sabato 26 febbraio 2011

Chi corrompe, chi “denuncia”, chi chiacchiera. Massimo Frattin

Il fatto si descrive in poche righe: l’On. Gino Bucchino, eletto nella circoscrizione Nord e Centro America nelle liste del Pd, ha dichiarato in una conferenza stampa di essere stato avvicinato da un non meglio precisato giovane di Rifondazione socialista, a suo dire un intermediario di Denis Verdini, che gli avrebbe proposto di trasferirsi nel gruppo dei Responsabili, la neonata forza parlamentare creata ad hoc per riunire tutti i transfughi dell’emiciclo parlamentare che hanno abbandonato i partiti di appartenenza per appoggiare Berlusconi. Come “regalo” di benvenuto l’on. Bucchino sarebbe stato ricompensato con 150mila euro. Una cifra in linea coi costi di prestazioni arcoriane di natura non molto diversa.


Ben presto, però, la questione assume connotati da film di Totò o di Alberto Sordi. Tutti i personaggi coinvolti più o meno direttamente cadono dalle nuvole. Lo stesso Bucchino si limita a una denuncia per così dire edulcorata: niente nomi, connotazioni generiche, rifiuto della proposta con un sms... A questo si aggiungono le sardoniche battute di chi la sa lunga, come Pier Ferdinando Casini: «Perché vi stupite? Se volete vi porto altri 20 di questi esempi». E qui, più che della pièce teatrale d’autore, si avvertono sapori da commedia dell’arte con battute una più infelice dell’altra in bocca a persone che pretenderebbero di governare la Nazione.

Ma come: un esponente di spicco della politica italiana, rappresentante di centinaia di migliaia di elettori, ex presidente della Camera, è a conoscenza di 20 – venti – casi di corruzione o tentativi di corruzione di parlamentari? E non ha mai fatto i nomi? Delle due l’una: o le spara grosse per mettersi sotto i riflettori profittando dell’affaire Bucchino, o è connivente con un sistema marcio, avendo a questo punto le stesse responsabilità di chi è accusato di fare campagna acquisti fra gli scranni.

Al proposito, il coordinatore Pdl Denis Verdini, che ovviamente ha preso nettamente le distanze dalla vicenda, si dice all’oscuro di tutto. «Non so chi sia l'on. Bucchino. Non so quindi chi possa averlo contattato e avvicinato a mio nome. Quanto all'on. Casini, faccia i 20 nomi che dice. Sono qui che aspetto di leggerli». Di fronte a cotanta reazione, il segretario dell’Udc fa marcia indietro e liquida le proprie dichiarazioni come «una battuta fatta in Transatlantico». Poi indossa i panni dell’essere moralmente superiore e rammenta al coordinatore del Pdl che lui, Casini, ha «sempre usato le armi della politica e di un'etica pubblica che l'onorevole Verdini farebbe bene a rispettare». Difficile capire quali siano queste armi, detto da uno che si permette barzellette su questioni sulle quali sembra esserci poco da ridere.

Per conto suo Mario Pepe, il deputato del Pdl responsabile dei Responsabili, nega decisamente un proprio coinvolgimento e si esibisce in una gaffe degna di miglior palcoscenico: «Bucchino non è mai stato nell'elenco». Sottinteso: degli elementi delle opposizioni con cui avviare dei tentativi di contatto. «Non so nemmeno che faccia ha. E poi, perché proprio ora che la maggioranza si è già rafforzata? Che senso ha?» Bravo Pepe. Ha confermato implicitamente per assodato che esiste un elenco e che certi traffici, per rafforzare appunto la maggioranza, ci sono stati eccome.

Rasentano perfino la tenerezza le dichiarazioni provenienti da Rifondazione socialista. Il suo fondatore Filippo Fiandrotti non esita a definire Bucchino un pazzo, e a ribadire che Rifondazione socialista non c’entra nulla. Anzi, «a onor del vero non esiste neppure più. Probabilmente qualcuno usa il nostro nome per fare i comodi suoi». Quanto a capire allora chi sia questo qualcuno, sembra non esserci grande interesse. A forza di fare politica, evidentemente, si fa l’abitudine a tutto. (il ribelle.com)

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