domenica 2 settembre 2012

La brillante Operazione Interceptor. Mario Sechi

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Il Tempo - La ricostruzione delle telefonate di Giorgio Napolitano sul settimanale Panorama? Un complotto di Berlusconi. Rieccolo, il Cavaliere nero, per la sottile goduria degli avversari che se ne sentivano orfani. Davvero quelli del laghetto di Segrate hanno ordito una perfida trama contro il Quirinale, in piena sintonia con il di Silvio sulfureo spirito? Ezio Mauro lo pensa e lo scrive, altri lo strillano, altri sussuranno poco convinti, molti altri sotto sotto ci sperano. Mettiamo che abbia ragione il direttore di Repubblica. Bene, quali strabilianti risultati sono stati ottenuti dal Pdl con l’Operazione Interceptor? Eccoli: 1. Il pm Ingroia ha potuto dire che si tratta di un «ricatto» e ha assunto il ruolo di paladino e difensore di Napolitano; 2. La Procura di Palermo, un colabrodo, piena di toghe litiganti, ha ritrovato la voce e dopo aver combinato il pasticcio delle intercettazioni, ora recita la parte della signora sdegnata per l’assalto al Colle; 3. Una storia tutta interna alla sinistra, che stava lacerando il Pd e i suoi intellò di complemento, separando le truppe parlamentari e i descamisados, i sinceri democratici e gli ipocriti torquemadisti, i giornaloni e i fogli da sbarco, si è autoribaltata al punto che quel mondo ora ha ritrovato l’unità contro Berlusconi; 4. Giorgio Napolitano esce dalla vicenda rafforzato, un gigante in mezzo ai nani, un presidente che prende carta e penna e scartavetra in faccia a tutti di «non essere ricattabile» e tanti saluti a chi ci prova; 5. Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio e Antonio Padellaro ha colto la palla al balzo per alzare l’indice e «l’avevamo detto», cribbio, che tutto nasce ad Arcore, e il Quirinale non deve temere Noi ma Lui; 6. Dulcis in fundo, Lui, Berlusconi, il grande burattinaio, di fronte al brillante successo raccolto dall’Operazione Interceptor, sente l’impellente bisogno di festeggiarne l’esito con un’intervista al Foglio per spiegare che ha stima di Napolitano, quant’è bravo Napolitano, ineccepibile Napolitano, evviva Napolitano e che lui in questa storia non c’entra un fico secco. Dice un parlamentare che di legislature ne ha viste un bel po’: «Nella Prima Repubblica i partiti giocavano per vincere. Nella Seconda giocano a chi fa più autogol». Nel Pdl (e prima in Forza Italia) questa tattica di gioco kamikaze è ben collaudata. Se fosse vera la teoria del complotto, Berlusconi e i suoi consiglieri di guerra avrebbero messo a segno un blitz da guinness dei fiaschi politici. Nessun partitante con un po’ di esperienza mette in piedi un così sgangherato teatrino dei pupi senza avere la sapienza di un puparo. Ecco perché non ci credo. Se questo è un complotto, gli sceneggiatori del Pdl che lavorano agli action movie di Silvio hanno un grande futuro. Nel cinema comico.

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