mercoledì 11 agosto 2010

Anomalia a sinistra. Davide Giacalone

Non c’è politico, opinionista o sondaggista che, in queste settimane di crisi politica e indebolimento del centro destra, abbia preso in considerazione, anche solo come ipotesi, la possibilità che la sinistra vinca le elezioni. Anzi, le urne sono vissute come una via per consentire a Silvio Berlusconi di vincere nuovamente. La cosa è considerata talmente pacifica e scontata, in barba al fatto che lievita il numero di cittadini che esprimono nell’astensione la loro insoddisfazione, da essere in sé un’ineludibile anomalia. Perché la sinistra è considerata incapace di battere il berlusconismo? Credo che la risposta consista nella ragione stessa per cui è morta la seconda Repubblica: perché la sinistra è berlusconizzata. Essendo un’imitazione, naturalmente, è meno convincente e attraente dell’originale.
La sinistra non può vincere perché non esiste, essendo solo il contenitore dell’antiberlusconismo. Nella smania di galleggiare senza sapere dove andare, di sopravvivere senza esistere, di cancellare l’avversario senza saper cosa fare al suo posto, la sinistra imbarca di tutto, compreso ciò che è d’estrema destra. Facendolo imita il Berlusconi del 1994, inventore di una formula inedita, che allora fu eretica: mettiamo assieme i diversi pur di battere gli avversari. Da allora in poi la sinistra lo scimmiottò, e anche quando vinse, con Romano Prodi, conseguì il risultato con metodo berlusconiano. Non occorre essere dei geni per capire che adottando il modello e il linguaggio altrui se ne resta prigionieri.
Ho incontrato, in un pubblico dibattito, un esponente giovane e intelligente del Partito Democratico. Sostiene, in tema di giustizia, tesi ragionevoli, benché, a mio avviso, minimaliste e inadeguate. E’ un interlocutore interessante, uno di quelli con cui sarebbe possibile costruire un dialogo politico. Quando gli ho detto, pubblicamente, che devono sbrigarsi a liberarsi di Antonio Di Pietro, che è l’antitesi di quella cultura giuridica di sinistra che, prima di Luciano Violante, era garantista, egli non mi ha risposto. Credo di sapere il perché: detesta il dipietrismo e, se fosse per lui, lo avrebbe già scaricato. Poi, però, nel chiacchierare senza pubblico, ha osservato: non esistono disarmi che non siano bilaterali. Vuol dire che la sinistra non può rinunciare a Di Pietro se Berlusconi non rinuncia a qualche cosa, magari alla Lega. Ecco, questo è l’errore: Di Pietro non è un’arma nelle mani del Pd, ma una pistola puntata alla testa del Pd. E in quel partito della sinistra c’è gente che non vede l’ora di tirare il grilletto.
Credono che sia un’alleanza utile, per quanto la guardino con non celata ripugnanza, perché si sono berlusconizzati. Non hanno capito che questo modo di procedere è esattamente la ragione per cui nessuno scommetterebbe un tallero sulla loro vittoria. Che, aggiungo, in queste condizioni sarebbe una tragedia.
Il berlusconismo è un fenomeno solido, con profonde radici sociali, capace d’interpretare il sentire di una vasta parte del Paese, anche se legato ad una sola persona. Nulla a che vedere con il “partito di plastica”, di cui la sinistra farneticò. La trappola del berlusconismo, per i suoi avversari, consiste nell’illudere che basti plastificarsi per competere. Errore, la sinistra deve essere del tutto diversa, deve essere un’alternativa, se spera di giocare un ruolo che non sia quello dell’altalena elettorale. Avrebbe bisogno di fare l’esatto contrario di quel che fa: a. rigettare, con vergogna, il passato comunista; b. darsi un profilo programmatico snello, ma anche netto e moderno; c. elaborare una strategia delle alleanze sociali che non sia quella, asfittica e autolesionista, dell’alleanza con le escrescenze dell’epidermide malata. Inseguire Berlusconi nell’alterazione dei toni è un contributo alla campagna dell’avversario, laddove la sinistra dovrebbe divenire riformista e moderata, capace di rassicurare i ceti che sono il midollo spinale di un Paese con la colonna vertebrale storta.
La sinistra, invece, va a rimorchio di quelli che campano d’antiberlusconismo, a cominciare da quei gruppi editoriali che vendono copie mettendo in evidenza le foto delle escort (riuscendo anche a intervistarle, assumendo l’opinione di puttane, in quanto tali, a tema di dibattito!), così come i rotocalchi scandalistici campano grazie ai presunti scoop sulla vita privata delle attricette o dei bellimbusti, meglio se corredati con foto che sarebbero state giudicate volgari nelle caserme d’un tempo. Facile che, in quel modo, non si spreme una goccia di politica, così come non si cava il sangue dalle rape.
Tutto questo m’induce a porre una domanda, che contiene la risposta: non è che, per caso, la vera anomalia italiana non è il berlusconismo, ma una sinistra incapace di cultura di governo, condannata al gretto populismo per mancanza di coraggio nel fare i conti, morali e materiali, con la sua componente storicamente più forte, quella comunista? Non è che il sistema-Italia mostra la sua arretratezza più profonda proprio sul suo lato sinistro? Credo che le cose stiano proprio così, il che, naturalmente, nulla toglie ai guasti e alle insufficienze del centro destra (che qui esaminiamo e mettiamo in luce con una severità di cui altri sono, anche tecnicamente, incapaci).
Siccome le menti raffinate e le coscienze sensibili sono, per definizione, di sinistra, ne deriva che quest’umanità insipida e spiantata ritiene che sia sanamente democratico cercare di svellere e silenziare il giudizio popolare, espresso con il voto. E basta questo per considerare opportuna ogni loro sconfitta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La sinistra e' vittima della guerra fredda con la politica della contrarieta' per partito preso, invece di fare un'opposizione costruttiva.
Si sono addormentati sugli allori perche' il PCI aveva una solida base elettorale. Dovevano fare i primi passi verso una socialdemocrazia con idee e uomini nuovi, invece di atrofizzati sul passato come la CGIL, dovevano prepararsi per l'alternanza.
Berlusconi ha amalgamato forze eterogenee, introdotto un modo nuovo di fare politica che la sinistra fatica a capire e a competere.

Anonimo ha detto...

se la Sinistra vincesse le prossime (imminenti???) elezioni, che cosa dovremmo pensare???

ed

maurom ha detto...

... che abbiamo visto un film dell'orrore!