “buona causa”).

Quanto ai vantaggi personali, Lei dà per scontato (come fanno tanti) che andare a fare il deputato europeo sia un “vantaggio”.

La prego di credermi quando Le dico che, per me, per esempio, sarebbe solo un impegno più gravoso della vita che conduco attualmente.

Dipende dai valori di ciascuno.

Io, per esempio, attualmente lavoro troppo, sono stanco, affaticato, sfiduciato, ma sto a casa con la mia famiglia, amo le mie cose, godo di gioie semplici, ecc..

L’idea di vivere a Bruxelles, di prendere aerei in continuazione, di dividermi fra battibecchi televisivi, riunioni di partito e cose simili non mi entusiasma per niente.

L’idea di stare per troppo tempo lontano dalle persone che amo mi sembra un prezzo enorme che non mi andrebbe di pagare.

Dunque, per esempio, per uno come me, accettare una candidatura sarebbe puro eroismo e non, invece, “vantaggio”.

Ovviamente non posso raccontare né posso garantire come sia per Luigi.

Ma Le assicuro che è stata per lui una scelta difficile e per nulla “scontata”.

Lei parla dei compensi dei parlamentari. Sappia, però, che c’è una soglia di “serenità economica” raggiunta la quale non tutti ambiscono a maggiori guadagni a tutti i costi.

Molti miei colleghi accettano l’incarico di comporre le Commissioni tributarie, che offre un supplemento di retribuzione.

Io non mi sono mai sognato di farlo, perché, nella mia economia familiare, la somma offerta in più non compenserebbe il “prezzo” da pagare in termini di ulteriore aggravio di lavoro. In questo momento, se si potesse, rinuncerei piuttosto a un po’ di stipendio se questo significasse un po’ di lavoro in meno.

Il denaro serve, ma non è tutto e c’è un punto della “curva dei profitti” nel quale guadagnare di più non serve a essere più felici.

Ho amici che guadagnano cinque volte quello che guadagno io, ma si godono le piccole gioie della vita un quarto di quello che faccio io.

Lei infine mi chiede: “In ultimo, sui Giudici in Sicilia, il problema esiste da anni. Se li ricorda i baby giudici di fine anni '80? Che fine hanno fatto? Che posti occupano oggi, più di vent'anni dopo? Cosa avrebbero fatto, se fossero stati "in trincea", nel reality, oggi e non vent'anni fa?”

Gentile Emil, io sono uno di quei “baby giudici”.

Sono entrato in magistratura nel 1986 a 25 anni.

Ho “combattuto” tante battaglie, ho visto cose molto dolorose.

Mi perdoni se non glieLe elenco, ma ho già parlato troppo di me e non serve. Mi permetto solo di mettere un link dove potrà trovare una delle tante fatiche di quegli anni finiti nel sangue delle stragi: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/02/la-rabbia-dei-giudici-siciliani-colleghi-dimettiamoci.html

Cosa faccio oggi?

Il giudice in una sezione civile: sfratti, risarcimento danni da sinistri stradali e da cosiddetta “malasanità”.

Ho chiesto io l’assegnazione a quella sezione.

Ho la qualifica di Consigliere di Cassazione e molta anzianità di servizio. Potrei cambiare ufficio, andare in Corte di Appello, fare altro.

Resto dove sto. Ci sto male, perché fare il magistrato oggi è davvero troppo faticoso e molto difficile. Ma, nell’ambito di questa difficoltà “generale”, mi sta bene l’ufficio dove lavoro e la materia che tratto.

Cosa avrei fatto se fossi stato in trincea oggi invece che allora?

E come si fa a dirlo? C’è solo il “qui e ora”. Il “se fossi” e peggio ancora il “se fossi stato” non hanno alcun senso.

Sappia, comunque, che allora ho avuto le stesse occasioni che Luigi ha avuto oggi.

Mi è stata offerta una candidatura. L’ho rifiutata. Per molte ragioni, parte della quali sono le stesse per cui Luigi ha rifiutato quella che gli è stata offerta in precedenza.

Non me ne sono mai pentito.

Oggi sono fra quegli amici di Luigi che lo ha incoraggiato ad accettare questa. Questa di oggi. Questa di “qui e ora”.

La situazione di Luigi “qui e ora” è diversa da quella di altri “qui e ora” e da quella di altri “lì e allora”.

Personalmente credo di avere fatto sempre ciò che sembrava giusto fare. Non ho rimpianti. Non ho rimorsi.

Rifarei tutto quello che ho fatto più o meno negli stessi termini in cui l’ho fatto.

Per quello che posso dire io, lo stesso vale per Luigi.

Credo, in sostanza, caro Amico Emil (anche collega?), che si tratti di guardare con più serenità e ampiezza di sguardo alla complessità della cose.

I fatti, i valori, gli impegni, le speranze da considerare sono tanti e complessi.

Non si può ridurre tutto a uno schema semplicistico per il quale il sogno di tutti sarebbe fare il politico e la candidatura sarebbe sempre un “affare” che si accetta per egoismo.

Non so cosa sarà di Luigi e di ognuno di noi.

Quello che mi sento di dirLe, con affetto e serenità, è che ognuno sta cercando di fare ciò che gli appare più giusto. Che ognuno di noi ha chiara la gravità del momento, la difficoltà della situazione, la povertà dei mezzi e degli uomini.

Che ognuno, insomma, si sta impegnando e mettendo in gioco davvero.

Credo che nessuno sia sicuro di stare facendo le scelte giuste, ma Le assicuro che ci stiamo tutti tormentando abbastanza nei dubbi, nelle preoccupazioni, nella ricerca di lumi e risposte."


Felice Lima

Anonimo ha detto...

IL PDL invece candiderà un politico che non stimo affatto, Clemente Mastella, per pagare il prezzo del suo egoistico tradimento e la sua "politica" che avvantaggia solo se stesso e il suo clan (famiglia, clienti, pronipoti) invece che la comunità.
Un essere che non ha esitato irresponsabilmente a far cadere il governo per vicende personali, gettando l'Italia -noi tutti-nel caos, con il tempo prezioso perso e le conseguenti enormi spese per indire nuove elezioni.
Non occorre essere dei geni per capire la differenza.

Anonimo ha detto...

Purtroppo, a prescindere da ogni valutazione su mastella, dissento sulla "necessità" di lasciare in vita un pessimo governo che aveva portato in pochissimo tempo l'italia allo sbando, ed è questo il motivo principale della vittoria del PdL. Tuttavia, a parte questa valutazione politica (che può anche non essere condivisa,ma come disse Totò il mondo è bello perchè "avariato") molto più pragmaticamente quell'esecutivo era per sua conformazione e conposizione un governo ingessato che non aveva in sè la capacità di decidere nè tantomeno attuare nessuna politica. Meglio una spesa anche non trascurabile ma limitata e circoscritta nel tempo che proseguire senza un governo capace di manovrare, i danni ad un paese senza guida sarebbero stati incalcolabili.

Anonimo ha detto...

Un altro magistrato che scende in politica. Un brutto film già visto.

Anonimo ha detto...

x Minnanon
il governo Prodi, indubbiamente, grazie anche all'orrida legge elettorale varata dal centrodestra prima delle lezioni, si reggeva su un equilibrio precario. Ma quel che volevo mettere in discussione è il metodo spregiudicato -tradimento- , eticamente inaccettabile, messo in atto per farlo cadere. E l'affermazione del principio che il tradimento della parola data e degli impegni presi valgono una promozione a deputato europeo. Una svendita al miglior offerente degna del supermercato, non di un rappresentante europeo.Un bell'acquisto per il PDL, non c'è che dire.
Se la discesa in politica del magistrato - di questo magistrato -servirà ad avere finalmente un degno ed onesto rappresentante, a proteggerlo da una serie di indegni procedimenti disciplinari, ebbene, per una volta ben venga la sua candidatura. In Italia i magistrati piacciono solo quando vengono fatti a pezzi dal tritolo. Poi, tutti a piangere lacrime di coccodrillo. ma per favore.

Anonimo ha detto...

Minnanon,
cosa ne pensi invece degli avovocati difensori del premier che entrano in politica e legiferano in materia di giustizia penale?
non ti sembra un brutto e scandaloso film anche questo? E allora come mai,secondo te, nessuno ha mai avuto nulla da eccepire?

Anonimo ha detto...

brrr...mastella candidato per IL PDL...in fondo è adeguato al partito che lo accolgie: è l'emerito promotore di quella vergogna di legge sull'indulto, che ha mandato a spasso delinquenti e criminali vanificando l'opera di poliziotti e magistratura. Bella, poi, la pretesa del PDL di avere a cuore la sicurezza con un simile candidato. che ridere, mi domando con quale stomaco e coerenza gli elettori del PDL lo voteranno.

Anonimo ha detto...

Il pacato commento del cosiddetto onorevole Gasparri alla candidatura di De Magistris - il pm di Catanzaro a cui, per le sue inchieste (anche su amici di Gasparri), è stato impedito di continuarle, poi di stare a Catanzaro, poi di fare mai più il pm - andrebbe affissa sulle pubbliche piazze, perché ciascuno valuti il livello intellettuale del suo autore: “La candidatura di De Magistris è la dimostrazione di come alcuni usino la toga solo per fare carriera politica… E’ possibile che gli serva a ottenere l'immunità, visto quanto sta emergendo dallo scandalo Genchi”.

Parola di un signore imputato in tre processi (due a Roma, uno a Milano) per aver diffamato il pm Henry John Woodcock, definendolo “giudice irresponsabile, dissennato e farneticante”, che “spara nel mucchio e sceglie gli indagati sulla guida Monaci”, indaga pure su “Gatto Silvestro e Gambadilegno” e - tocco di classe finale - avrebbe “una liaison con una giudice del Tribunale”. Ma - aggiunse il presunto onorevole - “faremo i conti in sede giudiziaria”. Magari. Appena il pm l’ha denunciato, s’è dato alla fuga trincerandosi dietro l’immunità, subito votata dalla Camera per bloccare i suoi processi. Senonchè i giudici han sollevato due conflitti di attribuzioni alla Consulta contro gli abusi autoimmunitari di Montecitorio.

Ora, con quella che in psichiatria si chiama “proiezione”, Gasparri attribuisce agli altri ciò che fa lui. Strano tipo, comunque, questo De Magistris: cerca l’immunità e va a candidarsi nell’unico partito che vota sempre contro le immunità. La prossima volta si faccia furbo: si candidi con Gasparri.


"Un altro magistrato che scende in politica. Un brutto film già visto."

Se questi sono i politici ai vertici dei partiti, forse è meglio avere i magistrati in politica

HH

Anonimo ha detto...

Vorrei rispondere a minannon che parla di "governo che aveva portato l'Italia allo sbando ...ecc...ecc...i danni sarebbero stati incalcolabili ecc..."
Cominciamo con il fatto che i danni incalcolabili li aveva fatti il governo precedente Berlusconi-Tremonti ( 2001-2006), con deficit sfondato, debito pubblico aumentato a dismisura , e conseguente procedura di infrazione da parte della Commissione Europea.All'epoca il responsabile ,se ricordi bene, cioè Tremonti fu cacciato dagli stessi alleati e sostituito da Siniscalco ; pure loro, nella loro profonda ignoranza ,s'erano accorti dei danni, QUELLI SI' INCALCOLABILI, che questo signore stava facendo. Oggi purtroppo quest'irresponsabile ce l'abbiamo di nuovo tra le palle ,prevedo danni ulteriori.
Il governo Prodi con un misero 1% di aumento dell'imposizione fiscale ( ma solo per i ricchi) aveva rimesso i conti in ordine , tant'è vero che la procedura di infrezione per deficit eccessivo è rientrata proprio durante il governo di centrosinistra.
Ma la grancassa dei mass media berlusconiani soffiava sul fuoco , martellava l'opinione pubblica con notizie catastrofiste e minava il precario equilibrio politico, poi è bastato un po' di terrorismo psicologico ( stupri , e crimini ) urlati sui media in prima serata e un po' della solita ,buona e sana corruzione : Mastella ( Dini ) fai cadere il governo e chiedimi quello che vuoi, ti pagherò profumatamente.
Concludo con dei semplici dati
Governo Prodi : Pil + 2%
Gov. Berlusconi oggi : - 1,5 %

Gov. Prodi : disoccupazione 4,5 %
Gov. Berlusconi: " 6,5 %

Gov. Prodi: deficit in ordine
Gov. Berlus oggi: deficit in malora

Gov.Berlusc oggi debito pubblico in vertiginoso aumento ecc...ecc..
Potrei continuare con altri dati ma mi fermo, ricordando che le cose non vanno meglio o peggio solo perchè vengono strombazzate dalle televisioni, i dati oggettivi e reali mostrano una realtà diversa, per chi ha l'intelligenza di capirli, ovviamente.
Per molti è un risultato esaltante lo spostamento della munnezza dal centro di Napoli alla periferia....ma tant'è !!!!

Anonimo ha detto...

Rispondo all'anonimo del 20 marzo, 2009 21:16 (è imbarazzante, solo così si può rispondere a chi non si identifica ma tant'è)
allineandomi allo stile copia-incolla di molti interventi su questo blog cito un articolo di Luca Ricolfi dell'aprile 2008.
Non fatevi ingannare dal fatto che è stato pubblicato su Panorama,
Ricolfi è un analista schierato a sinistra, il che non gli impedisce di essere onesto nelle sue analisi, sicuramente un esempio da seguire.

"
PANORAMA
FATTI & CREDENZE

Tasse e deficit, chi taglia di più?

LUCA RICOLFI

Con la sinistra più spesa pubblica, più imposte, più attenzione ai conti pubblici, con la destra il contrario: funziona davvero questo schema? Sì e no.

Adesso che sappiamo chi ha vinto le elezioni, possiamo cercare di farci un’idea di quel che ci aspetta. Quando ci si pone questa domanda, di solito si adotta uno schema piuttosto semplice che dice: con la sinistra più spesa pubblica, più tasse, più attenzione ai conti pubblici, con la destra meno spesa pubblica, meno tasse, meno attenzione ai conti pubblici. Ma è vero? Sì e no. Dipende se ci chiediamo come sono andate le cose durante gli anni centrali delle varie legislature, o ci chiediamo invece che cosa è cambiato fra l’inizio e la fine di una legislatura.

Prendiamo la pressione fiscale. È vero, con Silvio Berlusconi (2002-2005) abbiamo pagato meno tasse che con i governi di sinistra precedenti e successivi, ma è anche vero che Berlusconi, come Penelope, nell’ultimo anno del suo governo ha dovuto disfare la tela che aveva tessuto negli anni precedenti. Aveva ereditato, nel 2001, una pressione fiscale al 41,3 per cento, l’ha abbassata nel triennio 2002-2005, ma nell’ultimo anno (2006) l’ha dovuta far risalire al 41,9 per cento per raddrizzare i conti pubblici (il dato è al netto dell’ulteriore aumento di pressione fiscale dovuto al decreto Visco-Bersani del luglio 2006). Detto brutalmente: nel 2001 il ministro Vincenzo Visco aveva lasciato la pressione fiscale a un certo livello ma, dopo cinque anni di governo Berlusconi, la pressione fiscale era maggiore e non minore. Paradossale, o no?

Si potrebbe pensare che, almeno, sia fondata la credenza secondo cui la destra sfascia i conti pubblici e la sinistra li risana. Dopotutto da anni ci ripetono che, durante il governo Berlusconi (2005), l’Unione Europea ha dovuto avviare una procedura per deficit eccessivo, mentre ora, grazie all’azione risanatrice di Visco e Tommaso Padoa-Schioppa, il nuovo governo di destra eredita conti pubblici in ordine e la procedura contro l’Italia sta per essere ritirata. Ma è davvero così? Dipende da come raccontiamo la storia, o meglio da quante informazioni nascondiamo. Contrariamente a quel che si crede, l’Italia non è uscita dai parametri di Maastricht (3 per cento di rapporto deficit/pil) nel 2005 bensì nel 2001, ossia nell’ultimo anno «in carico» al vecchio governo di centrosinistra. L’Europa se n’è accorta solo alcuni anni dopo perché le revisioni contabili sono lente e ci sono voluti diversi anni per scoprire che il deficit del 2001 non era dell’1 per cento (come sostenuto dal centrosinistra) bensì del 3,1. Nel frattempo il governo Berlusconi aveva riportato il deficit al di sotto del 3 per cento nel 2002, ma era tornato a oltrepassare pericolosamente la soglia nel triennio 2003-2005, rendendo inevitabile la procedura per deficit eccessivo.

Ma possiamo, almeno, riconoscere al centrosinistra il merito di aver riportato il deficit sotto il 3 per cento (nel 2007) e avviato il risanamento dei conti pubblici? Forse sì, forse no. Il centrosinistra ha accusato il centrodestra di aver lasciato il deficit del 2006 al 4,4 per cento, ma poco per volta un’altra verità sta emergendo. Dentro quel 4,4 ci sono due decisioni contabili arbitrarie (sentenza Iva e accollo del debito delle Ferrovie), senza le quali il deficit del 2006 sarebbe risultato pari al 2,5 per cento, al netto del decreto Visco-Bersani. L’Istat ha già ammesso l’erroneità della prima decisione e ridotto il deficit del 2006 dal 4,4 per cento al 3,4.

È possibile che anche il carattere politico della seconda venga prima o poi riconosciuto. In tal caso dovremmo concludere che è l’ultima Finanziaria di Giulio Tremonti ad averci fatti rientrare nei parametri di Maastricht, e che in questi due ultimi anni non c’è stato alcun risanamento dei conti pubblici: il deficit era al 2,5 per cento nel 2006, è sceso all’1,9 nel 2007, ma, secondo le ultime stime, tornerà in prossimità del 2,5 per cento nel 2008."

Aggiungo che il governo Prodi, "our man" che dovunque è andato ha lasciato solo debiti, mentì spudoratamente presentando una situazione di conti allo sfascio per giustificare la camionata di nuove tasse da ridistribuire in clientele varie e politiche sociali fallimentari. Per capire meglio che cosa successe nel mondo durante il governo berlusconi precedente basta vedere che cosa è successo a Francia e Germania che hanno sfondato allegramente il rapporto deficit Pil con economie strutturalmente più robuste della nostra (e questo è un fatto) mentre l'italia che pure era in bilico no, riuscendo nell'impresa
di non incorrere nelle sanzioni europee (e questo è un fatto).
Per quanto riguarda l'oggi non c'è bisogno che ti dica qual'è la situazione dell'economia mondiale per cui gli stati stanno dilatando tutti la spesa senza guardare troppo per il sottile.
Per quel che riguarda la spazzatura sicuramente adesso non è scomparsa dappertutto, almeno in periferia ma ti assicuro che prima c'erano letteralmente montagne di rifiuti sia in città che in periferia (strade intere bloccate).
Magistrati meglio dei politici? mah, a parte le perle di sentenze che stanno cacciando in questi ultimi anni (che non depongono a favore della loro lucidità mentale nè della loro aderenza alla vita delle persone comuni), a giudicare dallo stato della giustizia in italia non mi sembra una cosa sana farmi rappresentare da uno di loro in parlamento, anche se non è giusto generalizzare questi sprecano e producono disastri senza avere (almeno nominalmente) potere politico (anche se i loro stipendi sono agganciati a quelli dei parlamentari, fatto questo che dovrebbe dirla lunga), figuriamoci se dovessero andare in parlamento per davvero!

Anonimo ha detto...

Sono di nuovo l'anonimo del 20 marzo 2009 delle ore 21.16:
cosa posso dire ....Ricolfi può dire quello che vuole , è di sinistra ma scrive su un giornale di Berlusconi, è indipendente ma è schierato, il deficit era del 2001, ma se leggi nei dati era del 2003 , o forse del 2006, la pressione fiscale era del 41 % ma non è calata con chi prometteva di calarla , era del 43 % ma non nell'anno di massimo sviluppo, chi ha elevato le tasse aveva la congiuntura favorevole per cui avrebbe dovuto abbassarle , chi voleva abbassarle non ha potuto anche se avrebbe voluto , il Pil era sfavorevole a uno e favorevole all'altro.
A me ,più di tanto non interessa ,ci sono autorevoli personaggi che dicono tutto e il contrario di tutto, che danno ragione a uno o all'altro....io personalmento credo a certuni e non ad altri, questo Ricolfi non è che mi entusiasmi nè come commentatore economico , nè come giornalista.
Una cosa sola mi preme sapere: ma com'è che nel bel mezzo di un cammino politico , un c.d. autorevole , per non dire geniale, ministro come il PROFESSOR Tremonti è stato cacciato a calci ?
I conti erano a posto o no ? La finanza creativa funzionava o no ?
I dati economici e i conti erano a posto o erano truccati ?
Ps: su questi ultimi quesiti non me ne frega nulla di sapere cosa ne pensa Ricolfi.

Anonimo ha detto...

Sono di nuovo l'anonimo del 20 marzo 2009 delle ore 21.16:
cosa posso dire ....Ricolfi può dire quello che vuole , è di sinistra ma scrive su un giornale di Berlusconi, è indipendente ma è schierato, il deficit era del 2001, ma se leggi nei dati era del 2003 , o forse del 2006, la pressione fiscale era del 41 % ma non è calata con chi prometteva di calarla , era del 43 % ma non nell'anno di massimo sviluppo, chi ha elevato le tasse aveva la congiuntura favorevole per cui avrebbe dovuto abbassarle , chi voleva abbassarle non ha potuto anche se avrebbe voluto , il Pil era sfavorevole a uno e favorevole all'altro.
A me ,più di tanto non interessa ,ci sono autorevoli personaggi che dicono tutto e il contrario di tutto, che danno ragione a uno o all'altro....io personalmento credo a certuni e non ad altri, questo Ricolfi non è che mi entusiasmi nè come commentatore economico , nè come giornalista.
Una cosa sola mi preme sapere: ma com'è che nel bel mezzo di un cammino politico , un c.d. autorevole , per non dire geniale, ministro come il PROFESSOR Tremonti è stato cacciato a calci ?
I conti erano a posto o no ? La finanza creativa funzionava o no ?
I dati economici e i conti erano a posto o erano truccati ?
Ps: su questi ultimi quesiti non me ne frega nulla di sapere cosa ne pensa Ricolfi.

wizler ha detto...

Obama segna o concluderà l’era della finanza e del diritto creativo semialterni!?
Purtroppo, in politica il tempo risulta essere una variabile che tuttora non viene sufficientemente rivalutata quanto la nuova realtà completamente mutata reclama che pretende irreversibilmente l’acquisizione di nuovi paradigmi giacché il tempo è danaro ed a sua volta il denaro deve essere considerato una cosa troppo importante per lasciarla al monopolio dei soli banchieri e/o finanzieri specialmente in un momento di una siffatta forzata statalizzazione che scompagina e ribalta ogni vecchio archetipo segnando il passaggio alla necessità d’approdarne a nuovi “ad intrinseco buon senso” con regole chiare e trasparente su ogni fronte e versante! Assodato dal fatto che l’attuale crisi non è la conseguenza che il mercato sia venuto meno bensì a causa della violazione delle sue più elementari regole iniziando da quelle istituzioni finanziarie e politiche che per reciproca collusione non hanno “saputo e voluto assolvere al ruolo di controllo” che le era proprio. Riconosciuto perfino dallo stesso Mr “Paulson” che purtroppo, solo successivamente, quando la bolla finanziaria era già scoppiata dichiarò che tutto risultava essere autoreferenziali perfino presso le “agenzie di rating” dove i controllori in ultima analisi indirettamente risultavano essere allo stesso tempo i medesimi controllati! Questo ulteriormente ci dimostra quanto non fossero sistemiche a “check & balance” quella tanto acclamate e decantata ’“american way of life” se non essere una vera e propria “anarchia organizzata” al leverage sfrenato… in cui si muovevano in modo autoreferenziale flussi distinti di problemi, soluzioni, partecipanti ed eventi decisionali. La riprova e data da quanto è arrivato al pettine attraverso le 162 pagine d’indagine delle “balle - bolle finanziarie” di Mr B. Madoff il quale semplicemente gestiva una semplice catena di S. Antonio ben attiva e radicata già da un ventennio un vero “Garbage can system” funzionale alla mera speculazione che c’ha sprofondati nell’attuale baratro recessivo!
Questo ci dovrebbe dare il coraggio prossimamente di non accettare il solito menu fisso che ci verranno propinati per uscire dal tunnel recessivo e/o ritrovarcelo nuovamente rischiando di continua a soccombere poiché inammissibile risulta continuare a mordere su tutti i fronti sempre le stesse ossa quando questo momento dovrebbe marcarsi per l’opportunità di impiantare un radicale riordinamento anche sul fronte elettoral-istituzionale ed iniziare a scartare quanto ormai di obsoleto sta bloccando ogni fisiologico procedere e fluire, mi riferisco particolarmente ai meccanismi delle leggi elettorali giacche ad ogni latitudine, il sistema a bipartitismo ha dimostrato fare madornali cilecche! Allora, non possiamo rischiare d’importare acqua calda adottando un Presidenzialismo od un Semipresidenziali quando nei fatti si dimostrano palesemente a-funzionali ulteriormente dimostrato dalle banlieues che le cronache quotidianamente annoverano!
Pertanto ciò che necessita sarà mettere a punto e completare anche su quel fronte i meccanismi elettorali adottando un meccanismo più completo quanto il sistema SEMIALTERNO permetterebbe che ancor dagli ingressi meglio incarreggiare il nostro sistema paese su una dinamica a miglioramento della qualità implementare e ricorsivo e meglio declinare e soddisfare contestualmente gli aspetti di rappresentatività, governabilità – decisionalità ed economicità gestionale. Giacché sistema SEMIALTERNO “è” un sistema a leader implicito in quanto non necessariamente richiede di essere direttamente eletto e la sua peculiarità consiste nel fatto che su una base a "mandata elettorale"(consultazione a turno unico) PROPORZIONALE PURA, (la cui purezza dipende da come si ritagliano i collegi, ovviamente, più ampia sarà la circoscrizione maggiore risulterà la proporzionalità, più piccola diventerà la circoscrizione, più grande sarà lo spreco dei voti, agendo indirettamente così a mo' di fattore di soglia),
Ma, quando la "situazione" si rendesse priva di governo od andasse in stallo (ovvero la legislatura chiudesse prima dei suoi fisiologici tempi, ad esempio prima degli attuali cinque anni “art. 60”) il SEMIALTERNO richiama una consultazione elettorale a turno unico MAGGIORITARIA (es. in collegi plurinominali) od a PREMIO di MAGGIORANZA (anche questa “mandata con premio” risulterà tanto più efficace quanto numericamente ridotti sarà il numero dei collegi elettorali in cui sarà ritagliato il territorio nazionale - idealmente non a base "regionalista")
Dopo, tale mandata con Premio di MAGGIORANZA (o MAGGIORITARIO), comunque, si ritorna alla mandata a “base PROPORZIONALE”- (il termine SEMIALTERNO deriva dal fatto che diventa automatico il passaggio dalla modalità maggioritaria a quella proporzionale ma inverso, in quanto il proporzionale quando la legislatura si conclude sempre nei suoi fisiologici tempi ovvero nei suoi 5 anni come attualmente accade, questa modalità consultiva a base proporzionale potrebbe prolungarsi all’infinito!)
Questo per aggiornare… giacché le novità si ottengono assemblando in modo inedito le cose del passato! (Monod) per renderli più efficienti e capaci di spezzare il circolo vizioso quale presidio al lasciar insorgere autoreferenzialità speculative fine a se stesse. Perché in un siffatto momento recessivo, storico come l’attuale potrebbe risultare fecondo d’opportunità per aggiornare strutturalmente il nostro assetto elettoral-istituzionale giacché non possiamo continuare a rimandare, a posporre migliori soluzioni e/o più complete, rispetto ad una siffatta mantenuta obsolescenza pregna delle solite parzialità frutto di statuizioni formalmente corrette… e continuare a mordere sempre le medesime ossa! Quando basterebbe semplicemente riflettere e sforzarsi d’ammettere che molte e diverse risultano nel mondo le democrazie se ne dovrebbe dedurre l’“intrinseco indicativo” anche per benchmarking la loro perfettibilità! Oltretutto, in presenza di un’estesa letteratura compartiva iniziando da A. Lijphart! Ciononostante, “stoltamente” si adottano e si “montano” sempre modelli elettorali parziali e così mantenuti più o meno volutamente incompleti e/o fatti girare sempre su una sola dinamica (parziale) centrifuga maggioritaria o su quella (altrettanto parziale) centripeta proporzionale e/o in modalità mista variandone alternamente in percentuale il quanto di proporzionale rispetto a quello maggioritario senza mai renderli completi!
Così si continua senza considerare che nel tempo si è continuato a smontare e rimontare in un infernale insensato alterno modo le stesse cose oltretutto senza rendersi conto che questo agire semplicemente sottende il solito di casta catalizzato proposito d’aumentarsi sempre più la posta in gioco soprassedendo ogniqualvolta ad acquisire quanto potrebbe risultare più profittevole per il nostro BelPaese!
Giacché come paese rispetto ai nostri pari non si progredisce alcunché in quanto tutte le manovre di monta, smonta e rimonta ci costano un sacco di energia dissipativa e perdite di tempo in diseconomie per quei sempre soliti “volubili” pitstop di cui la nostra recente storia risulta essere costellata fatta di cicliche inutili bicamerali ed inefficaci referendum, ecc. Tutto giocato in ultima analisi a continuativo danno d’insieme al nostro Belpaese determinando perdite di competitività a causa di questo speculativo stereotipato sconnesso proceder del cava e emetti! Quando se analizzato alla dovuta distanza oggettivamente, se ne evince che questo traumatico procedere descrive e riproduce una sconnessa vera e propria traiettoria a modalità semialterna costellata da continui blocchi, implosioni - crash rappresentati da quei volubili “(pit)stop e try & go” del montare e smontare talora lo stesso precedente modello se non cambiandovi l’induzione centripeta (maggioritaria) con quella centrifuga (proporzionale) od agendo viceversa o, talaltra adottando la modalità a modello elettorale misto si agisce cambiarci semplicemente le percentuali come quanto è avvenuto col precedente Mattarellum per scegliere ed approdare all’attuale Porcellum. Oppure si interviene per cambiarne le percentuali di soglia d’ingresso in Parlamento, quando sostanzialmente in tutti i casi si è semplicemente sempre cambiato di casella rispetto a quella che si occupava precedentemente in questo infernale gioco dell’oca elettorale! Gioco la cui gestione praticamente assolve a rendere sempre più intransitiva la sola casta per mantenere sempre transitivo il meccanismo elettorale modalità che appunto rende sempre più anacronistici ed inciucciati quanto si vogliono reputare e/o distinguere i progressisti rispetto ai conservatori date le contraddittorie politiche che ultimamente, come suddetto, vengono estese. Ciò evidenzia l’ancestrale assolutista procedere del “dividi ed impera!” or ora, applicato ed esteso gattopardescamente anche ai meccanismi elettorali per così comodamente continuare come casta a perpetuarsi nello spazio tempo! Quando da tutto questo “ambaradam” si dovrebbe capire l’esistenza “sottotraccia” “ancestral understatement” di un sistema latente alterno che tuttora non si vuol riconoscere ed acquisire per definitivamente metterlo a sistema Quando in un mondo sempre più irreversibilmente encefalizzato grazie ad internet si dovrebbe apprendere che la connettività sta sempre più diventando la nuova pervasiva dimensione quale “must” che dovrebbe recitare di spezzare ogni circolo vizioso! Ed obbligare ad abbandonare l’obsolescenza per acquisire soluzioni organiche sistemiche articolate più complete tali da inoltrarci verso quel trend d’autentica concorrenzialità quella della discontinuità permanente e costante capace di mantenere grazie regole chiare e trasparenti i controlli “check and balance” su tutti i piani, i livelli ed i fronti. In questi termini e per coerenza, anche le “front line” dovrebbero adeguarsi quelle rappresentate dai meccanismi delle leggi elettorali preposti a confermare e/o determinarne il ricambio delle rappresentanze politiche - governative quelle appunto che si riconosce e s’incardinano negli stessi meccanismi preposti a permettere di lasciar più fisiologicamente sgorgare quale “fonte dinamica” con tonificante chiarezza, coerenza e trasparenza ciò che attesta la suprema legge che la nostra Costituzione “incarna”! Proprio perché oggigiorno, grazie alle nuove tecnologie informatiche si potrebbe procedere a rinnovare innestando quel imprescindibile virtuoso processo capace di imbibire virtuosamente tutta la galassia di: politics, policy and polity nel suo complesso necessario a far interagire ed interoperazione verticalmente quanto orizzontalmente in modo dinamico tutto l’insieme del nostro sistema paese, facendo in modo che tutto s’avviluppi verso quel ricorsivo implicito self standing, self inforcing and implementing quality, per contestualmente mantenere più equilibrato e virtuoso il rapporto pubblico – privato a criteri di “check & balance” per così incarreggiare il nostro BelPaese verso una nuova e più virtuosa efficiente ed efficace rendendo la dovuta proprietà e dimensione alla “concorrenza” con regole chiare e trasparenti quale elemento imprescindibile!
Pertanto, serve un salto di qualità per riscattarsi, diversamente, la casta, continuerà imperterrita a ripristinare sempre il suo solito ricorsivo proposito e ripristinare il gioco dell’oca in vario o diverso modo alla “bipartisan” od alla “polipartisan” inconcludenza, facendo gattopardescamente in modo, di dar parvenza di cambiare tutto per poi non cambiare mai niente dove, sulla spinta d’esigenza d’“auditel” e/o per altri “formalismi” continuare a rimettere in gioco i soliti modelli dell’anatra zoppa sempre limitati e limitanti come suddetto!
Quando complete e nuove meglio articolate soluzioni sono di facile portata quanto con il sistema SEMIALTERNO si propugna! Quale basilare modalità ad “innata par conditio” volta ad attivare quella virtuosa enucleata dinamica “concorrenza aperta” quale indispensabile criterio per contrastare l’insorge delle suddette nuove speculative autoreferenzialità!
Pertanto, così continuando mai si potrà correttamente calibrare l’orientamento alla stessa macchina di un Sistema Paese che continua a rimpiazzare in modo sconnesso e disgiunto un modello ad induzione centrifuga (Mixed Member Proportional manubrio orientato in tal senso) con un suo polare ad induzione centripeta (Mixed Member Majoritarian manubrio che tiri al centro) e/o viceversa difficile sarà pretendere di risolvere su questo versante ed assolvere minimamente alla questione equilibratrice di un check & balance per gli accessi… nei meccanismi delle leggi elettorali! Pertanto, non possiamo permetterci di ricadere nel medesimo gioco sia sul fronte interno (micro) quanto su quello internazionale (macro), quando sull’ondata della globalizzazione ci si è lasciati da decenni, semplicemente cavalcare dalla speculativa dove, politica e finanza per autoreferenzialità reciprocamente si facilitavano a confezionare bolle speculative ed a spargerle e sparpagliarle ovunque nel mondo. Pertanto necessitano rigenerare le istituzioni democratiche liberali per non ritornare al passato! (Vergas Llosa)
Quindi, anacronistico risulta continuare ad insistere con siffatta obsolescenza e poi impressionarsi tanto se la finanza creativa continuerà in un siffatto modo quando non si vuol metter mano ed a provvedere a stendere una radicale sistemica ristrutturazione su tutti i fronti. Poiché se il sistema presenta delle falle la speculazione in ogni dove ci si infila, trovata la cricca ci si “annicchia” giacché è sempre stato che l’arcano (belzebù) si nasconda nelle pieghe! Finanza creativa! Ma non solo giacché, in altrettanto modo, vane risulteranno le moralistiche lamentele elevata da Ostellino del nuovo rischio speculativo rappresentato dal “diritto creativo” dati i walzer che taluni personaggi della nostrana cronaca quotidiana s’apprestano allegramente a sempre nuove elezioni di facilmente poter passare dal giudiziario al politico e viceversa data la permeabilità che l’italico sistema istituzionale presenta e permette nel rendere sempre più comunicanti i poteri. Il giudiziario con quello politico e viceversa. Anche per questo aspetto come per le leggi dei meccanismi elettorali si dovrebbe provvedere a far applicare puntualmente quanto l’art. 3 della ns Cost. attesta che “è compito della Repubblica rimuover gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Pertanto, alla stessa stregua ed in altrettanto modo per le stesse ragioni il conflitto all’art. 3 si ripresenta se non si provvederà a rimuovere gli ostacoli che si frappongono a rendere opportunamente riequilibrati i suddetti meccanismi delle leggi elettorali facendo si che diventino aperti tali da liberalmente permetterne di riprodurre governi di centro destra o centro sinistra quanto di centro o d’altra fatta.
Pertanto, restano squilibrati per l’indotto monopolio governativo centrista che esercitano o per l’alterno bipolio blindato che inducono quando si adottano modelli maggioritari sprovvisti di “check & balance” criterio induttivamente incompleti per le suddette esposte ragioni. Giacché nello stendere l’articolazione dei meccanismi delle leggi elettorali si dovrà assolvere a detto criterio di “check & balance” mantenendo ben distinte senza confondere ad impastare aggregando induzioni a carattere centrifugo (proporzioni) con quelle centripete (maggioritarie) attraverso i soliti modelli misti per superarli e definitivamente ottenere un sistema a meccanismi articolati in modo completo quanto con il SEMIALTERNO si propone! Questo affinché si possa riprodurre ed implementare un’efficiente ed efficace virtuosa governativa feconda concorrenza! Pertanto, similmente altrettanto contraddittorio risulta l’introduzione delle soglie rispetto a quando la ripartizione delle rappresentanze dovrebbe essere proporzionale en coerente all’articolato della nostra Costituzione che lo attesta al comma 4 dell’art. 56 per il Parlamento e quello del comma 4 art. 57 per il Senato. Giacché, l’introdurre soglie con la scusante del procedere a semplificarne e ridurre il quadro partitico quando questo proposito viene doppiamente eluse dal fatto che a livello partitico assistiamo sempre in occasioni di tornate elettorali a continue aperture a forze partitiche minori dando a quest’ultime l’opportunità d’apparentamento o di confluirne! Questi escamotage sostanzialmente non faranno altro che trasformare l’assorbito “partitino” in una nuova corrente interna al partito d’arrivo a scapito della concorrenza, così come per altro verso lo dimostrano essere le contraddittoria possibilità di poter cambiare di casacca da parte di taluni parlamentari che eletti in un partito passano allegramente ad un altro e viceversa quali soliti “nomadi” o quando talora si presentandosi anche come “pianisti” direttamente in affannosa opera nelle varie azioni di voto direttamente in Parlamento il tutto accade, al di là di quanto l’art. 67 permetta ed attesti nel recitare che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercito le sue funzioni senza vincolo di mandato!” Quanto lo dimostrano essere gli assillanti ricorsi al cambiare in continuazione nome ai partiti segno dell’endemico italico effervescente vizio al trasformismo a costante perpetuo regime: l’assoluta sostanza… allo scrollarsi facilmente d’ogni contingente responsabilità!
Ovvero, quella del ricreare continua effervescenza per dar parvenza di cambiare tutto simulando efficienza ma per poi non cambiare mai niente e così più facilmente continuare a cambiare gattopardescamente ciclicamente “casella” ovvero rimettersi ad una nuova ma parziale impostazione cambiando di casella ben guardandosi dall’acquisire modalità sistemiche complete! Giacché, sostanzialmente restiamo imbrigliati sempre nel medesimo gioco dell’oca: l’italico afflato-imprinting del camaleonte trasformista !
Pertanto, sinché non si invertiranno le cose volte a rendere completi, competitivi ed intransitivi i meccanismi delle leggi elettorali “embeddandoli” inserendoli nella nostra Costituzione quanto ci si propone con il sistema SEMIALTERNO effimera risulterà ogni speranza di completezza!
Giacché introducendo ai meccanismi elettorali soglie come suddetto, non si risolvono per nulla i problemi anzi diventano funzionali e sempre più a ridurne la competitività giacché drenando le opzioni tutto giocherà in favore dello “status quo” favorevole al mantenimento di monopoli e/o bipoli talvolta blindati (bipartisan inciucciati) ulteriormente rafforzati dalle modalità a votazioni perpetue specialmente applicando in modo pedissequo modelli elettorali maggioritari.
In quanto l’insieme dei due elementi soglia e maggioritario non faranno altro che giocare a totale favore della casta rendendola ancor più intransitiva. Una sommatoria di elementi che non farà altro che aumentare sul versante partecipazione della cittadinanza il tasso d’astensionismo avendo agito con detta soglia a ridurne le opzioni propositive politiche elettorali (sul nascere - allo stato e stadio nascente!) e così applicare un anacronismo rispetto al normale trend che la realtà presenta vivendo in una società che tende a rendersi sempre più sempre complessa e diversificata contradditorio di per sé risulta imporre soglie! Semmai provvedere ad adeguarsi per non implicitamente contraddirsi nei termini e nella sostanza del voler appartenere ad una democrazia liberare e del voler vivere in una società aperta sempre più liquida (Bauman)quella degli accessi Pertanto le soglie suonano come una sempre più assordante antinomia!
Quando oltretutto continuando su queste dinamiche a continuativa riduzione partecipativa anche elettorale per consunzione senza renderci conto degli effetti boomerang di un siffatto procedere specialmente nei periodi di recessione si può rischiare di far insorgere l’estraparlamentare: i Francesi al riguardo, con il loro Semi presidenziali sembrano presentarsi come la più che palese emblematica avanguardia a dimostrazione di a-funzionalità quando dalle cronache che rimbombano dalle loro banlieues si dovrebbe minimamente riflettere!
Inoltre, vista il momento supposto proficuo di “jure condendo” bisognerà in egual modo prestare attenzione anche ai Referendum ed agire per promuovere l’introduzione del referendum propositivo per controbilanciarne quello abrogativo giacché per semplici ragioni di “check & balance” non sussiste alcun equilibrio basato sul solo sempre (abrogativo) togliere ma, dovrebbe coesistere con la dinamica propositiva dell’anche mettere così come per rendere comunque ogni referendum più competitivo e concorrenziale dovrebbe presentarsi senza alcuna necessità quorum ciò, per coerentemente sempre più risultare un “crowd open sources’ system”! Questo perché già da tempo abbiamo lasciato il paternalismo discente per abbracciare l’interattivo dove la connettività sta diventando la nuova dimensione implementare. Pertanto tutto abbisogna di dinamico riequilibrio con controbilanciati che effettivamente permettano di ricreare e far mantenere una costante virtuosa dinamica concorrenziale politico - propositiva sin dagli ingressi per innestare quel necessario virtuoso processo implementare di tutele e “prevenzioni” a tutto tondo ed a tutto campo a 360° per 366 gg l’anno e governativamente fruttuoso!
Proprio perché in coerenza a quanto per altro verso evidenzia anche Chomsky che afferma che non esistono tecnologie democratiche oppressive, ma solo tecnologie – purché risultino il più possibile strutturate a meccanismi neutri – avalutativi, asintoti! Questa rimane la vera sfida capace di ristrutturare la democrazia: “the actually real understatement”per autonomamente strutturarsi a maggiore fisiologica vocazione implementare aperta, quanto ormai tutto pretende espandersi e declinarsi in modo aperto e concorrenziale quale elemento “sine qua non” per meglio saper affrontare le prossimità che la nuova società esprime e pretende d’acquisire nuovi paradigmi ”gestori multi task”!
Allora, non possiamo permetterci di continuare, in un contesto ed in un mondo sostanzialmente limitato, su una dinamica proiettata all’infinto e giocare a nascondino per restare vittime della solita buro-isometria deterministica ancorata alla “path dependance” degli speculatori di parte. Una buroplutocrazia che continua a disegnarci scenari impossibili attraverso meccanismi irreversibili propinateci dai soliti apparati glocali partitocratici intenti a frenare ogni processo di cambiamento e di sviluppo innovativo con la scusante bloccata a visione del compassato da Pareto a Milbrath quando, oggigiorno perfino Obama è riuscito a far superare la schizofrenia del pensiero unico che talora rifiuta lo Stato e tal’altra lo invoca tant’è che oggigiorno arriviamo all’assurdo del ritrovarci con governi di destra che lo invocano nazionalizzando banche e quant’altro e per l’altro verso… il deja vu!! Appunto anche Obama, sembra aver assunto… stando alle sue ultime sue dichiarazioni d’apertura verso l’Iran in occasione dell’augurio per il loro capodanno, dimostra aver acquisito quella consapevole sensibilità del dover vivere in un limitato sia pur meraviglioso mondo e del dover condividere un destino comune quanto ineluttabilmente c’accomuna che richiama ad unirci per salvare il pianeta! Pertanto, data la capillare complessità ed interconnettività che c’accomuna in continuo divenire non possiamo che modificare la gerarchia delle nostre preoccupazioni per abbandonare l’obsolescenza e sintonizzarci su nuovi paradigmi gestori di un siffatto accelerato multiforme e complesso procedere.
Diversamente se non si cambierà maggiore permarrà il rischio ritrovarci in nuovi e repentini collassi ai quali ineludibilmente resteremmo sempre più esposti se non si renderanno sempre più chiare e trasparenti le regole “crowd open sources” ovvero quelle necessarie ad acquisire quella necessaria consapevolezza a tutela contro ogni speculazione micro o macro perorate da sempre nuovi speculatori di turno e/o governati da oligarchie di ventura che per reciprocamente sostenersi come “caste multinazionali” saccheggiano l’economia globale.
Così come continuando a livello locale con un’indebita tassazione che resta oltre al 43% a scapito del lavoro giacché da un ventennio si è continuato a trasferire profitto alle rendite a scapito del lavoro produttivo che sostanzialmente rappresenta l’economia reale rispetto a quella virtuale!
Oltretutto questa crisi cocente dovrebbe richiamarci alla ragione del buon senso (a quel dantesco escatologico passaggio fino a Wallerstein) e per sublimazione storica quanto per disincantamento trarne gli opportuni insegnamenti e giovamenti per non farci ripetere i medesimi errori ma, per poter delineare e metter a fuoco un futuro più a dimensione umana, sensata per uno sviluppo più sostenibile e meno dissipativo per i nostri giovani. E, definitivamente acquisire quella consapevolezza necessaria a meglio attrezzarci ed organizzarci con sistemi meglio articolati e completi con regole chiare e trasparenti quanto equilibrate e virtuose con realistici feed back di controllo sia per il micro, per il meso quanto per il macro livello spazio temporale, per meglio saper delineare con la dovuta responsabilità e sicurezza al di là del contingente nuovi indispensabili orizzonti a poter rispondere a quel grido di libertà che viene dal futuro!!

wizler ha detto...

Obama segna o concluderà l’era della finanza e del diritto creativo semialterni!?
Purtroppo, in politica il tempo risulta essere una variabile che tuttora non viene sufficientemente rivalutata quanto la nuova realtà completamente mutata reclama che pretende irreversibilmente l’acquisizione di nuovi paradigmi giacché il tempo è danaro ed a sua volta il denaro deve essere considerato una cosa troppo importante per lasciarla al monopolio dei soli banchieri e/o finanzieri specialmente in un momento di una siffatta forzata statalizzazione che scompagina e ribalta ogni vecchio archetipo segnando il passaggio alla necessità d’approdarne a nuovi “ad intrinseco buon senso” con regole chiare e trasparente su ogni fronte e versante! Assodato dal fatto che l’attuale crisi non è la conseguenza che il mercato sia venuto meno bensì a causa della violazione delle sue più elementari regole iniziando da quelle istituzioni finanziarie e politiche che per reciproca collusione non hanno “saputo e voluto assolvere al ruolo di controllo” che le era proprio. Riconosciuto perfino dallo stesso Mr “Paulson” che purtroppo, solo successivamente, quando la bolla finanziaria era già scoppiata dichiarò che tutto risultava essere autoreferenziali perfino presso le “agenzie di rating” dove i controllori in ultima analisi indirettamente risultavano essere allo stesso tempo i medesimi controllati! Questo ulteriormente ci dimostra quanto non fossero sistemiche a “check & balance” quella tanto acclamate e decantata ’“american way of life” se non essere una vera e propria “anarchia organizzata” al leverage sfrenato… in cui si muovevano in modo autoreferenziale flussi distinti di problemi, soluzioni, partecipanti ed eventi decisionali. La riprova e data da quanto è arrivato al pettine attraverso le 162 pagine d’indagine delle “balle - bolle finanziarie” di Mr B. Madoff il quale semplicemente gestiva una semplice catena di S. Antonio ben attiva e radicata già da un ventennio un vero “Garbage can system” funzionale alla mera speculazione che c’ha sprofondati nell’attuale baratro recessivo!
Questo ci dovrebbe dare il coraggio prossimamente di non accettare il solito menu fisso che ci verranno propinati per uscire dal tunnel recessivo e/o ritrovarcelo nuovamente rischiando di continua a soccombere poiché inammissibile risulta continuare a mordere su tutti i fronti sempre le stesse ossa quando questo momento dovrebbe marcarsi per l’opportunità di impiantare un radicale riordinamento anche sul fronte elettoral-istituzionale ed iniziare a scartare quanto ormai di obsoleto sta bloccando ogni fisiologico procedere e fluire, mi riferisco particolarmente ai meccanismi delle leggi elettorali giacche ad ogni latitudine, il sistema a bipartitismo ha dimostrato fare madornali cilecche! Allora, non possiamo rischiare d’importare acqua calda adottando un Presidenzialismo od un Semipresidenziali quando nei fatti si dimostrano palesemente a-funzionali ulteriormente dimostrato dalle banlieues che le cronache quotidianamente annoverano!
Pertanto ciò che necessita sarà mettere a punto e completare anche su quel fronte i meccanismi elettorali adottando un meccanismo più completo quanto il sistema SEMIALTERNO permetterebbe che ancor dagli ingressi meglio incarreggiare il nostro sistema paese su una dinamica a miglioramento della qualità implementare e ricorsivo e meglio declinare e soddisfare contestualmente gli aspetti di rappresentatività, governabilità – decisionalità ed economicità gestionale. Giacché sistema SEMIALTERNO “è” un sistema a leader implicito in quanto non necessariamente richiede di essere direttamente eletto e la sua peculiarità consiste nel fatto che su una base a "mandata elettorale"(consultazione a turno unico) PROPORZIONALE PURA, (la cui purezza dipende da come si ritagliano i collegi, ovviamente, più ampia sarà la circoscrizione maggiore risulterà la proporzionalità, più piccola diventerà la circoscrizione, più grande sarà lo spreco dei voti, agendo indirettamente così a mo' di fattore di soglia),
Ma, quando la "situazione" si rendesse priva di governo od andasse in stallo (ovvero la legislatura chiudesse prima dei suoi fisiologici tempi, ad esempio prima degli attuali cinque anni “art. 60”) il SEMIALTERNO richiama una consultazione elettorale a turno unico MAGGIORITARIA (es. in collegi plurinominali) od a PREMIO di MAGGIORANZA (anche questa “mandata con premio” risulterà tanto più efficace quanto numericamente ridotti sarà il numero dei collegi elettorali in cui sarà ritagliato il territorio nazionale - idealmente non a base "regionalista")
Dopo, tale mandata con Premio di MAGGIORANZA (o MAGGIORITARIO), comunque, si ritorna alla mandata a “base PROPORZIONALE”- (il termine SEMIALTERNO deriva dal fatto che diventa automatico il passaggio dalla modalità maggioritaria a quella proporzionale ma inverso, in quanto il proporzionale quando la legislatura si conclude sempre nei suoi fisiologici tempi ovvero nei suoi 5 anni come attualmente accade, questa modalità consultiva a base proporzionale potrebbe prolungarsi all’infinito!)
Questo per aggiornare… giacché le novità si ottengono assemblando in modo inedito le cose del passato! (Monod) per renderli più efficienti e capaci di spezzare il circolo vizioso quale presidio al lasciar insorgere autoreferenzialità speculative fine a se stesse. Perché in un siffatto momento recessivo, storico come l’attuale potrebbe risultare fecondo d’opportunità per aggiornare strutturalmente il nostro assetto elettoral-istituzionale giacché non possiamo continuare a rimandare, a posporre migliori soluzioni e/o più complete, rispetto ad una siffatta mantenuta obsolescenza pregna delle solite parzialità frutto di statuizioni formalmente corrette… e continuare a mordere sempre le medesime ossa! Quando basterebbe semplicemente riflettere e sforzarsi d’ammettere che molte e diverse risultano nel mondo le democrazie se ne dovrebbe dedurre l’“intrinseco indicativo” anche per benchmarking la loro perfettibilità! Oltretutto, in presenza di un’estesa letteratura compartiva iniziando da A. Lijphart! Ciononostante, “stoltamente” si adottano e si “montano” sempre modelli elettorali parziali e così mantenuti più o meno volutamente incompleti e/o fatti girare sempre su una sola dinamica (parziale) centrifuga maggioritaria o su quella (altrettanto parziale) centripeta proporzionale e/o in modalità mista variandone alternamente in percentuale il quanto di proporzionale rispetto a quello maggioritario senza mai renderli completi!
Così si continua senza considerare che nel tempo si è continuato a smontare e rimontare in un infernale insensato alterno modo le stesse cose oltretutto senza rendersi conto che questo agire semplicemente sottende il solito di casta catalizzato proposito d’aumentarsi sempre più la posta in gioco soprassedendo ogniqualvolta ad acquisire quanto potrebbe risultare più profittevole per il nostro BelPaese!
Giacché come paese rispetto ai nostri pari non si progredisce alcunché in quanto tutte le manovre di monta, smonta e rimonta ci costano un sacco di energia dissipativa e perdite di tempo in diseconomie per quei sempre soliti “volubili” pitstop di cui la nostra recente storia risulta essere costellata fatta di cicliche inutili bicamerali ed inefficaci referendum, ecc. Tutto giocato in ultima analisi a continuativo danno d’insieme al nostro Belpaese determinando perdite di competitività a causa di questo speculativo stereotipato sconnesso proceder del cava e emetti! Quando se analizzato alla dovuta distanza oggettivamente, se ne evince che questo traumatico procedere descrive e riproduce una sconnessa vera e propria traiettoria a modalità semialterna costellata da continui blocchi, implosioni - crash rappresentati da quei volubili “(pit)stop e try & go” del montare e smontare talora lo stesso precedente modello se non cambiandovi l’induzione centripeta (maggioritaria) con quella centrifuga (proporzionale) od agendo viceversa o, talaltra adottando la modalità a modello elettorale misto si agisce cambiarci semplicemente le percentuali come quanto è avvenuto col precedente Mattarellum per scegliere ed approdare all’attuale Porcellum. Oppure si interviene per cambiarne le percentuali di soglia d’ingresso in Parlamento, quando sostanzialmente in tutti i casi si è semplicemente sempre cambiato di casella rispetto a quella che si occupava precedentemente in questo infernale gioco dell’oca elettorale! Gioco la cui gestione praticamente assolve a rendere sempre più intransitiva la sola casta per mantenere sempre transitivo il meccanismo elettorale modalità che appunto rende sempre più anacronistici ed inciucciati quanto si vogliono reputare e/o distinguere i progressisti rispetto ai conservatori date le contraddittorie politiche che ultimamente, come suddetto, vengono estese. Ciò evidenzia l’ancestrale assolutista procedere del “dividi ed impera!” or ora, applicato ed esteso gattopardescamente anche ai meccanismi elettorali per così comodamente continuare come casta a perpetuarsi nello spazio tempo! Quando da tutto questo “ambaradam” si dovrebbe capire l’esistenza “sottotraccia” “ancestral understatement” di un sistema latente alterno che tuttora non si vuol riconoscere ed acquisire per definitivamente metterlo a sistema Quando in un mondo sempre più irreversibilmente encefalizzato grazie ad internet si dovrebbe apprendere che la connettività sta sempre più diventando la nuova pervasiva dimensione quale “must” che dovrebbe recitare di spezzare ogni circolo vizioso! Ed obbligare ad abbandonare l’obsolescenza per acquisire soluzioni organiche sistemiche articolate più complete tali da inoltrarci verso quel trend d’autentica concorrenzialità quella della discontinuità permanente e costante capace di mantenere grazie regole chiare e trasparenti i controlli “check and balance” su tutti i piani, i livelli ed i fronti. In questi termini e per coerenza, anche le “front line” dovrebbero adeguarsi quelle rappresentate dai meccanismi delle leggi elettorali preposti a confermare e/o determinarne il ricambio delle rappresentanze politiche - governative quelle appunto che si riconosce e s’incardinano negli stessi meccanismi preposti a permettere di lasciar più fisiologicamente sgorgare quale “fonte dinamica” con tonificante chiarezza, coerenza e trasparenza ciò che attesta la suprema legge che la nostra Costituzione “incarna”! Proprio perché oggigiorno, grazie alle nuove tecnologie informatiche si potrebbe procedere a rinnovare innestando quel imprescindibile virtuoso processo capace di imbibire virtuosamente tutta la galassia di: politics, policy and polity nel suo complesso necessario a far interagire ed interoperazione verticalmente quanto orizzontalmente in modo dinamico tutto l’insieme del nostro sistema paese, facendo in modo che tutto s’avviluppi verso quel ricorsivo implicito self standing, self inforcing and implementing quality, per contestualmente mantenere più equilibrato e virtuoso il rapporto pubblico – privato a criteri di “check & balance” per così incarreggiare il nostro BelPaese verso una nuova e più virtuosa efficiente ed efficace rendendo la dovuta proprietà e dimensione alla “concorrenza” con regole chiare e trasparenti quale elemento imprescindibile!
Pertanto, serve un salto di qualità per riscattarsi, diversamente, la casta, continuerà imperterrita a ripristinare sempre il suo solito ricorsivo proposito e ripristinare il gioco dell’oca in vario o diverso modo alla “bipartisan” od alla “polipartisan” inconcludenza, facendo gattopardescamente in modo, di dar parvenza di cambiare tutto per poi non cambiare mai niente dove, sulla spinta d’esigenza d’“auditel” e/o per altri “formalismi” continuare a rimettere in gioco i soliti modelli dell’anatra zoppa sempre limitati e limitanti come suddetto!
Quando complete e nuove meglio articolate soluzioni sono di facile portata quanto con il sistema SEMIALTERNO si propugna! Quale basilare modalità ad “innata par conditio” volta ad attivare quella virtuosa enucleata dinamica “concorrenza aperta” quale indispensabile criterio per contrastare l’insorge delle suddette nuove speculative autoreferenzialità!
Pertanto, così continuando mai si potrà correttamente calibrare l’orientamento alla stessa macchina di un Sistema Paese che continua a rimpiazzare in modo sconnesso e disgiunto un modello ad induzione centrifuga (Mixed Member Proportional manubrio orientato in tal senso) con un suo polare ad induzione centripeta (Mixed Member Majoritarian manubrio che tiri al centro) e/o viceversa difficile sarà pretendere di risolvere su questo versante ed assolvere minimamente alla questione equilibratrice di un check & balance per gli accessi… nei meccanismi delle leggi elettorali! Pertanto, non possiamo permetterci di ricadere nel medesimo gioco sia sul fronte interno (micro) quanto su quello internazionale (macro), quando sull’ondata della globalizzazione ci si è lasciati da decenni, semplicemente cavalcare dalla speculativa dove, politica e finanza per autoreferenzialità reciprocamente si facilitavano a confezionare bolle speculative ed a spargerle e sparpagliarle ovunque nel mondo. Pertanto necessitano rigenerare le istituzioni democratiche liberali per non ritornare al passato! (Vergas Llosa)
Quindi, anacronistico risulta continuare ad insistere con siffatta obsolescenza e poi impressionarsi tanto se la finanza creativa continuerà in un siffatto modo quando non si vuol metter mano ed a provvedere a stendere una radicale sistemica ristrutturazione su tutti i fronti. Poiché se il sistema presenta delle falle la speculazione in ogni dove ci si infila, trovata la cricca ci si “annicchia” giacché è sempre stato che l’arcano (belzebù) si nasconda nelle pieghe! Finanza creativa! Ma non solo giacché, in altrettanto modo, vane risulteranno le moralistiche lamentele elevata da Ostellino del nuovo rischio speculativo rappresentato dal “diritto creativo” dati i walzer che taluni personaggi della nostrana cronaca quotidiana s’apprestano allegramente a sempre nuove elezioni di facilmente poter passare dal giudiziario al politico e viceversa data la permeabilità che l’italico sistema istituzionale presenta e permette nel rendere sempre più comunicanti i poteri. Il giudiziario con quello politico e viceversa. Anche per questo aspetto come per le leggi dei meccanismi elettorali si dovrebbe provvedere a far applicare puntualmente quanto l’art. 3 della ns Cost. attesta che “è compito della Repubblica rimuover gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Pertanto, alla stessa stregua ed in altrettanto modo per le stesse ragioni il conflitto all’art. 3 si ripresenta se non si provvederà a rimuovere gli ostacoli che si frappongono a rendere opportunamente riequilibrati i suddetti meccanismi delle leggi elettorali facendo si che diventino aperti tali da liberalmente permetterne di riprodurre governi di centro destra o centro sinistra quanto di centro o d’altra fatta.
Pertanto, restano squilibrati per l’indotto monopolio governativo centrista che esercitano o per l’alterno bipolio blindato che inducono quando si adottano modelli maggioritari sprovvisti di “check & balance” criterio induttivamente incompleti per le suddette esposte ragioni. Giacché nello stendere l’articolazione dei meccanismi delle leggi elettorali si dovrà assolvere a detto criterio di “check & balance” mantenendo ben distinte senza confondere ad impastare aggregando induzioni a carattere centrifugo (proporzioni) con quelle centripete (maggioritarie) attraverso i soliti modelli misti per superarli e definitivamente ottenere un sistema a meccanismi articolati in modo completo quanto con il SEMIALTERNO si propone! Questo affinché si possa riprodurre ed implementare un’efficiente ed efficace virtuosa governativa feconda concorrenza! Pertanto, similmente altrettanto contraddittorio risulta l’introduzione delle soglie rispetto a quando la ripartizione delle rappresentanze dovrebbe essere proporzionale en coerente all’articolato della nostra Costituzione che lo attesta al comma 4 dell’art. 56 per il Parlamento e quello del comma 4 art. 57 per il Senato. Giacché, l’introdurre soglie con la scusante del procedere a semplificarne e ridurre il quadro partitico quando questo proposito viene doppiamente eluse dal fatto che a livello partitico assistiamo sempre in occasioni di tornate elettorali a continue aperture a forze partitiche minori dando a quest’ultime l’opportunità d’apparentamento o di confluirne! Questi escamotage sostanzialmente non faranno altro che trasformare l’assorbito “partitino” in una nuova corrente interna al partito d’arrivo a scapito della concorrenza, così come per altro verso lo dimostrano essere le contraddittoria possibilità di poter cambiare di casacca da parte di taluni parlamentari che eletti in un partito passano allegramente ad un altro e viceversa quali soliti “nomadi” o quando talora si presentandosi anche come “pianisti” direttamente in affannosa opera nelle varie azioni di voto direttamente in Parlamento il tutto accade, al di là di quanto l’art. 67 permetta ed attesti nel recitare che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercito le sue funzioni senza vincolo di mandato!” Quanto lo dimostrano essere gli assillanti ricorsi al cambiare in continuazione nome ai partiti segno dell’endemico italico effervescente vizio al trasformismo a costante perpetuo regime: l’assoluta sostanza… allo scrollarsi facilmente d’ogni contingente responsabilità!
Ovvero, quella del ricreare continua effervescenza per dar parvenza di cambiare tutto simulando efficienza ma per poi non cambiare mai niente e così più facilmente continuare a cambiare gattopardescamente ciclicamente “casella” ovvero rimettersi ad una nuova ma parziale impostazione cambiando di casella ben guardandosi dall’acquisire modalità sistemiche complete! Giacché, sostanzialmente restiamo imbrigliati sempre nel medesimo gioco dell’oca: l’italico afflato-imprinting del camaleonte trasformista !
Pertanto, sinché non si invertiranno le cose volte a rendere completi, competitivi ed intransitivi i meccanismi delle leggi elettorali “embeddandoli” inserendoli nella nostra Costituzione quanto ci si propone con il sistema SEMIALTERNO effimera risulterà ogni speranza di completezza!
Giacché introducendo ai meccanismi elettorali soglie come suddetto, non si risolvono per nulla i problemi anzi diventano funzionali e sempre più a ridurne la competitività giacché drenando le opzioni tutto giocherà in favore dello “status quo” favorevole al mantenimento di monopoli e/o bipoli talvolta blindati (bipartisan inciucciati) ulteriormente rafforzati dalle modalità a votazioni perpetue specialmente applicando in modo pedissequo modelli elettorali maggioritari.
In quanto l’insieme dei due elementi soglia e maggioritario non faranno altro che giocare a totale favore della casta rendendola ancor più intransitiva. Una sommatoria di elementi che non farà altro che aumentare sul versante partecipazione della cittadinanza il tasso d’astensionismo avendo agito con detta soglia a ridurne le opzioni propositive politiche elettorali (sul nascere - allo stato e stadio nascente!) e così applicare un anacronismo rispetto al normale trend che la realtà presenta vivendo in una società che tende a rendersi sempre più sempre complessa e diversificata contradditorio di per sé risulta imporre soglie! Semmai provvedere ad adeguarsi per non implicitamente contraddirsi nei termini e nella sostanza del voler appartenere ad una democrazia liberare e del voler vivere in una società aperta sempre più liquida (Bauman)quella degli accessi Pertanto le soglie suonano come una sempre più assordante antinomia!
Quando oltretutto continuando su queste dinamiche a continuativa riduzione partecipativa anche elettorale per consunzione senza renderci conto degli effetti boomerang di un siffatto procedere specialmente nei periodi di recessione si può rischiare di far insorgere l’estraparlamentare: i Francesi al riguardo, con il loro Semi presidenziali sembrano presentarsi come la più che palese emblematica avanguardia a dimostrazione di a-funzionalità quando dalle cronache che rimbombano dalle loro banlieues si dovrebbe minimamente riflettere!
Inoltre, vista il momento supposto proficuo di “jure condendo” bisognerà in egual modo prestare attenzione anche ai Referendum ed agire per promuovere l’introduzione del referendum propositivo per controbilanciarne quello abrogativo giacché per semplici ragioni di “check & balance” non sussiste alcun equilibrio basato sul solo sempre (abrogativo) togliere ma, dovrebbe coesistere con la dinamica propositiva dell’anche mettere così come per rendere comunque ogni referendum più competitivo e concorrenziale dovrebbe presentarsi senza alcuna necessità quorum ciò, per coerentemente sempre più risultare un “crowd open sources’ system”! Questo perché già da tempo abbiamo lasciato il paternalismo discente per abbracciare l’interattivo dove la connettività sta diventando la nuova dimensione implementare. Pertanto tutto abbisogna di dinamico riequilibrio con controbilanciati che effettivamente permettano di ricreare e far mantenere una costante virtuosa dinamica concorrenziale politico - propositiva sin dagli ingressi per innestare quel necessario virtuoso processo implementare di tutele e “prevenzioni” a tutto tondo ed a tutto campo a 360° per 366 gg l’anno e governativamente fruttuoso!
Proprio perché in coerenza a quanto per altro verso evidenzia anche Chomsky che afferma che non esistono tecnologie democratiche oppressive, ma solo tecnologie – purché risultino il più possibile strutturate a meccanismi neutri – avalutativi, asintoti! Questa rimane la vera sfida capace di ristrutturare la democrazia: “the actually real understatement”per autonomamente strutturarsi a maggiore fisiologica vocazione implementare aperta, quanto ormai tutto pretende espandersi e declinarsi in modo aperto e concorrenziale quale elemento “sine qua non” per meglio saper affrontare le prossimità che la nuova società esprime e pretende d’acquisire nuovi paradigmi ”gestori multi task”!
Allora, non possiamo permetterci di continuare, in un contesto ed in un mondo sostanzialmente limitato, su una dinamica proiettata all’infinto e giocare a nascondino per restare vittime della solita buro-isometria deterministica ancorata alla “path dependance” degli speculatori di parte. Una buroplutocrazia che continua a disegnarci scenari impossibili attraverso meccanismi irreversibili propinateci dai soliti apparati glocali partitocratici intenti a frenare ogni processo di cambiamento e di sviluppo innovativo con la scusante bloccata a visione del compassato da Pareto a Milbrath quando, oggigiorno perfino Obama è riuscito a far superare la schizofrenia del pensiero unico che talora rifiuta lo Stato e tal’altra lo invoca tant’è che oggigiorno arriviamo all’assurdo del ritrovarci con governi di destra che lo invocano nazionalizzando banche e quant’altro e per l’altro verso… il deja vu!! Appunto anche Obama, sembra aver assunto… stando alle sue ultime sue dichiarazioni d’apertura verso l’Iran in occasione dell’augurio per il loro capodanno, dimostra aver acquisito quella consapevole sensibilità del dover vivere in un limitato sia pur meraviglioso mondo e del dover condividere un destino comune quanto ineluttabilmente c’accomuna che richiama ad unirci per salvare il pianeta! Pertanto, data la capillare complessità ed interconnettività che c’accomuna in continuo divenire non possiamo che modificare la gerarchia delle nostre preoccupazioni per abbandonare l’obsolescenza e sintonizzarci su nuovi paradigmi gestori di un siffatto accelerato multiforme e complesso procedere.
Diversamente se non si cambierà maggiore permarrà il rischio ritrovarci in nuovi e repentini collassi ai quali ineludibilmente resteremmo sempre più esposti se non si renderanno sempre più chiare e trasparenti le regole “crowd open sources” ovvero quelle necessarie ad acquisire quella necessaria consapevolezza a tutela contro ogni speculazione micro o macro perorate da sempre nuovi speculatori di turno e/o governati da oligarchie di ventura che per reciprocamente sostenersi come “caste multinazionali” saccheggiano l’economia globale.
Così come continuando a livello locale con un’indebita tassazione che resta oltre al 43% a scapito del lavoro giacché da un ventennio si è continuato a trasferire profitto alle rendite a scapito del lavoro produttivo che sostanzialmente rappresenta l’economia reale rispetto a quella virtuale!
Oltretutto questa crisi cocente dovrebbe richiamarci alla ragione del buon senso (a quel dantesco escatologico passaggio fino a Wallerstein) e per sublimazione storica quanto per disincantamento trarne gli opportuni insegnamenti e giovamenti per non farci ripetere i medesimi errori ma, per poter delineare e metter a fuoco un futuro più a dimensione umana, sensata per uno sviluppo più sostenibile e meno dissipativo per i nostri giovani. E, definitivamente acquisire quella consapevolezza necessaria a meglio attrezzarci ed organizzarci con sistemi meglio articolati e completi con regole chiare e trasparenti quanto equilibrate e virtuose con realistici feed back di controllo sia per il micro, per il meso quanto per il macro livello spazio temporale, per meglio saper delineare con la dovuta responsabilità e sicurezza al di là del contingente nuovi indispensabili orizzonti a poter rispondere a quel grido di libertà che viene dal futuro!!
Giulio Mancabelli

Anonimo ha detto...

Per l'anonimo del 20 marzo 2009 delle ore 21.16:
"Ps: su questi ultimi quesiti non me ne frega nulla di sapere cosa ne pensa Ricolfi."
E fai male, a mio modesto parere naturalmente, perchè è una persona seria e fa il suo lavoro. datti una sguardo al suo curriculum
http://www.dss.unito.it/persone/ricolfi/cv_ita.html
(anche se io non ho poi tanto stima in generale del corso di laurea in scienze politiche, per me,se ti può interessare il mio pensiero in sintesi l'italia ha più bisogno di ingegneri, di architetti, di chimici, di "bravi" medici, e più in generale di tecnici specialistici e un pò meno di letterati e politici, detta così per grandi linee può sembrare una banalità ma se ci pensi non lo è tanto)

"è di sinistra ma scrive sui giornali di berlusconi"
e che vuol dire? che per questo ha la rogna? Non sei mica di quelli che dicono che siccome si scrive su certi giornali bisogna per forza essere servi e prezzolati? (faresti un grave torto alla tua intelligenza). A prescindere dal fatto che uno può scrivere dove gli pare, se uno fa un mestiere e scrive in realtà scrive proprio come esperto di quel mestiere allora come tale viene poi giudicato professionalmente. Per semplificare se scrive corbellerie pur di non andare contro una personale visione politica si squalifica professionalmente.
Mi sembra poi chiaro che se quello che si scrive è scomodo è difficile che venga pubblicato sull'Unità o su Repubblica, ne converrai anche tu. Tanto più che dopo quello che ha scritto è entrato in rotta con Scalfari
http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=263
Le persone non dovrebbero essere prese in considerazione per dove si schierano oppure no ma se quello che dicono è fondato o meno, questo ci dovrebbe interessare e non se ci sono simpatiche o antipatiche. O sbaglio? Esempio:
Anche Grillo mi sta simpatico come comico peccato che quello che dice, anche se fa ridere, va preso con le molle perchè abbastanza spesso spara boiate pazzesche.
"I dati economici e i conti erano a posto o erano truccati ?"
su questo credo di averti risposto io (dopo il segno" che conclude l'articolo), oltre che Ricolfi, infatti l'ultima parte l'ho scritta io per quel che riguarda lo sfondamento dei parametri di maastricht.
Io dico che erano a posto visto che l'Unione europea che ha certificato i bilanci non ci ha sanzionato come invece ha fatto con Francia e Germania (dico Francia e Germania, non il Burundi o lo Zimbabwe, con tutto il rispetto); e questo dà la misura di quanto fosse difficile la congiuntura economica in quegli anni per tutta l'area Euro in generale.
Poi per quel che riguarda Tremonti
non fu per incompetenza nè per divergenza di metodi che fu praticamente cacciato ma perchè, sostanzialmente, andò politicamente in rotta di collisione con Fini. Ricorderai poi che, parzialmente riappianate le divergenze, Tremonti tornò al ministero dell'economia nell'ultimo anno di governo Berlusconi.