Berlusconi deve chiedere scusa per i contanti, per i telefonini peruviani, per gli aerei di stato, per le piccole intermediazioni da salotto, e contrattaccare, ma chi chiederà scusa per i titoli di Repubblica e degli altri giornali? La verità è la verità, è una e indivisibile, non la si può sottomettere alla logica del Vernacoliere (con tutto il rispetto per la satira). Ora invece la verità diventa interpretazione faziosa: "Faccio il premier a tempo perso". Il titolo campeggia, e il gioco è fatto. Se ti costringono a guardare dentro le intercettazioni, supremo atto di pornopolitica e di onanismo editoriale, poi devono rispettarle, gli eminentissimi neopuritani. Rispondendo alle insistenze di una ragazza, che lo accusava di trascurarla, con encomiabile autoironia e mettendosi fuori dalla farragine del protocollo, Berlusconi si discolpa al telefono in modo galante e aggiunge che "a tempo perso faccio il primo ministro", e ride, il che è traducibile in un unico modo sensato: cara, so di averti trascurata, ma capirai bene che ho anche degli impegni pressanti, impegni di stato, e non posso sottrarmi.
In mancanza di meglio, mi è successo di respingere richieste di attenzione di seccatori o di ansiosi dicendo loro che "a tempo perso mi tocca di dirigere un giornale", e immagino che a Mauro, a Calabresi e altri confezionatori di titoloni sarà successo lo stesso, sebbene loro abbiano una segreteria che fa le loro veci. Le intercettazioni sono così, riflettono il modo di districarsi nella vita privata e riservata di persone che sono molto altro rispetto a quanto riversato nei nastri, e qualche volta lo sono molto onorevolmente.
Non è grave la manipolazione editoriale e politica. E' grave la completa caduta del sense of humour, l'idea che gli italiani lettori siano così imbecilli da cascarci. Oh, che scandalo, Berlusconi guida il governo nei ritagli di tempo, e per il resto fa bagordi con le belle donne. E qui sta il sale della feroce caccia all'uomo, che è una caccia a una certa idea di come si possa e debba essere nella vita privata e nella vita pubblica. Sono molte le cadute di spirito. Rossella e Del Noce vanno bene in un contesto da "Amici miei", monicelliano, non in un contesto criminale. Un mio caro amico, che stimo da anni, il Francesco Merlo, si è fidato per esempio di scrivere che se ti presenti con cento dollari in un negozio americano, chiamano la polizia. Vabbè l'iperbole, ma a me l'FBI non ha mai fatto alcuna osservazione quando mi sono presentato al supermercato di New York con cento dollari. E quanto ai contanti, che sono un serio punto debole del quale il premier deve scusarsi, bisognava ricordare, caro Francesco, che il contante più grave della storia è quella famosa caduta di stile che portò il Grande Giustiziere della Repubblica, il Tonino Di Pietro che aveva detto "io a quello lo sfascio", a riconsegnare un prestito a tasso zero in una scatola di scarpe al businessman inquisito nel suo distretto, il Gorrini. Dimenticanza, ma soprattutto mi colpisce la scomparsa della voglia di sorridere, di vedere, nonostante tutto, nonostante la gravitas dei tempi, eccetera eccetera, i due lati della medaglia nazionale, sempre sospesa tra tragedia e melodramma, sempre in bilico tra epurazione accigliata e carte non in regola per eventuale moralizzazione.
Se Berlusconi si volatilizzasse e arrivasse questo benedetto 25 luglio con il suo Dino Grandi, questo è il dramma, resterebbero non già un governo serio e responsabile, una maggioranza coesa e capace, non un paese che ha assorbito una lezione di vita e di etica, come pensano le Spinelli e i Viroli, ma un paese davvero rincretinito, che può pensare ai divertimenti serali di un uomo imprudente e di un impresario estroso e pazzo, ma votato tre volte come nostro capo del governo, come a dei marchi di infamia da apporre alla più alta istituzione esecutiva del paese. Dopo 45 giorni arriverebbe l'8 settembre del carattere nazionale al suo meglio. "Faccio il primo ministro a tempo perso": mi viene da ridere e anche da piangere davanti a simili buffonate. (il Foglio)
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1 commento:
Grazie Leonardo plana quando vuoi con il tuo blog aeronautico nelle poche isole felici del centrodestra.
Dove vivi tu, in America, sono certo che il Presidente è rispettato anche dagli avversari.
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