sabato 12 ottobre 2013

Come essere di sinistra in 8 pratiche mosse. Generale Desaix




Caro uomo comune, quante volte ti sei trovato a cena con persone impegnate, che ti fanno sentire un po’ così, come dire, l’ultimo degli stronzi? Quante volte ti sei detto “adesso dico una cosa io” ma poi, vedendo gli sguardi di commiserazione, hai rinunciato?

Adesso basta. La soluzione è a portata di mano, diventa anche tu di sinistra! Con alcune lievi correzioni al tuo normale modo di essere puoi riuscirci. E’ più facile di quel che credi, noi ti diremo come fare. Al termine di questo breve corso avrai tutte le carte a posto per partecipare anche tu alla grande manifestazione per la difesa della costituzione che è ormai imminente.

1) Posizione sociale. Prima di tutto devi conseguire un’adeguata posizione sociale. No, cos’hai capito? Non è questione di soldi, i soldi si danno per scontati. Mica puoi fare il ristoratore che ti scrive il conto sulla tovaglia di carta! Devi avere un reddito fisso, medio elevato, e nel settore terziario, possibilmente pubblico, ma anche nel privato va bene, se nel campo culturale o dello spettacolo. Allora? Sei diventato dirigente di una casa editrice? Sei già andato in pensione mentre tuo figlio faceva la seconda media? Sì? Vedi che fai progressi! Adesso sei pronto per passare al punto 2).

2) Patrimonio. Ora che sei una persona rispettabile devi avere un patrimonio significativo. Per carità, niente roba produttiva! L’ideale è una casa di proprietà in centro, più magari un appartamentino per le vacanze. Per quest’ultimo, se si potesse fare in un ridente paesino dell’Umbria sarebbe perfetto ma non è necessario che ti scortichi le palle fino a questo punto, Veltroni non c’è più, Ladispoli può bastare. Se ti avanza qualcosa, azioni pussa via! E tantomeno altre case, magari da affittare, con quella sgradevole gerarchia, quel senso di subordinazione del disgraziato che deve sganciarti i soldi tutti i mesi. Titoli di Stato, fondi pensione, roba così. Rendimenti bassi sono sinonimo di understatement e suggeriscono quella rassicurante sensazione che in fondo dei soldi non ne hai bisogno.

3) Infantilismo. Se vuoi essere davvero di sinistra devi sceglierti un partito da tormentare con le tue smanie identitarie. Il Pd, ad esempio, va benissimo. Così, perché deriva dal Pci, non c’è altra ragione. Ma che ti frega? Sono loro che devono adeguarsi a te, non tu a loro. Da questo partito tu non pretendi tanto, non esigi che aumenti i voti o che vinca le elezioni. Ma una cosa, quella sì, te l’aspetti: che votarlo ti faccia sentire superiore a quelli che non lo votano. E questo lo può fare soltanto aderendo, a dispetto dei santi e contro ogni logica e convenienza, ad alcune istanze che tu assorbi da alcuni media e intellettuali di riferimento, e che vedremo più approfonditamente nei punti successivi. Se non lo fanno significa che insistono a vedere il mondo con i loro occhi invece che coi tuoi ed il tuo voto non lo meritano. Ad esempio, Prodi l’hanno pisciato per 101 voti, Marini per 250 e prima di Prodi. Lo scandalo vero è questo, l’altra è una conseguenza, ma a te non te ne importa un cazzo perché Marini lo votavano anche gli altri e questo ti faceva sentire uguale a loro. Tu tiri dritto per la tua strada e vuoi sapere chi sono, quei 101 stronzi. Ci sei riuscito? Ti sei liberato di qualunque residuo di spirito critico? Bravo. Adesso sei di sinistra e, ora che sei antropologicamente superiore, quel che ti rimane da fare è imparare alcuni temi che contraddistinguono la persona di sinistra, che la rendono riconoscibile appena emette un fiato.

4) Solidarietà. Il più importante è la solidarietà. Essere di sinistra, in fondo, consiste nell’attenzione nei confronti di chi è meno fortunato di te, dei settori più deboli della società. E qui devi stare molto ma molto attento perché è facile sbagliare ed apparire di destra. Devi attentamente misurare il tuo rango sociale e poi essere solidale non con quelli che stanno un gradino o due sotto di te, bensì con quelli che stanno ancora più in basso. L’essenziale è che da dove si trovano sia impossibile raggiungerti e superarti. I negretti, ad esempio, vanno benissimo. Non ci fare che fai il solidale con qualche ragazzotto che si inventa un mestiere senza manco andare all’università perché allora vuol dire che parliamo al vento. La solidarietà ha una funzione ben precisa: serve a consolidare e legittimare i tuoi privilegi, ricoprendo di biasimo chi li mette in discussione.

5) Precariato. Ricorda bene, perché il termine può ingannare. Non è che tutti quelli che hanno un contratto che può zompare da un momento all’altro sono precari. Precari sono i ricercatori universitari. Precari sono i giornalisti. Precari sono quelli della scuola. Precari sono quelli che pascolano negli enti pubblici. E più in generale, precari sono tutti quelli che gravitano nell’orbita dell’industria culturale vastamente intesa, della quale i genitori dei precari medesimi che, come te, sono di sinistra rivendicano il controllo per sé e per la propria progenie. La commessa di abbigliamento che va col culo per terra appena si vende poco non è una precaria ma una puttanella con gli zatteroni e lo smalto sgargiante, che non vede l’ora di finire il turno per fiondarsi a ballare la salsa insieme a qualche energumeno tatuato.

6) Magistratura. Nell’immaginario del vero uomo di sinistra la magistratura ha il ruolo che negli anni ’50 avevano i cow boy nei film americani di serie b: quando tutto sembra ormai perduto e i cattivi stanno vincendo…pepperepèèèè…arrivano i nostri e battono i cattivi facendo in modo che il bene prevalga. Questo atteggiamento, solo apparentemente puerile, deriva dal fatto che da uomo di sinistra ti basi su un’analisi approfondita della realtà: ci sono i buoni che sono pochi e i cattivi che sono molti, quindi le elezioni le vincono per forza i cattivi però, per fortuna, nella società ci sono tantissimi poteri non elettivi che hanno sempre ragione e, fra questi, il principale è, appunto, la magistratura. Grazie a questa tua convinzione riesci ad avere alcuni punti fermi in un campo, per il resto così opinabile, come l’amministrazione della cosa pubblica. Il principale di questi è che le sentenze della magistratura non si commentano. Si può commentare, al massimo, un’esternazione del Capo dello Stato, un articolo della costituzione, una legge finanziaria. Una sentenza su un sinistro stradale del tribunale civile di Ascoli Piceno, invece, no, non si può commentare.

7) Costituzione. Bene, uomo comune, se sei arrivato fino a questa lezione significa che la tua adesione al meraviglioso mondo della sinistra è bella solida e sei pronto per entrare nel sancta sanctorum: la costituzione. Prima di tutto non la devi leggere e dare per scontato che sia perfettamente sovrapponibile al programma del Pci alle elezioni del 1953. La costituzione non è, infatti, un testo scritto. In realtà uno che circola esiste ma fu redatto da un gruppo di cialtroni, fra i quali quel tappo di Fanfani e quel mafioso di Andreotti, presieduti da quell’alcolizzato di Saragat. La costituzione che interessa a te, ex uomo comune ora uomo di sinistra, è uno stato d’animo, un canone estetico che divide ciò che tu apprezzi da ciò che ti va venire il voltastomaco. La costituzione è un mattino d’autunno sulle colline del Chianti, è un dibattito sul corpo delle donne, la costituzione è un corteo con Landini per vedere da vicino come sono fatti i cosi, dai, come si chiamano, quelli con la tuta, ma no, non gli allenatori, che cazzo c’entrano gli allenatori, no, quelli che sono sempre incazzati come pantere, gli operai.

A scopo esemplificativo ti indichiamo un elenco di alcune cose che sono incostituzionali: i suv, i centri commerciali, la persona fisica di Renato Schifani, il ballo latino americano, i film con Bruce Willis, la palestra, i tacchi a spillo, il festival di Sanremo, l’idromassaggio, le Maldive, McDonald, preferire la birra al vino, detestare Fabio Fazio, preferire il vino bianco al vino rosso, toccare il culo.

8) Silvio Berlusconi. Come dici, uomo di sinistra? Evasore, maniaco sessuale, corruttore, accompagnatore di Apicella, ideatore di Drive in che ha corrotto le menti degli italiani per sempre? Non ci siamo. Piano con l’enfasi che poi si vede che c’hai l’entusiasmo del neofita. Adesso ascoltaci con attenzione perché dopo avere fatto di te un perfetto stereotipo, ti stiamo dando la possibilità di fare tendenza, di diventare agli occhi dei tuoi commensali un vero e proprio guru. Ringraziaci, uomo comune, perché ti stiamo per mettere nelle condizioni di dire già oggi ciò che Pippo Civati dirà dopo aver perso anche le elezioni del 2033: Silvio Berlusconi è “colui nei confronti del quale ci furono degli eccessi e facemmo degli errori. Egli, infatti, interpretò le istanze di vaste fasce dei ceti produttivi che noi, prigionieri di una visione giudiziaria della politica, sottovalutammo, fino a perdere contatto con ampi settori del mondo del lavoro. Retrospettivamente possiamo dire che il nostro approccio di allora, esclusivamente rivolto a presentarci come interpreti di una qualche presunta virtù civica, fu probabilmente sbagliato”. (the FrontPage)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Spettacolare!!!!!! santo subito e senatore a vita (ah gia', non si puo', non essendo di sinistra...)
Rob Roy

Anonimo ha detto...

MITO ASSOLUTO!
Grazie per avermi fatto scoprire questo articolo.
Lo stampo e lo appendo in salotto!
Luigi

maurom ha detto...

Grazie Rob Roy e Luigi.

In effetti ho riso parecchio anche se in modo amaro: purtroppo le cose stanno proprio così.

Alla prossima, ciao.