L’altra sera a LineaNotte, Piero Fassino si mostrava molto sicuro di sé: “Appena salta il tappo Berlusconi una nuova maggioranza si trova, ogni soluzione diventa possibile, ve lo assicuro”. In realtà la sua era al meglio una pia illusione, al peggio pura e semplice malafede.
Il tappo Berlusconi è saltato e già si capisce che sul fronte delle opposizioni nulla è pronto, nulla è chiaro, nonostante tutto il tempo che hanno avuto per prepararsi, visto che davano il Cav. per morto da almeno un anno. Invece non c’è una proposta univoca da presentare alle Istituzioni e al paese; non c’è concordia né sulle forme né sui contenuti del percorso necessario a uscire dalla crisi.
A malapena si comprende quello che i principali partiti di opposizione – che ora sono diventati una maggioranza di astenuti – non vogliono. L’Udc ha proclamato di non volere un governo che non abbia dentro il Pd. Lo si può capire: Casini non è pronto a sostenere un governo politico di parte. La sua fortuna fino ad oggi è stata quella di restare in bilico, al punto che oggi il suo ostinato terzismo ne ha fatto quasi una figura da statista, parco e pensoso. Il che ovviamente è tutto dire.
Il Pd non vuole Berlusconi e neppure un berlusconiano al governo. Ieri Bersani ha detto no sia ad Alfano che a Letta. Non si sa se propendano per Monti, per Amato, se accetterebbero Maroni o se hanno altri nomi nel cassetto. Il Pd è un partito lacerato al suo interno, con i suoi leader minacciati di rottamazione e le sue strutture di potere a rischio big-bang. Non è un partito da cui ci si possa aspettare particolare lucidità e determinazione, specie nell’avvisaglia di elezioni.
Di Pietro e il suo Idv, come anche i radicali, sono variabili minori e poco prevedibili.
Quello che le opposizioni vorrebbero è molto meno chiaro e quando è chiaro è molto poco realistico. Pd e terzo popolo sarebbero felici di entrare in un governo di larghe in tese con un Pdl radicalmente deberlusconizzato, umiliato e anche un po’ penitente. Un Pdl utile a portare voti in silenzio e a spartire la responsabilità delle misure draconiane che ci verranno richieste. L’idea che la pseudo-maggioranza conquistata ieri alla Camera possa essere la genitrice di un nuovo governo ovviamente non li sfiora nemmeno: i transfughi sono buoni per tradire ma un pessimo affare quando si tratta di governare. E sarebbe difficile insediarsi a palazzo Chigi mentre il centro-destra, con più di una ragione, porterebbe un milione di persone in piazza a gridare contro il ribaltone.
Sui contenuti, sulle cose da fare, il panorama è ancora più nebbioso. Finchè si resta sul piano della propaganda anti-berlusconiana, ogni intimazione della Ue, ogni sberleffo di Merkozy, ogni richiesta dell’Eurotower sono oro colato, giuste e meritate punizioni per un’Italia allo sbando. Quando però si prendono in esame più da vicino le misure che l’Europa si aspetta di vedere approvate, la musica cambia. Il lavoro non si tocca, i diritti acquisiti sono sacri, i pensionati hanno già dato, i lavoratori non ne parliamo, la patrimoniale si, boh, forse, ma solo per i più ricchi, le privatizzazioni si, ni, no, il prelievo forzoso ci piace ma poi chi ci vota? Restano formulette tipo: facciamo pagare chi non ha mai pagato, prendiamocela con i furbi, presentiamo il conto alla Casta, tagliamo le autoblù. Converrebbe di più rapire gli ispettori del Fmi e chiedere un riscatto alla Lagarde.
E' questo desolante quadro che spiega, almeno in buona parte, perché, saltato il tappo Berlusconi (con le sue dimissioni certificate da un comunicato del Quirinale), lo spread abbia fatto festa balzando oltre quota 500 punti base.
I mercati internazionali, la speculazione se volete, non ha finito di giocare con l’Italia. Anzi forse ha appena cominciato. (l'Occidentale)
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4 commenti:
Salve, vi state scatenando nello scrivere. Il vostro datore di lavoro è alla fine, ma, non volete accettare questa fine ingloriosa. Si. Loquenzi, non capisco il PDL è in crisi deputati dello stesso partito emigrano verso l'UDC e tu mi parli della crisi del PD. Il pdl dal 2008 vinte le elezioni era al 38% oggi è al 26% e la crisi è del PD? Silvio è ridicolizzato in tutto il mondo sia sulla stampa che sui giornali. Il sig. Prodi quando si è dimesso nessunoh a fatto satira, in Italia e nel mondo ad eccezione di un leghista.
Quindi rassegnatevi, non preoccupatevi, tanto se la fabbrica dei soldi( SILVIO) chiude Voi non andate in cassa integrazione, Anzi CAVALCHERETE IL CAVALLO VINCENTE VEDI CARLUCCI.
STO BRINDANDO ANCHE OGGI
LE LEGGI PROMAFIOSI CONTRO LE INTERCETTAZIONI SALTANO
GODOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO PIù DI SILVIO CON LE OLGETTINE!!!!!!!!!!
DIIOOOO COME GODO ANCHE IOOOO !!!
posso urlare tutta la mia gioia per la fine ingloriosa del nano ...!
Attento a non spomparti.
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