In difesa della donna. Non avrei mai pensato, avendo la madre, la sorella, la donna che ho e, non diversamente da loro, tutte le donne della mia famiglia, le nonne, le zie, e poi le insegnanti (al liceo, le mitiche Basteri e Bertozzi) di dovere un giorno parlare in difesa della donna. Mai l’ho vista così umiliata. Venerdì scorso, all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede ho incontrato una donna intelligente, Emma Fattorini che, dichiarandosi contro il dilagante moralismo, è riuscita a scandalizzarsi della presenza di Sara Tommasi a Sofia, considerarla una depensante, liquidandola come una prostituta e, conseguentemente, giudicando me puttaniere.
Mi dispiace non esserlo ma difendo la categoria. I miei incontri con puttane professioniste sono stati pochi ed esemplari. Ho imparato molto da loro, mai cliente. Per tutte ricordo Luisa, puttana 75enne in via Veneto. Arrivava con la sua Mini Minor e recensiva le mie presenze in tv meglio di qualunque critico televisivo. Ho reagito all’insulto della Fattorini che ha dovuto ammettere di avere esagerato. Ma oggi vedo che il moralismo inquina anche le conversazioni più intelligenti, per un ingombro di moralismo che sembra discendere dalle vicende giudiziarie del premier. Ma questo atteggiamento non viene dalla realtà dei rapporti e neppure dalla oscena esibizione di pornografie vere e presunte sui giornali.
Proprio venerdì sul Corriere ho letto l’incredibile articolo dal titolo «Auto in regalo ad alcune ragazze. Le verifiche della procura». Vi si legge di «accertamenti sulle autovetture di proprietà di sei ragazze» e sui «pagamenti in favore di concessionarie operate da un conto corrente intestato a Giuseppe Spinelli». E perché queste verifiche? Perché ai Pm preme piuttosto riscontrare che questi doni, come un’analoga vettura promessa a Ruby, fossero offerti a donne che l’indagine documenta presenti alle notti di Arcore e sostiene si siano prostituite con il premier. Prostituite? Dovrò ricordare allora che molti anni fa da una donna che amavo e che mi amava ricevetti in dono una Jaguar senza affatto prostituirmi, e che trovo insultante scambiare un dono per la prova della prostituzione. D’altra parte questa è la «notizia criminis», e da qui parte tutto.
Ho dato così mandato al mio avvocato di verificare la possibilità di un esposto contro la Procura di Milano per abuso d’ufficio, proprio in relazione all’applicazione della polizia giudiziaria per accertamenti la cui finalità è tendenziosa e diffamatoria. Chi ha avuto in dono l’automobile è, per la Procura di Milano, una puttana. Parimenti ho chiesto di verificare la legittimità di un esposto sulle false dichiarazioni del procuratore Bruti Liberati relative alla regolarità degli atti della questura di Milano per affidare Ruby a Nicole Minetti. Se tutto fu regolare perché si è aperta un’inchiesta? E chi è, e quale vantaggio ha avuto, il concusso? Ancora ho chiesto al mio avvocato Gianpaolo Cicconi di mettersi a disposizione di Ruby per promuovere un’azione penale per diffamazione contro Ilda Boccassini e i suoi colleghi. Leggo infatti che la ragazza ha intenzione di chiedere un risarcimento per essere stata «trattata come una prostituta da tutti i media italiani e stranieri». Evidentemente, è suo buon diritto non considerarsi una puttana. Non vedo chi dovrebbe stabilirlo. La donna interessata, come abbiamo spiegato molte volte, non è una puttana. Ma sarebbe sbagliato chiedere i danni ai giornali. Coloro che, aprioristicamente e con infondata presunzione, hanno considerato Ruby una puttana, sottoponendola a 17 interrogatori con una evidentemente straordinaria pressione psicologica per una minorenne, sono i magistrati di Milano che hanno espresso in nome di un inqualificabile moralismo disprezzo per la donna e insensibilità per una ragazza considerata immatura e psicologicamente fragile. Da loro viene l’impulso. Da loro la «notizia criminis».
Che, in quanto notizia, fa notizia. Il processo è stato acceso a tutela della parte lesa, che è Ruby. Ma essa è uscita illesa dalle mani di Berlusconi e con lui non si è sentita considerata prostituta. È invece lesa dalla Boccassini, e dalla inchiesta ha ottenuto un grandissimo discredito e una diffamazione dalla quale si sente offesa. In tal senso è parte lesa e deve chiedere di rivalersi sui magistrati che hanno voluto trattarla come una prostituta. Da cos’altro «lesa» se non da questo? Anche a me accadde quando fui considerato mafioso in un’inchiesta aperta da quattro magistrati a Catanzaro e archiviata 8 mesi dopo per intervento di Pierluigi Vigna. Pretendevano di diffamarmi. Furono travolti. Così oggi vedo con certezza parte lesa dalla procura di Milano Ruby che ha tutto il diritto di frequentare un uomo per diverso interesse senza essere considerata puttana, chi dovrà e potrà stabilirlo? Rispetto a un uomo potente attenti a non confondere le puttane con le cortigiane. Nella politica è pratica comune. Puttane tutti i parlamentari?
Ma se i gesti hanno un significato, suggerirei a Berlusconi di regalare un’automobile, magari una Mini, a Ilda Boccassini. L’irreprensibile magistrata potrebbe rifiutarla, ma dovremmo escludere che il gesto generoso nasconda l’intenzione di pagarla per le sue prestazioni. Allo stato attuale sappiamo soltanto che i due si conoscono. Se sono rose fioriranno. (il Giornale)
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