martedì 4 novembre 2008

L'eroe americano degli antiamericani. Arturo Diaconale

“Beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi”. Quante volte abbiamo ascoltato la famosa frase di Bertold Brecht? Una infinità. Al punto da convincerci che esprime un valore assoluto, da considerare come se facesse parte dei “Dieci Comandamenti”. Invece, si tratta di una colossale sciocchezza. Perché i popoli hanno bisogno di eroi positivi. Al punto che se non riescono ad esprimerne di propri si aggrappano agli eroi altrui. Il caso delle elezioni americane è la riprova che Brecht sbagliava e che quelli che lo avevano trasformato in un Mosè redivivo ci hanno per decenni imbrogliato. Non avendo più eroi condivisi a cui fare riferimento ed, anzi, avendo per decenni smitizzato e cancellato tutti quelli provvisti dei requisiti per esserlo, l’opinione pubblica italiana ha puntato su un eroe straniero ed ha scelto come espressione dei propri sogni, aspettative e speranze il candidato democratico alla Casa Bianca Barak Obama. A dispetto dei sondaggi che ci hanno martoriato nella lunghissima campagna elettorale Usa, nessuno è in grado di prevedere con certezza se Obama riuscirà a battere McCain. Ma questo sembra un dettaglio marginale. Per quella parte degli italiani (si calcola più dell’ottanta per cento) che lo ha scelto come proprio eroe, il candidato democratico è già presidente da più di un anno. Certo, oggi gli americani votano. E questa sera ci saranno le interminabili dirette sull’andamento delle operazioni elettorali nei singoli stati.

Ma per gli obamisti italici si tratta di un rituale dall’esito scontato. Ai loro occhi l’eroe siede già da mesi al tavolo presidenziale. E se ancora non ha avuto l’investitura ufficiale e non svolge le funzioni che un tempo furono di Kennedy lo si deve solo al testardo attaccamento alla poltrona del nefasto Bush. Il fenomeno non è soltanto italiano ma riguarda tutti i paesi europei. Anzi, pare che in Francia, Spagna, Germania e Regno Unito le percentuali di chi ha scelto Obama come proprio eroe siano addirittura più alte di quelle che registrate nelle nostre città. Come se l’intero Vecchio Continente avesse rinunciato ad avere come modello un personaggio espressione della propria storia e della propria tradizione politica e culturale ed avesse deciso di puntare su un modello di eroe definitivamente globalizzato. Perché Obama? Ognuno si può sbizzarrire nel formulare una risposta. Perché è politicamente corretto in quanto nero ma al tempo stesso a stelle ed a strisce. Perché promette più tasse e più intervento pubblico che è musica per le orecchie degli orfani del socialismo di stampo sovietico (ed anche del corporativismo di stampo italiano). Perché lascia intendere che rinnegherà l’unilateralismo imperiale di Bush e tornerà all’imperialismo multilaterale di Clinton.

Perché è giovane, aitante e sembra il figlio di Sidney Poitier ed il fratello più piccolo di Denzel Washington. I perché possono essere infiniti. Ma è un fatto che le folle italiche e quelle europee hanno scelto un eroe e se la loro granitica certezza di avere finalmente l’uomo giusto a cui guardare come speranza per il futuro venisse infranta, si sentirebbero terribilmente frustrate e deluse. Si dirà che tutto questo è frutto del condizionamento dei media, che negli Usa così come in Europa, sono per la maggior parte schierati ed adagiati sulle posizioni liberal e di sinistra. Si dirà anche che nel puntare su Obama gli antiamericani dell’Europa non si rendono conto di dimostrare di non avere altro modello che quello americano. Si dirà quello che si vuole. Ma soprattutto che, alla faccia del comunista ipocrita Brecht, gli eroi servono. (l'Opinione)

12 commenti:

NostraDomus ha detto...

Tralasciando il povero Brecht (pare che in tutta la sua vita avesse letto non più di una trentina di libri, e nessuno che trattasse di storia...), sarei propenso ad attribuire il successo del senatore dell'Illinois, riscosso ad ogni latitudine e, specialmente in Europa, esclusivamente ad una questione epidermico-melaninica. Obama è negro (utilizzo questa terminologia, non per una questione razzistica, ma semplicemente perchè da sempre il termine "nero" (riferito ad una persona), dal mio punto vista, è sinonimo di "sporco", di "oscuro", di "sudicio", di "negativo", non è un caso che ai bambini discoli, si minacciava l'avvento dell'"Uomo Nero" per spaventarli e renderli quieti). Da qualche anno nel mondo, e da qualche decennio nella Putrida Europa (citazione Nabovokiana) il negro è ambìto e fa trend. Unicamente perchè è di quel colore e nient'altro. Per i portatori sani della peggiore cultura umana (quella dello pseudo-nozionismo), citare, approcciare, invitare, esibire, esporre ed ascoltare un negro, rientra nella ritualità intensa ed indispensabile di ogni comportamento intellettualmente corretto, contemporaneo, e quindi assolutamente "modale". Salotti esclusivi, ritrovi mondani, trasmissioni "di spessore", talk-show seguitissimi, commemorazioni emozionanti e dibattiti imperdibili, devono assolutamente svolgersi con almeno un negro di contorno o, in alcuni casi, come prima portata (la butade è venuta fuori spontaneamente, un qualsiasi riferimento ad una sorta di cannibalismo capovolto è da ritenersi fazioso). Se non c'è un uomo di colore la festa non è una festa. Una moda,questa, lanciata dai comunisti francesi (guidati dal "quasi esteticamente brechtiano" Sartre), che si compiacevano d'invitare nei loro sottoscala tutti i jazzisti (negri)americani di passaggio, al fine di accrescere metafisicamente il loro comunismo consumistico.Si tifa per Obama, perchè ciò crea un passaporto per il futuro, ci si sente post-moderni. Se Obama rappresenta il "domani", il "futuribile", appoggiandolo si entra automaticamente e soprattutto gratuitamente nell' esclusiva ed affollatissima cittadella degli "eletti evoluti". Questo, l'unico e triste conforto, per chi, senza una reale ponderazione, ha optato per Barak ed il suo tanto pubblicizzato sex-appel, certamente reso più accattivante per le affinità
"atmosferiche" al "Mostro Sacro" Poitier ed al promettente (non è ancora un Poitier) Denzel Washington. Ma, dalla concezione fisionomistica che m'appartiene, ritengo che l'accostamento estetico più aderente a cui il senatore Obama possa realmente aspirare, si realizzi pienamente nell'impasto calibrato di Jerry Lewis ed Adriano Celentano, così come appaiono nelle immagini dei loro esordi.

Anonimo ha detto...

forse non si era capito ma diaconalino sta a ROSICA'!!!

come godo!!! Obama rules!!

Anonimo ha detto...

a nostradomus si vede che fa un po' chic & cool prendere la supposta dai negri!
saluti
Lewis Hamilton

NostraDomus ha detto...

Prima di dire occorre pensare. Si pensa meglio se si legge bene e tanto, ed in questo caso, sarebbe stato utile all'"anonimo" in questione approfondire la propria conoscenza in psicoanalisi. Avrebbe così appreso che agire verbalmente senza partire da uno spunto oggettivo, comporta radici di natura fisica e personale. Il termine "supposta", non avallato da
una mia provocazione di carattere colagogico, presuppone problemi di carattere gastro-enterici e/o problemi derivanti da un reddito medio basso che non presenta nell'immediato una soluzione migliorativa.

Anonimo ha detto...

3 parole, caro nostraminchia
OBAMA NUMBER ONE!!!

e nel culo a chi rosica

hai capito ora?
DENZEL WASHINGTON

Anonimo ha detto...

"3 parole, caro nostraminchia
OBAMA NUMBER ONE!!!
e nel culo a chi rosica
hai capito ora?
a nostradomus si vede che fa un po' chic & cool prendere la supposta dai negri!"

E questa è la SINiSTRA VERA.
Quella dura. Quella tosta. Quella senza forse ... e senza ma ...
La sinistra dei cortei sfasciavetrine, sfasciamacchine, sfasciatutto.
Viva la sinistra di pensiero (quasi niente) e di lotta!
Cumpagne, serrate i ragni, in cima al qualo sta lu trionfe del Prode Lariate, contro tutte le razioni, contro tutte le colazioni, contro tutte le dettature!
Bellissimo autoritratto
Complimenti!

Anonimo ha detto...

E questa è la SINiSTRA VERA.

spiegami ignorantone che non sei altro cosa c'entra la sinistra in tutto questo...la volgarità c'entra tutta, ma la sinistra?

lo dimostri ogni giorno di essere un'idiota e fai di tutto per buttarla in politica

anche per te 3 parole apolitiche:
pighiatill indo cul!!
Shemar Moore

Anonimo ha detto...

un'idiota (sic!!!)

Il discorso è politico. E le male parole sono indirizzate a chi in politica non pensa come il redattore del raffinato messaggio.
Tali comportamenti idioti li ho sempre riscontrati in messaggi dei sinistrorzi. Questo non vuol dire che siano tutti così. Ma certa sinistra si rappresenta bene in questo comportamento (come in una fotografia).
Saluti da UN'IDIOTA (con tanto di apostrofo)

Anonimo ha detto...

anche a te Silvio ti darà la
"LAUREA DI COGLIONE"
così ti potrai fregiare di un titolo

a proposito ignorantone faresti meglio a non fare ironia sull'apostrofo alla parola idiota: ritorna sui libri di grammatica e studia invece di sparare sentenze su come si divide il tuo piccolo mondo antico

Anonimo ha detto...

anche a te Silvio ti darà la
"LAUREA DI COGLIONE"
così ti potrai fregiare di un titolo

I titoli che possiedo mi bastano e mi avanzano. Per un ignorantone sono anche troppi. Forse usurpati.
Ad ogni modo la laurea in questione, se non erro, Silvio, lo Gnomo maligno, l'ha conferita, honoris causa, ad altri. Non certamente a me.
Per parte mia, penso che la tua specialità ti dia diritto, visti i lodevoli risultati, alla laurea in turpiloquio.

Anonimo ha detto...

appenderò anche quella in studio e penserò agli ignorantoni e perbenisti che si scandalizzano per un "coglione" di troppo

il turpiloquio è stato sdoganato proprio dal personaggio da te osannato...un turpiloqio oggi ai magistrati,uno domani agli elettori, un'altro all'editoria avversa e tutti si sentono in diritto di offendere...questo è quello che imparo dal presidente del consiglio...

Anonimo ha detto...

...il turpiloquio è stato sdoganato proprio dal personaggio da te osannato...un turpiloqio oggi ai magistrati,uno domani agli elettori, un'altro all'editoria avversa e tutti si sentono in diritto di offendere...questo è quello che imparo dal presidente del consiglio...

Hai ragione tu.
OK