domenica 30 novembre 2008

Se non indigna la caccia agli ebrei. Angelo Panebianco

Mentre sono ancora frammentarie e confuse le notizie sui protagonisti, così come gli indizi sui mandanti, dell'attacco jihadista a Mumbai, gli analisti già ricominciano a dividersi, seguendo un canovaccio che è sempre lo stesso quando si tratta di terrorismo islamico. La divisione è fra chi ritiene che ogni singolo episodio terroristico, quale che sia la sua gravità, sia interamente spiegato dall'esistenza di conflitti locali (si tratti, di volta in volta, del Kashmir, della Palestina, del conflitto fra casa regnante ed estremisti in Arabia Saudita, dell'Afghanistan, dell'Iraq, eccetera) senza bisogno di prendere troppo sul serio le rivendicazioni dei jihadisti sul carattere «globale » della loro guerra contro apostati e infedeli, e chi invece ritiene che i conflitti locali siano fonti di alimentazione del jihad globale.

Non è una disputa accademica. Perché l'interpretazione che si adotta suggerisce linee di azione differenti. Se vale la prima interpretazione si tratterà, per l'Occidente, di agire pragmaticamente caso per caso, accettando il fatto di trovarsi per lo più di fronte a forme di irredentismo (Kashmir, Palestina), che usano strumentalmente la coperta dell'estremismo islamico, o di guerre civili che hanno per posta il potere all'interno di questo o quello Stato musulmano. Se vale la seconda interpretazione si tratterà di non perdere di vista il quadro di insieme e, per esso, il fatto che nel mondo islamico è da tempo in corso una lotta nella quale tanti gruppi estremisti (collegati tramite il web e le reti di solidarietà e finanziamento presenti in tutte le comunità islamiche, anche quelle europee) cercano di spostare a vantaggio delle proprie idee gli equilibri di potere all'interno della umma, della comunità musulmana nel suo insieme. In uno scontro di civiltà che usa la religione per distinguere musulmani buoni e cattivi e per identificare i nemici: i cristiani, gli ebrei, gli indù, eccetera.

Se si evitano le scelte ideologiche preconcette occorre riconoscere che tutte e due le interpretazioni contengono elementi di verità. Lo dimostra il caso di Mumbai. Hanno ragione quegli analisti che inquadrano la vicenda all'interno del conflitto indo-pakistano e delle sue connessioni con la guerra in Afghanistan. È plausibile che i burattinai stiano all'interno delle forze armate pakistane e che vogliano impedire la normalizzazione, sponsorizzata dagli Stati Uniti, dei rapporti fra Pakistan e India, sperando in una reazione indù antimusulmana: più sale la tensione, più essi possono segnare punti a proprio vantaggio all'interno del Pakistan nonché a favore dei propri alleati-clienti nella galassia talebana in Afghanistan. Ma ciò non spiega tutto. Fra gli ospiti degli hotel aggrediti erano gli americani e gli inglesi i più presi di mira. È dipeso solo dal ruolo degli angloamericani in Afghanistan? O non era anche un modo per lanciare agli islamisti sparsi per il mondo il messaggio secondo cui l'azione in corso era comunque parte di una più ampia lotta in cui il Grande Satana resta il nemico più importante? E, soprattutto, come si spiega l'attacco (anch'esso pianificato) al Centro ebraico, l'assassinio di un rabbino e di altri otto ebrei?

Cosa c'entrano gli ebrei con il conflitto indo-pakistano? Assolutamente nulla. Ma c'entrano moltissimo con l'ideologia jihadista e con il fanatismo antisemita che la caratterizza. Il richiamo più immediato è al caso di Daniel Pearl, il giornalista ebreo-americano rapito e sgozzato in Pakistan nel 2002. Il fatto che egli fosse ebreo ebbe una parte decisiva nel suo assassinio. L'attacco al Centro ebraico è la dimostrazione del fatto che il terrorismo islamico ha due facce, trae alimento da due radici: i conflitti regionali ma anche un'ideologia jihadista che ha per posta la riorganizzazione della umma, la comunità dei credenti, in chiave antioccidentale e della quale è un tassello essenziale la «guerra ai sionisti».

Per questa ragione, pur dovendo modulare le risposte a seconda delle condizioni locali, non conviene perdere di vista il quadro di insieme. Le battaglie «locali» (soprattutto quando si colpiscono anche ebrei e americani) ottengono una eco immediata in tutti i luoghi del mondo ove l'estremismo islamico alligna e favoriscono un proselitismo i cui effetti si manifesteranno in seguito, con altre azioni terroristiche, in altre parti del globo.

Per quanto riguarda noi europei di singolare nei nostri atteggiamenti verso il terrorismo islamico c'è l'indifferenza che spesso mostriamo per un aspetto della sua ideologia che dovrebbe, a rigore, apparirci ripugnante: l'antisemitismo. È una vecchia storia. La stessa Europa che ricorda l'Olocausto e si commuove davanti al film Schindler's List non prova particolare sdegno per l'antisemitismo diffuso nel mondo arabo, e musulmano in genere, di cui la «caccia all'ebreo» da parte dei jihadisti (anche a Mumbai) è una diretta conseguenza. Non casualmente, qui da noi trovò fertile terreno, dopo l'11 settembre, la favola secondo cui il jihadismo sarebbe colpa di Israele, un frutto delle persecuzioni israeliane nei confronti dei palestinesi. E vanno anche ricordati i sondaggi che registrano l'ostilità di tanti europei per Israele. Al fondo, sembra esserci una strategia inconsapevole e politicamente suicida. C'è l'idea che solo se neghiamo l'evidenza, ossia i veri caratteri dell'ideologia jihadista, solo se spieghiamo le sue manifestazioni violente come il frutto esclusivo di circostanze specifiche in luoghi lontani da noi, possiamo sperare di essere lasciati in pace. (Corriere della Sera)

12 commenti:

Angelo D'Amore ha detto...

una volta la strategia stragista era incalanata nei binari dell'antisemitismo, della religione, dell'antiamericanismo e anticolonialismo.
oggi a questi si aggiunge il tentativo di sommergere definitivamente le economie liberali, le quali gia' in difficolta' sono ancora piu' indebolite.
per tale motivo la risposta deve essere generale. non si puo' lasciare l'america sola a se stessa.
gli stati uniti risponderanno con una politica di paese e non con una di partito.
le altre forze economiche democratiche pero', dovranno far sentire maggiormente il loro appoggio in questa battaglia che diventa purtroppo di interesse globale.

Anonimo ha detto...

Roma - Il tema è tornato di strettissima attualità dopo che due marocchini sono stati tratti in arresto per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Volevano colpire Milano e stavano progettando attentati contro obiettivi civili e militari. Si erano addestrati su internet e avevano già la mappa degli obiettivi da colpire. Ma sono stati fermati in tempo. Uno degli arrestati faceva il predicatore in un centro "culturale" di Macherio. Dalla cronaca alla politica il passaggio è breve. La Lega Nord torna a chiedere una moratoria per la costruzione di nuove moschee. La proposta viene rilanciata dal capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota.

Le conseguenze della politica dell'accoglienza.
Ogni commento è superfluo.

Anonimo ha detto...

Miaoooo. Aho! ciò fame! Chi viene a portamme un cartoccio de trippa?
Sì, pecché,vedete, io so'Romeo, er gatto de'r Collosseo.
Ammazza che robba oh!
Che 'na vorta fra tute ste'rrovine riche de'storia t'arangiavi ala mejo. Ma mo'!
Co 'sta reccesione stamo a morì dde fame! e cché vo fa? Che 'nvece dercartocetto de trippa, mo'mmanco 'e teste de pesce pussolenti te vengheno apportà.
Cheppoi 'nmezzo atuti 'sti gguai ce se mette puro er terorismo.
Che riveno qui in Itallia, tireno su 'emmoschee, e cenne fanno de tuti licollori.
Apparte che 'e gatte ddeloro porteno tute er vello, er burca che coppre er visso (massò accossi brutte 'e felinne dalloro?). Che poi se nun se sposeno co' li gati che dicheno loro le mazzano tute. Ma sicome semo in demmoccrazia dicce che li deveno lascià stà. Miao!
A me numme torna penniente che quanno una matina che dormo mariva un tonfo de 'na bbomba che me fa sartà'n'arria e me moza 'a codda.
Ma che scherzamo?
Dicce che parechi soddaccordo comme. Ma cissono de li gati spelacchiati che dicheno che ce li dovemo tene accossì e aqua in bocca.
Così spero che quanno che velenano laquedoto laqua se la bevano loro pepprimi. Ecche la bbomba facia sartà laccasa alloro.
E che se paccogliè 'sti fetenti dovemo core 'sti rischi, ma che nun so'capacci de fa'nalege che li manna tuti a casa loro? Pare propio dde no. A li ... va bè. mejo nun esternasse tropo. So'ngatto randaggio ma leducazzione melanno 'nsegnata ammodino. miao
Romeo
er gatto de er collosseo
PS
scussate se parlo scramaticato comme Toninno, ma dde'mejo nun so' proppio ffa

Anonimo ha detto...

La nuova moschea di Padova, 395 metri quadri in un edificio pubblico, dovrebbe essere pronta tra un anno. Costo del restauro: 800mila euro. Affitto chiesto dal Comune all’associazione islamica «Rahma», che gestirà il luogo di culto: zero per primi vent’anni, poi 1.700 euro al mese. A partire dal 2029. Chissà se il canone fissato con tanto anticipo prevede un adeguamento all’inflazione. Il progetto è il risultato di una dura battaglia politica del
sindaco
PD Flavio Zanonato.

Ecco perché non voterò mai sx!!!!
Sovvenziona le centrali del terrore! I COVI DI COLORO, a confronto dei quali, le SS di Hitler sono zuccherini d'orzo!
VERGOGNA!

Anonimo ha detto...

A Sirvio!!!
Che quando che cereno le ellezzioni, tu e queli scarmanati della lega ciavevate deto che col'imiggrazione nnun se scherzava chiù.
Ora io, che tutti lli ggiorni me sto a legge liggiornale, che m'a 'a rigguardo tuti li tiggi, me so detto: ora si che le cose che le fanno sur serio!
Ma comme dicce quela poesiola "pasa unggiorno e pasallaltro piùnnotorna er nostro ansermo" e accusì me so acorto che pasa un giorno, passal'arto, questi qua t'ariveno da er mare, da l'aria, da li monti, da li piani. Ecche li centri dove che li racolgheno so tuti intasati.
Allora ce devi dì se queste legi contro la miggrazione crandestina funzioneno onnò. Capiscio che tuti ti fano lo struzzonismo. Queli te dicheno che semo razisti, quelantri te dicheno che semo semimofobi; poi vengheno ligiuddici che spacheno il cappelo in quatro. Ma insoma, ste lègi ce stano o non ce stano?
Ammilano te troveno due che voleveno fassartà tuta litallia inaria,voi vedé che fra quarcheggiorno so giàffora e ci vano in tasca a tuti?
E alora il votto che te levemo dato affà?
Rispondici di grancarriera che semo tuti stufi che nun ne potemo chiù.
Salutti da er sor Gasparre
terza panchina a destera guardando santammaria dellangelli

Anonimo ha detto...

Terrorismo, linea dura del Viminale
Maroni: sciogliere i gruppi pericolosi
di Redazione

Una norma per poter sciogliere le associazioni che fanno propaganda terroristica:è la proposta che il ministro degli Interni. Maroni: "E' una questione di sicurezza nazionale". Massima allerta durante il periodo natalizio, verranno intensificati i controlli in tutto il Paese

Firenze - Una norma per poter sciogliere le associazioni che fanno propaganda terroristica: la proporrà Roberto Maroni, ministro degli Interni, che l’ha spiegata ai giornalisti a margine di un convegno di Confcommercio a Firenze. "Inserirò nel pacchetto sicurezza una norma - ha detto - in base alla quale il ministro dell’Interno possa sciogliere un’associazione per gravi motivi di sicurezza nazionale". Maroni ha ricordato che "il ministro dell’Interno può sciogliere le associazioni che fanno propaganda xenofoba e razzista, e anche i Comuni per gravi motivi di ordine pubblico, ma non può intervenire su chi fa propaganda terroristica"......

... "Questione di sicurezza nazionale" "Stiamo facendo e termineremo a breve una ricognizione completa in tutta Italia di tutti quei centri in cui si fa preghiera ma non solo per capire, luogo per luogo, se ci sono le condizioni di sicurezza, per capire se possono rimanere aperti o debbano essere chiusi". Facendo riferimento ai recentissimi fatti di Milano dove sono stati arrestati islamici intenzionati a preparare attentati terroristici, Maroni ha precisato a proposito della ricognizione sui centri di ritrovo dei musulmani in Italia: "È una questione di sicurezza nazionale che per me viene prima di ogni altra considerazione".
da il Giornale

Anonimo ha detto...

---- "È una questione di sicurezza nazionale che per me viene prima di ogni altra considerazione".!!!!

Giusto. La sicurezza dei cittadini innanzitutto.
Se le leggi sono di impedimento si cambiano!
La vera democrazia sta nell'impegno sulla sicurezza e sul buon funzionamento dello Stato.
Dove c'è caos, disordine, occasione di nuocere impunemente agli altri in nome di ideologie farneticanti, lì non c'è democrazia: il cittadino non si sente protetto nella quotidianità, sente incombere l'ombra malefica di chi entra con propositi malvagi, mentre nessuno glielo può impedire (democrazia? diritto costituzionale?).
Il cittadino ha il diritto costituzionale di vivere tranquillo in seno alla società e alla propria famiglia!
I sospetti di terrorismo siano espulsi senza remissione e senza limiti di tempo.
E questa è vera democrazia. Lo stato che funziona e che protegge, prima di tutto, al di sopra di ogni cosa, i propri cittadini. Il resto viene dopo. Ma molto, molto, molto dopo.

Anonimo ha detto...

L'Occidente, noi, siamo fatti così. E se qualche regista imbecille sostiene che l'11 settembre gli americani se lo sono fatto da soli e che tutti gli ebrei erano scappati via in tempo dalle Torri Gemelle, noi – alcuni di noi – annuiscono felici. Gli occidentali indossano la kefia e travestiti da palestinesi si dedicano all'odio verso Israele e tutti insieme all'odio contro l'America, tanto che l'amore per Obama è diventato – nell'immaginario di questa parte debole del pensiero occidentale – una delle forme subliminali di espressione dell'odio per l'America. Non hanno capito che Obama ha confermato Gates alla Difesa e che sposterà tre brigate corazzate dall'Irak all'Afghanistan con diritto di penetrazione in Pakistan: lui, l'Obama dell'immaginario collettivo antiamericano.
tratto da p. guzzanti

Anonimo ha detto...

... Terrorismo, linea dura del Viminale
Maroni: sciogliere i gruppi pericolosi...

E come no!
Ma facciamolo subito, e in maniera operativa immediata.
Di chiacchiere ne ho sentite tante. Fatti = 0 (zero).
Aprile-dicembe - tagliando gli estremi, sono già passati sette lunghi mesi.
Sì. Napoli è stata ripulita. L'Ici è stata abolita. Si sono scaglionati 3.000 militari. E i risultati?
Le barche continuano ad arrivare (stesso discorso per i tir, come per le stive degli aerei, come per i passaporti "turistici" ... e così via).
La guardia di finanza intercetta, "cattura", smista, controlla, disinfetta, soccorre, aiuta, prende nota, compila gli elenchi, li mette in frigo, prende le impronte, soffia il naso, consegna il vestiario, fornisce alimenti, distribuisce medicinali, sorveglia, accudisce ...
Ma di espulsioni nemmeno l'ombra!
Ora poi che hanno 18 mesi spesati, vitto e alloggio, altro che se arrivano! Arrivano e come!
E pensare che in un primo momento, con Maroni agli Interni, pensando agli immigrati, mi venne da dire: poveretti, vaassapé' le sevizie!
Almeno con Prodi le espulsioni le ho viste, e nemmeno tanto poche!
Ora siamo a ground sotto zero.
Sparare balle va bene. Ma così!

Anonimo ha detto...

... Terrorismo, linea dura del Viminale
Maroni: sciogliere i gruppi pericolosi...

PS
E non veniamo a trovare scuse, dando la colpa ai magistrati furbi. Perché se avete a che fare con i furbi, fatevi furbi voi!
Avete in mano il Parlamento e il Governo con la possibilità di fare leggi, codici, circolari applicative, codicilli, leggi delega e leggi delegate, modifiche alle leggi vigenti, possibilità di aumentare la vigilenza e soprattutto la possibilità di far applicare le norme in maniera rapida, senza giri burocratici e senza farle aggirare dai furbacchioni che fanno ostruzionismo. Ma è così difficile? I cittadini aspettano sicurezza. Chiediamo solo sicurezza.

Anonimo ha detto...

Maccome? Che cuesto crestiano vole le espurzioni?
Ammappete oh!
A sor coso, ma nun te la detto nessuno, propio nessuno, che acquà certi migrati sovvenuti a portacce un po' de civirtà!
Come quelo che a mazato la fija sua, sta desobediente che nun volevva mettese er burka evvoleva andà indisco tecca. Era nommo perbeninno che ce teneva ala fija sua. Aho! E 'nfatti sa moje, che quanno a mazzato afigghia nun sè scomposta manco de tanto, pecché era una figghia desobeddiente, quando ano condanato ermarritto suo sè mesa a strilà povareta.
Se fa peddì, come de cuei due che lanno presi li carrabbineri pecchè diceveno che ce voleveno fà sartà naria tuti guanti. Ma queli ereno ragassi seri e relliggiosi, ghe faceveno stè cose perammore deddio. Ma nquesta itallia deggeneratta nun cè più respeto manco pella religgione. E accossì lanno restati. Massossicuro che una vorta capitto cuanto oddetto fra treggiorni li libbererano. Che giutissia sarebe sennò!

Anonimo ha detto...

"la possibilità di far applicare le norme in maniera rapida, senza giri burocratici e senza farle aggirare dai furbacchioni che fanno ostruzionismo"

complimenti per la Sua concezione DEMOCRATICA, novella Atene. A leggere certi interventi c'è davvero da aver paura.

Irene