giovedì 23 luglio 2009

Ecco chi tiene in piedi la persecuzione mediatica contro il Cavaliere. Filippo Facci

Prendete quanto è accaduto in un solo giorno, cioè ieri: 1) il gruppo editoriale Espresso ha denunciato Silvio Berlusconi - non viceversa -, depositando un esposto curato da Guido Rossi e Federico Grosso: ipotizzano i reati di diffamazione - non viceversa, ripetiamo - e di abuso d’ufficio e di cosiddetto market abuse; in sede civile il Cavaliere è stato citato anche per concorrenza sleale e boicottaggio. Tutto nasce da alcune dichiarazioni da lui rese il 13 giugno quando parlò di un attacco eversivo mosso da la Repubblica e invitò quindi gli industriali a non fare pubblicità su quel quotidiano. Carlo Federico Grosso, in particolare, ieri ha parlato di «attacco senza precedenti».

(Nota: l’associazione Bo.Bi, alias Boicotta il Biscione, è operativa dal 1993 ed è giunta a contare settanta sedi; proprio Repubblica, il 26 novembre 1993, pubblicò i numeri di telefono e di fax dell'associazione e rilanciò questo invito: «Smettiamo di comprare i giornali di Berlusconi e di fare la spesa nei suoi supermercati, ritiriamo la pubblicità dalle sue riviste e dalle sue televisioni, boicottiamo le sue reti tv». I recapiti del Bo.Bi. furono pubblicizzati anche a Il rosso e il nero di Santoro, sulla tv di Stato. Non risulta che «il Biscione» abbia mai denunciato nessuno. È un caso diverso? Forse è un caso diverso).

2) Beppe Grillo - personaggio che dobbiamo sforzarci di considerare un politico a tutti gli effetti in quanto fa liste, è presente in alcuni consigli comunali, fa alleanze con Di Pietro, si candida a segretario di altri partiti - ieri ha prospettato questa realistica dinamica politica: Patrizia D'Addario potrebbe corrispondere a un’emissaria della mafia per far inciampare Berlusconi come già accadde ad Andreotti col cadavere di Salvo Lima; le registrazioni del resto potrebbero essere finte, recitate; pare che stia nascendo questo Partito del Sud, come desiderato storicamente da Cosa nostra, e insomma ci sarebbero degli attriti tra mafia e centrodestra e Grillo li dipinge come se stesse ipotizzando una qualsiasi verifica di governo. Ne ha avute anche per Veltroni: «Un salvagente per Testa d’Asfalto (sarebbe Berlusconi, ndr) è in arrivo. Si chiama Topo Gigio Veltroni che si è proposto come osservatore esterno all’Antimafia. Proporrà una supercazzola al posto del papello e la mafia sarà sconfitta per sempre». Ripetiamo: Beppe Grillo è un politico a tutti gli effetti.

3) Essendo nati per soffrire, ieri c'è stata anche la conferenza stampa di presentazione del libro «Antonello Zappadu, l’Incubo di Berlusconi» scritto da Salvatore Zappadu, che è suo fratello. Il volume è stato presentato ieri. Zappadu, a proposito di sicurezza dello Stato e dintorni, è quello che ha fatto cinquemila scatti inquadrando Villa Certosa e se n'è fottuto di ogni legge sulla privacy. Durante la conferenza stampa, ieri, ha definito «impensabile» che la villa di Berlusconi possa essere «controllata da solo 180 uomini» e ha fatto una rivelazione molto precisa e circostanziata: «L’impressione che ricaviamo da tutta questa vicenda è che all’interno di queste foto ci siano delle situazioni che neanche noi possiamo capire, ma che non si vuole che vengano fuori». Il pene di Mirek Topolanek era venuto fuori benissimo: i preziosi fratelli Zappadu in ogni caso sono riusciti a spiegare che «non c’è niente di pruriginoso in questi scatti» - hanno smentito che ci siano foto di Berlusconi nudo - e infine hanno severamente sentenziato che «la vera notizia è che nel nostro Paese non si possono pubblicare foto-notizie». Topolanek, in effetti, seguita a celare la sua notizia nelle mutande.

4) In ultimo, a proposito di notizie e di mutande, c'è Peppe D'Avanzo di Repubblica: l'unico giornalista del mondo che riesce a scrivere «Berlusconi sapeva che Patrizia era una prostituta» nello stesso articolo in cui una registrazione spiega esattamente il contrario. Ieri l'ha fatto ancorè il fuochista ufficiale, l'incaricato affinché la fiaccola delle ormai demenziali «dieci domande» arda in eterno. Ormai D'Avanzo passa le giornate a soppesare e a incrociare le uscite di Ghedini, di Noemi, di Berlusconi e della D'Addario con una seriosità e un linguaggio diviso tra la metodologia della ricerca storica e una richiesta di proroga delle indagini preliminari: continua a sudare articolesse come se la vita e la morte - di un governo, perlomeno - dipendessero realmente dall'esattezza di una frase di Berlusconi pronunciata a Porta a Porta, dal dettaglio che il premier sapesse o non sapesse o anche solo presumesse che Patrizia D'Addario nella vita era ciò che aveva stampato in faccia. Come se alcune uscite di Berlusconi - alcune delle quali assolutamente sconclusionate - fossero state non delle reazioni talvolta nervose e improvvisate a una campagna che è stata quello che è stata, ma dei giuramenti davanti alla Nazione e con la mano sulla Bibbia, come se fosse stato Clinton davanti al Congresso o a Kenneth Starr, non Berlusconi di fronte alle domandine demenziali di Peppe D'Avanzo.

Se ci fosse un complotto potrebbe essere davvero del centrodestra o di una parte del centrodestra, a questo punto: perché tutto non fa che favorire quel famoso clima di esasperazione e di inasprimento in cui potrà sguazzare chiunque voglia fare delle nuove leggi per esempio a difesa della privacy - e chi potrebbe opporsi? - o voglia rendere sin troppo liberticida la famosa normativa sulle intercettazioni, cui si sta stendendo una passatoia formidabile. Luca Sofri, un signore di sinistra che ha dispiacere di avere talvolta la mia stima, sul suo sito Wittgenstein.it ha centrato perfettamente il punto: dopo aver citato l'irrigidimento difensivo dei media pro-Berlusconi e l'inevitabile chiusura a riccio della maggioranza di governo – lui naturalmente ha usato termini molto più duri dei miei - si è infine chiesto: «Non è che questa escalation ha a che fare anche con la battaglia di informazione su Villa Certosa, le escort, eccetera? Non è che i giornali di opposizione stanno alzando il livello dello scontro, e la maggioranza risponde dichiarando lo stato di guerra, e ci andiamo di mezzo tutti?». Oh, ci siamo arrivati. (il Giornale)

20 commenti:

Anonimo ha detto...

BERLUSCONI: GRILLO, D'ADDARIO RICORDA CASO LIMA E ANDREOTTI...

Un'interpretazione dei fatti che non t'aspetti, non da Beppe Grillo che parla del caso D'Addario.
"Ho ascoltato le conversazioni tra la D'Addario e Berlusconi.
La mia impressione - dice infatti sul suo blog il comico genovese - e' che siano state preparate, studiate a tavolino".
"Riascoltatele, la D'Addario sembra recitare una parte. Non mi sembra verosimile che una escort rischi tutto, si metta contro il Sistema, per una concessione edilizia negata, per una promessa non mantenuta dello psiconano", e' l'impressione di Grillo che osserva "poteva vendere le registrazioni a qualunque cifra all'interessato, e non lo ha fatto".
Poi arriva la chiave di lettura, inserita in un post che prende le mosse complessivamente dalle vicende di cronaca legate alle stragi di mafia: "E' una supposizione, ma la D'Addario mi ricorda il cadavere di Salvo Lima usato contro Andreotti. Altri tempi. Per lo psiconano potrebbe essere sufficiente una prostituta". Ma il comico-blogger anticipa che "un salvagente per Testa d'Asfalto e' in arrivo. Si chiama Topo Gigio Veltroni che si e' proposto come osservatore esterno all'Antimafia. Proporra' una supercazzola al posto del papello e la mafia sara' sconfitta per sempre".

Anonimo ha detto...

Respinta la mia iscrizione ai democratici''
Grillo: ''La D'Addario? Sembra che reciti una parte studiata a tavolino"

Roma - (Adnkronos) - La chiave di lettura del comino genovese affidata a un post sul suo blog: "Una escort non rischia tutto così, mi ricorda il cadavere di Salvo Lima usato contro Andreotti".

E sulla sua iscrizione: ''Il PDmenoelle ha annullato anche Paternopoli. Non ho quindi la possibilità di candidarmi a segretario''

Accantonata ormai la candidatura alla segreteria del Partito Democratico, dopo i vari 'no' alla sua iscrizione, Beppe Grillo non rinuncia a dire la sua sul caso D'Addario. ''Ho ascoltato le conversazioni tra la D'Addario e Berlusconi. La mia impressione - dice infatti sul suo blog il comico genovese - è che siano state preparate, studiate a tavolino. Riascoltatele, la D'Addario sembra recitare una parte. Non mi sembra verosimile che una escort rischi tutto, si metta contro il Sistema, per una concessione edilizia negata, per una promessa non mantenuta dello psiconano. Poteva vendere le registrazioni a qualunque cifra all'interessato, e non lo ha fatto''.


Quindi, prendendo le mosse dalle vicende di cronaca legate alle stragi di mafia, prosegue: ''E' una supposizione, ma la D'Addario mi ricorda il cadavere di Salvo Lima usato contro Andreotti. Altri tempi. Per lo psiconano potrebbe essere sufficiente una prostituta''.

In un secco post scriptum alle riflessioni sul caso Berlusconi-D'addario il comico-blogger annuncia infine l'impossibilità di candidarsi alla segreteria del Partito democratico. ''Il PDmenoelle ha annullato anche la mia iscrizione di Paternopoli. Non ho quindi la possibilità di candidarmi a segretario''

Anonimo ha detto...

Beppe Grillo: “La D’Addario recita una parte”. Berlusconi aveva detto: “Dietro di lei un regista”

Berlusconi aveva detto: «Dietro quella donna c’è un regista, un regista che paga bene». La donna in questione è Patrizia D’Addario, la escort pagata per andare e restare a Palazzo Grazioli, per aspettare il premier nel «lettone grande». La donna che ha registrato le conversazioni con Tarantini in cui si discute del fatto che “lui” non usa il preservativo, la donna che con lui scambia opinioni e commenti sul «male pazzesco che mi hai fatto ieri». Berlusconi aveva detto e Beppe Grillo, dopo averci pensato sopra, un po’ e anche più di un po’ gli dà ragione: «Mi sembra che reciti una parte studiata a tavolino». Berlusconi aveva detto del regista, Grillo dice della parte in commedia, se non zuppa è pan bagnato.

A sostegno della sua impressione Grillo fa anche un’incursione nella storia: «Mi sembra come il cadavere di salvo Lima usato contro Andreotti». Allusione di dubbio gusto ma di certo significato, insomma una manovra, con ogni mezzo, contro il potente di turno.

Anonimo ha detto...

Quello che impressiona non è tanto la mini-contestazione dal solito manipolo di fischiatori in servizio permanente effettivo al presidente Berlusconi, quanto piuttosto le reazioni sindacali: la tragedia era ancora ustionante, le fiamme non erano ancora spente, e già il segretario della Cgil Epifani attaccava le Ferrovie per «l’uso di materiali troppo vecchi». Meraviglioso, no? Peccato che i materiali non fossero delle Ferrovie, ma di una società privata, la Gatx Rail Austria, impresa americana con sede a Vienna e ammessa a circolare dall’agenzia per la sicurezza ferroviaria tedesca. Austria, Stati Uniti, Germania: le Fs che c’entrano con quei materiali? Nulla. Epifani non era tenuto a saperlo, certo. Ma, non sapendo, non era meglio tacere?
Il fatto è che in Italia nessuno pensa di tacere quando c’è possibilità di far gazzarra. Nessuno pensa ad evitare la rissa, nemmeno di fronte ai lutti, ai feriti, agli sfollati, a quelle bende che non riescono a coprire corpi ustionati dalle fiamme e dalla paura. E così finisce che ogni volta si leva un grande fumo, che copre tutto, e soprattutto copre i problemi veri. Quello che ieri abbiamo scoperto, in realtà, è che si può morire in casa o mentre si passeggia, al ritorno dal mare, solo perché un treno esplode. E abbiamo scoperto che il treno esplode non per colpa di un macchinista stanco o di un binario curato male, ma per colpa di convogli che arrivano dall’estero. Che sono pericolosi. E per i quali, per il momento, non è previsto nessun respingimento e nessun decreto d’espulsione.
Proviamo a dirlo ancor più chiaramente: il problema, a quanto pare, sono le norme europee. Da quando l’Ue si è allargata sono stati abbassati i parametri di sicurezza. E così nel nostro Paese entrano convogli, come quello esploso ieri, che rispettano perfettamente tutti i parametri, superano tutti i controlli, ma sono pericolosi. Bisogna intervenire? Sicuro: bisogna intervenire subito. Bisogna verificare lo stato di sicurezza dei nostri treni? Sicuro, bisogna verificarlo. E bisogna capire se le norme europee non si possano per caso inasprire e se, magari, qualcuno non le rispetta. Come vedete, ci sono molte cose che bisognerebbe fare subito. Molte cose, tranne una: la gazzarra. E invece noi cominciamo sempre da qui. Quando è arrivato Berlusconi, a causa del gruppuscolo di facinorosi, la piazza si è divisa: da una parte i contestatori, dall’altra i sostenitori. Ma vi pare possibile? Che cos’è? Milan-Inter davanti alle bare? Il derby del cattivo gusto? È possibile che l’odio non possa rispettare nemmeno un minuto di silenzio per lutto? Si può essere anti-berlusconiani fino al midollo, ma se il presidente del Consiglio accorre sul luogo della tragedia rappresenta tutta l’Italia, tutti gli italiani.

Anonimo ha detto...

Il presidente ha sottolineato che i repubblicani vedono nella lotta contro la riforma un modo per scalfire la sua immagine. «Alcuni repubblicani vogliono bloccare la riforma sanitaria per farmi a pezzi. Sia ben chiaro. Non sono io il problema. Io ho un'ottima assicurazione sanitaria. Come i membri del Congresso. Il problema è per i milioni di americani che sono senza copertura sanitaria». E sono solo: i membri del partito d'opposizione e alcuni democratici conservatori temono che il costo della estensione a tutti gli americani della copertura sanitaria possa pesare troppo profondamente sul deficit federale. Ma per Obama è possibile evitare questo problema usando meglio i fondi già disponibili, coprendo due terzi delle spese, e tassando i più ricchi, il terzo mancante dei costi. Il presidente americano ha ribadito che la riforma non dovrà essere pagata dalla classe media.

Anonimo ha detto...

L'AQUILA - «Sempre più il G14 potrà diventare un punto fondamentale per la governance del pianeta. Tutti i format sono validi e resteranno in piedi a partire da quello del G8, costituito da paesi che fondano la loro politica su valori condivisi come la libertà e la democrazia e quindi credo che il discorso tra i leader del G8 deve essere portato avanti, ma io sono per mantenere tutte le formule G8, G14, G20. Tuttavia penso che in futuro le decisioni più importanti si prenderanno all'interno del G14» ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa finale del G8 dell'Aquila, in cui ha sottolineato come il vertice sia «pienamente riuscito».

«PREMIATA LA MIA FOLLIA» - «Un risultato assolutamente positivo. È andato tutto benissimo e abbiamo ricevuto complimenti da tutti, alcuni addirittura imbarazzanti. Qualcuno ha detto che questo è il migliore G8 al quale abbia mai partecipato». Silvio Berlusconi si mostra soddisfatto della «lucida follia» che lo ha portato a dirottare il summit dalla Maddalena a L'Aquila, e tira somme del tutto positive. «Come diceva Erasmo da Rotterdam - cita il premier in conferenza stampa - le decisioni più rappresentative sono spesso frutto di una lungimirante follia».

Anonimo ha detto...

ECONOMIA - Poi il premier è passato a parlare della crisi economica ribadendo il suo tradizionale ottimismo: « Il G8 ha prodotto risultati tutti positivi, il più importante è la fiducia e la speranza nei confronti della crisi. Non ci sono elementi per pensare che la crisi economica si possa aggravare» ha detto Berlusconi. Il capo del governo ha espresso anche la preoccupazione per il ritorno della speculazione, in particolare per quanto riguarda i prezzi del petrolio. « Nel corso del G8 si è manifestato disappunto sul fatto che siano riprese le speculazioni internazionali. In particolare sui prezzi del petrolio, ma anche del ferro, della soia, del grano e del riso e il vertice ha dato mandato agli organismi internazionali preposti che decidano come intervenire soprattutto sugli edge fund».
L'economia non può essere governata solo su base nazionali, servono leggi valide per tutto il mondo. Per uscire dalla crisi serve l'apertura del commercio in tutto il mondo» ha spiegato ancora Berlusconi

Anonimo ha detto...

CLIMA - «Abbiamo parlato anche di cambiamenti climatici» ha aggiunto Berlusconi per il quale «I risultati raggiunti sul clima rappresentano un grande successo» del summit G8 dell'Aquila». Berlusconi, ha citato, tra le altre, le «aperture molto, molto importanti» da parte di Cina ed India, disposte ad «assoggettarsi ad alcuni impegni» concreti. «Sul clima India e Cina hanno detto che non avranno le nostre stesse regole, ma a nuovi impegni sono pronti ad assoggettarsi. Con una metafora ci hanno detto che è come se un uomo magro avesse la stessa dieta di un uomo grasso» ha sottolineato ancora Berlusconi. Poi il premier ha aggiunto: «L'amministrazione Usa ha cambiato sul clima la politica della precedente amministrazione e vuole essere alla testa della lotta al riscaldamento mondiale». E per questo il Cavaliere ha parlato «di successo sul clima».

POLITICA INTERNAZIONALE - «C'è stata l'unanimità sui temi di politica internazionale. Siamo convinti che non si possa assolutamente permettere che l'Iran si doti di armi nucleari» ha detto ancora Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha ribadito che bisogna avviare un dialogo forte con l'Iran e «i tempi del dialogo non possono essere troppo estesi».

Anonimo ha detto...

AIUTI AI PAESI POVERI - «Avevano raggiunto attraverso una iniziativa chiamata «Aquila food security» la cifra di 15 miliardi di dollari in aiuti ma dopo le sessioni di lavoro a cui hanno partecipato anche i Paesi africani abbiamo avuto la soddisfazione di potere passare da 15 miliardi a 20 miliardi di dollari in tre anni» ha spiegato ancora Berlusconi parlando degli aiuti per i Paesi africani.

VICENDE PERSONALI - Berlusconi rispondendo alle domande dei giornalisti fa un punto sulle sue vicende private e sulle polemiche di questi giorni. «Io non ho goduto di nessuna tregua. La situazione è rientrata nella normalità, è la stampa che ha attaccato me, qualche volta qualche risposta l'ho data...», dice il premier.

RAPPORTO CON OBAMA - «Ho avuto un rapporto molto cordiale con Obama» ha detto ancora il premier . «Ieri a cena siamo stati seduti vicini - ha detto Berlusconi - ci siamo parlati in modo simpatico. Lui mi ha parlato della sua vita privata, io gli ho parlato della mia vita privata. Abbiamo aperto un discorso che potrà sfociare in una stima, simpatia, amicizia, che io credo faciliti i rapporti fra tutti i leader. Ho sempre collaborato con tutte le amministrazioni americane, con quella di Clinton, con quella di Bush, al quale ancora mi sento legato da un'amicizia personale, ma devo riconoscere che la nuova amministrazione americana non ha sbagliato un passaggio in politica internazionale e quindi complimenti ancora ad Obama». Obama, del resto, - ha aggiunto Berlusconi - ha stupito tutti. Nonostante non abbia una lunga vita politica nè fosse stato prima governatore, sta dimostrando grande buon senso, capacità di riflessione, profonda acutezza e una capacità di relazioni veramente mirabile. Non dico soltanto un pensiero che è mio - aggiunge il premier - ma un pensiero condiviso da tutti i colleghi intorno alla nuova stagione della politica americana e sul comportamento del presidente Obama».

Anonimo ha detto...

AGOSTO ALL'AQUILA - Poi il premier ha ribadito la sua volontà di seguire la ricostruzione dell'Aquila spiegando che sarà ad agosto nel capoluogo abruzzese per seguire i lavori: «Sto cercando una casa per venire qui ad agosto: ci tengo troppo a questo risultato di consegnare le prime case entro settembre e credo sia opportuna una mia presenza: l'occhio del padrone, si dice, sappiamo cosa produce...». «Domani sarò qui all’Aquila alla cerimonia che vedrà completata la prima casa ricostruita» ha spiegato ancora Berlusconi, aggiungendo che «i cantieri procedono con tre giorni di anticipo sul programma». «Dopo novembre cominceremo a pensare alla ricostruzione degli edifici lesionati o distrutti» dal terremoto dell'Aquila. Nel centro storico «i tempi sono quasi artigianali e il tempo sarà contato non in mesi ma in anni. Ma ricostruiremo L'Aquila entro la legislatura».

RAPPORTO CON L'OPPOSIZIONE - Berlusconi si è poi soffermato sulla possibilità di instaurare un clima di collaborazione con l'opposizione sulla politica estera. «Se cambiamo l'opposizione certamente sì...», dice il premier rispondendo una domanda di un giornalista. «Sulla politica estera non c'è bisogno di nessun rilancio, l'Italia è stata sempre protagonista», ha concluso il premier.

Anonimo ha detto...

«Sono passati quindici anni e non è cambiato nulla». Lo sfogo del Cavaliere è di qualche giorno fa, all’indomani della pubblicazione della sentenza Mills. In piena campagna elettorale, come già accaduto tante altre volte, e alla vigilia del G8 che si aprirà i primi di luglio a L’Aquila. Con la mente Berlusconi non poteva non ritornare al 1994, l’anno della sua discesa in campo, ma pure quello del suo primo governo e della sua prima caduta. Propiziata - guarda un po’ - dall’avviso di garanzia che gli recapitò a mezzo stampa il Corriere della Sera proprio mentre presiedeva a Napoli il vertice Onu sulla criminalità organizzata.

Anonimo ha detto...

Insomma, passati quindici anni il copione non cambia. Perché seppur con qualche variante più o meno gossippara, l’unica strada che il centrosinistra non ha mai preso davvero in considerazione per cercare di disarcionare il Cavaliere è stata quella della politica. La via giudiziaria, invece, è stata decisamente la più battuta di questi anni. D’altra parte, se nel 1994 il «siluro» aveva colpito il bersaglio non era del tutto folle immaginare un bis. E invece quella strada è andata via via sfumando, non tanto per il discusso e dibattuto lodo Alfano quanto perché nel tempo la magistratura ha dimostrato di non essere propriamente terza nei confronti di Berlusconi. Per dirne una, il processo che aveva dato il là alla caduta del ’94 (tangenti alla Guardia di finanza) si era risolto in Cassazione nel 2001 con una assoluzione nel merito (per non aver commesso il fatto). Nel frattempo, però, c’era stato spazio per un altro tentativo, sempre seguendo lo stesso copione. Nel ’96, infatti, compare sulla scena l’Ariosto, compagna di Dotti nonché già da una anno «teste Omega» della procura di Milano. Sono le sue rivelazioni a far esplodere il caso Squillante e dare il via al processo Sme a meno di un mese dalle elezioni politiche. Risultato: Prodi va a Palazzo Chigi e solo anni dopo Berlusconi sarà assolto (ancora nel merito). Ci sta, a questo punto, che la via giudiziaria inizi a scricchiolare.
Merito anche del Cavaliere che, gli va dato atto, a tutto è disposto fuorché cedere il passo. Lo davano per morto dopo la caduta del ’94, per spacciato all’inizio di quella che lui ricorda come «la traversata nel deserto» nel ’96, e per finito prima delle elezioni del 2006. Sempre la stessa storia. «Non è un politico», sentenziarono tutti dopo che Bossi tolse il suo appoggio al governo. «Cinque anni di opposizione lo sfiancheranno», ribadirono dopo la prima vittoria di Prodi. E pure gli alleati iniziarono a sfilarsi prima e dopo le politiche del 2006. Con Casini che mandava avanti Follini e già disegnava il dopo-Berlusconi facendosi beffe dei sondaggi del Cavaliere che pronosticavano un testa a testa. Incassato un quasi-pareggio praticamente in solitaria, fu il turno di Fini. Che come molti altri nel centrodestra non ha mai dato troppo credito alla possibile spallata invocata a più riprese da Berlusconi. La battuta sulle «comiche finali», il predellino in San Babila e la nascita del Pdl è storia dei giorni nostri. A testimoniare che l’unico errore che non bisogna fare con Berlusconi è darlo per spacciato, perché è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che ha dimostrato di diventare più micidiale che mai. Certo, magari prendendosi periodi di riflessione più o meno lunghi, come accadde dopo la vittoria sul filo di lana di Prodi seguita da mesi che furono nerissimi. Ma comunque riuscendo alla fine a ribaltare il tavolo.

Anonimo ha detto...

Fallita anche la via dei salotti buoni - dove alla fine è riuscito a mettere piede nonostante gli Agnelli, i Cuccia e i Bazoli - si arriva all’ultimo mese di campagna elettorale. Dallo tsunami Veronica al caso Noemi, passando per la querelle sui voli di Stato e sulle foto a Villa Certosa. Un raffica che avrebbe steso chiunque, ma alla quale il premier pare reggere. Certo, il colpo l’ha sentito. Ma è paradossale che si stia a disquisire su quale sia l’asticella sotto la quale il Pdl non può andare. Perché la differenza non la farà stare sopra o sotto il 40%, una soglia soprattutto psicologica. Ciò che davvero conta è superare il 37,4% delle ultime politiche dopo un anno di governo in tempo di crisi e un mese di assedio mediatico. Con il Pd che per quanto potrà andare bene resterà sempre 10-12 punti sotto il Pdl. Alla fine, insomma, Berlusconi resterà ancora una volta in piedi. Con buona pace anche di quegli alleati che nei giorni scorsi hanno preferito defilarsi piuttosto che prendere le sue difese.

Anonimo ha detto...

Vorrò esser breve e conciso per non tediare i lettori con mille argomentazioni confuse come quelle che leggo sopra: rassegnatevi, ormai lo si deve considerare perso, è indifendibile; pensate chi possa sostituirlo e auguri.

Anonimo ha detto...

Vorrò esser breve e conciso per non tediare i lettori con mille argomentazioni confuse come quelle che leggo sopra: rassegnatevi, ormai lo si deve considerare perso, è indifendibile; pensate chi possa sostituirlo e auguri.

Anonimo ha detto...

Vorrò esser breve e conciso per non tediare i lettori con mille argomentazioni confuse come quelle che leggo sopra: rassegnatevi, ormai lo si deve considerare perso, è indifendibile; pensate chi possa sostituirlo e auguri.

Anonimo ha detto...

Naturalmente mi riferisco a di pietro, un vero "mostro" come scrive caldarola oggi

Anonimo ha detto...

basti pensare alla agressione squadrista di oggi

GOVERNO: CICCHITTO, CON PEDICA IDV MOSTRATO SUA REALE NATURA


(ASCA) - Roma, 24 lug - ''Con l'irruzione di un manipolo di squadristi nella sala stampa di Palazzo Chigi, dove si stava svolgendo la conferenza del Ministro Gelmini, l'IdV conferma, qualora fosse ancora necessario, la sua reale natura''. Lo afferma in una nota Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, riferendosi all'episodio che ha visto protagonista il senatore dipietrista, Stefano Pedica.

Anonimo ha detto...

l'irruzione di un manipolo di squadristi nella sala stampa di Palazzo Chigi.....

Squadristi:
mai parola fu più azzeccata

Anonimo ha detto...

basti pensare alla agressione squadrista di oggi

GOVERNO: CICCHITTO,(ex P2) CON PEDICA IDV MOSTRATO SUA REALE NATURA

il bue (tessera n. 2232 della P2) dice cornuto al ciuccio