Il naufragio della legge sulla cosiddetta «omofobia» è soltanto l'ultima manifestazione di uno spirito avvelenato che sta contagiando la vita italiana. Ad ogni elemento, oggettivo e soggettivo, che in qualche modo contrasti con l'identità e le tradizioni viene automaticamente assegnato il massimo valore. E' un paradosso, ma di fronte all'affacciarsi, spesso prepotente, di rivendicazioni di diritti da parte di elementi estranei all'identità italiana, la reazione dominante delle forze laiche e di sinistra è sempre la solita: carta bianca. Può essere lo straniero, chiunque esso sia. Può essere anche colui, o colei, che ripudia la propria identità sessuale biologica, per ogni motivo possibile. Si vede nel caso dell'immigrazione clandestina, con l'opposizione, e non solo quella politica, che è finita con l'adorare, l'idolatrare, il difendere sempre e comunque lo straniero, trasfigurato in una vittima dei mali moderni. Idem per l'omosessualità, che viene considerata come il bersaglio di discriminazioni costanti e che perciò va ricompensata in modo acritico.
Se il parlamento non approva la legge sull'omofobia, allora è un parlamento omofobo che odia i «diversi» - così come il governo che cerca la sicurezza dei cittadini è subito marchiato come razzista e xenofobo. La paura, la fobia, diventano le determinanti che fanno scattare reazioni politiche esagitate, rabbiose, sconclusionate. E' il mito del «diverso», chiunque esso sia. E la paura del diverso è così incontrollata che, invece di reagire per trovare un compromesso equilibrato, si finisce per cedere a priori. Porte aperte all'immigrazione, tolleranza sbracata verso qualunque culto religioso, sovra-rispetto per l'omosessualità. Facile: è una mentalità di comodo per scaricare il barile della responsabilità per scelte davvero difficili. C'è una diversità. La reazione? Assimilarla, accoglierla a braccia aperte e magari collocarla sul piedistallo. Non importa come, chi, e soprattutto a spese di chi.
Chiunque osi muoversi contro è nemico dei diritti e portatore di una visione culturale retrograda e antimoderna. L'importante è che quella diversità, quel diverso, non creino problemi. La vera paura di fondo è scoprire la propria vacuità di fronte alla diversità - ecco lo scacco matto che i paladini della diversità vogliono inutilmente eludere. Ovviamente c'è anche una traduzione politica quando una minoranza, per quanto ristretta, pretende di sostituirsi alla maggioranza. La politica non è solo numeri e voti; è anche l'identità, cioè corpo e spirito, di un popolo, con le sue contraddizioni e le sue zone d'ombra, così come coi suoi punti di forza. Il compromesso è l'inizio e non la fine, ma l'armistizio è una catastrofe. Cioè: nessuno intende escludere o discriminare le minoranze. Ma neppure lasciare che le minoranze, di qualunque tipo, surclassino la maggioranza.
Alla fine della storia la stessa idea del «diverso» è un feticcio. E' un'idea priva di realtà, quindi è un'ideologia. E' una costruzione del pensiero. Un'invenzione. Orfani del comunismo, i comunisti devono trovarsi un surrogato: ecco il feticcio della diversità, che chiama in causa i «nuovi diritti», un'altra foglia di fico con cui coprire la nudità culturale dei nipotini della falce e il martello, ridotti ad impugnare la felce e il mirtillo. Nessuno è diverso. Siamo tutti uguali. Razza umana. Basta coi ghetti e basta con la mentalità del ghetto e della segregazione volontaria - la diversità non è una rendita politica e identitaria, altrimenti diventa una maschera. Facile dirsi diversi per pretendere diritti che non sono altro che protezioni speciali. Perciò l'accanimento contro l'omofobia vale tanto quanto la discriminazione: sono entrambe estremizzazioni di una diversità che, ai fini della legge e della biologia, non esiste. Sì, così crolla il castello di carte che ospita l'ideologia del diverso e spinge a retrocedere di fronte ad esso, invece che a guardarsi negli occhi. Il vero coraggio è uscire dalla propria diversità immaginata e confrontarsi su un piano paritario. Questa falsa diversità non è da usarsi come scudo o come lama per colpire. Sennò si passa dal subire antiche discriminazioni all'infliggerne di nuove per spirito di vendetta e rivalsa. Non è così che si lavora per l'integrazione delle novità. Chi cerca la guerra ha già perso. (Ragionpolitica)
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4 commenti:
A proposito di questo , non vi deve esser sfuggita l ultima proposta dei finiani sull ora di religione islamica a scuola.
VERGOGNA !!!
Il progetto di Urso per evitare le scuole coraniche
«Ora di religione islamica»
La nuova proposta dei finiani
Introdurre nelle scuole pubbliche e private, un’ora di religione islamica, alternativa a quella cattolica
ASOLO (Treviso) — L’ora di religione? Cattolica, ma anche islamica. L’idea è del viceministro Adolfo Urso, che propone l’introduzione nelle scuole pubbliche e private di una nuova materia, facoltativa e alternativa a quella cattolica, per evitare di lasciare i piccoli musulmani «nei ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste». Si parla molto di Islam ad Asolo e non potrebbe essere diversamente, visto che qui si svolge il workshop «Le nuove politiche per l’immigrazione», seconda edizione dei «Dialoghi asolani», laboratorio di confronto bipartisan animato dalle Fondazioni FareFuturo e ItalianiEuropei e dai rispettivi politici di riferimento, Gianfranco Fini e Massimo D’Alema.«Eccoci qui ad Asolo, nel covo di congiurati», scherza Lucia Annunziata, riferendosi ai timori di un patto trasversale che scardini l’attuale maggioranza e rivolgendosi all’intervistato Beppe Pisanu. «Domani ne arrivano altri due», risponde a tono l’ex ministro. Che naturalmente nega complotti: «Se il dialogo non viene praticato neanche nel buio di questa crisi, c’è davvero da temere per l’avvenire del Paese».
PER ATTIRARE NELLE SCUOLE I RAGAZZI MUSULMANI - E il dialogo parte, con il segretario generale di FareFuturo Urso: «Potrebbe essere utile, per attirare nei nostri istituti i ragazzi musulmani, prevedere un’ora di storia della religione islamica». E gli insegnanti? Saranno imam? «Dovrebbero essere docenti riconosciuti, italiani che parlano in italiano. Al limite anche imam, a patto che abbiano i requisiti e che siano registrati in un apposito albo. Stiamo parlando di insegnanti reclutati con criteri pubblici». Nel documento di ItalianiEuropei, a cura di Marcella Lucidi, sul tema ci si tiene più sul vago, auspicando «una riflessione non occasionale» e chiedendo un insegnamento che «promuova la conoscenza della cultura e della religione di appartenenza dei ragazzi e delle loro famiglie». Urso rilancia anche l’idea di «classi miste temperate» e dice no al velo negli uffici pubblici.
NORME SULL'IMMIGRAZIONE - Ma è soprattutto sulle norme per l’immigrazione che si colgono grandi punti di convergenza. A leggere il paper di FareFuturo, a cura di Valentina Cardinali, si coglie subito un dissenso netto dalle posizione leghiste: «No a scontri di civiltà e no alla strumentalizzazione delle paure». Ma si nota anche una divergenza con Silvio Berlusconi, che ha dichiarato di essere contrario a un Paese «multietnico»: «L’Italia già da alcuni decenni è senza dubbio un paese multietnico » spiega il dossier. FareFuturo cita il progetto di legge bipartisan Granata-Sarubbi e lancia alcune proposte: cittadinanza dopo cinque anni, in cambio di esame di lingua e test di cultura, diritto di voto amministrativo, status giuridico a 10 anni per i figli di immigrati nati in Italia, meno discrezionalità dell’atto di concessione. Non che FareFuturo rinneghi le politiche di contrasto del governo, a partire dal reato di clandestinità e dai respingimenti: «Ma sono solo una faccia della medaglia - spiega Urso - . Servono anche integrazione e cittadinanza e dobbiamo allargare le maglie sui flussi».Il dossier di ItalianiEuropei concorda in alcuni punti (cittadinanza, diritto di voto), in altri va oltre (cittadinanza subito ai figli degli stranieri nati in Italia) e lancia il concetto di «cittadinanza sociale», chiedendo di svincolare il permesso di soggiorno dalla durata del contratto di lavoro. Non è escluso che oggi, presenti D’Alema e Fini, si pongano le basi per arrivare a un documento congiunto.
imparato molto
La ringrazio per Blog intiresny
imparato molto
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