venerdì 20 gennaio 2006

Riflessioni sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Giuliano Cazzola

I metalmeccanici sono riusciti a rinnovare il contratto. Tutto bene quel che finisce bene, allora? Resta il fatto di dover constatare che una gloriosa categoria è riuscita a concludere la propria vertenza sul terreno dell’ordine pubblico, grazie al blocco di autostrade e stazioni ferroviarie. Quando un esercito è in difficoltà non basta prendersela con gli avversari. Bisogna trovare il coraggio di sparare sul proprio Quartier generale, denunciando gli errori di quello stato maggiore sindacale che non ha saputo formulare adeguatamente i piani di battaglia e che ha chiesto grandi sacrifici a centinaia di migliaia di lavoratori. I tanti Cipputi che hanno disciplinatamente scioperato sono certamente autorizzati a scaricare tutte le colpe della loro situazione sulla Federmeccanica e – se è di loro conforto – sul governo di centrodestra. Ma delle domande, prima o poi, dovranno porsele. Per quali motivi, in questi ultimi mesi, sono stati rinnovati molti contratti (anche nei settori privati e dell’industria) spesso senza dover ricorrere allo sciopero o comunque con una conflittualità molto bassa? E ancora: come mai, dal 1993 (quando fu stipulato quel Patto che definì le regole delle relazioni industriali) ad oggi, le vertenze contrattuali sono rimaste in un contesto di litigiosità assolutamente fisiologica, tranne che nella categoria dei metalmeccanici? Perché quei criteri che sono stati ritenuti adeguati a definire le dinamiche salariali di un’operaia tessile o di una commessa di un supermarket sono stati ripudiati dalle federazioni di categoria per le tute blu?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il contratto dei metalmeccanici si chiude con una umiliante sconfitta per i lavoratori: avranno 127 euro di aumento soltanto a regime, da 1 settembre 2009, cioè tra ventidue mesi e vengono derubati del periodo di vacatio ricevendo soltanto una manciata di spiccioli (trenta euro per ognuno dei dieci mesi trascorsi).
Inoltre la Federmeccanica e la Confindustria realizzano l'obiettivo strategico dell'allungamento del periodo di vigenza del contratto da ventiquattro e trenta mesi, risultato assai brillante per il padronato che si iscrive nella linea di imbalsamazione della contrattazione nazionale. Da qui partirà l'offensiva di sgretolamento del contratto nazionale.
Aumenta la disponibilità di lavoro straordinario nei sabati.
Nessuna norma viene introdotta a tutela degli infortuni sul lavoro. I poteri dei delegati aziendali alla sicurezza restano tali e quali cioè
quasi simbolici.
Per raggiungere questo risultato la categoria si è esposta financo all'occupazione di autostrade e di stazioni ferroviarie. Un enorme dispiegamento di energie quasi per nulla.
I salari dei metalmeccanici italiani restano i più bassi d'Europa e le fabbriche restano aperte alle utilizzazioni di manod'opera più convenienti alle imprese (lavoratori interinali, a progetto, a tempo determinato, provenienti da finte cooperative etc..)

Pietro Ancona
www.spazioamico.it
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http://pietro-ancona.blogspot.com/


http://www.aprileonline.info/5968/veglie-di-preghiera-per-cu

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny