Dice Patrizia D’Addario alla Repubblica (2 ottobre).
Ora è appurato: non solo il cervello ma anche il pisello “non può non sapere”. (l'Occidentale)
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Rassegna stampa per chi non è "politicamente corretto" e desidera leggere le notizie che pochi giornali pubblicano.
19 commenti:
Festa
se vai a palazzo Grazioli, Silvio prima ti inchiapetta e poi ti sputa profumandoti e sai perchè? Queste battute può farle solo Luiiiii
COSSIGA E LA GUERRA FRA 007 SU POLLARI
di TOMMASO MONTESANO
Intervista Cossiga e la guerra fra 007 su Pollari .
Il presidente emerito attacca Spataro: comanda lui in procura, darei un premio al giudice se non seguirà i diktat del pm
«Temo che il "caso D`Addario" sia un episodio della guerra interna, politica e istituzionale, italiana. Non mi stupirei se la signora fosse uno strumento di qualche scagnozzo di questo o quel Servizio di sicurezza per fare la forca a Berlusconi. Per ricattarlo».
Una "guerra" in cui Francesco Cossiga inserisce anche l`affondo finale contro Nicolò Pollari, sul cui capo pende una richiesta di condanna a tredici anni di carcere da parte della procura di Milano per l`arresto di Abu Omar.
«Me li aspettavo, anzi mi sembrano pochi, vista la mentalità da sinistra extraparlamentare del pm Armando Spataro», ironizza il senatore a vita, secondo cui sono in tanti, in Parlamento e non, a tifare per la condanna dell`ex direttore del Sismi:
«In quel caso, qualsiasi cosa direbbe Pollari non sarebbe creduta...».
Il presidente emerito della Repubblica è nella sua "stanza tecnologica".
Circondato da televisore con schermo al plasma, computer, telefoni e telefonini. E su quella tv che giovedì sera ha visto la puntata di "Annozero" con Patrizia D`Addario. «una trasmissione squallida», sentenzia.
Cosa non le è piaciuto? «Che un personaggio come Michele Santoro, non trovando altri argomenti contro il governo, si sia abbassato a chiamare una prostituta per fare la trasmissione. Se durante i cinquant`anni della Dc e del Pci fosse accaduta una cosa del genere, maggioranza e opposizione, insieme, avrebbero preteso la cacciata del conduttore».
Che impressione le ha fatto Patrizia D`Addario? «Quella di una donna furba, intelligente e determinata».
Furba perché? «Per come ha risposto. E per come è rimasta impassibile. Se fossi un "residente" in Italia di uno dei tanti servizi di intelligence, l`arruolerei subito. è una donna spietata».
Spietata? «Mi meraviglio che faccia quel mestiere, avrebbe potuto fare qualunque altra cosa. Se domani mi dicessero che la signora e un agente di qualche servizio di intelligence, anche alla luce della guerra che c`è nell`apparato di sicurezza italiano, non mi stupirei».
Cos`è che non le torna nel comportamento della signora? «Mi sembra disposta a tutto. E capace di tutto».
Secondo lei con quali obbiettivi? «Innanzitutto far denari. Al di là della tariffa di duemila euro a notte.
Io, come è noto, non mi intendo di queste cose, ma mi sembra un prezzo piuttosto basso».
Anche lei pensa che D`Addario abbia voluto colpire Berlusconi oltre l`aspetto economico?
«Non ho alcun dubbio. L`ha voluto danneggiare politicamente ed economicamente.
Non dimentichiamo che Silvio Berlusconi è uno dei più grandi imprenditori del mondo. E la guerra tra le imprese è più implacabile di quella politica».
Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda è legato alle registrazioni effettuate dalla signora.
«Ho fatto effettuare una prova da gli esperti: che lei abbia registrato con il telefonino è una colossale balla a cui possono credere solo i magistrati, che non hanno competenze tecniche».
Allora secondo lei come è avvenuta quella registrazione? «La signora si è dotata di una piccola macchina da ripresa, altro che telefonino. Per registrare non solo l`audio, ma anche le immagini».
Su commissione? «Non c`è dubbio. Almeno così mi suggeriscono la mia esperienza e i romanzi di John Le Carrè, che però è stato uno dei capi dell`intelligence britannica in Europa...».
Fatto sta che la escort è entrata a Palazzo Grazioli senza essere controllata.
«Lei pensi cosa sarebbe successo se si fosse saputo che il presidente del consiglio controllava gli ospiti.
Già vedo Dario Franceschini dire:
"è un`altra manifestazione dello spirito anti-liberale e anti-democratico di Berlusconi, che fa perquisire perfino chi invita a casa sua"».
Sarà, ma a posteriori il Cavaliere non le è sembrato imprudente?
«Un ingenuo, piuttosto. Del resto basta vedere chi sono le due per- sone che a Palazzo Chigi si occupano di queste cose».
Achi si riferisce? «Allo stesso Berlusconi e a Gianni Letta. Il primo ritiene che non servirebbero i Servizi, ma che basterebbero i Carabinieri, la Polizia e una spruzzatina di Guardia di Finanza;
il secondo, anche perché è occupatissimo a fare altro, non ne capisce un tubo».
Lei ha accennato ad una guerra all`interno dell`apparato di sicurezza.
Che intendeva dire? «C`è una lotta istituzionale, sorda, tra i due Servizi. Il primo non vuole osservare la riforma né accettare la differenziazione tra Servizio interno ed esterno. Poi c`è la lotta all interno di questo primo Servizio».
In tutto questo come leggere la richiesta di tredici anni di carcere per Pollari da parte della procura di Milano?
«Faccio notare solo questo: Spataro ha fatto un grande elogio del successore di Pollari (l`ammiraglio Bruno Branciforte, ndr), lodando gli attuali grandi servitori dello Stato, al di sopra di ogni sospetto...».
Il carcere per Pollari, però, è solo la richiesta del pm. Cosa si aspetta dalla sentenza?
«Chi comanda è Spataro. Il giudice che dovrà emettere la sentenza dovrebbe ricevere una medaglia d`oro al valor civile se concludesse in modo difforme da lui. In quel caso, dovrebbe considerare chiusa la sua carriera di magistrato: appena finirà davanti al Csm sarà distrutto».
Bi.M.
MAROZIA
nella Roma dei Papi, con gli intrighi di palazzo, esercitò quella che in seguito fu denominata PORNOCRAZIA.
Corsi e ricorsi storici ...
Settecentomilionidieuro!
Povero Papi, se li avessi glieli darei io, con tutto il bene che ha fatto per il nostro paese e tutti i sacrifici fatti per governare questa massa di antipatici che manco lo vuole...
Poverino!
QUESTO E UN GOLPE. DIFENDIAMOCI L`asse sinistra giudici poteri forti, dopo aver fallito l`assalto con le veline, sferra l`attacco ai beni del premier per costringerlo a mollare il governo. Pronto il ribaltone. Il centrodestra mobilita la piazza e si prepara a elezioni anticipate,
Il discorso nella sua brutalità è molto semplice. Berlusconi è stato attaccato al portafogli affinché capisca con le cattive ciò che non ha afferrato con le buone: deve abbandonare la politica, dove la sua presenza non è gradita in quanto impedisce ai soliti ricchi - i campioni dei cosiddetti poteri forti - di fare il loro comodo, ossia continuare a trescare coi partiti della sinistra ottenendone favori e concessioni.
In Italia è sempre stato così. La maggioranza di governo agisce come le pare, ruba (vedi Prima Repubblica), fa riforme e finte riforme, occupa e crea poltrone per i clienti, ma a una condizione: non disturbare le banche, i grandi enti privati e semipubblici, la finanza disinvolta, alcune megaindustrie, insomma quelli che comandano da decenni. Chi non sta al gioco o non garantisce di allinearsi è pregato di togliere il disturbo.
O se ne va spontaneamente oppure i signori del denaro lo costringono in un modo o nell'altro a mettersi in disparte. Tettium non datur.
Inutile dire che il Cavaliere si è ribellato alle regole del sistema perverso in vigore e ha fatto di testa propria; di qui i suoi guai. L'ultima fregatura - la sentenza che gli ingiunge di pagare 750 milioni di euro quale risarcimento per il lodo Mondadori - è la conseguenza estrema della cocciutaggine con cui egli ha resistito ai ripetuti «inviti» a levarsi di mezzo. Se avesse accettato di suicidarsi quale premier e leader del Pdl, o si fosse deciso almeno a trattare la resa, oggi non sarebbe in brache di tela:
nessuno lo avrebbe toccato.
Siccome invece Berlusconi ha tenuto duro su tutta la linea, vincendo addirittura tre elezioni tre, i poteri forti (usiamo questa orrenda espressione pr comodità), dopo avergli fatto la guerra invano, sono ricorsi all'arma segreta, una specie di atomica. La giustizia civile, contro ogni ragionevole previsione, pretende - e non scherza - che lui versi sull'unghia 750 milioni di euro, 1500 miliardi di antiche lirette. La qual cosa significa: ammazzare la Mondadori, Fininvest, e ferire a morte Mediaset (le televisioni odiate, anzi, invidiate, dalla sinistra pappa e ciccia coi parassiti del capitale).
Il conflitto - insistiamo - è in atto da tempo. Quindici anni fa, sorprendentemente, il patron del Biscione, costatato il decesso del pentapartito (Dc, Psi, Pli, Pri, Psdi), fond Forza Italia e scese in lizza per contrastare il trionfo scontato dei comunisti (ex da un pugno di anni) capeggiati da Occhetto. Sulle prime tale intromissione irrit gli apparati tradizionali che, imitando Eugenio Scalfari, presero a sfottere il parvenu diArcore dipingendolo come un personaggio da operetta, indegno di entrare nell'Istituzione. Poi, a spoglio avvenuto, gli sconfitti, superata l'incredulità, inasprirono i loro sentimenti di ostilità verso l'intruso, e dall'irritazione passarono alla rabbia feroce.
Nel giro di qualche mese organizzarono una battaglia collaterale a quella di Mani Pulite. Molti magistrati si offrirono volontari per «sfasciare quello», secondo gli stilemi dipietreschi. Non riuscirono a sfasciarlo, ma inviandogli un avviso di garanzia mentre presiedèva un vertice internazionale lo azzopparono, favorendo il ribaltone già allo studio.
Da questo momento in poi Berlusconi non ha pi avuto pace. Indagini, inchieste, ispezioni, processi, pubbliche derisioni. La sinistra pensò di averlo se non liquidato , reso inoffensivo.
Ovviamente sbagliava perchè il cavaliere è un gatto dalle sette vite e nel 2001 rivinse le consultazioni politiche.
A questo punto i progressisti si gettarono sul conflitto di interessi, ma con scarsi risultati pratici. Quindi riscoprirono la pista giudiziaria, e avanti con le toe svolazzanti e quelle da varietà; mobiitarono la satira, i comici, i cantanti, i cinematografari. Una battaglia al giorno. E lui, il dittatore mediatico, non è mai andato al tappeto.
Poiché nel 2008, dopo la mesta pausa prodiana, si è imposto per la terza volta alle urne, la sinistra è piombata nella disperazione, poi si è incattivita e ha speso il jolly: la gnocca, per la quale il premier ha un debole.
è stato un tripudio di veline, puttane, avventuriere; una interminabile sfilata sui giornali e in tivù diamanti attribuite tutte a un Silvio attonito e privo di difese, il quale mai aveva sospettato che l'opposizione potesse rovistare nelle mutande altrui per bassissimi fini politici.
In effetti, la strategia delle escort era sempre stata estranea ai costumi dei partiti. Ma con l'acqua alla gola, la sinistra ha violato anche il proprio galateo, inscenando il can can di cui i lettori immagino abbiano piena l'anima. In ogni caso, neanche lo scandalo delle sottane ha intaccato il patrimonio di consensi di Berlusconi. Occorreva dunque inventarsi un altro escamotage. Serviva qualcosa digrosso ed è stato trovato.
A dire il vero c'era nell'aria puzzo di bruciato.Ma era difficile intuire da dvve provenisse il fumo della persecuzione. Ora è chiaro. E si comprende perché, nonostante le batoste subite, il Pd lasciasse intendere l'arrivo di scosse e si preparasse al dopo-Berlusconi quando questi sembrava in sella più franco che mai. Evidentemente i democratici conoscevano le carte. E le carte sono quelle della Giustizia scoperte sabato, lo stesso giorno della manifestazione romana a sostegno della libertà di stampa. Un colpo micidiale per il premier e la sua famiglia: l'obbligo di pagare 750 milioni di euro.
Mai accaduto niente di simile nella storia della Repubblica: rischia di saltare per aria un'azienda modello o di ridimensionarsi in modo drastico. Da notare che il giudice civile non si è neanche avvalso di un perito per valutare la somma indicata. Ha fatto tutto in proprio con un criterio che sarà interessante verificare. Strano. Di sabato i magistrati raramente lavorano, come ha ricordato il ministro Brunetta. Nella circostanza, la toga in questione ha fatto gli straordinari e a dimostrazione in corso ha emesso la sentenza aziendicida. Non dimentichiamo che a Fininvest sno collegate varie società: mediolanum e medusa per citarne due da affiancare a mediaset.
E adesso? Prende forma l'ipotesi anticipata dal Giornale alcune settimane orsono. Rutelli si è lasciato sfuggire il termine Governo istituzionale. Una bella ammucchiata di partiti in puro stile italiota; e un presidente del Consiglio spendibile anche a sinistra. Nella persona di chi? Non sarà mica quel Fini che si è tanto arrabbiato quando gli abbiamo detto che va in cerca di applausi progressisti? Le caratteristiche ci sono. Si vedrà.
Intanto Bossi e Calderoli e Cicchitto covano un paio di idee; andare in piazza o puntare a elezioni anticipate per scongiurare il progetto ammucchiata.
Massì, datevi da fare. L'importante è non cedere. Coraggio, Silvio. Peggio stai e più siamo dalla tua parte.
Chiesto di più che per l’oro degli ebrei
Berlusconi e la Fininvest sono peggio dei nazisti. Il risarcimento che devono a De Benedetti è superiore a quello che le Banche svizzere colluse con Hitler e i suoi gerarchi hanno riconosciuto a 31mila vittime dei lager. Un botto che ha fatto tremare le casseforti di Ubs e Credit Suisse, rischia di replicarsi in casa Fininvest. Ma chi legge, a questo punto, deve avere un po’ di pazienza e seguire il filo di un ragionamento giudiziario. Fatto semplificando le vicende, ma rendendo il senso di ciò che è avvenuto.
Tutto nasce da una sentenza della sezione penale della Cassazione che ha condannato Previti e il giudice Metta per il cosiddetto lodo Mondadori, con cui Berlusconi e alleati conquistarono Segrate. Quella sentenza fa stato, come si dice. È diventata legge. Poco importa come ci si arrivò. E nulla interessa che Berlusconi e Fininvest (che per la verità non fu mai davvero coinvolta) ne uscirono senza alcuna condanna: prima il presidente del Consiglio fu assolto dal gup e poi prescritto. Giova ricordare che il gup proprio agli esordi di quel processo assolse nel merito Berlusconi liquidando le accuse della Boccassini come «semplici sospetti». Il punto è che nel processo decisivo davanti alla Cassazione i due condannati di oggi - Fininvest e indirettamente Berlusconi - non si sono potuti difendere, non hanno mai toccato palla, per il semplice motivo che sono stati ritenuti, per un motivo o per l’altro, non coinvolgibili nella vicenda.
Ma andiamo avanti: la Cassazione ritiene che sia stata comprata la sentenza da parte di Previti con la complicità di Metta (e non degli altri due giudici che componevano il collegio, ma questo poco rileva evidentemente). Forti di questa sentenza, gli uomini di De Benedetti cosa pensano? Chiediamo un conseguente risarcimento danni a chi è stato condannato. Eh sì, ma Fininvest e Berlusconi sono tecnicamente fuori dal discorso. Semmai il risarcimento potevano chiederlo ai (ci rendiamo conto) meno danarosi Previti e Metta. E in via subordinata allo Stato, che avrebbe dovuto rappresentare il giudice Metta. Niente di tutto questo avviene. De Benedetti, l’ingegnere senza macchia, del crac Ambrosiano e delle stampanti postali, ha bene in mente il suo obiettivo: Silvio Berlusconi e la sua Fininvest. È a loro che chiede il risarcimento derivante da una sentenza che non riguarda loro. Vi sembrerà strano, ma è così. Anzi mettiamola giù più semplice. Il giudice penale condanna per un reato due imputati. E il giudice civile condanna al risarcimento un terzo, che dal reato iniziale è tenuto fuori.
C’è una contraddizione logica. E soprattutto politica. Il magistrato civile si arroga il diritto a condannare colui che il magistrato penale non era riuscito a incastrare.
Ma non basta. Entriamo, per quanto si possa, nel merito. Il giudice civile è ben sicuro del fatto suo. Ritiene congrua la cifra di 750 milioni a cui aggiungere i danni morali, in virtù di una sua valutazione tanto personale che non richiede neanche uno straccio di perizia. In Italia anche se ti fanno un’esecuzione su un fondo, nominano un tecnico. Qui ballano 1500 miliardi delle vecchie lire e il giudice fa tutto da sé. Sia chiaro non aveva alcun obbligo, ma forse una prudenza di controllo successivo, quando si rischia di cestinare un gruppo editoriale. Inoltre non è irrilevante che il risarcimento non è dovuto al fatto che Berlusconi si sarebbe appropriato di Mondadori grazie alla corruzione di un giudice, come si dice in giro. E no. Il risarcimento è giustificato da un principio molto più sottile. A De Benedetti è stata negata la chance di conquistare Mondadori. E cioè non è detto che ci sarebbe riuscito, non è detto che la sentenza cosiddetta corrotta sia necessariamente sbagliata. Vi è bensì un’alea, una possibilità, una chance appunto. Che vale 750 milioni di euro. Se domani vi dovessero rubare un biglietto della lotteria, fate causa civile al ladro. Se trovate un giudice a Milano, lo condanneranno a pagarvi un risarcimento pari all’intero ammontare del primo premio. Anche se il vostro biglietto era perdente.
di Nicola Porro
Apres moi le deluge!
Forse da parte dei sinistri, e dovrebbero saperlo, che in mezzo a tanti casini si crea il terreno fertile per l'avvento di nua dittatura.
Dopo vai in piazza a reclamare la liertà ...!
da parte dei sinistri si ignora, ma invece
nua
liertà
al CEPU con del Piero!!!
Forse da parte dei sinistri, e dovrebbero saperlo, "CHE" in mezzo a tanti casini si crea il terreno fertile per l'avvento di nua dittatura.
no CEPU, no party
... da parte dei sinistri si ignora, ma invece ...
05 ottobre, 2009 17:39
Forse da parte dei sinistri, e dovrebbero saperlo, "CHE" in mezzo a tanti casini si crea il terreno fertile per l'avvento di una dittatura.
no CEPU, no party
06 ottobre, 2009 11:08
L'errore è stato successivante corretto. Abbi la cortesia di leggere il post successivo a quello "incriminato"!
Errare umanum ... per cui il passo in questione va letto
..."Forse da parte dei dei sinistri si ignora, che in mezzo a tanti casini si crea il terreno fertile per l'avvento di nua dittatura.
Dopo vai in piazza a reclamare la liertà ...!" ...
Ti saluto umilmente e chiedo scusa per aver urtato la tua suscettibilità.
nua dittatura.
Dopo vai in piazza a reclamare la liertà ...!"
Nel copia e incolla sono passate altre due perle giapponesi.
Oggi è proprio il tuo giorno felice.
Una
Libertà
... Mi genufletto e faccio ammenda ...
a qualcuno piace il solitario...
..."Forse da parte dei dei sinistri si ignora
CEPU forever!!!
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