Conosciamo fin troppo bene la retorica su Gaza, la Striscia sotto assedio, il "campo di concentramento" a cielo aperto più grande del mondo dove gli israeliani tengono "prigionieri" un milione e mezzo di persone, "senza luce né acqua", dopo averla "rasa al suolo" con l'Operazione Piombo Fuso del 2008. Abbiamo ascoltato le grandi narrazioni sulla "nakba" e l'olocausto del popolo palestinese, ma anche quelle secondo cui Hamas sarebbe un governo democraticamente eletto che assicura al suo popolo un minimo di welfare state.
Tutte descrizioni che si rinverdiscono grazie alla grancassa dei media occidentali che pendono per i palestinesi e avversano la destra "fondamentalista" di Bibi Netanyahu e del suo ministro degli esteri Liebermann. E apparentemente, leggendo l'incipit del reportage apparso oggi su Repubblica non scopriamo niente di nuovo: "l'Operazione Piombo Fuso ha intaccato le strutture, disarticolato un territorio urbano, distrutto un'economia", se non fosse che subito dopo all'autore sfugge un inedito "l'incapacità di Hamas di essere partito di governo ha fatto il resto", che non ci saremmo aspettati e ci ha spinto a proseguire nella lettura.
Così Repubblica 'scopre' che a Gaza c'è un "regime", che "la democrazia non abita da queste parti", che "qui si impone col pugno di ferro, soffocando anche nel sangue ogni opposizione e restringendo anche la libertà di espressione". E ancora, che "gli estremisti bocciano il dialogo con Obama", che c'è una guerra civile fra Hamas e l'ANP, che "l'islamizzazione forzata della Striscia va avanti senza leggi ma a colpi di minacce, intimidazioni, piccole e grandi vendette". Conclusione: la vita nella Striscia è un incubo, "e questo incubo si chiama Hamastan".
Visto che queste cose le scriviamo non da oggi ma da anni, non possiamo che apprezzare la resipiscenza del quotidiano di Largo Fochetti, il fatto che abbia capito che quello al potere a Gaza sia un regime, anche se ancora non riesce a chiamarlo per nome: fascista, stragista, terrorista. Ma viene da chiedersi se d'ora in poi sarà questa la linea seguita da Repubblica oppure il reportage sia stato un caso fortuito, rapsodico, e magari abbia un'altra spiegazione. Forse i responsabili degli esteri di Repubblica sono ancora in ferie ed è così che in redazione è sfuggito un pezzo che, per una volta, dice le cose come stanno. La verità sull'Hamastan. (l'Occidentale)
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