mercoledì 29 giugno 2011

Il male delle toghe. Tato Tripodo

Quando mi si racconta che la magistratura in Italia è scevra da condizionamenti politici se non addirittura essa stessa motore della lotta politica senza frontiere io non ci credo. Non ci credo non per partito preso ma perché in tanti anni ho visto molte cose che mi portano a conclusioni di senso opposto. Proverò di seguito a fare delle domande nella speranza che qualcuno sappia darmi una risposta convincente e così porre un definitivo punto alle mie manie circa l’esistenza di una lobby in magistratura.

Ad esempio, è vero che il pm milanese Francesco Greco esortò i colleghi di Magistratura democratica ad abbattere lo Stato borghese? E se si in che modo intendeva abbatterlo? E perché?

È vero che capita spesso che durante manifestazioni di protesta a tinte rosse, viola o per ultimo arancione, ogni qual volta accadono tafferugli, violenze, lesioni e danneggiamenti, i colpevoli vengono quasi sempre rilasciati dai giudici con le più svariate motivazioni, quasi a voler legittimarne la protesta violenta?

È vero che alle Frattocchie si studiava il politichese comunista e che a quella scuola furono inscritti molti magistrati in servizio? Il magistrato Petrella eletto nelle file del Pci sin dal 1972 aveva la tessera del partito ancor prima della sua elezione? Massimo Saverino sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione era inscritto al Partito comunista con la tessera 2192226? E lo stesso Severino condusse importanti indagini contro gli oppositori del Pci?

E’ vero che Falcone andava criticato, osteggiato, isolato e delegittimato perché nell’ambito dell’indagine dell’omicidio La Torre, indagava sulle ombre illecite o presunte tali dell’attività del partito comunista e delle coop rosse in Sicilia? A tal proposito L’Unità recitava: “Falcone preferì insabbiare tutto” e La Repubblica invece: “Falcone è un vanitoso, un montato, uno che assomiglia ai guitti televisivi”.

E’ vero che Mario Almerighi, ex presidente dell’Anm così recitava nell’occasione della formazione dell’ultimo governo D’Alema: “Siamo pronti ad offrire alla politica un ramoscello d’ulivo ma tutto dipenderà dalla scelta del nuovo ministro della Giustizia…” ( ma da quando la magistratura deve indicare i ministri?) “ma se venisse scelto un infiltrato dell’altro polo che porta avanti le teorie sulla separazione delle carriere tutto si affosserà” (se non era una minaccia questa).

E’ vero che Tiziana Parenti fu costretta a lasciare il pool di Milano per aver indagato ai tempi di Mani pulite sulle coop rosse? E’ vero che la Forleo fu oggetto di provvedimenti disciplinari e di trasferimento per incompatibilità col foro per aver indagato su Piero Fassino?

Io credo di avere buone ragioni per ritenere che parte della magistratura conduca una lotta politica senza confini pur di ottenere il raggiungimento dei suoi scopi. (the Frontpage)

1 commento:

Anonimo ha detto...

infatti: in che modo Francesco Greco intendeva abbattere lo Stato borghese?
Vengono rilasciati gli innocenti o quelli ritenuti tali, i colpevoli no.
Massimo Saverino condusse importanti indagini nei confronti di criminali, che fossero oppositori del Pci non aveva rilevanza penale.
Chiunque ha il diritto di avere tendenze politiche, magistrati, procuratori e delinquenti, alle Frattocchie lo sapevano.
Chi osteggiava, criticava, isolava Falcone? se erano le toghe rosse non dimentichiamo che Borsellino era una di queste.
A proposito di ANM: Ma da quando la politica deve indicare i magistrati?
Per caso le toghe rosse costrinsero Tiziana Parenti a lasciare il pool di Milano e fecero trasfere la Forleo per aver indagato su Piero Fassino?
Abbiamo tutte le buone ragioni per ritenere che parte della politica conduca una lotta ben oltre i confini pur di ottenere il raggiungimento dei suoi scopi.