Ieri sera Paolo Mieli ha dichiarato la sua preferenza per il centrosinistra.
Si era capito ed ho capito anche perché mi piace sempre meno.
Banchieri, artisti, intellettuali e gente di spettacolo hanno fatto la fila per votare alle primarie similpelle dell'Unione.
Le critiche nemmeno troppo velate a Berlusconi e al suo governo che si sentono e leggono dappertutto, non inducono a pensare che i fans del centrodestra siano numerosi.
Invece siamo poco più della metà del corpo elettorale.
Posso capire che noi siamo il Paese del piove governo ladro e che la critica, dopo il gioco del calcio, è il nostro sport nazionale, ma che non si abbia il coraggio di dichiararsi mi sembra troppo.
Per quanto la sinistra blateri non siamo in un regime e, se pure gli omosessuali fanno outing e rivendicano la loro diversità, anche noi dobbiamo dichiarare il nostro orgoglio di centrodestra.
Vorrei riproporre un concetto già espresso: la conta degli amici si fa prima delle elezioni.
Tutti coloro che sono vicini al centrodestra e sono personaggi famosi, intellettuali, imprenditori, scrittori, scienziati e giornalisti abbiano il coraggio delle loro idee e lo dichiarino pubblicamente. Togliamoci dalla testa il concetto falso che essere di destra significa essere fascisti e che la sinistra rappresenta il bene perché professa il buonismo.
In politica deve esserci la pari dignità delle opinioni.
Spero che in caso di augurata vittoria del centrodestra si tenga conto di chi ha manifestato la propria fede politica e si respingano i soccorsi che arrivano sempre al vincitore dalla parte avversa.
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