lunedì 7 luglio 2008

Aiuto ho perso il 41bis!

Allora però ci dobbiamo mettere d’accordo. Perché non è possibile che se il governo vara una norma per chiedere ai magistrati di occuparsi con precedenza sui reati più gravi quello è un vile attacco alla Costituzione e alla sacrosanta autonomia della Magistratura e se invece i giudici mollano il freno sul 41 bis, l’articolo che prevede il carcere duro per i reati di mafia, allora la colpa è del governo che “abbassa la guardia”.

Perché è questo che ci sta raccontando la Repubblica. Prima chi hanno spiegato in tutte le salse che la norma blocca-processi è un insulto sanguinoso ai giudici. Poi negli ultimi giorni ecco una sfilza di preoccupatissimi articoli in cui ci si spiega che il 41bis non funziona come dovrebbe, che viene troppo facilmente revocato, che è sempre più difficile da infliggere, che i capicosca se ne tornano quatti quatti al regime normale e che i parenti delle vittime sono in rivolta.

Ma spiegateci una cosa: questo 41 bis chi lo prescrive? E chi lo revoca? Chi lo fa rispettare? Non sono forse i tribunali di sorveglianza e i presidenti di corte di assise? Perché in questo caso si pretende dal governo che intervenga su magistrati per altri versi intoccabili?. Eppure la complessa sceneggiatura degli articoli di Repubblica fa capire proprio questo: che la colpa è dello Stato – come dicono i parenti delle vittime pronti a scendere in piazza – e quindi del governo, e per dirla in breve di Berlusconi, che pensa ai casi suoi e lascia i mafiosi a spasso.

Come mai in questo caso non si chiede un parere al Csm, che di pareri è di solito così generoso? O perché non si ascolta l’opinione dell’Associazione Nazionale Magistrati, tenuta in conto di oracolo quando si tratta di farla pagare al governo. Eppure è di magistrati che stiamo parlando, delle loro scelte, del modo in cui – con piena discrezionalità – applicano o non applicano leggi e disposizioni.

Certo i mafiosi non hanno le tette e non vanno a ballare in tivvù. (l'Occidentale)

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