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Giuste osservazioni a proposito del calcolo del PIL.
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Rassegna stampa per chi non è "politicamente corretto" e desidera leggere le notizie che pochi giornali pubblicano.
2 commenti:
Tutto l'articolo si basa su un assunto sbagliato, e cioè che ci debba essere per forza un legame tra aumento del PIL e diminuzione del tasso di disoccupazione. In realtà non è detto che sia per forza vero; per esempio in Italia la diminuzione del tasso di disoccupazione si è verificata sia per una diminuzione delle forze che avrebbero dovuto entrare nel mondo del lavoro (in altre parole perchè molto gente ha definitivamente cessato di cercarlo), sia grazie all'ingresso di lavoratori starnieri, e sia per effetto della legge Biagi. Ma ad un aumento della quantità dei lavoratori non è corrisposto un aumento della qualità; cioè non c'è stato aumento di lavoro "buono", ma di lavoro sottopagato, spesso di cattivo livello. E ciò è dovuto anche al fatto che la legge Biagi, male applicata, ha finito per introdurre una flessibilizzazione selvaggia che si è tradotta, spesso,in mero sfruttamento.
Per tali motivi penso sia dovere di un Governo che si definisce di sinistra (su quanto questo lo sia veramente, ho dei dubbi) cambiare radicalmente l'assetto del mercato del lavoro, cominciando per esempio ad introdurre modifiche sostanziali (se non a rifare completamente) la legge Biagi che, nella sua applicazione concreta, ha prodotto troppe ingiustizie sociali.
L'articolo si riferisce anche al problema dello stipendio e della redditività degli impiegati statali.
Tomaso Freddi si chiede, giustamente a mio avviso, se il costo della pubblica amministrazione può essere correttamente inglobato nel Pil, visto che non è possibile misurare la produttività della stessa.
Inserendo, sempre nel Pil, il costo della PA, si arriva al paradosso di aumento del Pil all'aumentare degli stipendi degli statali.
Per quanto riguarda la legge Biagi, mi trovo in totale disaccordo con te, sinistra 60.
Biagi rappresenta una pietra miliare e purtroppo le BR lo avevano capito.
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