mercoledì 19 novembre 2008

Il sacrosanto silenzio di un premier liberale nel dramma di Eluana. Maria Giovanna Maglie

Quando una ha la fortuna di essere titolare di una rubrica, con la straordinaria possibilità di scrivere quello che le pare, ne approfitta, anche quando di certi dibattiti si avverte una dolorosa saturazione. La vicenda di Eluana Englaro è diventata purtroppo una sorta di sport nazionale, nel quale nessuno rinuncia a dire la sua, a costo di pronunciare sciocchezze irritanti.

Perché allora anche io voglio metterci la mia pietruzza? Perché negli sport nazionali all’italiana, cioè nel sentirsi tutti competenti di tutto, qualcosa di buono c’è, soprattutto se si tratta di pronunciarsi su una cosa seria, anzi serissima. C’è un desiderio diffuso e condiviso, con brutta parola si direbbe di massa, di esprimersi su un problema che è necessariamente, dolorosamente, individuale, che nessuno Stato e nessuna Fede possono regolamentare d’autorità, anche se possono e devono tracciare dei limiti all’arbitrio, nel caso dello Stato, ripetere e ribadire la parola e la dottrina, nel caso della Chiesa.


Perciò perdonatemi se ancora una volta, a decisione della magistratura presa, e addolorandomi che l’abbiano dovuta prendere dei giudici, dico ancora una volta che la morte di Eluana Englaro non è in alcun modo eutanasia, che è la fine di una sofferenza inutile e protratta per troppo tempo, che a lei, che quel desiderio espresse quando ancora poteva, e a suo padre, che ne è stato l’infermiere e il custode, spetta la decisione finale.

Per il Parlamento non è difficile partorire ora, dopo tanto dolore, una legge umana e giusta, secondo le direttive del 2005, che rispettavano la complessità della società italiana, le sue profonde radici cattoliche mescolate a una convinzione laica, che rispetta ed esige altrettanto rispetto. Smettiamola con il terrorismo mediatico e a mezzo governo. Il sottosegretario Eugenia Roccella è una donna intelligente e colta, ma il suo percorso sembra a me, cittadina ed elettrice, approdato a un integralismo di fondo già verificato durante la vicenda della fecondazione artificiale. Il governo di centrodestra dovrebbe essere liberale; non codino. Ho notato perciò con soddisfazione, sempre da cittadina ed elettrice, un rumoroso silenzio su Eluana Englaro del presidente del Consiglio. Ancora una volta ripeto: lasciatela andare in pace, lasciate in pace suo padre, che di sofferenza ne conoscerà ancora, fate presto una legge che rispetti il testamento biologico di ognuno di noi. (il Giornale)

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